con i muscoli. Una ginnastica fatta di passione, prima di tutto, di sudore, magnesia e lavoro in palestra.



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12:46 Pagina 5 Artistica FULVIO VAILATI: IL DIRETTORE CHE VALE... PER TRE I l telefono squilla. Tre, quattro persino cinque volte nell arco di pochi minuti. Non c è mai un attimo di pace. L Italia della Ginnastica chiama e Fulvio risponde. Sfoglio un album di foto in bianco e nero. Ritraggono un ragazzino che nei primi anni sessanta iniziava a destreggiarsi tra gli attrezzi cavallo e sbarra i suoi preferiti- dell oratorio maschile di S. Alessandro a Melzo, dove da poco don Felice Cattaneo aveva fondato la sua Juventus Nova. Una storia che inizia come tante e che finisce come poche, con la partecipazione olimpica ai Giochi di Monaco 72. La leva e l Università lo costringeranno ad abbandonare presto l attività agonistica, ma l amore per lo sport lo porterà dietro la cattedra di educazione fisica delle scuole medie e in particolare quello per l artistica lo convincerà ad affiancare il suo maestro Gianfranco Marletta nell addestramento dei giovani melzesi. La sua è sempre stata una ginnastica fatta con il cervello e non con i muscoli. Una ginnastica fatta di passione, prima di tutto, di sudore, magnesia e lavoro in palestra. Anche di quei lavori nei quali mai ci si aspetterebbe di trovare un eminenza del suo rango, come insegnare una capovolta a un bambino o medicare un callo appena scoppiato. E se proprio le cose non vanno, quando chiunque prenderebbe a calci l attrezzo, il massimo delle imprecazioni che escono dalla sua bocca è un Zio biricchino. Da ginnasta ad allenatore. Come ricordi il Fulvio degli inizi? Pieno di entusiasmo e di voglia di fare. Fondamentale fu l aiuto di Marletta, uno tra i migliori allenatori. Non finirò mai di ringraziarlo: ha evitato che commettessi gli errori nei quali rischiano di incappare tutti i giovani tecnici agli esordi. Ebbi la fortuna di avere nel mio primo gruppo un ragazzo dotatissimo, Riccardo Trapella, che in pochi anni scalò le classifiche italiane ed internazionali. Ricordo la Sud Africa s Cup nella quale a La Nazionale Italiana di Ginnastica Artistica Maschile in raduno al C.T.F. di Varese prima dei Giochi Olimpici di Monaco 1972. Da sinistra il Fisioterapista azzurro, Maurizio Milanetto, Adolfo Lampronti, Franco Donegà, Fulvio Vailati, Luigi Coppa, Carmine Luppino e Federico Spatazza. di Ramon Orini soli 15 anni si piazzò terzo, scalzando avversari ben più accreditati, e gli Europei Juniores del 1987, dove vinse il bronzo al corpo libero. Io con lui mi feci le ossa, divenni uno degli allenatori della squadra azzurra, giudice internazionale (dopo le Olimpiadi di Sydney, il 21 novembre del 2000, Vailati riceve un riconoscimento di eccellenza dal Presidente del Comitato Tecnico Maschile, Hardy Fink, insieme ad altri 9 dei 56 giudici presenti ai Giochi, per l operato in campo gara, ndr.) e, infine, Responsabile del Settore Giovanile. Mentre Riccardo raggiungeva il culmine della sua carriera ai Giochi di Seul 88, si faceva avanti anche Giuseppe Scuteri, medaglia d oro alle Gymnasiadi del 1989, e un giovanissimo Alberto Busnari. Ci allenavamo nelle ristrettezze della palestra dell oratorio e solo tre volte la settimana potevamo contare su una struttura più idonea come il Centro Federale Saini a Milano, primo impianto del nord a munirsi di buca di sicurezza. 5 31-03-20

31-03-20 12:46 Pagina 6 Piano Primo 6 La Direzione Tecnica Maschile ti venne affidata nel 93. Quali erano i progetti del nuovo DTNM? Trovai un gruppo ben preparato che rientrava dal quinto posto dei Giochi di Barcellona 92. Mi posi come obiettivo quello di aumentare il numero di ginnasti a disposizione della squadra nazionale per arrivare ad avere un gruppo di 12 atleti che potesse affrontare il programma internazionale. Grazie a quegli investimenti, nel 95 ottenemmo la qualificazione olimpica per Atlanta, dove Jury, l anno successivo, scrisse il suo nome nella storia. Nel 99 perdemmo il treno per Sidney e da li ripartimmo con l obiettivo di fondare una squadra omogenea. Qui nacque il gruppo degli attuali ginnasti che compongono la Nazionale, i cosiddetti senatori, che tanto hanno dato in questi anni. Il successo più grande è sicuramente l oro olimpico di Igor. Cosa l ha portato così in alto? Ha un talento istintivo, abbinato a una dose di incoscienza-coraggio. Ne è la prova il suo movimento, maturato passo dopo passo con l appoggio fondamentale di Maurizio Allievi. Igor è campione anche fuori dalle pedane: ha portato la sua esperienza di ginnasta in tutti gli ambiti dove è stato chiamato. Nel 2005 accetti la Direzione Tecnica Femminile, su proposta del Consiglio Federale. Si apre un quadriennio di grandissimi risultati: dall oro della Benolli al volteggio europeo di Debrecen fino alle medaglie di Almeria nel primo anno, l oro a squadre di Volos nel successivo, il titolo mondiale e quello continentale Allaround della Ferrari nel 2006 e 2007, per non parlare di tanti altri piazzamenti e soddisfazioni. Non per ultima la doppia qualificazione olimpica, che mai era stata centrata nella storia. Dopo Stoccarda lasci le donne per concentrarti sulla partecipazione maschile ai Giochi. Purtroppo, però, in Cina, mancate di un soffio il capolavoro. Pechino ha lasciato indubbiamente l amaro in bocca sia per Igor che non è riuscito a confermare il titolo di Atene che per Coppolino, defraudato di un medaglia sacrosanta. Quell argento era lampante, tanto che a posteriori il Comitato Tecnico Internazionale ammise lo sbaglio. Una medaglia non solo modifica il corso di un quadriennio, ma ti cambia la vita! Mi spiace per Andrea che ha avuto non poche sfortune nella sua attività agonistica. Le sconfitte e le delusioni però aiutano a crescere come persona e rappresenteranno sempre valide esperienze formative. Sono certo che ne farà tesoro per il prosieguo della sua carriera, in qualunque campo sceglierà di cimentarsi. Il 13 febbraio 2009 segna il tuo ritorno alla Direzione della Femminile, dopo la gestione di Enrico Casella, in carica dal 1 dicembre 2007 fino alla scadenza del quadriennio. Come hai impostato il nuovo ciclo? Nella colonna a sinistra Fulvio Vailati con Jury Chechi all Oscar della Ginnastica 2006 (foto di V. Biffani). In alto a destra il tecnico melzese al cavallo con maniglie. A fianco Vailati insieme al Responsabile della squadra maschile Maurizio Allievi durante gli Europei di Losanna 2008 (foto di D. Ciaralli) I ragazzi erano alla ricerca di un riscatto e Milano 2009 rappresentava sicuramente l occasione migliore, soprattutto per la vicinanza ai propri tifosi. Sei finali e nessun podio. La competizione è stata comunque positiva perché ci ha dato modo di testare le modifiche introdotte dal nuovo codice. La Ferrari, invece, è tornata alla vittoria, conquistando una medaglia che le mancava da un anno e mezzo. Credo che un risultato di spessore ai Giochi Olimpici avrebbe dato anche alle altre gli stimoli giusti per continuare su altissimi livelli. Ci siamo, invece, ritrovati soltanto con due ginnaste, Vanessa e Lia Parolari, disponibili per gli Europei di casa. Oltre a loro avevamo poche atlete senza grandissima esperienza. Si contavano sulle dita di una mano.

31-03-20 12:46 Pagina 7 7 In alto, da sinistra: Maurizio Milanetto, Adolfo Lampronti, Franco Donegà, Carmine Luppino, Fulvio Vailati, Mario Tommasi, Luigi Coppa, Federico Spatazza e Roberto Pallotti. In basso a destra un giovane Vailati in azione alle parellele pari. Sotto il DTN azzurro con Alberto Busnari ai Giochi del Mediterraneo di Pescara. I problemi di ricambio generazionale interessano, quindi, anche la femminile? Certamente. Gli innesti devono avvenire con gradualità, in modo da dar tempo alle più giovani di ambientarsi. Inoltre nella Femminile è molto facile incorrere in infortuni perché i soggetti sono ancora in fase di crescita. Per questo motivo molte abbandonano prematuramente o non arrivano adeguatamente preparate nel momento in cui dovrebbero affrontare gli appuntamenti più importanti. Il veloce apprendimento non deve andare a discapito della costruzione fisica della ginnasta e la strutturazione degli allenamenti deve essere in funzione della loro fascia di età e prevedere anche l utilizzo di attrezzi facilitanti che non ne compromettano l integrità fisica. Adesso, però, la nuova Italdonne sembra aver preso l abbrivio. Come giudichi gli ultimi risultati? Altro che abbrivio. La nuova squadra è partita in quarta ai Giochi del Mediterraneo (argento per un decimo dietro la Francia, ndr.) -e ha proseguito ancora meglio ai Mondiali di Londra centrando tre finali: Paola Galante nell all-around, Elisabetta Preziosa 5ª in trave e Serena Licchetta 8ª alle parallele. Sono molto contento del rientro di Vanessa, un vero talento naturale. L operazione al tendine non l ha scalfita: è ritornata sulle pedane della Serie A con una decisione e una carica agonistica da vera campionessa del mondo. Il 20 sarà ricco di impegni. Cosa ci aspetta? Dal 21 aprile al 2 maggio ci saranno gli Europei a Birmingham. Una tappa fondamentale verso il 42 Campionato del Mondo, in programma a Rotterdam, dal 17 al 24 Ottobre. In Olanda dovremo rientrare tra le prime 24 squadre per accedere alla fase successiva. Per la Femminile potremmo contare sulle ginnaste nate fino all anno 94, mentre per la maschile si pone il problema delle new entry. Ottavi, Ticchi, Cingolani, Principi, Tamiazzo e Bernardoni sono i papabili a fianco di un paio di veterani, Pozzo e Morandi. Tuttavia i giovani non mostrano ancora quella stabilità agonistica che mi serve per far pendere l ago della bilancia in loro favore. Puoi farci il punto sul Trampolino Elastico? Il campionato Open ha visto una grande partecipazione nelle prime due gare. Anche per questa Sezione l obiettivo rimane la qualificazione olimpica. La Federazione, al momento, sta sostenendo Cannone, Aloi e Crastolla. Dietro di loro crescono bene anche atleti juniores come Titone e Claudia Manicone.

31-03-20 12:47 Pagina 8 Artistica Piano Primo 8 IL DECORATORE DEGLI ANELLI di Ilaria Leccardi Andrea Coppolino agli anelli di Pechino (foto F. Mezzelani - GMT) P er me il momento più bello della ginnastica è sempre stato la gara. Certo, c è il sacrificio in palestra, la conquista giorno per giorno degli obiettivi, ma soprattutto c è il momento della competizione. Quel misto di paura ed emozione che ti sale dentro quando ti trovi in pedana e ti presenti ai giudici. Quella tensione che non ti molla fin quando sei sull attrezzo. Per me la ginnastica sarà sempre questo. Una pura e bellissima emozione. Ora però sono grande e voglio pensare a qualcosa di diverso per la mia vita. Per questo lascio, pensando che le mie soddisfazioni le ho prese fino in fondo, dando sempre il massimo, e ora è giusto che pensi anche al mio futuro. Sereno. È così che Andrea Coppolino dà il suo addio alla Ginnastica, il mondo in cui, dopo l era di Jury Chechi, ha contribuito a tenere alto il nome della nostra grande scuola agli anelli, assieme ai compagni Matteo Morandi e Matteo Angioletti. La sua è stata una carriera difficile da eguagliare, in cui ha collezionato una partecipazione ai Giochi Olimpici, con l amaro 4 posto di Pechino, 8 Campionati del Mondo, dove ha portato a casa 2 bron- zi (a Gand nel 20 e ad Anaheim nel 2003, pari merito con Morandi), 6 Campionati d Europa, in cui ha conquistato un oro (Debrecen 2005), un bronzo (Volos 2006) e un argento (Amsterdam 2007), 6 titoli italiani agli anelli e uno al corpo libero, 8 scudetti con la sua storica società, la Ginnastica Meda. Un addio in sordina, com è nel suo carattere, spiegato con una voce sottile e pacata che rasenta la timidezza. Strano pensare, sentendolo parlare, che una delle sue passioni più grandi sia la musica heavy metal. Un addio con l idea di aver raggiunto

31-03-20 12:47 Pagina 9 9 l età giusta per il ritiro. Motivato con la voglia di provare a confrontarsi con ambiti diversi da quello sportivo e cercare nuove soddisfazioni. La decisione è maturata dopo i Campionati del Mondo di Londra. Ho pensato che ormai per me fosse giunto il momento di imparare a fare qualcosa di diverso, confrontarmi con la vita fuori dalla palestra. Le amarezze come quella di Pechino o degli Europei di Milano centrano poco. Nella vita, e così nella ginnastica, le delusioni sono sempre dietro l angolo. Ma per fortuna ci sono anche tante soddisfazioni che ti aiutano ad andare avanti, su una strada o su un altra. E, paradossalmente, i giorni Foto G. Prili di Pechino, con il podio negato da una giuria troppo sbilanciata verso i padroni di casa, sono stati anche questo. Nonostante tutto, quella gara in cui Andrea è arrivato quarto, alle spalle di due cinesi, l insuperabile Chen Yibing e il troppo premiato Yang Wei, e dell ucraino Oleksandr Vorobiov, ha lasciato qualcosa di positivo. Credo che i Giochi abbiano rappresentato il momento più bello della mia carriera. È strano dirlo, soprattutto pensando a come è andata a finire. La delusione per non essere stato ripagato nel modo giusto è stata immensa. Ma, oltre all emozione di essere finalmente sulla pedana olimpica, sono stato contento di avere dato il massimo. Ho eseguito l esercizio più bello e pulito della mia vita, ho dimostrato di poter fare una grande ginnastica, e non mi devo rimproverare nulla. Però la carriera del Coppola è stata fatta anche di grandi podi e vittorie, vissute sempre con il suo maestro, Maurizio Allievi. A partire dall oro continentale conquistato in Ungheria. Quella medaglia è stata importante perché dopo l esclusione di Atene mi ero buttato giù e vincere la prima competizione internazionale importante del nuovo quadriennio olimpico mi ha dato la forza per andare avanti ancora tanti anni. Anni in cui sono arrivate altre due medaglie, una, l argento olandese, pari merito con il decano Jovtchev. Tutto sempre agli anelli, il suo attrezzo preferito, che lo ha confermato ripetutamente come uno dei più eleganti interpreti della specialità al Mondo. Un attrezzo che sembrava nato apposta per lui, fatto di elementi di forza e non di rischi e velocità, come ad esempio la sbarra, su cui Andrea scherzava: Pensare di eseguire un salto come quelli di Igor mi terrorizza. Ora per Coppolino, tret anni e un diploma di Decoratore si apre una nuova strada, piena di sogni, come quello di mettere su una birreria, ma soprattutto di grandi possibilità. Per il futuro ho un po di progetti diversi. Anche se per ora preferisco non parlarne. Ho cominciato con un periodo di vacanza. Visto che ho smesso appena prima di Natale, mi sono goduto la pace e la tranquillità della casa per le festività. E poi mi sono messo in marcia. Obiettivo: dare il massimo e impegnarmi proprio come ho sempre fatto per la ginnastica, ma questa volta in una nuova avventura. Allora GAMBA Andrea e grazie di tutto!