INGRANAGGI IN FUNZIONE



Documenti analoghi
Alla ricerca dell algoritmo. Scoprire e formalizzare algoritmi.

Descrizione dell unità. Titolo Frazioni con la LIM. Autore Barbara Bianconi

La pista del mio studio Riflettiamo sulla pista. Guida per l insegnante

Attività destinata a raccogliere e a catalogare documenti con l'obiettivo di farli conoscere e diffonderli.

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.1 a.s.2013/2014

OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI

Antonella Martinucci, Rossana Nencini, 2013 IL PESO. classe quarta

RACCORDO TRA LE COMPETENZE CONFRONTO E RACCORDO TRA IL PROFILO DI FINE QUINTA INIZIO PRIMA MEDIA FINE PRIMA

ISTITUTO COMPRENSIVO BARBERINO MUGELLO

Per gli alunni delle classi prime.

Non cercate di soddisfare la vostra vanità, insegnando loro troppe cose. Risvegliate la loro curiosità.

Insegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino

Il Problem-Based Learning dalla pratica alla teoria

INSIEME PERCHÉ QUALCOSA

GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO

Insegnare con il blog. Materiale tratto da:

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

PSA: Laboratorio disciplinare di religione per gli insegnanti della scuola elementare

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008

ANNO SCOLASTICO

ISTITUTO COMPRENSIVO DI CANEVA DIPARTIMENTO AREA MATEMATICA-SCIENZE-TECNOLOGIA Scuola Primaria di SARONE. Il Supermercato a scuola

FINESTRE INTERCULTURALI

Istituto comprensivo Arbe Zara

QUESTO E IL NOSTRO CUORE

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014

FINESTRE INTERCULTURALI

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

CURRICOLO DISCIPLINARE DI ITALIANO ASCOLTO E PARLATO. Traguardi per lo sviluppo delle competenze. Obiettivi di apprendimento( conoscenze e

La lettura strategica cooperativa

Dal Tangram alle conoscenze dichiarative in geometria

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Curricolo di matematica problemi con equazioni figurali

Apprendistato Cognitivo

La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici. Dott.ssa Monica Dacomo

Strategia Laboratoriale

ISTITUTO COMPRENSIVO DI PAGNACCO SCUOLA ELEMENTARE DE AMICIS PROGETTO SeT. Scheda di lavoro. Problemi procedurali NONSOLOCALCOLO

CORSI DI FORMAZIONE DEAL PRESSO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

IMMAGINANDO QUELLO CHE NON SI VEDE

SCHEDA DI PROGETTAZIONE. Premessa

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

AUTOREGOLAZIONE PER IL COMPITO

IL PAESE QUATRICERCHIO

L insegnamento del Laboratorio di Fisica. Alcune considerazioni didattiche

LABORATORIO DI MACCHINE MATEMATICHE: SIMMETRIA ASSIALE

1. LE REGOLE EDUCAZIONE ALLA LEGALITA OBIETTIVI

COMPETENZA TRASVERSALE COMPORTAMENTO RUBRICA VALUTATIVA CLASSI PRIMA E SECONDA

Accoglienza CHI BEN COMINCIA...

A.s PROGETTO DI RICERCA-AZIONE SUL METODO FEUERSTEIN ANNO SECONDO (Approvato dal Collegio dei Docenti nella seduta del 30 giugno 2008)

OGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.

LA L.I.M. PER FAVORIRE L INCLUSIONE DI BAMBINI O RAGAZZI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

21 marzo 2012: Il Consiglio Comunale incontra i ragazzi dell'istituto Comprensivo

LEZIONE: Pensiero Computazionale. Tempo della lezione: Minuti. - Tempo di preparazione: 15 Minuti.

I WEBQUEST SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO. Palermo 9 novembre 2011

PIANO ISS INSEGNARE SCIENZE SPERIMENTALI

Psicomotricità su Scacchiera Gigante. Una sperimentazione nella scuola primaria

P.A.S. IL PROGRAMMA DI ARRICCHIMENTO STRUMENTALE 1. L organizzazione del programma

ISTITUTO COMPRENSIVO SASSOFERRATO UNITÁ DI INSEGNAMENTO APPRENDIMENTO n.3 A.S. 2013/2014

SCUOLA PRIMARIA SCIENZE NATURALI E SPERIMENTALI. Competenza: 1. Comunicazione efficace Indicatore: 1.1 Comprensione

PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA Anno Scolastico 2015/2016

LABORATORIO DI ANIMAZIONE TEATRALE TEATRO DEI GENITORI

LA SCUOLA SI-CURA SI CURA DI ME!

LA COMBUSTIONE. Proposta didattica per la classe terza. Istituto Comprensivo di Barberino di Mugello Galliano. Anno scolastico

Il calcolo letterale per risolvere problemi e per dimostrare

TECNOLOGIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

INTEGRAZIONE ALUNNI DISABILI E ACCOGLIENZA STRANIERI

Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015 Linee guida DOCUMENTO DI CERTIFICAZIONE DI COMPETENZE

Disturbi Specifici dell Apprendimento

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.

Classe seconda scuola primaria

TECNOLOGIA SCUOLA PRIMARIA

LA MOLTIPLICAZIONE IN CLASSE SECONDA

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

STRUTTURA UDA U.D.A. 4. Classe III A PRESENTAZIONE

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14

I libri di testo. Carlo Tarsitani

Dalle scatole alle figure piane. Percorso di geometria Classe prima Scuola Primaria Rispescia a.s

PROGETTARE PER COMPETENZE

PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica

Progetto scelto per il confronto:

COSTRUZIONE DEL CURRICOLO VERTICALE SUL METODO DI STUDIO. FINALITA Favorire il piacere allo studio OBIETTIVI GENERALI

I. P. S. S. S. E. DE AMICIS METODOLOGIE OPERATIVE

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTEGROTTO TERME SCUOLA PRIMARIA DISCIPLINA: MATEMATICA - CLASSE PRIMA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro)

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Curricolo di TECNOLOGIA. Scuola Primaria

IC 41 CONSOLE NAPOLI A.S. 2012/2013 FUNZIONE STRUMENTALE AREA 5 - GESTIONE AREA TECNOLOGICA. Plesso Console RELAZIONE FINALE

TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

Insegnare oggi Perché sembra così difficile? Bologna, 28 gennaio 2015

Lettere al Direttore. Guida per l insegnante

A cura di Roberta Ferdenzi, componente del Coordinamento pedagogico provinciale di Piacenza

Scuola Primaria di Marrubiu

Orientamento in uscita - Università

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

Il valore formativo della matematica nella scuola di oggi

Polli e conigli. problemi Piano cartesiano. Numeri e algoritmi Sistemi e loro. geometrica. Relazioni e funzioni Linguaggio naturale e

Transcript:

I.C. "Puddu" SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Don Bosco" Prato, 2013 INGRANAGGI IN FUNZIONE Marta Del Rosso

SOMMARIO Introduzione... 3 Attività progettata: Ingranaggi in funzione... 4 Diario di bordo (pagine tratte dai quaderni degli alunni)... 13 Conclusioni... 19 Rifermenti... 22 2

INTRODUZIONE Nell'anno scolastico 2011-2012 l'istituto Comprensivo Don Bosco di Prato ha ospitato il corso di formazione per i docenti di matematica tenuto dal prof. Ferdinando Arzarello (Università di Torino). "Le ricerche più recenti hanno provato che sono le esperienze ad attivare gli opportuni circuiti cerebrali di cui l essere umano già dispone. Non si tratta di imporre una matematica dall esterno, ma di fare evolvere dall interno la matematica che vive nel nostro corpo" 1. A tal fine è fondamentale attuare laboratori di matematica, dove per laboratorio non si intende solo uno spazio fisico attrezzato, ma piuttosto uno spazio mentale dove ogni studente ha la possibilità di inventare, sperimentare e costruire i propri apprendimenti ancorati alle situazioni di vita reale. In quest'ottica il prof. Arzarello parla di didattica degli artefatti cognitivi. Gli artefatti sono oggetti, strumenti e dispositivi che favoriscono lo sviluppo di specifici apprendimenti. L'idea di base del concetto degli artefatti cognitivi è che la mente per apprendere ha bisogno di costruire oggetti e dispositivi, di maneggiare materiali reali. Ciò vale a qualunque stadio di età, si sia bambini, adolescenti o adulti. Il procedimento che si usa deriva quindi dal bisogno di avanzare per prove ed errori, attraverso una serie di tentativi di rappresentazione del mondo che ci circonda. L'apprendimento si sviluppa con la discussione, l'analisi, il confronto, l'esposizione, il sondaggio, l'ammirazione, la costruzione, lo smontaggio e la ricostruzione degli artefatti cognitivi 2. Nella pratica tradizionale dell'insegnamento della matematica sono da sempre stati utilizzati artefatti di varia natura: blocchi logici, geopiani, righe, abachi, compassi, righelli, bilance, ingranaggi, monete e, più di recente, i software delle nuove tecnologie. Tuttavia le potenzialità di questi oggetti per la didattica della matematica non sono proprietà intrinseche dello strumento, ma dipendono dall'interazione realizzata in classe tra l'artefatto, gli input forniti dall'insegnante, le riposte del singolo studente e quelle del gruppo classe con cui si relaziona 3. La responsabilità dell'insegnate è quindi quella di progettare e individuare efficaci modi di realizzare un'attività prevedendo consegne particolari e vivaci interazioni. L'insegnamento attraverso gli artefatti non produce risultati senza l opportuna e vigile mediazione dell insegnante 4. Attraverso l'uso dello strumento tecnico, dunque, lo studente può incorporare elementi importanti del sapere matematico, costruire nuovi significati e ottenere strumenti psicologici che permettono lo svolgimento di processi mentali (mediazione semiotica-quadro teorico Vygotskiano) 5. Dalle indicazioni ricevute nel corso della formazione con il prof. Arzarello e dagli studi successivi, nasce la presente attività di laboratorio: "INGRANAGGI IN FUNZIONE". 1 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca et al., premessa di Ferdinando Arzarello., Matematica 2003. Attività didattiche e prove di verifica per un nuovo curricolo di Matematica - Ciclo secondario. 2 Gianluca Salvatori. Papert, Bologna e il mito platonico. Il sole 24 ore, 09-12-2007. 3 Maria G. Bartolini Bussi- Dipartimento di Matematica Dall'Abaco al computer: formazione e pratica professionale dell'insegnante. Università di Modena e Reggio Emilia. 4 presentazione di Ferdinando Arzarello al XXIII convegno UMI CIIM (2002) l'insegnante di matematica nella scuola di oggi: formazione e pratica. 5 Bartolini Bussi M. G. & Mariotti M Un approccio semiotico alla educazione matematica. Università di Siena. 3

ATTIVITÀ PROGETTATA: INGRANAGGI IN FUNZIONE Tematica Esplorare e descrivere oggetti comuni che agiscono grazie a ruote dentate, per giungere a costruire modelli di ingranaggi dalla cui osservazione è possibile formulare generalizzazioni sul funzionamento degli stessi. Descrizione degli obiettivi Applicazione del concetto di frazione come rapporto Applicazione delle proporzioni Rielaborazione dei concetti di circonferenza, raggio, diametro, cerchio, settore circolare Esperienze pratico-manuali Uso degli strumenti tipici del disegno geometrico Osservazioni guidate Esplorazione di situazioni problematiche Formulazione di congetture, validazione, argomentazione Proposte risolutive a problemi pratici Raccolta di dati e loro gestione Produzione schemi Documentazione Ricerca di proprietà varianti e invarianti Generalizzazioni delle esperienze Imparare a cooperare nel gruppo Elenco delle fasi 1) Esplorazione del correttore a nastro 2) Confronti 3) Altri ingranaggi comuni 4) Progettare le ruote dentate 5) Costruire le ruote dentate 6) Generalizzare Problema o stimolo da cui nasce l attività Porsi domande su strumenti di uso comune: come è fatto il correttore a nastro? Come funziona l'apriscatole? eccetera. Prerequisiti richiesti ai ragazzi per svolgere l attività Le frazioni, la circonferenza, uso di compasso e goniometro. Strumenti forniti agli allievi Correttore a nastro, altri oggetti che funzionano con ruote dentate. Organizzazione della classe A gruppi. 4

Fase 1 Esplorazione del correttore a nastro: come è fatto e come funziona Tempo previsto 2 ore Materiale Correttori a nastro: coppie di diversi modelli Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L insegnante divide la classe in gruppi. Ad ogni gruppo consegna una coppia di correttori uguali. Comunica le consegne: 1. Osservate il correttore e discutete fra di voi. Cercate di capire come funziona. 2. Disegnate sul quaderno (diario di bordo) il correttore a nastro. 3. Smontate uno dei due correttori. 4. Disegnate sul quaderno i singoli pezzi del correttore. 5. Descrivete sul quaderno la forma e il funzionamento degli elementi fondamentali del correttore a nastro (le dimensioni delle ruote, il loro numero di denti, la differenza nel numero di giri, il verso di rotazione, ecc.). Gli alunni di ciascun gruppo utilizzano i correttori a disposizione e discutono. Ogni studente lavora sul proprio personale quaderno che diventa il diario di bordo in cui annotare le esperienze fatte. Anche se il lavoro sul quaderno è individuale, il gruppo condivide strategie organizzative e osservazioni varie. È importante che i correttori siano due per gruppo in modo da poterne smontare uno per osservare i singoli pezzi e lasciare l'altro integro per osservare il funzionamento. È importante che i due correttori all'interno di un gruppo siano dello stesso modello; mentre tra i vari gruppi è interessante scegliere modelli diversi per rendere le discussioni e i confronti più stimolanti. 5

Fase 2 Confronti Tempo previsto 2 ore Materiale Correttori a nastro: coppie di diversi modelli Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L insegnante riforma i gruppi della volta precedente. I gruppi vengono invitati, a turno, a riferire le scoperte fatte nella lezione precedente, eventualmente attraverso un rappresentante per gruppo. Segue una discussione dalla quale far emergere una riflessione condivisa su analogie e differenze tra i diversi modelli del correttore. L'insegnante introduce termini specifici (ruota motrice e condotta) e organizza una tabella alla lavagna per riportare in forma sintetica i dati numerici (differenti da modello a modello) relativi ad alcune caratteristiche del correttore. Ogni gruppo illustra le conclusioni alle quali è arrivato. È opportuno riprendere il lavoro leggendo i diari di bordo con le osservazioni scritte dagli alunni, per individuare i punti critici dai quali organizzare il proseguo dell attività. 6

Chiede ai ragazzi di realizzare la tabella seguente sul diario di bordo. Gruppo A Gruppo B Gruppo C ecc RUOTA MOTRICE Numero dei Numero dei denti giri (per es.) 40 (per es.) 1 (per es.) 3 cm RUOTA CONDOTTA Diametro Numero dei denti Numero dei giri Diametro (per es.) 20 (per es.) 2 (per es.) 1,5 cm L'insegnante invita gli studenti a rintracciare regolarità tra i vari dati, arrivando a spiegare il rapporto di trasmissione (rapporto tra il numero di giri delle due ruote) e i vari sistemi per calcolarlo: 1) R= numero di giri ruota motrice / numero di giri ruota condotta R= 1/2= 1/2 (per ogni giro della ruota motrice la ruota condotta ne compie due) 2) R= numero denti ruota condotta / numero di denti ruota motrice R=20 /40= 1/2 3) R= diametro ruota condotta / diametro ruota motrice R= 1,5: 3= 0,5= 1/2 Gli studenti realizzano la tabella con i propri dati e quelli dei propri compagni sul diario di bordo. I ragazzi cercano di individuare regolarità nella tabella. Gli studenti calcolano il rapporto di trasmissione con tutti i dati a disposizione. Il confronto del rapporto di trasmissione ottenuto nei tre diversi modi, potrebbe mettere in evidenza il fatto che alcuni dei dati numerici raccolti sperimentalmente non sono accurati. L'insegnante può cogliere l'occasione per parlare degli errori di misura. 7

Fase 3 Altri ingranaggi comuni Tempo previsto 2 ore o più (dipende dal numero di oggetti reperiti) Materiale Cavatappi, apriscatole, frullino montapanna manuale, ecc. Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L insegnante forma i consueti gruppi. Consegna oggetti di uso comune che funzionano grazie a ruote dentate (uno per gruppo da scambiarsi a osservazioni terminate). Invita i ragazzi a osservare, disegnare e descrivere forma e funzionamento degli strumenti sul proprio diario di bordo. Gli studenti descrivono e disegnano sul quaderno la forma e il funzionamento degli strumenti assegnati (le dimensioni delle ruote, il loro numero di denti, il verso di rotazione, il rapporto di trasmissione, ruote motrici e condotte, ecc.). 8

Fase 4 Progettare le ruote dentate Tempo previsto 2 ore Materiale Forbici, goniometro, compasso, riga, lapis, gomma Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L insegnante forma i consueti gruppi, e chiede di progettare le istruzioni per costruire una ruota dentata. Dopo aver lasciato il tempo ai ragazzi di elaborare delle idee, l'insegnate guida una discussione collettiva in cui si confrontano le diverse strategie. Indirizzando gli studenti nella scelta delle soluzioni più vantaggiose e realizzabili, si procede ad individuare un unico funzionale protocollo. I ragazzi elaborano disegni e procedure che riportano sul proprio diario di bordo. Ogni gruppo, attraverso un portavoce, espone le proprie idee. Gli studenti disegnano e descrivono le istruzioni definitive (realizzate con il contributo di tutti) sul proprio diario di bordo. Strategia semplice ed efficace: Si consiglia di utilizzare un cartone spesso e di costruire denti non molto alti. È funzionale smussare gli angoli. 9

Fase 5 Costruire le ruote dentate Tempo previsto 2 ore Materiale Cartone spesso, pennarelli, forbici, goniometro, compasso, riga, lapis, gomma Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L'insegnante forma i gruppi. Chiede di costruire, seguendo le istruzioni realizzate nella fase quattro, alcune ruote dentate con il cartone rigido. L'insegnate può suggerire di colorare le ruote nei modi più vari e di osservare i diversi effetti ottici quando le stesse sono in rapido movimento. L'insegnante, infine, fornisce alcuni fermacampioni da inserire al centro delle ruote, essi sono necessari per fissarle a un supporto di cartone e assemblare, in questo modo, un ingranaggio funzionante. Il docente suggerisce di disporre le ruote in linea (l'analisi di altre possibili disposizioni è oggetto di studio di una successiva fase di lavoro) I ragazzi costruiscono le ruote dentate, le colorano e assemblano l'ingranaggio disponendo le ruote in linea. E se volessimo ruote di dimensioni diverse Come approfondimento, il docente potrebbe chiedere in che modo dovrebbe essere costruita una ruota di dimensioni differenti rispetto alla prima realizzata, ma tale da poter ingranare con questa. Sottolinea l'importanza di riflettere su: - dimensioni delle ruote - numero di denti delle ruote - dimensioni dei denti Invita i ragazzi a ripensare al correttore e ai dati raccolti nella tabella costruita nella fase due per decidere come dovrebbe essere costruita la ruota e ad annotare le osservazioni sul diario di bordo. L'insegnante che volesse, potrebbe dedicare una fase ad hoc a questa attività costruendo ruote dentate di dimensioni diverse. L'attività si presta bene a lavorare con le proporzioni impostando uguaglianze tra i diversi modi di calcolare il rapporto di trasmissione. 10

Fase 6 Generalizzare Tempo previsto 2 ore Materiale Ingranaggi costruiti nella fase 5 Cosa fa l insegnante Cosa fanno gli alunni Suggerimenti per l insegnante L insegnante forma i consueti gruppi. Guida gli studenti in una progressiva ricerca di regole generali riguardanti gli ingranaggi. Prima consegna: Osservare l'ingranaggio costruito (le ruote sono disposte in linea) e riportare sul diario di bordo le osservazioni relative al funzionamento di: 2 ruote, 3 ruote, 4 ruote, n ruote. Gli studenti partono dall'osservazione dei propri modellini per giungere ad astrazioni e generalizzazioni. Arrivano a scoprire che: due ruote ingranate insieme girano in sensi opposti in una fila di ruote quelle corrispondenti a numeri pari si muovono tutte nello stesso senso in una fila di ruote quelle corrispondenti a numeri dispari si muovono tutte nello stesso senso in una fila di ruote quelle corrispondenti a numeri pari si muovono in senso opposto a quelle corrispondenti a numeri dispari L'insegnante può sottolineare che, con questo ragionamento, è possibile prevedere il verso di rotazione dell'ultima ruota di una fila dentata anche molto lunga, senza metterle davvero in movimento: basta sapere se sono in numero pari o in numero dispari e conoscere il senso di rotazione della prima della fila. 11

Seconda consegna: Analizzare differenti possibili disposizioni delle ruote e riportare sul diario di bordo le osservazioni relative al funzionamento di: 2 ruote, 3 ruote, 4 ruote, n ruote. Gli studenti dispongono le ruote in vari modi fino a rendersi conto che nelle disposizioni circolari il funzionamento dell'ingranaggio subisce alcune modifiche rispetto a quando le ruote sono sistemate in linea: se un numero pari di ruote ha una disposizione circolare, l'ingranaggio funziona 6 5 1 4 2 3 se un numero dispari di ruote ha una disposizione circolare, l'ingranaggio non funziona (infatti la prima e l'ultima ruota, che hanno lo stesso verso di rotazione, non possono girare ingranate insieme) 1 2 5 4 3 12

DIARIO DI BORDO (PAGINE TRATTE DAI QUADERNI DEGLI ALUNNI) 13

Nel diario di bordo sono stati "concessi" gli errori ortografici. Lo studente deve potersi esprimere per raccontare cosa ha scoperto o elaborare cosa non torna. Rischia di essere inibito se non può permettersi di sbagliare una doppia o un accento. Certamente questi errori sono da segnalare ma, in un lavoro di questo tipo, si può dar loro poco peso. Tale approccio ha permesso agli studenti stranieri o a quelli con DSA di partecipare attivamente e serenamente. 14

15

16

17

18

CONCLUSIONI L'attività di laboratorio descritta è stata paragonabile a un compito di ricerca didattica, che ha previsto un quadro teorico di riferimento, una fase di progettazione e preparazione dei materiali e la presente conclusiva analisi del percorso svolto. L'obiettivo del lavoro è quello di guidare gli studenti alla costruzione di significati matematici attraverso l'uso di artefatti appositamente scelti. Il progetto prevede l'alternanza tra le consegne dell'insegnante (sempre legate a oggetti o questioni concrete) e le discussioni di gruppo scaturite tra gli studenti. Il tutto avviene annotando, su un diario di bordo, i passaggi più importanti per "registrare" le idee. Questa organizzazione del lavoro ha permesso di: partire da un problema da risolvere (come funziona il correttore a nastro? e l'apriscatole? e...), stimolo che ha fortemente motivato gli studenti e li ha indotti a cercare idee e strategie di risoluzione imparare scoprendo e quindi di procedere per tentativi ed errori senza sentirsi mortificati da questi imparare costruendo (realizzazione ingranaggi di cartone) applicando i contenuti di studio alla realizzazione di un oggetto concreto lavorare in modo collaborativo. Una collaborazione tra idee e abilità diverse e tutte utili (calcolare, disegnare, ideare, ecc...) produrre generalizzazioni Gli studenti maneggiano oggetti di uso quotidiano (correttore, cavatappi, apriscatole). Molte volte li hanno avuti nelle mani, ma per la prima volta si devono chiedere come sono fatti e come funzionano. Si parte dall'osservazione e dalla descrizione dell'oggetto, anche con disegni. Questa attività comporta un arricchimento del lessico e un uso più appropriato del vocabolario. Questa evoluzione del linguaggio si compie con il supporto dell'insegnante, ma non viene imposta dall'alto, anzi si sviluppa come risposta alla necessità di essere tecnici e puntuali nella descrizione scientifica di un oggetto. Nel tentativo di capirsi si precisano i termini e si imparano nuovi nomi. ESEMPI perc "Ma questo prof. come si dice?" "Ho capito, ma non mi so spiegare perché non so come si chiama questa parte" "Misuriamo come si dice la distanza massima tra due punti della circonferenza cioè, via: il diametro!" hé èper I ragazzi scoprono di poter chiamare, in questo caso, la ruota piccola ruota condotta e quella grande ruota motrice. I o sto 19

I ragazzi scoprono di poter chiamare blocco elementare le ruote disposte a triangolo. Alla descrizione dell'oggetto seguono (ma anche si alternano) le ipotesi dei ragazzi sul funzionamento. Fondamentale in questa fase è l'aspetto collaborativo. Condividere le idee ed elaborarle insieme è la strada vincente per capire i meccanismi di azione. ESEMPIO Sebbene ogni studente abbia il suo personale diario di bordo, racconta l'esperienza utilizzando il plurale perché è insieme ai compagni che è riuscito a compiere le proprie scoperte. Dopo aver compreso forma e funzionamento di vari oggetti gli studenti hanno cercato di utilizzare le conoscenze apprese per costruire un ingranaggio con materiali poveri. Nel procedere hanno incontrato difficoltà impreviste e sono avanzati per tentativi ed errori. Hanno saputo sfruttare gli sbagli per trovare nuove soluzioni valorizzando le abilità dei singoli componenti del gruppo, qualcuno risolveva i problemi in modo grafico, altri facevano calcoli, altri ancora cercavano analogie con quanto scoperto nelle fasi precedenti. ESEMPIO Individuare numero e forma dei denti non è stato facile. Qualcuno ha suddiviso più volte il cerchio (prima in un mezzo, poi in un quarto e così via) disegnando vari diametri. Altri studenti hanno cercato di calcolare l'ampiezza adeguata di un dente considerando che sarebbe dovuta essere un numero sottomultiplo di 360. 20

Ideato il progetto, i ragazzi si sono impegnati nella costruzione del modellino traendone grande soddisfazione ESEMPI Infine l'ultima fase di lavoro ha chiesto ai ragazzi uno sforzo di astrazione. A partire dai loro modellini hanno dovuto trovare regole generali sul funzionamento degli ingranaggi e hanno dovuto immaginare un numero n di ruote che non era materialmente disponibile. ESEMPIO Tutto il lavoro svolto ha avuto un impatto forte nel percorso esperienziale degli studenti, ma anche in quello personale. Ho cercato di avere per loro il ruolo del facilitatore per agevolarli nello stimolante contesto delle scoperte matematico-scientifiche, attraverso le potenzialità dell'artefatto cognitivo e orchestrando le discussioni collettive. È stata una delle esperienze didattiche più interessanti sino ad oggi affrontate. E io ho avuto l'occasione di imparare insieme ai ragazzi. 21

RIFERMENTI Documentazione del XXIII convegno UMI CIIM (2002) l'insegnante di matematica nella scuola di oggi: formazione e pratica. Bartolini Bussi M. G. & Mariotti M. Un approccio semiotico alla educazione matematica. Università di Siena. Maria G. Bartolini Bussi, Dipartimento di Matematica Dall'Abaco al computer: formazione e pratica professionale dell'insegnante. Università di Modena e Reggio Emilia. M. G. Bartolini Bussi; M. Boni; F. Ferri; R. Garuti (2004) La costruzione del pensiero teorico: una ricerca sugli ingranaggi nella scuola elementare. Università di Torino. UMI 2001 Argomentare e congetturare Ingranaggi e ruote. Università di Bologna. Istituto Tecnico Industriale "Verona Trento" di Messina Meccanismi di trasmissione e trasformazione del moto. http://www.vivalascuola.it/come-disegnare-ruote-dentate-140454.html 22