BOVINI PER LA PRODUZIONE DI CARNE



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Transcript:

BOVINI PER LA PRODUZIONE DI CARNE Sono indirizzati a questa produzione: Vitelli da ristallo di razze da carne; Soggetti da riproduzione (maschi e femmine da latte e da carne scartati alla rimonta); Vitelli maschi di razze da latte non usati per la riproduzione; Vacche a fine carriera; Vitelli nati da vacche da latte fecondate con seme di tori di razze da carne.

Categorie di bovini da macello Età (mesi) Peso (kg) IPMG (kg) Vitello carne bianca 5-6 250 1,6-1,8 Vitellone (razze da carne) 14 18-21 Oltre 630 1,4-1,8 1,0-1,3 Vitellone (razze da latte) 14-16 480 1,1-1,3 Manzo 13-18 520 1,0-1,4 Femmine 14 18 420 480 0,9-1,1 IPMG= incremento peso medio giornaliero;

ALLEVAMENTO DI BOVINI DA CARNE RAZZE da CARNE vs razze da latte MINORE PRECOCITA Soggetti di peso elevato senza eccessiva deposizione di grasso Elevata % muscolo (rispetto grasso e ossa); Caratteri individuali favorevoli; (voracità, costituzione)

ALIMENTAZIONE dei soggetti specializzati TECNICHE di INGRASSO SELEZIONE massimo sviluppo di masse muscolari; adeguato deposito di grasso intermuscolare; riduzione del deposito di grasso di copertura; + = Alimentazione razionale ed intensiva fin dall'inizio dell'allevamento NB: è importante la corretta assunzione del colostro

TIPOLOGIE DI ALLEVAMENTO CICLO CHIUSO: fattrici vitelli macellazione CICLO APERTO: fattrici vitelli da vendere vitelli acquistati macellazione BRADO: animali al pascolo tutto l anno + riparo; SEMI-BRADO: animali in stalla in inverno; CONFINATO: animali in stalla tutto l anno;

EDILIZIA ZOOTECNICA 2 TIPOLOGIE DI STALLA: 1) STABULAZIONE LIBERA: Zona di alimentazione (corsia di foraggiamento); Zona di riposo (lettiera o cuccette); Zona di esercizio all aperto; 2) STABULAZIONE IN FEEDS-LOOTS: Stalla divisa in vari recinti con suolo in terra battuta o parzialmente pavimentato + accesso all esterno per ogni box.

BOVINO DA CARNE

BOVINO DA CARNE

MICROCLIMA AZIENDALE NOTEVOLE IMPORTANZA per il BENESSERE e la PRODUTTIVITA CONTROLLO mediante buon impianto di ventilazione; isolamento termico delle strutture; densità animale; PARAMETRI da controllare: 1) UMIDITA : (vitelli 70-80%, vacche 60-80%) Comprende quella proveniente dall aria esterna e quella prodotta dagli animali

2) TEMPERATURA vitelli: 13-22 C vitelloni: 10-20 C vacche: 10-15 C Fin dalla costruzione delle strutture considerare: Temperatura min. e max. ambientale; Esposizione solare del ricovero; Materiali di costruzione; 3) VELOCITA dell ARIA (0,2-0,4 m/sec) spesso è il comportamento degli animali a indicare che questo parametro deve essere corretto.

ALLEVAMENTO DI FATTRICI per la produzione di vitelli 2 TIPOLOGIE: 1) MANZE- MADRI (linea manza- vitello) - Vitelle ingravidate appena possibile; - Sono macellate dopo lo svezzamento del vitello; - Valore della carcassa simile a quello del vitellone; 2) VACCHE (linea vacca- vitello) Fattrici di elevato valore genetico, allevate per ottenere molti parti;

OBIETTIVO: maggior numero di parti possibile; - abbassare l intervallo interparto; - migliorare l indice riproduttivo; PROBLEMI: 1) ANESTRO stress (sovraffollamento, ); cause: nutrizionali; involuzione uterina lenta; 2) DIFFICOLTA GESTIONALI Sincronizzazione dei parti Meno gruppi, meno recinti Piani di alimentazione uniformati; Commercializzazione di partite omogenee;

Mercato dei soggetti destinati all ingrasso Tipologia Vitelli scolostrati Vitelli svezzati Vitelli da ristallo leggeri Vitelli da ristallo pesanti Età 10 gg 2-3 m 8-10 m 14-16 m Peso in kg 30-40 70-120 270-300 380-480 NB: quelli scolostrati appartengono a razze da latte.

ALLEVAMENTO DI VITELLONI di razze da carne VITELLI a duplice attitudine meticci Svezzamento con latte materno, poi fieno e concentrati A partire da soggetti: Nati in azienda (ciclo chiuso); MACELLATI a 15-18 mesi 550-650 kg Acquistati già svezzati da aziende a ciclo aperto; Di peso elevato (solitamente importati dall estero appena prima della fase finale di ingrasso).

VITELLI di RAZZE da LATTE (eccedenti la rimonta o non adatti alla riproduzione) Sfruttati per la produzione di carne secondo 3 diverse tipologie produttive: 1) VITELLONE PRECOCISSIMO (Barley-beef o mezzo lattone) Fino a 80 kg di peso: latte ricostituito; Dopo lo svezzamento: quasi solo concentrato; Piano di alimentazione di alto valore nutritivo Macellazione a 8-11 mesi e 300 kg di peso; Soggetti di buon valore con carne bianco-rosata.

2) VITELLONE PRECOCE (Baby-beef) Latte ricostituito fino a 60 giorni di età; Fieno: a volontà fin dalla 3^ settimana di vita; Poi razionato dopo il raggiungimento dei 230 kg di peso per favorire il consumo di concentrati; Macellazione a 11-14 mesi di età, 400-500 kg; Piano di alimentazione favorisce lieve deposizione di grasso gustosità della carne

3) VITELLI A CARNE BIANCA (Sanati) Provenienza: - mercato nazionale: età di 8-10 giorni (35-40 kg); - mercato estero: età di 20-30 giorni (50-70 kg); Alimentazione tradizionale (in Piemonte): Latte fino a 30 gg di vita poi pane, farine di cereali, polenta, patate cotte, castagne, uova; IPMG = 1 Kg, ICA = 1,5-1,7; Macellazione a 100-130 kg, carne anemica; (oppure cicli produttivi più lunghi secondo tradizione regionale: es Veneto fino a 300 kg); Allevamento in gabbie o posta singola su grigliato;

IL MERCATO DEL SANATO Nato in Olanda (anni 50) su spinta dei produttori di latte in polvere; Successo dovuto a: basso costo dei vitelli; surplus di latte; Situazione invertita negli anni 80 dopo l inizio del regime di quote latte: stop al surplus di latte; aumento prezzi dei vitelli; Dopo crisi BSE aumento della richiesta, ma Dalla Dir.CEE 629/91: obblighi sul benessere: gabbie collettive oltre 8 sett. STOP CARNE foraggio x sviluppo prestomaci ANEMICA

CONSORZI per la PRODUZIONE di CARNE CERTIFICATA Nati per soddisfare il bisogno del consumatore di garanzie sui prodotti Sono organizzazioni senza fini di lucro; (NON vendono la carne!!!) Promuovono la carne certificando: - appartenenza ad una determinata razza; - provenienza da aziende controllate nei metodi di allevamento e di alimentazione (DISCIPLINARE). COALVI: razza piemontese; CCBI/5R: razze Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica.

CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI della CARNE BOVINA La frazione proteica circa il 20-23% ha elevata digeribilità e valore biologico (molti aa essenziali). La frazione lipidica < 3% (nei tagli magri); 40% di grassi saturi, 35% di monoinsaturi e 25% di polinsaturi. Colesterolo: 60 70 mg/100 g. La frazione vitaminica apporta tiamina (B1), riboflavina (B2), piridossina (B6), cobalamina (B12) e niacina (PP). La frazione minerale fornisce minerali (es: Fe) in forma organica assicurando buona disponibilita ed alta tollerabilità per l organismo.

Caratteristiche della carne bovina in diverse età (g/100g di muscolo) Vitello Vitellone Toro Proteine 22,1 21,98 20,74 Grassi 0,9 2,5 3,01 Ceneri 1 1,03 1,05 Ac grassi non polari 0,49 1,4 2 Ac. grassi polari 0,41 1,10 1 Colesterolo (mg) 78,12 53,16 58,22

REGIONI DEL CORPO - VACCA 1-Sincipite 2-Fronte 3-Corna 4-Naso 5-Narici 6-Musello 7-Labbra 8-Mento 9-Occhio 10-Orecchio 11-Guancia 12-Tempia 13-Collo 14-Giogaia 15-Garrese 16-Dorso 17-Lombi 18-Groppa 19-Petto 20-Costato 21-Fianco 22-Sterno 23-Addome 26-Coda 27-Spalla 28-Braccio 29-Gomito 30-Avambraccio 31-Ginocchio 32-Stinco anter. 33-Nodello 34-Pastorale 35-Corona 36-Piede 37-Coscia 38-Natica 39-Grassella 40-Gamba 41-Garretto 42-Stinco poster. 43-Mammella 44-Capezzoli

REGIONI DEL CORPO - -TORO 1-Sincipite 2-Fronte 3-Corna 4-Naso 5-Narici 6-Musello 7-Labbra 8-Mento 9-Occhio 10-Orecchio 11-Guancia 12-Tempia 13-Collo 14-Giogaia 15-Garrese 16-Dorso 17-Lombi 31-Ginocchio 32-Stinco anter. 18-Groppa 19-Petto 33-Nodello 34-Pastorale 20-Costato 21-Fianco 35-Corona 36-Piede 22-Sterno 23-Addome 37-Coscia 38-Natica 26-Coda 27-Spalla 39-Grassella 40-Gamba 28-Braccio 29-Gomito 41-Garretto 42-Stinco poster 30-Avambraccio 24-Prepuzio

MISURAZIONI ZOOGNOSTICHE NEL BOVINO Altezza al garrese: dalla sommità del garrese al suolo (a). Lunghezza del tronco: dalla punta della spalla alla punta dell'ischio (b). Circonferenza del torace: misurata subito dietro le articolazioni del gomito (c). Circonferenza dello stinco: misurata nella parte mediale dello stinco (d).

Schema delle misurazioni Altezza al garrese: dalla sommità del garrese al suolo (a). Lunghezza del tronco: dalla punta della spalla alla punta dell'ischio (b). Circonferenza del torace: misurata subito dietro le articolazioni del gomito (c). Circonferenza dello stinco: misurata nella parte mediale dello stinco (d).

MISURAZIONI della GROPPA 1. Larghezza iliaca della groppa: fra le due punte degli ilei; 2. Larghezza bisarticolare della groppa: fra i due trocanteri ( rilievi delle articolazioni coxofemorali; 3. Larghezza ischiatica della groppa: fra le due punte degli ischi; 4. Lunghezza della groppa: fra la punta dell'ileo e quella dell'ischio.