( modello elaborazione rif. pagg. 7-25 linee guida dpcm 25/2/05)

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Allegato A Facsimile Schema Piano di Emergenza Esterno ai sensi del D.Lgs. 334/99 e s.m.i ( modello elaborazione rif. pagg. 7-25 linee guida dpcm 25/2/05) J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 1

PARTE IV.2 ( pag 7-10 linee guida) Descrizione del sito 1)Inquadramento territoriale ( pag. 8 ) 1-1) Contenuti della parte descrittiva Lo stabilimento della ditta Air Liquide srl risulta dislocato nella zona industriale (ZAI 1) fin da prima degli anni 80, originariamente la ditta si chiamava SOGEO, poi successivamente acquisita dalla ditta multinazionale Air Liquide. La zona industriale del Capoluogo risulta posizionata fra : - a Nord dalla ferrovia Milano Venezia; - a Sud dall autostrada Brescia Padova; - ad Ovest dalla strada Provinciale S.P. n. 27 di Mongabia; - ad est dal Rio Tionello (corso d acqua demaniale) che rappresenta anche il confine con l adiacente Comune di Sona. Lo stabilimento produce gas tecnici (Ossigeno, Azoto, Argon) attraverso un processo produttivo che prevede : - l aspirazione dell aria e la separazione della stessa dal pulviscolo in sospensione; - la compressione ed il raffreddamento (processo in multistadio) della miscela aria ed il frazionamento della stessa nei diversi componenti (Ossigeno, Azoto, Argon); - lo stoccaggio in serbatoi dei componenti (Ossigeno, Azoto, Argon) per l invio dei prodotti attraverso ossigenodotto e/o attraverso trasporto su gomma. I serbatoi hanno una funzione di stoccaggio dei gas tecnici per prevenire le richieste di picco. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 2

Lo stabilimento si può suddividere in due parti : - la parte ad Ovest in cui sono situati i serbatoi dell azoto, dell ossigeno, le vecchie torri di evaporazione, la centrale di trasformazione dell energia elettrica da alta tensione a media tensione (che necessità dell idrogeno per frazionare l Argon), la parte ad Est di nuova costruzione, in cui è sito anche il serbatoio dell idrogeno. Le coordinate dello stabilimento (Gauss-Boaga) desunte dalla carte tecnica regionale del Veneto sono le seguenti : X = 1637792.8 Y = 5031968.2 Z = 103.4 X = 1637777.7 Y = 5031848.5 Z = 103.7 X = 1638146.4 Y = 5031823.4 Z = 101.5 X = 1638122.9 Y = 5031929.6 Z = 101.8 L accesso alla zona industriale del Capoluogo (posizionata a Sud dell attuale strada regionale n. 11 Padana Superiore) avviene prettamente dalla strada provinciale n. 27 di Mongabia che collega Castelnuovo del Garda con Valeggio sul Mincio, mediante le strade comunali denominate via Galilei e via dell Industria. L accesso alla zona industriale dalla predetta zona industriale può avvenire da Nord (Castelnuovo del Garda) mediante il sottopasso ferroviario, da Sud (Valeggio sul Mincio) mediante cavalcavia sull autostrada Brescia-Padova. Ulteriore viabilità per l accesso alla zona industriale viene così riassunta : - Strada comunale denominta via Marx (da Nord della zona industriale) mediante un sottopasso ferroviario di ridotte dimensioni (sia in larghezza che in altezza) che permette il transito di autoveicoli in senso unico alternato di altezza inferiore ai 3,50 m; - Strada vicinale da via Cà Bruciata (da Sud della zona industriale) mediante un sottopasso autostradale di ridotte dimensioni (sia in larghezza che in altezza) che permette il transito di autoveicoli in senso unico alternato di altezza inferiore ai 3,00 m; - Strada comunale denominata via Sei Fontane (da Ovest, dalla frazione di Cavalcaselle, attraverso via Mantovana e via del Lavoro); detta viabilità risulta percorribile dei mezzi pesanti anche se in alcuni punti risulta di larghezza di poco superiore ai 4,00 m; - Strada comunale denominata via Fenil (da Est, dal vicino e confinate Comune di Sona), attraverso via Colombara (mediante sottopasso ferroviario); detta viabilità risulta percorribile dei mezzi pesanti anche se in alcuni punti risulta di larghezza di poco superiore ai 4,00 m. In futuro, in prossimità dello stabilimento sorgeranno le seguneti infrastrutture strategiche : - a Sud dell attuale autostrada Brescia-Padova la TAV, progetto preliminare già approvato dal CIPE; - a Nord dell attuale autostrada Brescia-Padova il sistema delle tangenziali del Veneto, progetto in corso di approvazione da parte del CIPE; - ad Ovest della strada provinciale n. 27 di Mongabia ed a Nord dell attuale autostrada Brescia- Padova il nuovo casello autostradale di Castelnuovo del Garda, progetto definitivo già approvato dalla Regione del Veneto e dal Ministero delle Infrastrutture. Ad integrazione si precisa altresì che in caso di chiusura della strada provinciale n. 27 di Mongabia, sarà necessario deviare il traffico pesante (da e per Valeggio sul Mincio) all altezza della rotatoria di Oliosi (a Sud) ed all intersezione fra la S.P. n. 27 di Mongabia e l intersezione con la S.r. n. 11 Padana Superiore, in quanto la Prefettura di Verona Ufficio Territoriale di Governo con proprio provvedimento, che viene reiterato una volta all anno, ha disposto la chiusura al traffico pesante della strada regionale n. 249 nella frazione di Salionze di Valeggio sul Mincio. La zona si presenta pianeggiante con un altezza di poco superiore ai 100 m sul livello medio mare. Vincoli presenti nella zona interessata dall eventuale emergenza. I vincoli presenti sulla zona eventualmente interessata dall emergenza (540 m) sono i seguenti : - vincolo inerente la fascia di rispetto della zona ferroviaria della linea Milano-Venezia (derivante dal D.P.R. del 1971); - vincolo inerente la fascia di rispetto autostradale (derivante dal codice della strada e regolamento attuativo); - vincolo idraulico inerente la fascia di rispetto del Rio Tionello (10 m, derivante dal Regio Decreto del 1930). Non sono presenti vincoli di tipo ambientale, monumentale (D.Lgs. n. 42/2004) J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 3

I vincoli di derivazione comunitaria (S.I.C. e Z.P.S.) sono attinenti al Lago di Garda e distano oltre 5 km in linea d aria. Falde sotterranee ed idrografia Le falde sotterranee possono essere così distinte : - freatica, posta a circa 4-5 m al di sotto del piano di campagna, il suo livello pieziometrico risente della piovosità e dell andamento stagionale; - artesiana, posta ad oltre 80 m al di sotto del piano di campagna, detta acquifero risulta confinato e separato dalla falda superficiale freatica da un banco di argilla compatto di notevole spessore che impedisce la miscelazione delle due acque di falda. Questa falda viene utilizzata per scopi idropotabili del comune di Castelnuovo del Garda, attraverso un pozzo in loc. Mongabia (distante circa 1,5 km in linea d aria). L unico corso d acqua presente entro la zona di attenzione stabilita dalla Prefettura di Verona è il Rio Tionello, corso d acqua demaniale superficiale che stabilisce anche il confine fra i Comuni di Castelnuovo del Garda e Sona. Il corso d acqua ha carattere continuativo durante dutto il periodo dell anno e ha una larghezza variabile fra i 1,5 m ed 2,5 m; a valle dell autostrada Brescia- Padova confluisce nel fiume Tione dei Monti che poi prosegue verso la zona del basso veronese (Valeggio sul Mincio, Villafranca, ecc.) per confluire nel Tartaro. 1-2) Contenuti della parte grafica Stralcio piano urbanistico comunale J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 4

Allegate n. 2 planimetrie con le strade di accesso allo stabilimento. 2-1) Dati sull Azienda 2) Informazioni sullo stabilimento ( pag. 8.) Lo Stabilimento di Castelnuovo del Garda (VR) dell'air Liquide Italia occupa un'area di circa 41.000 m 2 ed impiega n.9 dipendenti diretti. L'attività svolta dalla Centrale di Produzione Gas di Castelnuovo del Garda, consiste nella produzione di Ossigeno, Azoto ed Argon liquidi e gassosi. Il processo è la distillazione frazionata dell'aria atmosferica; in sintesi l'aria viene compressa, essiccata, decarbonata (eliminazione dell'anidride Carbonica) e successivamente liquefatta mediante scambiatori di calore nell'impianto. L'aria allo stato liquido viene distillata in una colonna di frazionamento (processo fisico basato sulla differente temperatura di ebollizione dei diversi componenti) separata nei suoi componenti principali Ossigeno, Azoto, ed Argon. Questi elementi, che vengono prodotti allo stato gassoso, sono successivamente liquefatti e stoccati in appositi serbatoi isolati termicamente, dai quali, con l'ausilio di pompe criogeniche, vengono riempite le autocisterne per il rifornimento alla clientela. L'Ossigeno liquido è contenuto in due serbatoi di capacità geometrica pari a 1500 m 3 e 150 m³ è inoltre presente un quantitativo di Idrogeno gassoso che può essere contenuto in apposito serbatoio con capacità geometrica di 200 m 3, oppure in carri durante il travaso. La Centrale di produzione è ubicata in area industriale ove sono confinanti attività che non rappresentano pericolo per la Centrale stessa e precisamente: AUTOSTRADA VE-MI Lato SUD ad una distanza di 60 m ZONA AGRICOLA Lato EST AUTOTRASPORTI CASTELLETTI Lato OVEST ad una distanza di 500 m ATTIVITA' ARTIGIANALI Lato NORD A circa 1 km dallo Stabilimento c'è l'abitato di CASTELNUOVO DEL GARDA con tutte le infrastrutture tipiche di un centro di circa 5000 abitanti. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 5

2-2)Dati sugli impianti e/o depositi del processo produttivo ( Allegare planimetria stabilimento con singole unità di impianto) ll complesso produttivo della Centrale è costituito essenzialmente da: Impianti / Macchinari in esercizioi Per facilitare la comprensione dell'analisi, si è suddivisa la Centrale in n.6 aree e per ognuna di esse, in accordo con i tecnici della Centrale, Nelle relative unità. Tale suddivisione è rappresentata graficamente nella planimetria contenuta nell'appendice ed è Inoltre descritta mediante la seguente suddivisione: A - Area Frazionamento Aria 1110/1811 B - Area Stoccaggio Criogenico C - Area Caricamento Criogenico D - Area Stoccaggio/scarico Idrogeno E - Area Pompaggio - Vaporizzazione - Distribuzione Ossigeno Gas F - Area Parcheggio Autocisterne. A) IMPIANTO FRAZIONAMENTO ARIA 1110/1811 UNITÀ A1 Depurazione aria In tale unità trovano collocazione le seguenti apparecchiature: - torre di lavaggio E2401. - riscaldatore elettrico E2601. - accumulatore di calore E2602. - n.2 setacci molecolari A2601 e A2602. UNITÀ A2 Cold-Box In tale unità sono racchiuse in apposito contenitore metallico: - colonne di frazionamento aria T3201 e T3202. - condensatore Azoto E3201. - scambiatore principale E3101. - colonna Argon impuro T3301. - condensatore Argon E3301. - colonna Argon puro T3302. - scambiatori principali E2901 A F. - scambiatore secondario E3101. - liquefattori Argon E3205 e E3206 A/B. - n.3 degasificatori D3201, D3205 e D3206. - scambiatore aria Argon E3304. - pompe Ossigeno liquido P3101 A/B. - n.2 turbine di espansione aria X2501 e X2502. UNITÀ A3 Sala macchine In tale unità, in apposito capannone, si trovano: - n.2 compressori aria C2101 e C2102. - n.2 gruppi frigoriferi R2401 e R2402. - n.2 compressori booster aria C2501 e C2502. - n.4 raffreddatori ad acqua E2501, E2502, E2504 e E2505. UNITÀ A4 Depurazione Argon J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 6

In tale unità, all interno del capannone sala macchine, trovano collocazione le seguenti apparecchiature: - pompa Argon C3401. - reattore Deoxo F3401. - scambiatore ad aria E3402. - n.2 separatori acqua D3401 e D3402. - n.2 raffreddatori ad acqua E3403 e E3404. - n.2 essiccatori A3501 e A3502. UNITÀ A5 Trasferimento Ossigeno liquido Tale unità comprende circa 50 metri di tubazione DN 80 mm. UNITÀ A6 Trasferimento Ossigeno liquido Tale unità comprende circa 50 metri di tubazione DN 50 mm. B) STOCCAGGI CRIOGENICI UNITÀ B1 Serbatoio Ossigeno liquido Comprende: Serbatoio di capacità 1.500 m³ contenente Ossigeno liquido. UNITÀ B2 Serbatoio Azoto liquido Comprende: Serbatoio di capacità 1.500 m³ contente Azoto liquido. UNITÀ B3 Serbatoio Argon liquido Comprende: Serbatoio di capacità 1.500 m³ contenente Argon liquido. C) CARICAMENTO CRIOGENICO UNITÀ C1 Caricamento Azoto liquido Area destinata al caricamento, mediante pompa, di n.1 autocisterna criogenica. UNITÀ C2 Caricamento Azoto liquido Area destinata al caricamento, mediante pompe, di n.2 autocisterne criogeniche. UNITÀ C3 Caricamento Ossigeno liquido Area destinata al caricamento, mediante pompe, di n.3 autocisterne criogeniche. UNITÀ C4 Caricamento Argon liquido Area destinata al caricamento, mediante pompa, di n.1 autocisterna criogenica. D) STOCCAGGIO IDROGENO UNITÀ D1 Box Idrogeno Box in cemento armato entro i quali possono essere locati n.2 carri J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 7

bombolai da 4.500 m³ ciascuno. UNITÀ D2 Serbatoio Idrogeno Serbatoio di stoccaggio Idrogeno da 6.000 Nm³. E) POMPAGGIO-VAPORIZZAZIONE-DISTRIBUZIONE OSSIGENO GAS UNITÀ E1 Pompe Ossigeno liquido Area in cui si trovano n.2 pompe di Ossigeno liquido con portata massima di 11450 lt/h e pressione massima di 60 Bar. UNITÀ E2 Scambiatore di calore Costituito da un involucro calorifugo cilindrico avente diametro di 2,5 metri ed altezza di 16 metri, all interno del quale trovasi uno scambiatore di calore destinato al recupero delle frigorie di evaporazione dell Ossigeno liquido compresso. UNITÀ E3 Vaporizzazione Vasca di vaporizzazione Ossigeno liquido ad acqua in circuito semiaperto; i serpentini di vaporizzazione sono in acciaio inox atti ad evaporare una portata massima di 13.000 Nm³/h alla pressione massima di 60 Bar. UNITÀ E4 Cabina ossigenodotto Comprende una serie di valvole di intercetto ossigenodotto racchiuse entro muri di protezione in calcestruzzo. 3)Informazione sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate ( pag. 9) SOSTANZE E PREPARATI SOGGETTI AL D.Lgs. 334/99 Nome comune o generico Classificazione di pericolo Principali caratteristiche di pericolosità Massima quantità presente (t) OSSIGENO N. Registro CAS 7782 44-7 Comburente R8 Può provocare l accensione di materie combustibili 1939,1 IDROGENO N. Registro CAS 01333-74-0 Comburente R12 Estremamente infiammabile 0,5 È inoltre presente una sostanza classificata pericolosa che non interviene nel ciclo produttivo in quanto utilizzata per saldatura ossiacetilenica: Acetilene Estremamente Infiammabile 20 kg Questa sostanza per quantità e posizione non ha interferenze con le attività a rischio di incidente J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 8

rilevante. Completa l elenco delle sostanze detenute un serbatoio ad asse orizzontale fuori terra contenente azoto di capacità pari a 200 m 3. La sostanza pericolosa contenuta in maggiore quantità è l ossigeno. L ossigeno è un gas contenuto nell aria ad una concentrazione volumetrica di circa il 21 %. La riduzione di questa concentrazione sotto il valore del 17% determina la formazione di atmosfere sotto-ossigenate con evidente pericolo di asfissia per le persone che dovessero trovarsi in tale ambiente. Viceversa, atmosfere contenenti concentrazioni di ossigeno superiori al 25%, all aumentare della concentrazione di ossigeno in aria. Già con il 25% di ossigeno si ha un aumento della capacità comburente dell aria; a concentrazioni uguali o superiori al 35% (cioè dal 35% al 100%) il rischio incendio aumenta considerevolmente. E importante chiarire la differenza esistente fra il processo di combustione in aria e il processo di combustione in atmosfere arricchite di ossigeno o addirittura in ossigeno puro al fine di capire in che cosa consiste l aumento del rischio di incendio in aria o in atmosfera arricchita di ossigeno. La statunitense National Fire Protection Association (N.F.P.A.) definisce atmosfera ricca di ossigeno quella contenente più del 25% di ossigeno. Secondo il Medard (L. Medard : Les explosifs occasionels) il rischio di incendio è : apprezzabile, con il 25%; notevole, con il 28%; molto grave, con concentrazioni superiori al 35%. Bisogna sempre considerare con estrema attenzione la natura particolarmente reattiva di un gas comburente energico come l ossigeno. Il Fire Protection Handbook afferma: quasi tutte le sostanze sono combustibili in ossigeno puro; quindi un aumento nella concentrazione di ossigeno può cambiare la classificazione di una sostanza da non combustibile a combustibile, in quanto il processo di combustione è grandemente favorito se si arricchisce l aria di comburente. Infatti, per le miscele gassose (quando anche il combustibile si trova allo stato gassoso): il campo di infiammabilità si allarga perché il limite superiore di infiammabilità cresce decisamente, per esempio a 25 C e 760 mmhg il campo di infiammabilità del metano in aria va dal 5% al 15%, in ossigeno dal 5% al 61%; la massima velocità di fiamma aumenta di circa 10 volte, per esempio per metano in aria 0,4 m/s, in ossigeno 40 m/s; l energia minima di accensione diminuisce di circa 100 volte, pe esempio per metano in aria 0,3 mj, in ossigeno 0.003 mj; La temperatura di combustione (temperatura adiabatica di fiamma aumenta di circa 1000 gradi, per esempio per metano in aria 2000 C, in ossigeno 2800 C (in condizioni stechiometriche); La temperatura di ignizione spontanea diminuisce, per esempio per metano in aria 650 C, in ossigeno 550 C. Analogamente si comportano i combustibili solidi, G.J. Frankel (in Fire protection handbook ), riporta dei casi di tessuti di cotone di diverso tipo variamente ignifugati che non bruciano in aria (cioè in atmosfera al 21% di ossigeno), ma bruciano in atmosfera arricchita al 31%. Sulla base della specifica esperienza dell azienda e delle conoscenze storiche, nonché da quanto pubblicato in letteratura, le sostanze presenti nell impianto risultano stabili nelle condizioni di utilizzazione durante il processo. Pertanto non sono individuabili, in condizioni di temperatura e pressione normali, comportamenti chimici e/o fisici tali da originare fenomeni di instabilità. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 9

Sia l'azoto (sostanza inerte) che l'ossigeno, quest'ultimo in tutte le fasi del processo completamente esente da umidità, non esercitano allo stato gassoso alcuna azione sia di natura chimica che fisica sulle parti componenti l'impianto. Azioni fisiche sui materiali, con cui vengono a contatto, possono, invece essere esercitate dalle due sostanze, quando esse si trovano a bassa temperatura sia allo stato gassoso che liquido, quali la diminuzione della resilienza (la capacità di un materiale di resistere a forze impulsive ovvero, capacità di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi) e l'aumento della resistenza meccanica. Materiali che conservano un adeguato grado di resilienza a bassa temperatura sono gli acciai inossidabili austenitici, l'alluminio e le sue leghe, il rame, ecc., materiali che sono impiegati, per l'appunto, con le sostanze in oggetto. L ossigeno inoltre risulta tossico per l organismo umano dopo un esposizione di almeno 240 minuti a 1,3 bar o di 320 minuti a 1,1 bar di ppo2 e che vengono tollerate esposizioni per tempi non lunghi fino a ppo2 di 1,6 bar. Non si ravvisano elementi di criticità sanitaria legati all esposizione temporanea ad alte concentrazioni di ossigeno per gli operatori in loco. Amm.ne referente: Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco d intesa con Dipartimento Provinciale ARPAV e con il SUEM 118 4) Elementi territoriali e ambientali vulnerabili ( pag. 9) 4-1) Distribuzione quantitativa e qualitativa del dato demografico Il Comune di Castelnuovo del Garda ha provveduto a censire nelle zone indicate dalla Prefettura di Verona (allegato) il numero delle aziende con i relativi numeri telefonici, con la tipologia di lavorazione ed il numero degli addetti. Si è provveduto inoltre al censimento nella zona di attenzione (540 m) dei residenti (allegato), che risultano principalmente dislocati ad Ovest e lungo la strada provinciale n. 27, si segnalano per completezza che nella zona industriale vi sono alcune abitazioni stabili per il custode. Tutte le abitazioni sono dislocate nella fascia di attenzione e non sono presenti in quella di sicuro impatto. 4-2) Censimento dei centri sensibili e infrastrutture critiche Come infrastrutture critiche si segnalano : - A Sud l autostrada Brescia- Padova, confinante con l impianto Air Liquide, eventualmente interessata, a seconda dell evento, dalle zone di raggio 64 m e 100 m di sicuro impatto; - Ad Ovest nella fascia di attenzione la strada provinciale n. 27 di Mongabia, nella fascia di attenzione; - A Nord nella fascia di attenzione la ferrovie Milano-Venezia, nella fascia di attenzione; - Diverse strade comunali e vicinali di compenza dei Comuni di Sona e Castelnuovo del Garda ricadenti nella fascia di sicuro impatto e nella fascia di attenzione. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 10

4-3) Censimento delle zone agricole degli allevamenti delle aree e delle colture protette Le zone agricole circostanti lo stabilimento Air liquide presentano le seguenti colture : - vigneto (a Nord, ad Est ed a Sud) di tipo DOC (vitigno per la produzione del vino Custoza); - seminativo irriguo (mais, orzo, frumento, ecc), Non si segnalano per quanto di conoscenza del Comune di Castelnuovo del Garda colture protette. 4-4) Censimento delle risorse idriche e superficiali profonde Falde sotterranee ed idrografia Le falde sotterranee possono essere così distinte : - freatica, posta a circa 4-5 m al di sotto del piano di campagna, il suo livello pieziometrico risente della piovosità e della stagionalità; - artesiana, posta ad oltre 80 m al di sotto del piano di campagna, detta acquifero risulta confinato e separato dalla falda superficiale freatica da un banco di argilla compatto di notevole spessore che impedisce la miscelazione delle due acque di falda. Questa falda viene utilizzata per scopi idropotabili del comune di Castelnuovo del Garda, attraverso un pozzo in loc. Mongabia (distante circa 1,5 km in linea d aria). L unico corso d acqua presente entro la zona di attenzione stabilita dalla Prefettura di Verona è il Rio Tionello, corso d acqua demaniale superfciale che stabilisce anche il confine fra i Comuni di Castelnuovo del Garda e Sona. Il corso d acqua ha carattere continuativo durante dutto il periodo dell anno e ha una larghezza variabile fra i 1,5 m ed 2,5 m ed a valle dell autostrada Brescia- Padova confluisce nel fiume Tione dei Monti che poi prosegue verso la zona del basso veronese (Valeggio sul Mincio, Villafranca, ecc.) per confluire nel Tartaro. Si segnala inoltre che diverse ditte (Air Liquide, Rotamfer spa/rottami Metalli Italia, Airmadi, ed alcuni privati) dispongono di pozzi idrici superficiali e profondi per scopi anti-incendio e potabile. Amm.ne referente :Comune di Castelnuovo con il supporto della Provincia di Verona; il Dipartimento di Prevenzione dell Azienda ULSS 22 e l ARPAV, sono invitati a concorrere nella valutazione degli effetti degli eventi incidentali ipotizzati sui beni e le risorse di cui ai punti 4-3 e 4-4, per quanto di rispettiva competenza. PARTE V ( pag. 11-16) Scenari incidentali 1) Evento ( pag 11-13) 1) Tipologia eventi incidentali ( rilasci di energia e/o di materia). Premesso che la Centrale è stata oggetto di valutazione del rischio nell ambito delle seguenti analisi: Dichiarazione Completa Dicembre 1996 redatta nell ambito del D.P.R. 175/88. Relazione Tecnica - Dichiarazione di Non Aggravio - relativa all introduzione di una colonna di ultrapurificazione di Ossigeno e di un serbatoio di stoccaggio di 150 m³ redatta nel Febbraio 2003. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 11

Relazione Tecnica - Dichiarazione di Non Aggravio ed Esame Progetto - relativa al potenziamento per l installazione di un nuovo vaporizzatore di ossigeno e di un nuovo serbatoio di azoto da 220.000 litri redatto nell agosto 2008. Dall analisi dei suddetti documenti si evince che lo scenario di riferimento risulta essere il rilascio dall area di carico autobotti. Nella definizione degli input dello scenario sono state considerate le seguenti ipotesi cautelative: 1. Portata di rilascio: 30 kg/s portata superiore alla portata massima della pompa di trasferimento. 2. Tutta la portata rilasciata è stata considerata evaporante, ipotesi non reale molto cautelativa. 3. Tempo di rilascio: 600 secondi; in tal caso non si è tenuto conto dei sistemi di sicurezza installati presso l area di carico autobotti (termostati di blocco bassa temperatura posti nel pavimento e timer di blocco posto a 180 secondi). 4. Nessun confinamento alla dispersione del gas. Con le suddette ipotesi ed applicando il codice di calcolo Effect 7.5 del TNO ne derivano le seguenti aree di danno, in funzione delle classi atmosferiche e velocità del vento: Distanze (m) alla concentrazione Classe di stabilità e velocità del vento 35% O 2 25% O 2 F2 // 100 D5 20 55 Si evidenzia che dal Dicembre 1996 (Dichiarazione ai sensi del DPR 175/88) la distanza di danno associata alla concentrazione del 35% è stata indicata pari a 64 metri; tale valore è cautelativo in quanto la modellazione di calcolo utilizzata a suo tempo non teneva conto che l Ossigeno è un gas pesante e pertanto trattandolo come un gas leggero ne risultano aree di danno più gravose di quelle sopra indicate. Il collasso istantaneo di un serbatoio criogenico risulta evento non credibile, mentre può risultare credibile un rilascio da serbatoio avente origine da uno stacco o da una valvola. La seconda ipotesi è riconducibile all ipotesi di rilascio in area di carico autobotti mentre il rilascio istantaneo di Ossigeno per collasso del serbatoio, evento non ragionevolmente credibile, comporterebbe la formazione di una pozza evaporante contenuta all interno del bacino di contenimento. Tenendo conto delle seguenti ipotesi: 1. Superficie pozza: 800 m² 2. Portata media evaporante: 400 kg/s 3. Tempo evaporante: 1800 s 4. Nessun confinamento alla dispersione del gas Ne conseguono le seguenti aree di danno: J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 12

Distanze (m) alle concentrazioni Classe di stabilità e vento 35% O 2 25% O 2 F2 // 540 D5 85 280 Trattandosi di un evento catastrofico e non ragionevolmente credibile la distanza di danno riferita alla soglie 25% di O 2 conseguente ad un collasso istantaneo del serbatoio potrebbe essere stimata cautelativamente come zona di attenzione nell ambito della Pianificazione Emergenza esterna. Per quanto riportato, le distanze di danno da considerare per la pianificazione delle emergenze esterne della Centrale potrebbero essere cautelativamente le seguenti: Zona di sicuro impatto (35% O 2 evento 1) Zona di danno (25% O 2 evento 1) Zona di attenzione (25% O 2 evento 2) Distanze (m) 64 100 540 Dove l evento 1 ricordiamo corrisponde al caso di rottura della manichetta nell are di carico delle autobotti mentre l evento 2 è relativo all evento non credibile di rottura catastrofica del serbatoio di ossigeno. Altri scenari considerati dall analista di rischio per lo stabilimento Air Liquide di Castelnuovo del Garda sono il rilascio di idrogeno da carro bombolaio e il rilascio di idrogeno per scatto di valvola di sicurezza del serbatoio di stoccaggio. Rilascio di Idrogeno da carro bombolaio L'evento indicato viene considerato in seguito alla possibilità di rottura casuale di tubazioni di piccolo diametro (< 2" DN12) che sono impiegate nel collegamento del carro-bombolaio e di quest'ultimo allo stoccaggio. Poiché le tubazioni di collegamento del carro-bombolaio sono dimensionate per la pressione massima di carica dell'idrogeno non si ipotizzano cause dirette di rottura delle tubazioni per eventuali malfunzionamenti. Si fa quindi riferimento al rateo di rottura casuale, noto in letteratura per tubazioni di piccolo diametro. Questo valore riassume tutta una serie di cause di rottura rilevate statisticamente, che vanno dalla rottura meccanica alle operazioni errate. Ci si riferisce al dato di rottura catastrofica, pari a 1 10-10 rotture per metro e per ora di funzionamento. Stimando una lunghezza del collegamento pari a circa 10 m e tenendo conto di un tempo di funzionamento per 108 ore/anno pari a 72 movimenti/anno della durata di un ora e mezza ciascuno ne risulta una frequenza di rilascio pari a 1,1 10-7 occasioni/anno. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 13

Rilascio di Idrogeno per scatto valvola di sicurezza del serbatoio Questo tipo di evento può essere causato da un errore operativo conseguente ad una errata valutazione del grado di riempimento del serbatoio in ricezione o dal guasto degli indicatori di pressione. Al fine di evitare che si verifichi tale evento, le protezioni adottate sono: - indicatore di pressione locale con presenza di personale obbligatoria durante la fase di riempimento. Il calcolo della frequenza di sovrariempimento del serbatoio che determina la fuoriuscita di prodotto dalla valvola di sicurezza è stato eseguito mediante la tecnica dell albero di guasto ed attraverso il codice di calcolo LOGAN prodotto dalla Società R.M. CONSULTANTS LTA, in concessione d uso alla Società Air Liquide. La frequenza di accadimento dell evento è stimata pari a 5,5 10-4 occ/anno che equivale ad un rilascio una volta ogni 1818 anni. Pertanto ai precedenti scenari relativi all ossigeno sono da aggiungere i seguenti, relativi all idrogeno, che vengono esplicitati con le relative distanze di danno nella seguente tabella: UNITÀ CARRO IDROGENO STOCCAGGIO IDROGENO CAUSE INIZIATRICI Rottura casuale del collettore carro bombolaio Rilascio di H2 ad alta pressione CLASSE DI PROBABILITÀ ESTREMAMENTE IMPROBABILE PIUTTOSTO IMPROBABILE SCENARIO CONSEGUENTE Rilascio di Idrogeno ad alta pressione con formazione di un getto incendiato Quota: 1,5 m Portata: 0,6 kg/s Scatto valvola di Sicurezza serbatoio di stoccaggio H2. Quota: 16 mt Portata: 1,7 kg/s INCENDI DISTANZE (m) DELLE SOGLIE DI IRRAGGIAMENTO (kw/m2) 37,5 12,5 5 1,4 Non vi sono valori di irraggiamento termico significativi. Gli unici danni sono legati alla possibilità di impatto con la fiamma stessa. La lunghezza di fiamma vale: 3,4 metri Non vi sono valori di irraggiamento termico significativi. Gli unici danni sono legati alla possibilità di impatto con la fiamma stessa. La lunghezza di fiamma vale: 14 metri Le distanze di danno relative ai possibili incidenti coinvolgenti l idrogeno sono pertanto ampiamente contenute all interno dei confini dello stabilimento e non intervengono pertanto a modificare le distanze scelte per la pianificazione dell emergenza che sono quelle, ben più ampie, relative agli incidenti coinvolgenti l ossigeno. Nel caso di un ipotetico rilascio di sostanza infiammabile o comburente, in base alle condizioni ambientali al contorno, allo stato della sostanza ed alla effettiva presenza di fonti d innesco, si possono determinare due differenti tipologie d incidente: Incendio: 1. Creazione di getto incendiato di idrogeno interessante solamente l interno dei box in cemento armato di sosta dei carri bombolai e la zona di stoccaggio dell idrogeno. Rilascio: 2. Creazione di zona sovraossigenata che anche nelle condizioni meteorologiche peggiori, rimarrebbe confinata quasi tutta all interno della recinzione dello Stabilimento arrivando comunque ad interessare l autostrada MI-VE. Pertanto la zona di sicuro impatto, come definito dalle linee guida del Dipartimento di Protezione Civile, arriva ad interessare l autostrada.. Piano Emergenza Esterno J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 14

Si ritiene opportuno definire, per la stesura del P.E.E. relativo allo stabilimento Air Liquide di Castelnuovo del Garda, le seguenti aree: prima zona denominata area di sicuro impatto (elevata letalità) quale cerchio con raggio di 64 metri dallo stoccaggio di ossigeno. seconda zona denominata area di danno (lesioni irreversibili), area compresa entro 100 mt. dai confini dello stabilimento terza zona denominata area di attenzione, area compresa tra 100 mt e 540 mt dai confini dello stabilimento. Amm.ne referente :Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco con il supporto del Dipartimento Provinciale ARPAV 2) Livelli di protezione Valori di riferimento per la valutazione degli effetti ( pag 13-15) Concentrazioni pericolose sono difficilmente raggiungibili all esterno dello stabilimento, nel caso comunque si manifestassero situazioni tali da provocare effetti pericolosi al di fuori dello Stabilimento, le norme di comportamento da suggerire alla popolazione situata entro le possibili aree a rischio, fatte salve eventuali disposizioni e/o istruzioni puntuali che saranno di seguito esplicitate, sono le seguenti: in caso di allarme all esterno, agire subito e in modo disciplinato. La miglior difesa si trova all'interno di un edificio ed in ogni caso dentro uno spazio chiuso. I bambini vanno immediatamente richiamati in casa, o all'interno dell'edificio scolastico in cui si trovano, in maniera da essere posti sotto controllo, onde evitare reazione sbagliate per paura od ignoranza delle norme comportamentali. Porte e finestre delle abitazioni vanno chiuse ermeticamente e parimenti va interrotto istantaneamente l'eventuale condizionamento dell'aria, al fine di non favorire l ingresso negli edifici di aria eventualmente inquinata da gas o vapori tossici. Per la ragione sopra esposta, se si è in auto o in autobus, vanno chiusi i finestrini. Non tenere occupate le linee telefoniche della polizia, dei vigili del fuoco, ospedali. Evitare l uso degli ascensori Ascoltare radio e televisione allo scopo di udire ed eseguire le indicazioni impartite alla popolazione da eventuali messaggi diramati dall autorità preposta. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 15

Spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere. Fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi centralizzati o locali. Ricordarsi che la soluzione migliore non è la fuga. Amm.ne referente :Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco con il supporto del Dipartimento Provinciale ARPAV 3) Descrizione dello scenario incidentale con riferimento agli elementi sensibili all interno di ciascuna area ( pag 16) Amm.ne referente: Comune di Castelnuovo con il supporto della Provincia di Verona per la rappresentazione grafica,, sulla base delle indicazioni fornite da Comando Provinciale Vigili del Fuoco e Dipartimento Provinciale ARPAV PARTE VI ( pag 17-20) Modello organizzativo di intervento J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 16

1) Le funzioni di supporto ( pag 17) Il presente piano necessita di costante aggiornamento. Inoltre le attivazioni previste in emergenza devono fare riferimento a persone fisicamente identificabili secondo le funzioni di supporto indicate dal metodo augustus. L ente che sia in possesso del dato da aggiornare, ove non corrisponda a quello indicato nella funzione di supporto, provvederà a darne tempestiva comunicazione a quest ultimo che procederà in tal senso. Si procede all individuazione di queste, sia in tempo di pace che in emergenza, in occasione della quale il titolare della funzione assumerà compiti operativi, con specifico riferimento alla tipologie di rischio connesse alla presente pianificazione, come da linee guida di cui al DPCM 25/2/05. In tempo di pace 1) Tecnica a pianificazione Comune di Castelnuovo del Garda ( Dati territoriali e relativi alla popolazione e ai residenti) : Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ( Dati relativi all industria a rischio): Dipartimento Provinciale ARPAV ( Ambiente ): : 2) Sanità SUEM 118: 3) Mass Media informazione Comune di Castelnuovo del Garda: 4) Volontariato Provincia di Verona: 5) Materiali e mezzi Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco: 6) Trasporto circolazione viabilità Provincia di Verona : J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 17

7) Telecomunicazioni --------------------------- 8) Servizi essenziali Comune di Castelnuovo : 9) Censimento danni a persone e cose ------------------------------------------------- 10) Strutture operative ------------------------------ 11) Enti locali Comune di Castelnuovo del Garda : 12) Materiali pericolosi Comando Provinciale Vigili del Fuoco VR : 13) Assistenza alla popolazione Comune di Castelnuovo del Garda: 14) Coordinamento centri operativi Prefettura di Verona: Dirigente pro tempore Area v In emergenza 1)Tecnica a pianificazione Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco: 2)Sanità SUEM 118: 3)Mass Media informazione Prefettura di Verona ( com.ne istituzionale mass media): Comune di Castelnuovo del Garda:alla popolazione 4)Volontariato Comune di Castelnuovo del Garda: 5)Materiali e mezzi Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco: 6) Trasporto circolazione viabilità Polizia stradale : 7) Telecomunicazioni ( eventuale ) J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 18

ARI 8) Servizi essenziali Comune di Castelnuovo : 9) Censimento danni a persone e cose Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ( cose): SUEM 118 ( persone) : Dip. Prov.le ARPAV (ambiente): 10) Strutture operative: Prefetto/Dirigente Area V 11) Enti locali Provincia di Verona: 12) Materiali pericolosi Comando Provinciale Vigili del Fuoco VR : 13) Assistenza alla popolazione Comune di Castelnuovo del Garda: 14) Coordinamento centri operativi Prefettura di Verona: Prefetto/ Dirigente pro tempore Area v 2) L organizzazione e le procedure ( pag 17-18) Definizione dei livelli di allerta Poiché ogni pianificazione di emergenza richiede che la segnalazione del verificarsi di un incidente provenga da una fonte predeterminata e che questa debba essere affidabile e consapevole, l allerta finalizzata ad avviare le procedure previste dal presente Piano non può che essere affidata all azienda, trattandosi di un atto di valutazione responsabile la cui tempestività è decisiva per il successo delle operazioni di autoprotezione e di soccorso. A questo proposito, va tenuto presente che tale segnalazione risulta, allo stesso tempo, difficile e delicata, giacché pretende la certezza dell immanenza dell incidente rilevante e nello stesso tempo non può essere ritardata perché si correrebbe il rischio di compromettere la riuscita delle misure di protezione e di tutela esterne. In base ad una scala graduata di livelli di pericolo: attenzione, preallarme, allarme, emergenza, si è stabilita un opportuna codificazione, in raccordo con i contenuti del Piano di Emergenza Interno delle anomalie che, se non opportunamente contrastate, possono dare luogo agli eventi presi a riferimento per l attuazione delle procedure di emergenza esterna. Criteri definiti: Attenzione J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 19

Il livello di attenzione è gestito unicamente dal Piano di Emergenza Interno dello stabilimento. Preallarme L anomalia può comportare la perdita di controllo da parte degli operatori dello stabilimento; viene diramato un allarme interno all azienda, si interrompono le lavorazioni e tutti gli operatori, esclusi quelli delle squadra di emergenza che si trovano nel punto di raccolta. L allerta dei soggetti esterni avviene telefonicamente e/o inviando la specifica messaggistica concordata, finalizzata a consentire a questi di predisporsi ad agire al determinarsi di situazioni di allarme o di emergenza; Allarme L anomalia non è controllabile con i soli mezzi interni allo stabilimento; viene azionata la segnalazione acustica per l allarme interno all azienda, si interrompono le lavorazioni e tutti gli operatori, esclusi quelli delle squadra di emergenza, si trovano nel punto di raccolta. Si richiede l intervento dei soggetti esterni, è inviata la specifica messaggistica concordata, finalizzata a fornire le informazioni necessarie ai soggetti esterni preposti all attivazione delle procedure per intraprendere immediatamente le azioni di autoprotezione prefigurate e per prepararsi all eventuale emergenza; Emergenza Si tratta di un anomalia o un evento a evoluzione rapida che, pur rilevato con rapidità, non lascia spazio a predisposizioni preventive oppure le azioni di contrasto della condizione d allarme non hanno avuto successo; È diramato il segnale di allarme udibile dall esterno per l informazione alla popolazione ed è richiesto l intervento di tutte le risorse disponibili in termini di uomini e mezzi di soccorso. 2 GESTIONE DELLE EMERGENZE 6.1 Procedure Operative Di seguito sono descritte, per ciascuna delle tre situazioni di pericolo (preallarme, allarme, emergenza), le azioni di ciascuno dei soggetti coinvolti, sintetizzate nelle successive schede. Le azioni descritte nelle situazioni di allarme ed emergenza si riferiscono al caso più sfavorevole in cui tali condizioni non siano l evoluzione temporale della situazione corrispondente al livello di pericolo immediatamente inferiore (rispettivamente preallarme-allarme, allarmeemergenza). Per ciascun soggetto pertanto alcune azioni saranno comuni a più situazioni. Si ritiene opportuno evidenziare che la situazione di preallarme non corrisponde a una situazione di emergenza esterna vera e propria, infatti, i soggetti esterni sono unicamente allertati. Nello stato di allarme gli unici soggetti che intervengono all'interno dell'area di danno sono i J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 20

Vigili del Fuoco che, appena giunti sul luogo dell incidente costituiscono, insieme al SUEM 118, alle Forze dell Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPAV e all ULSS il Posto di Comando Avanzato (P.C.A.), di cui assumono il coordinamento. Forniscono alla Prefettura tempestivi e dettagliati rapporti informativi circa le situazioni incidentali fronteggiate e gli interventi effettuati. Solo nel caso di emergenza vera e propria si ha la mobilitazione generale di tutti gli altri organi di protezione civile a supporto dell Autorità locale e provinciale di protezione civile nella scelta delle misure più adeguate per la tutela della pubblica incolumità. La Sala Operativa provvede a: 1. Garantire il raccordo tra i soggetti impegnati nelle operazioni di soccorso; 2. Informare costantemente i diversi soggetti tecnico-operativi e politico-amministrativi, sull evoluzione del fenomeno incidentale e sullo stato delle operazioni; 3. Coordinare e gestire l informazione alla popolazione dell area coinvolta e, a rapportarsi con i mezzi d informazione. 6.2 Soggetti coinvolti nella gestione dell emergenza. Si riassumono di seguito i compiti dei diversi soggetti coinvolti nella gestione dell emergenza. Il Responsabile del Piano di Emergenza Interno dello stabilimento È la persona individuata nel piano di emergenza interno dello stabilimento, incaricata di gestire e coordinare le attività di controllo e mitigazione della situazione anomala che si sta verificando; ha la responsabilità di stabilire la gravità della situazione e di allertare ed eventualmente richiedere l intervento dei soggetti esterni; provvede altresì, dopo essersi consultato con il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco o con il funzionario più alto in grado e previa autorizzazione del Prefetto, alla diramazione dell allarme alla popolazione. I Vigili del Fuoco Costituiscono la struttura operativa che interviene sul luogo dell incidente, per il soccorso alla popolazione e di ogni altra operazione mirata a contenere i fenomeni incidentali che possono minacciare la pubblica incolumità, il patrimonio pubblico e privato. Il Comandante Provinciale o il funzionario reperibile assume la direzione dell intervento in qualità di D.T.S. (Direttore Tecnico dei Soccorsi). Appena giunti sul luogo dell incidente costituiscono, insieme al SUEM 118, alle Forze dell Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPAV, e all ASL, il Posto di Comando Avanzato (PCA), di cui assumono il coordinamento. Il D.T.S. riferisce al Centro Coordinamento dei Soccorsi in Prefettura circa la cessata emergenza. Il Servizio Sanitario Urgenza Emergenza - 118 J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 21

Compito primario del SUEM 118 è il coordinamento della componente sanitaria, il primo soccorso alle persone eventualmente coinvolte nell incidente, nonché la loro stabilizzazione e trattamento ed in ultima fase il trasporto presso le strutture ospedaliere più idonee. Il SUEM 118, alla notizia dell evento incidentale, dispone l invio di personale e mezzi di soccorso; insieme ai VV.F., alle Forze dell Ordine, alla Polizia Locale, ad ARPA, e all ASL costituisce il Posto di Comando Avanzato (PCA); Il Prefetto È l Autorità che attiva, dirige e coordina, su scala provinciale, gli interventi di tutte le strutture operative tecniche e sanitarie addette al soccorso, siano esse statali, regionali, provinciali e locali,. Presiede, per le finalità di cui sopra, il Centro Coordinamento Soccorsi ed istituisce in loco il Centro Operativo Misto (se ritenuto opportuno). Tiene costantemente informata la popolazione e gli organi di informazione, disciplina la circolazione veicolare e l approntamento dei primi soccorsi sanitari. Il Prefetto dichiara lo stato di cessata emergenza su indicazione del Comandante dei Vigili del Fuoco. La Provincia Il Presidente della Provincia collabora con il Prefetto nella gestione dell emergenza, partecipa, con propri rappresentanti, al Centro Operativo Comunale e al Centro Coordinamento Soccorsi. Il Sindaco Il Sindaco è l Autorità locale di protezione civile, ai sensi della normativa vigente (L. 225/92,), che provvede all informazione preventiva della popolazione, tramite la diffusione della scheda d informazione sui rischi d incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori, predisposta dal gestore dello stabilimento secondo quanto previsto dall Allegato V al D.Lgs. 334/99. Emana altresì ordinanze qualora motivi di carattere sanitario lo richiedano. L Azienda Sanitaria Locale Dipartimento di Prevenzione Il Dipartimento di Prevenzione della ULSS competente per territorio, insieme ai VV.F., al SUEM 118, alle Forze dell Ordine, alla Polizia Locale e ad ARPA, costituisce il Posto di Comando Avanzato (PCA). Esegue una prima stima e valutazione urgente dell entità e dell estensione del rischio e dei danni, in stretta collaborazione con le altre strutture del PCA, coordina le indagini e l adozione delle misure igienico-sanitarie, collabora con l ARPAV per i controlli ambientali. Supporta la Prefettura, la Provincia e i Sindaci, nonchè gli organi di Protezione Civile con proposte di provvedimenti cautelativi a tutela della popolazione (evacuazione, misure di protezione) e di provvedimenti ordinativi di carattere igienico-sanitario (igiene alimenti, acqua potabile, ricoveri animali, gestione dei rifiuti, ecc.). L Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale di Verona J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 22

Insieme ai VV.F., al SUEM 118, alle Forze dell Ordine, alla Polizia Locale e all ASL costituisce il Posto di Comando Avanzato (PCA). L ARPAV fornisce il supporto tecnico per le valutazioni necessarie alla previsione dell evoluzione dell incidente, all assunzione di provvedimenti per quanto riguarda la tutela dell ambiente (aria, acqua e suolo), sia durante l emergenza, sia al termine della stessa. Le Forze dell Ordine Insieme ai VV.F., al SSUEm 118, alla Polizia Locale, ad ARPAV, e all ASL costituiscono il Posto di Comando Avanzato (PCA). I Carabinieri e la Polizia Stradale concorrono nelle operazioni di soccorso e d informazione alla popolazione, di mantenimento dell ordine pubblico e di controllo del traffico veicolare secondo il piano dei posti di blocco concordato e pianificato a livello locale ovvero quelle date dal Sindaco e/o dalle altre Autorità di Protezione civile (Prefetto, Presidente della Provincia) al momento dell emergenza. La Polizia Locale La Polizia Locale (Polizia Municipale) rappresenta un braccio operativo dell Autorità locale di protezione civile. Fino all arrivo del funzionario di Polizia gli interventi tecnici-operativi affidati alle cure della P.L. sono coordinati dal Comandante della P.L. d intesa con l Autorità locale di protezione civile. 6.3 Procedure di Emergenza NOTIZIA DELL EVENTO Il Gestore o chiunque sappia dell insorgere di situazioni di pericolo seppur prive di qualsiasi ripercussione all esterno dell attività produttiva per il suo livello di gravità, possano o potrebbero essere avvertite dalla popolazione e creare una forma incipiente di allarmismo e preoccupazione è tenuto a darne immediata notizia al più vicino alla di Polizia di Stato (113) o al Comando dell Arma dei Carabinieri (112) o al Comando VV.F. (115). Qualsiasi ufficio sia stato informato o sia venuto comunque a conoscenza dell insorgere di situazioni di pericolo, è tenuto a darne immediata notizia al PREFETTO. Dette comunicazioni al Prefetto devono indicare con la maggiore precisione possibile il luogo, la natura e l entità dell evento calamitoso e contenere ogni informazione utile per lo svolgimento dei primi soccorsi. 6.4 Stato di Preallarme FASE DI PREALLARME Casi in cui scatta la Fase di Preallarme La fase di Preallarme scatta ogni qualvolta si ha notizia del verificarsi di eventi naturali o connessi con J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 23

l attività dell uomo che per loro natura ed estensione comportano l intervento coordinato di più Enti o Amministrazioni competenti in via ordinaria. Il preallarme comporta sia per il personale interessato della Prefettura che per i funzionari responsabili delle Amministrazioni ed Enti preallarmati la pronta reperibilità o disponibilità. Lo stato di preallarme è mantenuto fino a cessata emergenza. A) Compiti Gestore Emergenza Grave ed Estesa - situazione che già al suo insorgere espone al rischio la totalità dello stabilimento e/o delle zone limitrofe ed esterne all insediamento industriale, il tecnico di turno di stabilimento (e/o il funzionario di guardia stabilimento) emette le comunicazioni del caso alle autorità competenti, preallarmando: - Prefettura U.T.G. di Verona - Comando Provinciale VV.F. di Verona (tramite 115) - Pronto Soccorso (tramite 118) - Comune di Castelnuovo del Garda - Polizia Locale Comunicando notizie su: - natura chimica del rilascio; - consistenza del rilascio; - altezza dal suolo della nube di sostanza pericolosa; - direzione di propagazione della nube; - provvedimenti già attuati o in corso. Se ritenuto necessario e su esplicita autorizzazione del Sindaco, è attivato il segnale acustico di allarme (sirene) alla popolazione residente all esterno dello stabilimento. B) Compiti del centralinista della Prefettura U.T.G. C) Compiti del Dirigente dell Area di Protezione Civile. (a) In ore di servizio (08.00/14.00) Il Centralinista di servizio riceve l ordine dal dirigente dell Area di Protezione Civile della Prefettura U.T.G. di diramare agli Enti che debbono assicurare il concorso il messaggio con il quale viene dichiarato lo stato di preallarme. (b) In ore NON di servizio (14.00/08.00) o festivi il centralinista della Prefettura U.T.G. ricevuta la notizia dal tecnico di servizio di stabilimento, da C.C. P.S. VV.F. Comune o altra fonte, telefona al dirigente dell Area di Protezione Civile o al funzionario di Turno, informandoli dell evento. In seguito si comporta come nel precedente caso (a). Se ritiene che l evento per natura ed estensione comporti l intervento coordinato di più Enti e Amministrazioni competenti in via ordinaria, informa immediatamente della situazione il Prefetto e il Capo di Gabinetto, incarica il personale designato o il centralinista di servizio di diramare, agli Enti che devono assicurare il concorso, il messaggio con il quale è dichiarato lo stato di preallarme. D) Decisioni del Prefetto Informato della situazione, dispone le iniziative necessarie per fronteggiare l evento. Delle caratteristiche dell evento e degli interventi effettuati sono date informazioni e aggiornamenti agli Enti interessati. Al termine del preallarme è diramato il messaggio. 6.5 Cessato Preallarme Il Responsabile del Piano di Emergenza Interno dello stabilimento Comunica la fine dello stato di preallarme al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Verona tramite comunicazione telefonica al 115, seguita dal fax. J:\CEPAV1\AMB\Cepavdue\MATTM\VO\documenti di lavoro\allegato Acompilato DA 24