CARPANEDA & ASSOCIATI. Il ruolo del modello organizzativo e gestionale ex 231 nelle società di factoring. Michele Carpaneda 16 maggio 2006



Documenti analoghi
ICT SECURITY N. 52 Gennaio/Febbraio 2007 Sicurezza informatica e responsabilità amministrativa degli enti. Autore: Daniela Rocca

- I Modelli Organizzativi Dott. Lorenzo G. Pascali lorenzo.pascali@scons.it

IL PROGRAMMA MODULO I - I PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO PENALE DELL IMPRESA 1 22 gennaio

Avv. Carlo Autru Ryolo

Dlgs D.lgs. 231/01. e Modelli di organizzazione, gestione e controllo

LA RESPONSABILITA DEGLI ENTI E DELLE SOCIETA EX D. LGS. 231/ aprile 2009

D.lgs. 231/2001 Modelli di Organizzazione. CONFAPI Bari, 19 novembre 2010

Modello di ORGANIZZAZIONE GESTIONE e CONTROLLO

Corso di formazione Il ruolo e l adeguatezza dei modelli organizzativi previsti D. Lgs 231/2001. Presentazione

DECRETO LEGISLATIVO 231/01

Modelli Organizzativi di controllo e di gestione ex D.Lgs. 231/01

INCONTRO SUL TEMA: D. LGS. N. 81/2008, ART. 300

D.LGS. 231/2001: ADEMPIMENTI NELL AMBITO DELLA COMPLIANCE AZIENDALE Torino, 1 dicembre 2011

S T U D I O L E G A L E A S S O C I A T O T O S E L L O & P A R T N E R S

Parte Speciale G : I reati transnazionali e di ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

Modelli ex d.lgs. 231/01 e Modelli di prevenzione della corruzione ex L. 190/2012. Massimo Malena & Associati 20 maggio 2015

EUROPEAN SCHOOL OF ECONOMICS DIRITTO PENALE DELL ECONOMIA E DELL IMPRESA

DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001 n. 231 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2001)

Indice SEZIONE PRIMA...3 PREMESSA...3. I Soggetti...4. I Reati...5. Le Sanzioni...6 ADOZIONE DEI MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E DI GESTIONE...

Il decreto 231: quadro di riferimento e guida interpretativa Prima parte

L IMPLEMENTAZIONE DEL MODELLO: I PROTOCOLLI DI CONTROLLO E I FLUSSI INFORMATIVI

MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

REATI PENALI SPECIFICI PER LE SOCIETA QUOTATE IN BORSA. Hanno contribuito

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale

Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica,

SOCIETA NON QUOTATE programma di dettaglio. 1 MODULO DI 8 ORE Corporate and Governance: contenuti: (Pastorini Ferriani)

TAVOLI DI LAVORO 231 PROGRAMMA DEI LAVORI. PLENUM Consulting Group S.r.l.

RESPONSABILITÀ DI IMPRESA (D.L. 231/01) E PRIVACY AREA LAZIO E AREA MARCHE

AIFI. CODICE INTERNO DI COMPORTAMENTO per Investment Companies di private equity (contenuto minimo)

REGOLAMENTO INTERNO PER LA GESTIONE E LA COMUNICAZIONE ALL ESTERNO DI INFORMAZIONI RISERVATE E PRIVILEGIATE

1/2 (e non può comunque essere superiore ad Euro ,38)

La responsabilità penale dell amministratore e del legale rappresentante di una società

Assemblea ASSOCOSTIERI. Roma, 4 Luglio 2012

ECONOMIA E LEGISLAZIONE ANTIRICICLAGGIO. In sigla Master 42

Sezione Reati ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita

Protocollo D.Lgs. 231/2001 n. 11. Gestione ed elaborazione della contabilità e del bilancio di esercizio

FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO - ONLUS. Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D. Lgs.

MANDATO INTERNAL AUDIT

Il D.lgs. 231/2007 in materia di antiriciclaggio, tra novità legislative, ruolo degli Organi e delle Autorità di Vigilanza ed impianto sanzionatorio

Cassa del Trentino S.p.A. Analisi delle attività sensibili ex D.Lgs. 231/01 art. 6 comma 2. Relazione di sintesi

La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche: i Modelli Organizzativi ex D. Lgs. 231/01

Adottato da TECAM Srl in ottemperanza al Decreto legislativo 231 del 2001

Meda Pharma SpA Modello di Organizzazione Gestione e Controllo - Allegato A Documento di mappatura dei processi sensibili

PIANO ANNUALE DI FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE 2015

Approvazione CDA del 25 giugno Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO. DI TRENITALIA S.p.A. Sintesi

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE

1.1 La responsabilità amministrativa da reato delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica

TECNOLOGIE DIESEL E SISTEMI FRENANTI S.P.A. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N.

deleghe di responsabilità Roberto Frigerio Presidente Comitato Affari Legali Federchimica

Vigilanza bancaria e finanziaria

FORMAZIONE E DIFFUSIONE. Codice Documento: MOG 231 PFD

- PARTE SPECIALE D- I REATI DI RICETTAZIONE, RICICLAGGIO E IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITA DI PROVENIENZA ILLECITA

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza

Il controllo interno delle imprese

Modello di Organizzazione Gestione e Controllo. ai sensi del D. Lgs. 231/2001

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001:

Castenaso, 15/10/2014 CODICE ETICO

Teksid S.p.A. Approvato dal CdA del 30 settembre 2004 PARTE SPECIALE 2. Reati Societari

INFORMATIVA FORNITORI

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI

Obblighi Amministrativi ed enti di erogazione: come gestirli

Sistema Disciplinare e Sanzionatorio

CERTIQUALITY STEFANO ALDINI

Il Modello 231 e l integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendali

REV. 2016/00 Pag. 1 di 5

L impatto del Decreto Legislativo 231/01 sui sistemi informativi. Michele Crudele

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Parte Speciale G: I reati transnazionali e di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita Codice documento:

APPENDICE 1. Reati commessi nei rapporti con la pubblica amministrazione (artt. 24 e 25 del Decreto);

( PROCEDURA REGISTRO PERSONE RILEVANTI )

Massimiliano Carnevali Head of Listed Companies Compliance & Disclosure Department Borsa Italiana. 5 Maggio Maggio 2006

Il Modello è costituito da: Parte Generale; Parte Speciale; Codice Etico; Procedure sanzionatorie; Il Modello si propone come finalità quelle di:

Codice Comportamentale (Delibera 718/08/CONS)

CODICE ETICO. Sommario MAC COSTRUZIONI S.R.L. UNIPERSONALE

Matteo Colombo Esperto in materia di Privacy e D.Lgs. 231/2001, Amministratore Delegato di Labor Project

ARCESE TRASPORTI S.P.A. Modello di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.Lgs 231/2001 CODICE DISCIPLINARE

L applicazione del D.Lgs 231/2001

Trasparenza ed Anticorruzione

REGOLAMENTO PER IL VOTO MAGGIORATO

La responsabilità amministrativa degli enti si estende ai delitti in materia di trattamento dei dati personali. Novità introdotte dal D.l. n. 93/2013.

INDICE CAPITOLO PRIMO RIFLESSIONI SUL CONCETTO DI FRODE NEL DIRITTO PENALE DELL ECONOMIA

IL SISTEMA GIURIDICO ITALIANO

- IMMSI S.p.A. - Procedura per la gestione del Registro delle persone che hanno accesso ad Informazioni Privilegiate

Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ex D.Lgs. n. 231/2001

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001. Parte 01 PRESENTAZIONE DEL MODELLO

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

Implementare un sistema di analisi e gestione del rischio rende efficace e concreto il modello 231

Modello di organizzazione, gestione e controllo di Italferr S.p.A. ai sensi del D.Lgs. 231/2001

AREA MODELLI ORGANIZZATIVI

Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 10 settembre 2007

Studio legale Avv. Paolo Savoldi Bergamo, Via Verdi, 14. SEMINARIO C.S.E. s.r.l IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DELL IPAB ISTITUTI DI SANTA MARIA IN AQUIRO (LEGGE N. 190 DEL 6 NOVEMBRE 2012).

Revisione Legale dei conti

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Il Decreto Legislativo 231/01: Impatti sulla Governance aziendale

SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO per la gestione del rischio amministrativo-contabile

Transcript:

Il ruolo del modello organizzativo e gestionale ex 231 nelle società di factoring Michele Carpaneda 16 maggio 2006

Corporate Governance La Corporate Governance è l insieme dei processi per indirizzare e gestire l attività aziendale coniugando: raggiungimento degli obiettivi dell Impresa; mantenimento di un comportamento coerente alle aspettative; trasparenza (responsabilizzazione) nei confronti degli azionisti e degli stakeholder, con l obiettivo di salvaguardare e incrementare, nel tempo, il valore per azionisti e stakeholder.

Corporate Governance Corporate Governance: concerne aspetti fondamentali per la composizione e il ruolo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, in relazione al governo e al controllo strategico. Control Governance: razionalizza i mezzi a disposizione del vertice aziendale per rendere effettivamente operativo il governo societario a tutti i livelli.

Corporate Governance Obiettivo principale della Corporate Governance è quindi di massimizzare il valore per gli azionisti, ritenendo che il perseguimento di tale obiettivo, in un orizzonte temporale non breve, possa innescare un circolo virtuoso, in termini di efficienza e di integrità aziendale, tale da ripercuotersi positivamente anche sugli altri stakeholder (clienti, creditori, consumatori, fornitori, dipendenti, comunità, ambiente ecc.) i cui interessi sono già tutelati nel nostro ordinamento.

Corporate Governance I vantaggi dell adozione di un buon governo dell Impresa sono: migliore definizione delle strategie; riduzione del time-to-market; gestione del business più efficiente; potenziale incremento nella capitalizzazione di borsa; minore costo del capitale; maggiore efficienza nel gestire il cambiamento.

Riferimenti normativi: D. Lgs. 58/98 (T.U.F.): che, negli artt. 148 e segg., disciplina i nuovi doveri dei Sindaci delle quotate in materia di vigilanza e sull adeguatezza del Controllo Interno; Codice di Autodisciplina Borsa Spa; Comunicazione CONSOB del 20-02-1997: Raccomandazioni in materia di controlli societari; Istruzioni della Banca d Italia sul S.C.I.: - Istruzioni Operative concernenti la L. 197/91, del 12-01 2001; - Istruzioni di vigilanza per gli Intermediari, aggiornamento del 15 10-2002 (in G.U. 260 del 6-11-2002); Solidarietà sussidiaria nelle Sanzioni Tributarie: D. Lgs. 472 del 18-12-1997; Responsabilità Amministrativa delle Società: D. Lgs. 231 dell 8-06-2001 e successive integrazioni.

La disciplina della responsabilità amministrativa degli enti (D. Lgs. 231/2001) Societas delinquere non potest.....ma se amministratori, dirigenti o dipendenti di una società compiono reati di certe tipologie (corruzione, reati societari etc.), a vantaggio o nell interesse della società stessa, alla responsabilità penale del singolo (persona fisica) si accompagna una responsabilità (amministrativa) dell Azienda. Ciò può provocare pesanti sanzioni, pecuniarie o interdittive (es.: divieto di contrarre con la P.A.).

Definizione del rischio: i soggetti Enti soggetti alla normativa: - società di capitali e di persone; - società cooperative; - associazioni, con e senza personalità giuridica; - enti pubblici economici; - altri enti privati dotati di personalità giuridica. Rischio di perdite derivanti dall applicazione di sanzioni amministrative (di natura pecuniaria e interdittiva) a carico dell Impresa, conseguenti alla commissione di determinati reati da parte di: - soggetti che esercitano (anche di fatto) la gestione o il controllo; - persone sottoposte alla loro direzione/vigilanza.

Definizione del rischio: reati-presupposto L applicazione delle sanzioni amministrative può avvenire a seguito di violazioni che si concretizzino nelle fattispecie di reato di seguito indicate: - indebita percezione di erogazioni pubbliche; - truffa in danno dello Stato o di enti pubblici o per il conseguimento di erogazioni pubbliche; - corruzione o concussione di un pubblico ufficiale; - corruzione di enti governativi o loro imprese, istituzioni pubbliche, organizzazioni pubbliche internazionali o loro funzionari nonché di soggetti che agiscono per loro conto; - falsità in monete, carte di credito e valori bollati; - frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico; - reati societari, come riformati dal D.Lgs. n. 61/2002; - reati riguardanti la tratta di persone; - pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili; - finanziamento del terrorismo; - abusi di mercato, di cui al D. Lgs. n. 58/1998.

Definizione del rischio: reati-presupposto In particolare, in ambito societario, le fattispecie di reato previste sono: false comunicazioni sociali; falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione; impedito controllo; indebita restituzione dei conferimenti; illegale ripartizione degli utili e delle riserve; illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante; operazioni in pregiudizio dei creditori; formazione fittizia del capitale; infedeltà patrimoniale; illecita influenza sull assemblea; aggiotaggio; omessa comunicazione del conflitto d interessi; ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza; abuso di informazioni privilegiate (insider trading); manipolazione del mercato (market abuse). Rispetto a tali reati, peraltro, non sono previste sanzioni interdittive.

Nuovi reati presupposto A seguito della ratifica con legge 146/2006 della Convenzione di Palermo sulla criminalità transnazionale (15/02/2006) e dell entrata in vigore della legge 29/2006, la responsabilità amministrativa degli enti è stata estesa ai seguenti reati: associazione per delinquere (art.416 codice penale); associazione per delinquere di tipo mafioso (art.416 bis codice penale); associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di t.l.e. (art. 291 quater T.U. Leggi doganali); associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti (art. 74 T.U. sugli stupefacenti); ricettazione (art. 648 codice penale); riciclaggio (artt 648-bis e 648-ter codice penale); reati concernenti il traffico di migranti (art.12, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5, del d.lg. 25 luglio 1998, n. 286); reati concernenti l intralcio alla giustizia (articoli 377-bis e 378 c.p.).

Definizione del rischio: le sanzioni Il sistema sanzionatorio, commisurato in quote, si suddivide in sanzioni di natura pecuniaria e sanzioni interdittive. Ad esse si aggiungono delle sanzioni accessorie. In particolare: la sanzione pecuniaria va da un minimo di 25.822,00 fino ad un massimo di 1.549.370,00 ; le sanzioni interdittive si sostanziano nel divieto di contrattare con la PA, nell interdizione o sospensione dall esercizio di un attività, nella sospensione o revoca delle autorizzazioni o licenze, nel divieto di pubblicizzare beni o servizi, nell esclusione da agevolazioni, finanziamenti o contributi ed infine nella revoca di quelli concessi; le sanzioni accessorie previste sono la confisca del prezzo o profitto del reato e la pubblicazione della sentenza.

Gestione del rischio: strumenti La gestione del rischio, nel contesto del D. Lgs. 231/01, passa attraverso le seguenti fasi: mappatura delle aree di rischio: individuazione delle aree operative dell Impresa soggette a rischio di commissione dei reati; adozione del modello di organizzazione: potenzialmente idoneo a prevenire la commissione dei reati, aggirabile solo attraverso una fraudolenta manifestazione di volontà dell agente; adeguamento del sistema di controllo: efficace ed effettivo, che consenta un continuo monitoraggio sulle aree operative a rischio e sull efficacia del modello di organizzazione; attività di informazione e di formazione continua e differenziata a tutti i livelli aziendali.

Mappatura del rischio: obiettivi La mappatura delle aree di rischio avrà l obiettivo di: ottenere una visione organica e sistematica di tutte le aree operative dell Impresa, tale da consentire l individuazione di quelle soggette a rischio di commissione dei reati; analizzare e verificare, in relazione alle specifiche aree di rischio, le possibili modalità di perpetrazione dei reati; valutare l idoneità delle procedure aziendali esistenti a prevenire, con una ragionevole garanzia, la commissione dei reati in termini di effettività ed affidabilità.

Modello di organizzazione: struttura I vertici dell Impresa devono fissare e formalizzare: organigrammi/funzionigramma; la struttura delle deleghe e delle procure; le strutture organizzative operative, con la definizione di ruoli e responsabilità; i principi etici di comportamento (da recepire nell ambito di un Codice di Comportamento); le strutture di controllo; la definizione delle procedure di: - formazione e attuazione delle decisioni; - gestione delle risorse finanziarie; - informazione degli organi di controllo.

I modelli di controllo per prevenire atti illeciti Per prevenire che le Società siano chiamate a rispondere amministrativamente, in relazione a violazione commesse dai propri dipendenti, o per tutelarsi in caso di coinvolgimento, diviene fondamentale che il Modello di Controllo sia finalizzato anche alla prevenzione dei reati e delle violazioni rilevanti ai fini delle normative richiamate. A tal proposito, il modello dovrà prevedere: protocolli procedurali che regolino l attività decisionale; una mappatura della operazioni potenzialmente a rischio; un sistema di sanzioni disciplinari per i responsabili; il funzionamento di un apposito organo interno di vigilanza.

Formazione Lo scopo è quello di assicurare una adeguata conoscenza, comprensione ed applicazione del modello da parte dei dipendenti e dei dirigenti. Deve essere differenziata a seconda che la stessa si rivolga ai dirigenti, dirigenti con delega, organi amministrativi, ai dipendenti nella loro generalità, ai dipendenti che operino in specifiche aree di rischio, all organo di vigilanza ed ai preposti al controllo interno. Il Piano di formazione deve prevedere il contenuto dei corsi, la loro frequenza, l obbligatorietà della partecipazione ai programmi di formazione, l effettuazione di controlli e di qualità sul contenuto dei programmi di formazione.

Strumenti formativi Circolari diffuse con metodi tradizionali Seminari e riunioni periodici Canale Intranet tematico Strumenti di auto-formazione con connessa valutazione in remoto

RIGHT SOLUTIONS FOR REAL PROBLEMS