in collaborazione con 5 novembre 2013 Overview Superficie: 28.748 kmq Popolazione: 3.011.405 milioni (stima luglio 2013) Tasso di crescita della popolazione: +0,29% (stima 2013) Età media della popolazione: 31,2 anni Tasso di urbanizzazione: 52% Speranza di vita alla nascita: 77,77 anni Tasso di alfabetizzazione: 96,8% Composizione religiosa della popolazione: musulmani (70%), cristiani ortodossi (20%), cristiani cattolici (10%) Lingue: Albanese Ordinamento politico: repubblica parlamentare Sistema legale: basato sul civil law, nel nord prevale un codice consuetudinario Capo dello Stato: Presidente Bujar Nishani Capo del Governo: Primo Ministro Edi Rama Prossime elezioni: 2017 Dati economici PIL 2012: 12,55 miliardi US$ PIL/capite 2012: 3870 US$ Tasso di crescita medio PIL 2002-2012: 4,7% Introduzione L ha registrato tassi di crescita economica intorno al 6% annui tra il 2004 ed il 2008, accompagnati da una rapida riduzione della povertà. La prima fase della crisi finanziaria del 2008-2009 è stata superata relativamente bene, con la crescita ancora intorno al 3%, ma l esplosione della crisi dei Paesi periferici europei ed in particolare in Italia e Grecia ha avuto effetti molto pesanti soprattutto sulle rimesse degli emigranti (prima delle crisi pari al 12/15% del PIL), riducendo ancora il ritmo dell espansione, cui si è aggiunta l esigenza di tenere sotto più stretto controllo i conti pubblici. Il clima d affari per le imprese rimane debole, sia per la corruzione dilagante e per la scarsa affidabilità del sistema legale e giudiziario, sia per la debole dotazione infrastrutturale. Il Governo sta intervenendo attivamente su questo fronte, migliorando il sistema stradale e ferroviario, le interconnessioni della rete elettrica con Montenegro e Kosovo e con il completamento della nuova centrale termoelettrica di Vlore che attenua la dipendenza dalla centrali idroelettriche, la cui produzione è strettamente legata alle condizioni climatiche e pertanto causa frequente di carenze di energia. Il processo di avvicinamento all Unione Europea appena iniziato dovrebbe migliorare le condizioni di business per le imprese estere, anche se la debolezza del bilancio statale rappresenterà un freno di lungo termine per la crescita economica. Tasso di inflazione medio 2002-2012: 3% Deficit pubblico 2012-3,2% rispetto al PIL: Debito pubblico 2012: 61,4% Debito estero 2012 rispetto al PIL: 47,1% Disavanzo delle partite correnti 2012: -10,5% Grado di apertura internazionale dell economia: 54,8% Riserve in valuta estera: 2,6 miliardi US$ Rating debito pubblico: Moody s B1 S&P B+ Fonte: Institute of Statistics
L andamento dell economia nel 2013 e outlook macroeconomico Dopo aver subito un drastico ridimensionamento dopo il 2008 verso tassi di crescita annui intorno al 3%, la crescita del PIL dell si è ulteriormente ridotta nel 2012 all 1,6% e l andamento nel primo semestre del 2013 rimane debole, inferiore al 2% annuo. Il rallentamento è legato ad un mix di fattori in parte esogeni ed in parte domestici. Sicuramente la debolezza dell economia dell area Euro ha avuto un ruolo rilevante, soprattutto considerando che tre dei Paesi europei più colpiti dalla crisi, cioè Italia, Spagna e Grecia, sono il primo, il secondo ed il quarto mercato di sbocco delle esportazioni, assorbendo rispettivamente il 44%, il 9% ed il 5% dell export totale. Inoltre la maggior parte degli emigranti albanesi lavorano in Italia e Grecia, con un effetto fortemente negativo sulle loro rimesse in patria che depriva l economia di un importante fonte di reddito. La domanda domestica è ulteriormente compressa dalla debolezza dei bilanci societari, dalla stagnazione nella creazione del credito bancario e dall accumularsi dei debiti delle pubbliche amministrazioni (stimati al 4% del PIL), che sottrae liquidità alle imprese. Fonte: Fondo Monetario Internazionale, n Institute of Statistics I dati sul PIL del secondo trimestre hanno evidenziato un ulteriore contrazione della crescita dall 1,8% del 1Q (rispetto al 1Q 2012) all 1,1% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Anche se il settore delle costruzioni è tornato a crescere dopo 5 trimestri di recessione ed il settore minerario ha continuato a registrare forti tassi di espansione, il settore manifatturiero ha corretto parte della forte crescita del 1Q ma soprattutto il settore dei servizi ha registrato la prima contrazione dal 2009, che segue un continuo rallentamento negli ultimi 2 anni a conferma che la debolezza dell economia non è soltanto importata dai maggiori partner commerciali ma è ben radicata nella domanda domestica. Il Fondo Monetario Internazionale non prevede una significativa ripresa dell economia nel resto dell anno e ritiene che la crescita del PIL nel 2013 si attesterà all 1,7%. Un modesto miglioramento è atteso nel 2014 al 2,1%, ma dipende in maniera cruciale dal della domanda estera (la stabilizzazione nei Paesi periferici dell Eurozona è beneaugurante in questo senso) e dall implementazione di significative riforme strutturali e fiscali che permettano all economia di tornare a crescere al suo potenziale. Questo è anche il messaggio dell indicatore di sentiment economico della Banca Centrale, che indica un significativo recupero nel 3Q 2013 anche se da livelli estremamente bassi. 2
Indicatore di sentiment economico (ESI) Fonte: Bank of La debolezza della domanda domestica fa si che le pressioni inflazionistiche siano sostanzialmente assenti. Il tasso d inflazione in settembre è risalito all 1,7% su base annua dal minimo dell anno dell 1,2% di agosto, ma l incremento è in gran parte dovuto ai prezzi alimentari, e l indice dei prezzi alla produzione è diminuito dell 1,3% dall inizio dell anno. Lo squilibrio nei rapporti con l estero rimane uno dei problemi strutturali per l che è ancora lontano dall essere risolto. Anche se il disavanzo delle partite correnti è migliorato dal 15% del PIL toccato nel 2009, il Fondo Monetario Internazionale prevede che si attesterà nel 2013 al 9,3% del PIL, uno dei più elevati dell Europa Orientale, in miglioramento di un punto percentuale sul 2012 solo grazie alla compressione delle importazioni ed alla forte produzione idroelettrica che ha permesso di ridurre il deficit della la bilancia commerciale energetica. Politiche economiche Il Governo dell ha un target di deficit pubblico per il 2013 pari al 3,4% del PIL ma a causa della continua debolezza delle entrate fiscali esso pare irraggiungibile, con l ultima previsione del Fondo Monetario Internazionale al 5,5% del PIL. Questo spingerà il debito pubblico verso il 70% del PIL, dopo che alla fine del 2012 il Parlamento ha approvato la rimozione del vincolo al 60% del PIL vista l impossibilità di rispettarlo. In aggiunta, il Governo ha accumulato negli ultimi due anni una mole significativa di pagamenti arretrati verso il settore privato per spese in opere pubbliche e rimborsi dell IVA che sono stimati al 4% del PIL. Questo è il risultato per lo più dell ambizioso piano di investimenti pubblici del 2007 che era basato su previsioni eccessivamente ottimistiche di entrate fiscali. Dopo la crisi finanziaria del 2008 la costruzione della gran parte delle opere pubbliche è continuata, nonostante i tagli al bilancio statale, spingendo le aziende coinvolte a ricorrere al sistema bancario per reperire la liquidità necessaria. Il forte aumento dei prestiti inesigibili nei bilanci bancari è probabilmente una ripercussione di questa situazione. 3
Nonostante le condizioni non brillanti delle finanze pubbliche, i rendimenti dei titoli di Stato sono diminuiti nel 2013 grazie alla politica monetaria espansiva della Banca Centrale favorita dall assenza di pressioni inflazionistiche ed all atteggiamento prudente delle banche che hanno preferito comprare titoli di Stato piuttosto che erogare prestiti al settore privato. Un elemento di vulnerabilità delle finanze pubbliche è inoltre rappresentato dalla bassa durata media del debito pubblico. Dal momento che non vi sono rischi imminenti per la solvibilità dello Stato, sia Moody s che Standard&Poor s hanno confermato alla fine del 2012 i loro rating (rispettivamente B1 e B+) per l con outlook stabile. Il sistema bancario albanese è rimasto relativamente stabile durante la crisi dell Eurozona, ma è sottoposto a rischi crescenti a causa delle difficili condizioni esterne e del continuo deterioramento della qualità dei prestiti. Complessivamente vi sono 16 banche delle quali le prime 5 detengono tre quarti degli asset bancari complessivi e 4 sono di proprietà estera (austriaca, italiana e greca). Una regolamentazione particolarmente prudente e tempestiva della Banca Centrale fa sì che il sistema bancario sia relativamente solido, anche le filiali delle banche greche, ma l ascesa dei crediti inesigibili (circa il 24% del totale dei prestiti) è un forte segnale di debolezza dei bilanci delle imprese private e alimenta l avversione al rischio delle banche. Per ripristinare l erogazione di credito sarebbe quanto meno necessario accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione, come recentemente raccomandato dal Fondo Monetario Internazionale al termine della sua missione in in settembre. Alla fine del 2012 la Commissione Europea ha riconosciuto all lo status di candidato all entrata nell Unione Europea a condizione che venga implementata una serie di riforme sul sistema giudiziario ed una decisa lotta alla corruzione ed al crimine organizzato, che dovrebbe migliorare anche l efficacia dell azione di Governo, con effetti positivi sul fronte dei conti pubblici e delle privatizzazioni. Crescita del credito e crediti inesigibili nel sistema bancario albanese Fonte: Banca Mondiale Fonti dei dati e delle informazioni: Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, CIA World Factbook, Moody s, Standard&Poor s, Bank of, Institute of Statistics 4
Importanti informazioni Il presente documento non costituisce ricerca indipendente in materia di investimenti ai sensi degli artt. 27-28 del Regolamento della Banca d Italia e della Consob (cd Regolamento Congiunto) né mira a fornire raccomandazioni di cui agli artt. 69 e seguenti del Regolamento 11971/99 e successive modifiche. Il documento non fornisce raccomandazioni personalizzate riguardo a una o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario. Le informazioni contenute non costituiscono proposta di vendita o invito ad operare e non si rivolgono ad alcun soggetto specifico. Le stesse sono valide esclusivamente con riferimento alla data nella quale sono state prodotte. Tali informazioni sono state elaborate da BIM avvalendosi di varie fonti, incluse fonti commerciali, statistiche, mercati, previsioni economiche e altre, considerate attendibili. L esattezza e l integrità di queste informazioni non sono garantite e sono soggette a cambiamenti senza preavviso. BIM declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall'utilizzo delle informazioni contenute nei documenti. È consentito scaricare sul proprio computer i report o le informazioni contenute nel Sito e stamparne copia esclusivamente per uso personale e non commerciale, a condizione che non siano alterate le avvertenze relative a marchi commerciali o altri diritti proprietari. Ogni forma di alterazione, parziale o integrale, è da ritenersi vietata. 5