WORKSHOP 6 FEBBRAIO 2012 con Stefano Benemeglio IL POTERE DELLA VOLONTA E DELLA MOTIVAZIONE. Tu non sei malato, sei solo infelice LIBERTA, SOGNO E COSCIENZA Il tema della serata tratta del potere della volontà e della motivazione nel raggiungere i propri obiettivi. La lezione si apre con un l affermazione che a distanza di secoli si è compreso che i problemi dell uomo venivano sempre ed esclusivamente analizzati sotto un aspetto puramente LOGICO: si andava infatti ad analizzare il problema attraverso l effetto (causa di sofferenza) in senso assoluto che il problema stesso produceva e mai la causa che esisteva a monte. In sostanza per secoli si è proceduto ad analizzare i problemi dell uomo attraverso una filosofia illuministica o psichiatrica. Un passo in avanti è rappresentato dal modo di analizzare i problemi attraverso una filosofia definita analogica, attraverso la quale il problema viene analizzato sotto il profilo della causa che risiede a monte del problema stesso. Ciò che tuttavia è chiaro, indipendentemente dal modo in cui si procede nell analizzare il problema è che se l individuo non fosse afflitto dal MALE OSCURO, rappresentato generalmente da ansia, paura, depressione e quant altro, egli vivrebbe meglio. La differenza che risiede nei due diversi approcci sopra citati consiste nel modo di concepire la relazione di causa-effetto: secondo infatti la filosofia psichiatrica, se si risolve il sintomo di conseguenza si risolverà il male oscuro. Secondo invece la filosofia analogica, se l individuo riuscisse a vivere meglio la propria vita, egli non mostrerebbe alcun sintomo poiché nessun problema lo affliggerebbe. Secondo quest ultima analisi, solamente agendo sulla causa si possono quindi guarire gli effetti, dove per effetti si intendono disagi di varia natura: disagi nei rapporti affettivi, sentimentali, familiari e via dicendo. La questione a questo punto è: perché l individuo non riesce a gestire in maniera eccellente i propri rapporti e arriva dunque a vivere un disagio? La risposta risiede nel fatto che egli presenta delle alterazioni della sfera emotiva o comportamentale. Se egli non avesse tali alterazioni, riuscirebbe a gestire con successo i propri rapporti, indipendentemente dalla loro natura. Quanto detto ha sicuramente dei risvolti eccezionali: le cause delle proprie difficoltà non scaturiscono perché esistono degli ostacoli reali interposti tra noi e i nostri obiettivi, ma piuttosto perché siamo noi stessi a porci in quest ottica. In questo modo, l individuo arriva quindi a crearsi un BLOCCO che di fatto limita la sua capacità e possibilità di essere felice. Cosa si intende realmente per essere felici? è felice colui che è in grado di perseguire i propri sogni in pace con la sua coscienza ed in piena libertà. Per dare un senso alla nostra vita infatti, o meglio per soddisfare il nostro inconscio (elemento genetico del sogno), è necessario perseguire dei sogni. Nel momento in cui il perseguimento di un sogno si sostituisce alla necessità di controllare le proprie emozioni e le proprie paure, si cade nell infelicità. Come possiamo definire il Sogno? Esso rappresenta la meta agognata della libertà, che a sua volta si identifica nel potere decisionale di ciascun individuo. Ogni individuo deve essere necessariamente libero di poter decidere autonomamente poiché egli non ha bisogno di qualcuno che gli dica come deve agire di fronte alle difficoltà della vita essendo egli perfettamente in grado di farlo da sé. Tuttavia ciò che è importante sottolineare è che non sempre l individuo si trova in condizione di poter attuare quanto vuole e 1
questo per via dei cosiddetti SIGILLI ANALOGICI. Questi sono rappresentati dai sensi di colpa, dalla disistima in se stessi, dalla paura del rifiuto e dell abbandono affettivo, dalla paura del giudizio altrui e via dicendo. Sono proprio i sigilli ad impedire quindi alla persona di perseguire i propri sogni, poiché l individuo si trova vincolato nelle sue scelte e pertanto non è libero. Per poter perseguire i propri sogni sono infatti necessari due elementi: saper affrontare le difficoltà che si interpongono tra noi e i nostri obiettivi e la volontà nel conquistarli. Nel momento in cui nella vita ci si trova ad affrontare delle difficoltà nel raggiungimento dei propri obiettivi e l artefice di tali difficoltà sia un genitore e pertanto un terzo soggetto, ecco che l individuo si trova a vivere un PROBLEMA DI LIBERTA e cade nella cosiddetta SINDROME DI ROMEO E GIULIETTA. Come è noto infatti, nonostante il grande amore che entrambi nutrivano nei confronti dell altro e nonostante essi non fossero sprovvisti della volontà necessaria per coronare il loro sogno d amore,essi hanno comunque fallito nel raggiungimento del loro scopo e questo perché terzi soggetti si sono interposti fra loro e il rispettivo sogno comune. Non basta quindi voler conquistare i propri obiettivi ma è anche fondamentale saper affrontare le difficoltà che si manifestano nel loro raggiungimento. A tal proposito sottolineiamo nuovamente che le difficoltà sopra citate, nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un problema di libertà, sono poste in essere da terzi soggetti e nel caso di Romeo e Giulietta tali soggetti erano i rispettivi genitori. Nel momento in cui si fallisce nell affrontare gli ostacoli e ci si lascia sopraffare da questi, si cade nella sindrome poiché si viene privati della libertà di perseguire i propri sogni. Ogni qualvolta che tuttavia non è l incapacità nell affrontare le difficoltà di natura esterna ad impedire il raggiungimento dei propri obiettivi ma bensì l incapacità di conquistarli, ecco che l individuo si trova a vivere un PROBLEMA DI SOGNO e cade nella relativa SIDROME DI DANTE E BEATRICE. L incapacità di Dante di conquistare Beatrice, che si traduce nel rifiuto di quest ultima, hanno portato Dante stesso ad essere condannato all infelicità e al fallimento. Il fallimento, indipendentemente dalla sua natura, comporta delle conseguenze di natura quantitativa. La conseguenza principale è la SOFFERENZA ed in base al livello di quest ultima (quantità) l individuo ha una reazione emotiva. Se la sofferenza è di forte quantità, la reazione dell individuo sarà la cosiddetta RIMOZIONE FREUDIANA, ovvero: il problema di libertà o di sogno si trasforma in problema con te stesso e questo porta alla sostituzione del TESTIMONE (causa del fallimento) originario (i genitori di Romeo e Giulietta piuttosto che Beatrice) con noi stessi. Non sono più le difficoltà o la conquista il problema reale ma bensì noi stessi. Abbiamo quindi una trasformazione da DIADE (noi stessi e le difficoltà noi stessi e l oggetto del desiderio che ci rifiuta) a TRIADE, poiché subentra la sostituzione del testimone. È importante sottolineare che perché questo avvenga è necessario che la sofferenza diventi insostenibile, che superi cioè un certo limite fissato a 100 come soglia massima di sopportazione. Quando infatti la sofferenza è superiore a 100 essa è così forte da non poter più essere contenuta nell oggetto del desiderio (Giulietta piuttosto che Beatrice) e deve necessariamente rifarsi su noi stessi giungendo quindi ad un autolesionismo che può portare a gesti estremi. Cosa ci impedisce di compiere gesti estremi dettati dal PATHOS (dolore dell anima) o dalla REATTIVITA (rabbia e rancore verso chi ci ha fatti soffrire)? I sigilli. Essi svolgono una funzione di veri e propri ammortizzatori che frenano l individuo nel compiere atti dettati da situazioni estreme di sofferenza e creano le condizioni per il trasferimento del conflitto su noi stessi. La paura infatti di un giudizio negativo altrui a fronte di atti ingiusti compiuti nei confronti di chi ci ha rifiutato, piuttosto che la disistima in noi stessi, ci impediscono infatti di compiere atti di cui ci potremmo pentire perché offuscati dalla rabbia e dal rancore piuttosto che dal dolore. Possiamo quindi dire che ogni volta che nell individuo si manifesta un problema di libertà o di sogno in esso si crea una DISSOCIAZIONE fra la sua istanza logica e la sua istanza emotiva. Tale dissociazione fa però comunque mantenere la relazione di causa-effetto: Dante infatti è in grado di imputare la sua sofferenza al 2
rifiuto di Beatrice, così come Romeo e Giulietta sono in grado di farlo con i propri genitori. E questo perché la loro sofferenza è comunque contenuta entro certi limiti tollerabili, ovvero sotto 100. Nel momento in cui la sofferenza supera il livello tollerabile dall individuo e si assiste alla cosiddetta rimozione freudiana (consistente come già detto nella sostituzione del testimone con se stessi), il problema di libertà o di sogno che sussiste in origine si evolve in un PROBLEMA DI COSCIENZA, che genera un difetto nell individuo. Egli infatti, per poter sopperire al dolore della sofferenza, arriva a sostituirsi al testimone originale attribuendo la sofferenza alla sua incapacità. Ecco che quindi si assiste al passaggio da una dissociazione ad una cosiddetta SCISSIONE. Il pensiero umano è infatti composto da una serie di elementi tra di loro perfettamente amalgamati. Nel momento in cui l individuo vive un problema di coscienza, tali elementi si scindono in due parti: da una parte abbiamo la RAGIONE, la cui caratteristica è quella di prendere atto freddamente della situazione di disagio che l individuo in questione vive, e dall altra abbiamo la RIFLESSIONE, che invece spinge il soggetto a capire le ragioni della sua sofferenza inducendolo ad un analisi. Essendo che tali componenti a fronte di un problema di coscienza si scindono, le due entità prendono direzioni differenti: la ragione mantiene il suo ruolo di prendere coscienza del disagio mentre la riflessione opera la rimozione arrivando a mascherare il reale testimone d origine. Con la scissione, generata da un problema di coscienza, l individuo perde totalmente la capacità di stabilire la giusta relazione di causa-effetto. Non riesce quindi ad individuare la reale causa della sua sofferenza poiché la riflessione lo porta a sostituirsi al testimone originario. Nel momento in cui l individuo riesce a ripristinare la corretta relazione di causa-effetto, si assiste al relativo ripristino del problema di sogno/libertà che vi era in principio. Dal problema definito quindi PATOLOGICO da parte della filosofia psichiatrica, si ritorna ad un problema ordinario. Nel momento in cui il soggetto è afflitto da un problema di coscienza, cade nella cosiddetta SINDROME DEL DOTTOR JECKILL E MISTER HIDE espressiva della frattura interiore dell individuo fra due personalità distinte, una dominata dalla ragione e l altra dominata dalla riflessione. La conseguenza che l individuo si trova ad affrontare in questo caso è il blocco nel coinvolgimento emotivo che gli impedisce di prendere una decisione per paura di fallire e rivivere per analogia fatti traumatici legati al suo passato. Indipendentemente dal tipo del problema che il soggetto si trova a vivere, è fondamentale il ruolo assunto dal testimone. È opinione comune che il ruolo da lui svolto dipenda dalle esigenze egoistiche del testimone stesso. Tuttavia non è così. A tal proposito Benemeglio fa riferimento al concetto secondo cui non si muove foglia che l inconscio non voglia, proprio a sottolineare che il testimone assumerà il ruolo, positivo o negativo che esso sia, a seconda della direzione che noi stessi gli faremo prendere. Il testimone è infatti considerato tale in quanto siamo noi a rivestirlo di tale ruolo. Nel momento in cui noi ci sganceremo da esso, egli smetterà di esercitare la sua influenza perché saremo noi a non dargli più l autorità di farlo. Presupposto quindi che il ruolo del testimone sia nelle nostre mani, esso ha il compito di rafforzare o ridurre il sigillo. Se infatti la nostra necessità sarà quella di rafforzare il nostro sigillo, andremo a ricercarci un testimone che adempia a tale ruolo, più nello specifico un testimone definito mastro di chiavi.viceversa se non abbiamo bisogno di un testimone più forte e ci appaga già quello attuale, non andremo alla ricerca della cosiddetta trasgressione ovvero di un testimone più balordo, ma ci accontenteremo del testimone di sempre definito guardiano di porta. A questo punto Benemeglio procede con la descrizione della TRIADE SINSTEMICA attraverso il seguente schema: 3
LA TRIADE SISTEMICA Z 1 A - + B + - Z 2 Nella triade sistemica che genera i problemi dell uomo, A e B sono i cosiddetti elementi meccanicistici (persone, cose, elementi oggettivi) mentre Z 1 e Z 2 sono i cosiddetti elementi energetici (sensazioni, emozioni, percezioni). A e B saranno, a seconda del problema preso in esame, sogno, coscienza e libertà, mentre Z 1 e Z 2 saranno rispettivamente il verso (piacere) e l inverso (sofferenza). Se si prende in esame il problema di libertà, A sarà il sogno e B la coscienza poiché sono gli elementi in contrapposizione. Nel momento in cui A (sogno) è maggioritario rispetto a B (coscienza),il risultato della contrapposizione sarà Z 1 (verso) ovvero la volontà, poiché nel momento in cui l individuo riesce a perseguire i propri sogni senza vincoli sarà fortemente armato di volontà nel realizzarli. Se invece è B ad essere maggioritario rispetto ad A, il risultato sarà invece Z 2 (inverso) ovvero l apatia, poiché l impossibilità di raggiungere i propri sogni poiché vincolati dalla propria coscienza genera apatia conseguente il fallimento. Di conseguenza ciò che genera un problema di libertà è il prevalere dell apatia rispetto alla volontà. Se si prende invece in esame il problema di sogno, A sarà la libertà e B la coscienza. Nel momento in cui A è maggioritario rispetto a B, il risultato della contrapposizione sarà Z 1 rappresentato dalla motivazione, poiché se l individuo persegue i suoi obiettivi liberamente sarà fortemente motivato nel farlo. Viceversa se sarà B a prevalere su A, il risultato sarà Z 2 ovvero la demotivazione. Ciò che quindi genera un problema di sogno è la contrapposizione tra motivazione e demotivazione e soprattutto il prevalere di quest ultima. 4
Nel problema di coscienza la questione appare più complessa. Infatti se per i problemi di libertà e di sogno appare semplice individuarne il verso e l inverso, nel problema di coscienza non è così. La contrapposizione che sta alla base di tale problema è quella fra ragione e riflessione, ma appare difficile stabilire quale delle due sia il verso e l inverso. Questo perché di fatto quando il soggetto è afflitto da un problema di coscienza egli vive, come già detto, una scissione e riflessione e ragione,che sono gli elementi scissi, appaiono non come due differenti istanze ma bensì come due parti della medesima, ovvero l istanza razionale. L istanza emotiva in questo caso è a sé stante e appare come anestetizzata. La ragione prendendo il sopravvento, impedisce alla riflessione, e quindi all istinto e alle emozioni, di uscire fuori e appare imbrigliata. Pertanto, poiché abbiamo a che fare con due parti della medesima istanza tra di loro contrapposte ma sempre facenti parte dell istanza logica, tale schema risulta limitativo e l individuazione del verso e dell inverso appare irrilevante. Indipendentemente dalla natura del problema, per risolverlo è necessario che torni a prevalere il verso sull inverso e per fare questo è necessario decomprimere il sigillo. A questo punto Benemeglio procede con una dimostrazione pratica per mostrare come è possibile decomprimere un sigillo. Sinteticamente parlando, la procedura prevede in primo luogo l individuazione del testimone che causa il turbamento, che può essere un genitore (problema di libertà), se stessi (problema di coscienza) o altri soggetti (problema di sogno). Successivamente si procede focalizzando l antefatto, ovvero l evento traumatico accaduto nel passato causa del disturbo, e il relativo sigillo. Infine si cerca di individuare e celebrare il fatto, ovvero ultimo evento accaduto che per analogia si ricollega all antefatto del passato. In questo modo si giunge ad individuare quali siano le sequenze analogiche al fine di dare una spiegazione logica al problema che affligge l individuo. In conclusione di tutto ciò ricordiamo che la LIBERTA, il SOGNO e la COSCIENZA sono considerati elementi non negoziabili che una volta oltraggiati finiscono con il ledere la DIGNITA dell individuo. 5