INDICE. Cosa stiamo facendo. Cosa stiamo facendo: religione. Cantiamo insieme. Fiaba per bambini: il Leprotto di Pasqua

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INDICE Pag. 1 Pag. 2-3 Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7-8 Pag. 9-11 Pag. 12-13 Pag. 14-16 Pag. 17 Indice Cosa stiamo facendo Cosa stiamo facendo: religione Buon compleanno a Cantiamo insieme Fiaba per bambini: il Leprotto di Pasqua Giochi e attività Articolo per i genitori: regole chiare e nessuna punizione Sezione primavera Avvisi 1

COSA STIAMO FACENDO: LE PAROLE DI PASSAGGIO La parola passaggio indica relazioni di tipo spaziale, passare da un luogo all altro, e temporale, trascorrere del tempo. Il passaggio è un cambiamento, infatti nella nostra esistenza avvengono continui cambiamenti, sia esteriori che interiori; quindi il tempo passa dentro e fuori di noi. Per i bambini è facile che interiorizzino la scansione dei momenti della giornata, ma che non comprendano la durata di un ora. Si aiuteranno allora a comprendere il passare del tempo mediante l uso di strumenti pratici quali ad esempio la clessidra, che potrebbe anche essere usata per dar loro un tempo di azione e di attesa. Le attività in cui saranno coinvolti mireranno a far comprendere anche la consequenzialità, non solo delle azioni, ma anche dell ordine delle parole per costruire correttamente una frase o del susseguirsi degli eventi che creano la trama di una storia raccontata o letta in un libro. Da qui tutta una serie di giochi divertenti quali ad esempio cambiare l ordine delle parole per ottenere frasi di senso opposto o addirittura senza senso, raccontare una storia partendo dalla fine e tanto altro ancora. Nello specifico i DELFINI realizzeranno una scheda attiva della primavera per apprendere il cambiamento dell ambiente esterno, con l arrivo della nuova stagione. La costruzione della clessidra permetterà poi di porre l attenzione sul tempo necessario per compiere determinate azioni. Aiuteremo i bambini, con la clessidra, a raggiungere un miglioramento in alcune autonomie (lavare le mani, mettere la giacca, mettere le scarpe) o a stabilire un tempo minimo necessario nello svolgimento di alcuni giochi (giochi in scatola/al tavolo, gioco in un angolo, disegno). Anche durante l attività motoria l esercizio o il percorso saranno eseguiti secondo il tempo scandito da una o più clessidre. Il passaggio del tempo (prima, adesso e dopo) verrà spiegato ai bambini con il racconto e la drammatizzazione della storia il bruco e la farfalla, con il gioco delle sequenze e con una semplice filastrocca del prima e del dopo. I DRAGHETTI realizzeranno un cartellone con le parole di passaggio per capire i vari significati di questa parola. Dopo di ché costruiranno una clessidra che sarà di supporto per capire il trascorrere del tempo durante lo svolgimento delle varie attività sia a tavolino sia motorie. Per capire il passaggio dal giorno alla notte verrà letta una breve fiaba che parla dell amicizia tra sole e luna, si svolgerà quindi un intervista ai bambini su ciò che si fa di giorno e di notte, e riporteremo le risposte su un cartellone con i loro disegni. 2

Si svolgeranno anche delle attività sul passaggio della stagione partendo da un osservazione dell ambiente esterno, per arrivare a confrontare l'albero invernale e quello primaverile. Dopo di ché su di un foglio si posizioneranno due ambienti esterni uguali (disegnati dai bambini) da colorare, uno con colori diurni e l altro con colori notturni. infine sarà chiesto ai bambini di confrontare una loro foto da neonati con una attuale evidenziando le differenze sia fisiche sia cognitive che sono avvenute con il passare del tempo. In relazione a quest'ultima attività, per consolidare lo schema corporeo, leggeremo una storia di Gianni Rodari La passeggiata di un distratto e giocheremo a "mischiare" le parti del corpo. I LEONI realizzeranno un cartellone facendo un brainstorming della parola PASSAGGIO, ai bambini verrà chiesto: cosa significa la parola passaggio?; spiegando che passaggio è inteso anche come cambiamento di luogo (passaggio da un luogo all altro) e di tempo (noi cresciamo). Si realizzerà poi un cartellone con le risposte dei bambini e i loro disegni. Verrà raccontata la storia La trota e il sassolino e i bambini dovranno poi farne un disegno. Successivamente si prenderà un sasso di media grandezza che poi si colorerà utilizzando le tempere, ciascun bambino sceglierà un nome da dare al proprio sasso. Ci sarà una scheda Io ero, io sono, io sarò dove i bambini attaccheranno una loro foto di quando erano piccoli, per osservare i cambiamenti. Verrà visionata su youtube la metamorfosi (bozzolo, bruco, farfalla) e ci sarà poi una rielaborazione realizzando il bozzolo, il bruco e la farfalla in 3d che si incolleranno su di un foglio. Per comprendere e vivere il cambiamento della stagione si farà una passeggiata in cortile e successivamente si svolgerà una scheda di coloritura sulla primavera abbinando ai colori i numeri. Ci saranno poi dei lavori per la discriminazione uditiva, per la memoria verbale, per la memoria visiva, per la narrazione ma anche giochi fonologici. Infine si affronteranno i numeri con giochi logico matematici per abbinare il numero alla quantità, schede per riprodurre il simbolo grafico e una filastrocca da memorizzare. 3

RELIGIONE LA PECORELLA SMARRITA Dopo la parabole del seminatore, Suor Maria ha raccontato ai bambini la parabola della pecorella smarrita Un pastore possedeva cento pecore e, una sera, nel ricondurle all'ovile, le contò e si accorse che ne mancava una. Dopo essersi preso cura delle altre pecore, chiudendole all'ovile, il pastore, si mise subito alla ricerca di quella mancante. Si arrampicò su rocce e dirupi, attraversò i boschi e, dopo tanto cercare, udì il belato della pecora che giungeva da lontano, era proprio lei, la bestiola che si era smarrita. Finalmente la vide, era in un burrone, ferita, minacciata dai lupi che il pastore non esitò a mettere in fuga. Dopodiché si mise la pecorella in spalla e, felice di averla ritrovata, la portò nell'ovile insieme alle altre. Suor Maria si e servita della parabola La pecora smarrita per sperimentare, insieme con i fanciulli, che Dio ama ciascuno di noi e ci vuole tutti vicino a sé. Stare con lui dà gioia e pace, Gesù e il buon pastore. 4

Buon compleanno a APRILE MAGGIO 1 TOMMASO MUSAZZI 4 Minerva Lorenzon 4 Salvatore Longo 4 GIULIA CARRETTA 7 Linda Reveglia 5 Maestra Cecilia 8 Irene Busnelli 6 Aurora Covello 12 Edoardo Gioviale 8 FEDERICO BROZZONI 12 Maestra Laura 9 Maestra Francesca 13 ALESSIO ANTOGNETTI 10 Matteo Costanzo 17 Tommaso Broglio 12 Ginevra Magni 18 Edoardo Galiano 12 VANESSA PIGNANELLI 18 Aiden Barona 12 Maestra Anna 22 Riccardo Ruspi 14 Cristiano Blanno 27 Louis Luo Xinyu 14 Ginevra Longhi 27 SAMUEL CORDI 15 Giulia Tramonti 30 CAMILLA RATTI 15 GAIA MAZZUOCCO 16 Filippo Marzorati 16 Fabio Luigi Barletta 20 Sig.ra Lina 22 Andrea Scardilli 30 Matteo Broglia 5

CANTIAMO INSIEME In occasione della Festa di Pasqua, potete imparare questo canto. Per ascoltarlo digitate il titolo su you tube. Festa con te Alleluia, alleluia, Rit.: oggi è festa con te, Gesù. Tu sei con noi, gioia ci dai, alleluia, alleluia. Nella tua casa siamo venuti per incontrarti. A te cantiamo la nostra lode, gloria al tuo nome. Rit.: oggi è festa con te, Gesù. Tu sei con noi, gioia ci dai, alleluia, alleluia. Il pane vivo che ci hai promesso dona la vita. A te cantiamo la nostra lode, gloria al tuo nome. Rit.: oggi è festa con te, Gesù. Tu sei con noi, gioia ci dai, alleluia, alleluia. Tu sei l'amico che ci accompagna lungo il cammino. A te cantiamo la nostra lode, gloria al tuo nome. Rit.: oggi è festa con te, Gesù. Tu sei con noi, gioia ci dai, alleluia, alleluia. 6

Fiaba per bambini Il leprotto di Pasqua C'erano una volta un papà leprotto ed una mamma leprotto, che avevano cinque leprottini e non sapevano quale sarebbe diventato il vero leprotto di Pasqua. Allora mamma leprotto prese un cestino con cinque uova e papà leprotto chiamò i leprottini. Poi disse al più grande: "Prendi un uovo dal cestino e portalo nel giardino della casa, dove ci sono molti bambini." Il leprotto più grande prese l'uovo d'oro, corse nel bosco, attraversò il ruscello, corse per il prato e giunse al giardino della casa. Qui voleva saltare oltre il cancello, ma fece un balzo così grande e con tanta forza che l'uovo cadde e si ruppe. Questo non era il vero leprotto di Pasqua. Ora toccava al secondo. Egli prese l'uovo d'argento, corse via nel bosco, attraversò il ruscello, corse per il prato e la gazza gridò: "Dallo a me l'uovo, dallo a me l'uovo, ti regalerò una moneta d'argento!" Prima che il leprotto se ne accorgesse la gazza aveva già portato l'uovo d'argento nel suo nido. Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua. Ora toccava al terzo. Questi prese l'uovo di cioccolato. Corse nel bosco, attraversò il ruscello e incontrò uno scoiattolo che scendeva, saltellando, da un alto abete. Lo scoiattolo spalancò gli occhi e chiese: "Ma è buono l'uovo?" "Non lo so." Rispose il leprotto. "Lasciamene assaggiare un po'!" 7

Lo scoiattolo cominciò a leccare e poiché gli piaceva tanto, non finiva mai e leccò e mangiucchiò pure il leprotto, fino a che dell'uovo non rimase più nulla; quando il terzo leprotto tornò a casa, mamma leprotto lo tirò per i baffi ancora pieni di cioccolato e disse: "Neanche tu sei il vero leprotto di Pasqua." Ora toccava al quarto. Il leprottino prese l'uovo chiazzato. Con quest'uovo corse nel bosco e arrivò al ruscello. Saltò sul ramo d'albero posto di traverso, ma nel mezzo si fermò. Guardò giù e si vide nel ruscello come in uno specchio. E mentre così si guardava, l'uovo cadde nell'acqua con gran fragore. Neanche questo era il vero leprotto di Pasqua. Ora toccava al quinto. Il quinto, il leprotto più piccolo, prese l'uovo blu. Con l'uovo blu corse nel bosco. Per via, incontrò un altro leprotto, ma lo lasciò passare e continuò la sua corsa. Incontrò la volpe ma il leprottno la ignorò e fece un paio di salti in qua e in là e continuò a correre, finché giunse al ruscello. Con lievi salti lo attraversò, passando sul tronco dell'albero. Venne lo scoiattolo, ma egli continuò a correre e giunse al prato. Quando la gazza strillò, egli disse soltanto: "Non mi posso fermare, non mi posso fermare!" Finalmente giunse al giardino della casa. Il cancello era chiuso. Allora fece un salto, né troppo grande né troppo piccolo, e depose l'uovo nel nido che i bambini avevano preparato. Questo era il vero leprotto di Pasqua! Cosa ci insegna questa storia? Il leprotto più piccolo possedeva una speciale qualità la forza di volontà, non si fece distrarre dalle parole, non si fece fermare dagli ostacoli, lui sapeva cosa fare perché la sua missione a termine voleva portare. La forza di volontà non ha età, e se a cuore avete un progetto non dimenticate di costruire prima le fondamenta e poi il tetto, mettendo la forza di volontà alla base di tutto. 8

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Regole chiare e nessuna punizione I figli hanno bisogno di essere accompagnati a crescere, non di essere mortificati. "Cosa devo fare?" La domanda è un classico con cui prima o poi si scontrano genitori disarmati, indecisi, innervositi e spesso esasperati da comportamenti incontrollabili dei figli. Ovvero, "Se lui non mi ascolta, fa quello che vuole, è capriccioso, risponde male, non studia e racconta frottole, cosa devo fare?". Il catalogo delle manchevolezze porta dritto alla ricerca del metodo più adeguato e più efficace a riportare nei ranghi bambini e ragazzi e magari pure la tranquillità in famiglia. Si dice metodo e si legge castigo, sistema in voga da generazioni, semplice e sbrigativo che va di pari passo con l'idea consolatoria, ma arcaica che gli sbagli vanno puniti, che anche una sberla non ha mai fatto male a nessuno e quando ci vuole ci vuole. Ma se l'interlocutore è un pedagogista come Daniele Novara, si può star certi che i termini del problema educativo, e le domande da farsi, si ribaltano perché "crescere non è una colpa" e punizione ed educazione, al di là della rima, non hanno niente in comune. L'idea di Novara è che Punire non serve a nulla - titolo del suo ultimo lavoro (Bur Rizzoli) - e che educare i figli senza mortificarli non solo è possibile, ma realistico e pure doveroso. "Oggi - spiega - siamo in grado di conoscere le diverse fasi della crescita e dei comportamenti infantili e degli adolescenti. E quindi di individuare le tecniche e le regole giuste adatte a ogni fase del loro sviluppo. I genitori dovrebbero capire che i bambini non sbagliano, semplicemente sono immaturi, stanno cercando di imparare a vivere. E anche se questo mette alla prova la loro pazienza, non sono una colpa i comportamenti che non corrispondono alle loro aspettative. Bisogna educare, non castigare". La cultura della punizione e dell'espiazione, delle schiene da drizzare, è un retaggio del passato duro a morire, che la dice ancora lunga "della profonda difficoltà del mondo adulto a reggere la normale attitudine infantile alla vivacità e alla curiosità". O della fatica a sintonizzarsi con il naturale bisogno di autonomia degli adolescenti, con la loro instabilità e imprevedibilità. Le punizioni, che siano fisiche, psicologiche o dimostrative, e le mortificazioni che provocano, non aiutano a crescere né a responsabilizzare o a rendere autonomo nessuno. "Educare - ribadisce - vuol dire imparare a fare le cose giuste al momento giusto, organizzarsi bene evitando le trappole emotive, quelle reazioni immediate che in genere ci portano a fare la prima cosa recuperata nell'archivio della memoria personale. Soprattutto stabilire regole degli spazi di vita in un gioco di squadra coerente tra genitori". E non confonderle con le punizioni: è grottesco che una regola di convivenza come tenere in ordine la propria camera o rifarsi il letto sia spesso usata come una punizione per gli adolescenti. E' un controsenso che limitare a mezz'ora l'uso di tv, videogiochi o tablet diventi un castigo piuttosto che la norma. 12

"I figli - continua ancora il pedagogista - hanno bisogno di essere contenuti, perché la loro immaturità è un problema anche per loro stessi e non solo per i genitori. Hanno bisogno di poter contare su un papà e una mamma autorevoli e sentire che entrambi possono affrontare le loro insubordinazioni senza mortificarli". Questione di equilibrismo? Meglio, di organizzazione. "E anche di misura. Tollerare l'immaturità senza diventare accondiscendenti e sempre disponibili, ma contenere e guidare la crescita. La buona educazione esige ruoli e regole chiare, concrete e precise, sempre commisurate alle età, visto che la relazione con un bambino è molto diversa da quella con un adolescente, sebbene entrambi abbiano l'esigenza di adeguarsi alle richieste dei genitori, che sono la loro grande risorsa. Più le regole sono precise e comprensibili, chiare nell'infanzia, negoziabili nell'adolescenza - conclude Novara - più è facile aderirvi". Daniele Novara consegna ancora ai genitori un metodo che accanto alle mosse da evitare e alle distanze educative da rispettare, propone nuove attenzioni e passi avanti per la riuscita e la manutenzione della relazione. Un metodo educativo e una nuova strategia che ripristina la fiducia tra le generazioni che non richiede perfezione ma organizzazione, consapevolezza e coraggio nel non replicare il passato. I nuovi genitori - assicura - possono farcela, possono abbandonare l'antica, perversa e inutile idea che per crescere si debbano assaggiare gli strumenti della mortificazione. Articolo di Rossana Sisti pubblicato su Noi Genitori e Figli, 28/11/2016 13

SEZIONE PRIMAVERA Alcuni consigli per togliere il pannolino Con l arrivo della bella stagione tanti genitori iniziano a pensare a come affrontare una delle tappe più significative nella crescita di ogni bambino: togliere il pannolino. Il passaggio dal pannolino al vasino è infatti una delle più grandi conquiste del bambino nei primi anni di vita. Il controllo sfinterico, nel percorso di crescita del piccolo e nell acquisizione della sua autonomia, rappresenta, infatti, una tappa fondamentale, probabilmente l ultima prima che il bimbo possa dirsi definitivamente fuori dall epoca neonatale. Si tratta di un percorso che genitori e bambino devono affrontare assieme senza anticipare i tempi e attendendo il momento migliore per il bimbo e per la famiglia. Togliere il pannolino in momenti di particolare stress come la nascita del fratellino, un trasloco, un momento particolarmente impegnativo per mamma e papà è controproducente per tutti. È bene sapere che ogni bambino raggiunge la maturità sfinterica in modo autonomo. REGOLA GENERALE: NON SI TORNA INDIETRO Prima di procedere a togliere il pannolino, siate certe di avere il tempo e la voglia necessari per dedicarvi completamente a questa compito. Una volta che si toglie il pannolino, non si torna indietro. Si comincia, di solito, durante il giorno. Il passaggio alla notte avviene in una fase successiva. Il pannolino va tolto per tutta la giornata, anche quando si esce. Toglierlo e metterlo in base alle proprie esigenze confonde, infatti, il bimbo. Eventualmente, per la nanna del pomeriggio si possono usare delle traversine per evitare di cambiare completamente il letto ogni volta. 14

IL BAMBINO NON VA MAI SGRIDATO! Iniziate preparando il bambino, leggendogli qualche libro sull argomento, spiegandogli che presto gli toglierete il pannolino e scegliendo insieme a lui il vasino che dovrà utilizzare per fare la cacca e la pipì. I primi giorni, è quasi certo che il piccolo non riuscirà a dirvi per tempo che deve andare in bagno. Non sgridatelo per gli inevitabili fallimenti. Limitatevi ad asciugare la pipì, cambiarlo e dirgli con calma che la prossima volta andrà meglio e potrà fare cacca e pipì nel vasino. Non aspettatevi che lui sia in grado di dirvelo, per lo meno all inizio. Dovrete essere voi ad accompagnarlo sul vasino ogni 20 minuti all inizio, aumentando l intervallo col passare dei giorni. Alla fine, tra una seduta e l altra fate passare anche un ora, quindi due e via così finché il bambino non avrà compreso il meccanismo di controllo. Tenete presente che i bimbi difficilmente abbandonano le loro attività per andare in bagno, soprattutto se stanno giocando. Dovrete essere voi, perciò, a ricordare loro di fare la pipì o la cacca. LODATE I SUCCESSI E SALUTATE LA CACCA! Ogni volta che il bimbo riuscirà a fare la cacca o la pipì sul vasino, lodatelo in modo teatrale. Applaudite, congratulatevi con lui, mostratevi contente. Quindi, fategli vedere quello che ha prodotto e, insieme, buttate il tutto nel wc salutando con la manina. In questo modo il bambino capirà che quelle cose strane arrivano da lui e acquisirà un maggiore controllo. Ricordate a questo proposito che il vasino non è una sedia. La seduta dovrà durare al massimo 5/10 minuti. Se il bimbo fa i suoi bisogni bene. Altrimenti fatelo alzare, ditegli che li farà la prossima volta e lasciatelo libero di dedicarsi alle sue attività. 15

ABBIATE PAZIENZA. NON ARRENDETEVI Per alcuni bambini il passaggio dal pannolino al vasino è veloce e indolore. Alcune mamme hanno raccontato di essere riuscite a togliere il pannolino ai figli in una decina di giorni. La presenza in casa di fratelli maggiori aiuta in quanto a questa età i bimbi hanno la tendenza a imitare qualsiasi comportamento vedano tenere dagli altri. In alcuni casi, però, saranno necessarie diverse settimane. Non mollate. Un passo indietro non farebbe che creare delle frustrazioni nel bambino. Dategli il tempo di cui ha bisogno, non fate confronti, non siate ansiose. COME VESTIRE IL BAMBINO? Primavera ed estate sono i momenti migliori per togliere il pannolino perché i bimbi son poco vestiti e se si bagnano mentre siete in giro non rischiano di raffreddarsi. I vestiti leggeri si asciugano prima (non sottovalutate il fattore numero di lavatrici ). Utilizzate calzoncini leggeri per i bambini e vestitini o gonnelline per le bambine. I pannolini mutandina sono comodi per le uscite e per la nanna del pomeriggio, ma non abusatene. Per un bimbo il modo migliore di abituarsi a fare pipì e cacca nel vasino è quello di sentirsi sporco e bagnato. Il fastidio provocato da queste sensazioni accelera i tempi. Togliete di mezzo i tappeti, fate in modo che i bimbi non salgano sui divani oppure copriteli con i teli assorbenti e utilizzate le traversine per il lettino in modo da proteggere il materasso. Allo stesso modo, usate i teli assorbenti anche sul passeggino e sul seggiolino dell auto. Per concludere, un ultimo suggerimento. Molte mamme scelgono di non usare il vasino, ma di adottare sin da subito un riduttore per il wc. Questo evita il doppio passaggio (dal pannolino al vasino e dal vasino al water). Per i bimbi, però, soprattutto i primi tempi, è molto meno comodo e il fatto di non toccare con i piedi per terra non li aiuta quando devono fare la cacca. Se optate, quindi, per il riduttore, procuratevi anche un seggiolino per permettere al piccolo di appoggiare i piedini rendendo più confortevole la sua seduta. Buon Lavoro!!! 16

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