Marco Martini - Università di Padova

Documenti analoghi
RINOTRACHEITE INFETTIVA. Marco Martini - Dipartimento di Medicina animale, Produzioni, Salute - Università di Padova

Epatite infettiva del cane (Malattia di Rubarth, Rubarth 1947)

LE INFEZIONI DA PARVOVIRUS CANINI

L efficacia dei sistemi di sorveglianza

Parvovirosi suina. PPV - eziologia. Fabio Ostanello Dip. Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna 07/12/ di 5.

14/04/2014. EZIOLOGIA Fam. Picornaviridae gen. Enterovirus RNA 1, nm sprovvisto di envelope molto resistente

Bordetellosi. Prof. Alessandro FIORETTI Facoltà di Medicina Veterinaria Università di Napoli Federico II

Coxiellosi o Febbre Q

LE VACCINAZIONI DEL CAVALLO

Infezioni da Pneumovirus aviari

Identificazione e caratterizzazione di varianti RHDV e RCV: la situazione attuale in Italia

Che cos è l influenza?

HERPESVIRUS schema del virione

LA MALATTIA DI GUMBORO

Herpesviridae: Malattia nel cane - CaHV1

DIAGNOSI DI LABORATORIO DELLE MALATTIE INFETTIVE

Scaricato da Mononucleosi infettiva

05/06/2014. Tracheobronchite infettiva del cane Kennel cough

Malattia di Newcastle (Newcastle disease = ND Pseudopeste aviare, pneumoencefalite)

LA GASTROENTERITE EMORRAGICA DEL CANE

Recenti acquisizioni sull infezione sostenuta da Herpesvirus canino tipo 1 (CHV- 1)

IL MORBILLO. Morbillo. Morbillo

Modulo 15: Diagnosi microbiologica di influenza

CHE COS È UN VACCINO

PRINCIPI DI IMMUNOLOGIA: CONCETTI DI PROFILASSI VACCINALE VACCINAZIONE: CRITERI PER UNA BUONA PROFILASSI VACCINALE:

LA LARINGOTRACHEITE. profonde (polmoni e sacchi aerei) micoplasmosi, colibacillosi, bronchite infettiva, pseudopeste

VIRUS DELL EPATITE B

La neonatologia del bovino

Anemia infettiva equina: aspetti patogenetici e diagnostici

PESTE SUINA CLASSICA. Flaviviridae. Resistenza del virus. Gen. Pestivirus. Temperatura: ph: Sostanze chimiche

Peste suina africana: caratteristiche della malattia

IL CONCETTO DI ZOONOSI CLASSIFICAZIONE DELLE ZOONOSI. Zoonosi dirette. Ciclozoonosi. Metazoonosi. Saprozoonosi

Peste suina africana: caratteristiche della malattia

EBOLA. Protocollo ASL Varese

PROTEZIONE FETALE DA PARTE DI VACCINI ANTI BVD VIRUS GENOTIPO 1 E 2 IN VACCHE INFETTATE SPERIMENTALMENTE CON HOBI-LIKE VIRUS (BVD-3)

Haemophilus parasuis G. Barigazzi

SCORE CARD GUIDA INTERPRETATIVA

PROFILASSI IMMUNITARIA

Piano di eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita. Anni

Epidemiologia e profilassi generale delle malattie infettive

Interazione di un agente biologico (microrganismo) e un ospite recettivo (uomo, animale). Implica la replicazione dell agente nell ospite.

VIVERE CON UN ANIMALE DOMESTICO

Patogenesi della Bluetongue: studio delle interazioni del virus con l ospite

IMMUNODEFICIENZA VIRALE FELINA. Marco Martini Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute, Università di Padova

Come utilizzare i test nella diagnosi delle malattie trasmissibili: il caso della leishmaniosi

Proposta di un percorso HCV nei pazienti nefropatici. Anastasio Grilli UO Malattie Infettive Universitaria FERRARA 26 maggio 2017

Due profili epidemiologici distinti

Adenovirus. Giovanni Di Bonaventura Università di Chieti-Pescara

Orthomyxoviridae. Influenzavirus B. Influenzavirus A. Influenzavirus C. Thogotovirus. Uomo, suino

PESTE SUINA AFRICANA. African Swine Fever. Peste suina africana. Peste suina africana

Stele votiva tempio di Astarte a Menfi. Museo Glypotek Copenaghen

Cosa è l HPV. E un VIRUS Costituito da un nucleo centrale (core) di DNA rivestito da un involucro di natura proteica

LA CLAMIDIOSI AVIARE

E responsabile dell eritema infettivo (Va malattia). Varicella, Rosolia, Morbillo, Roseola infantum (HHV-7) e eritema infettivo (Parvo).

SARS-Coronavirus. RNA a singola catena a polarità positiva ( nucleotidi) S (E2, 150k) M (E1) Envelope

Perché si sviluppi un infezione si devono verificare 3 CONDIZIONI NECESSARIE: 2) le cellule oggetto dell infezione devono essere:

Il pediatra di famiglia nell approccio alle infezioni respiratorie nella pratica quotidiana. Massimo Landi Pediatria di gruppo - Torino

PESTE SUINA CLASSICA

REGIONE PIEMONTE Assessorato alla Sanità Direzione Sanità Pubblica

Gazzetta ufficiale dell'unione europea (2003/534/CE)

La Vaccinazione Antinfluenzale: conoscenze di base e raccomandazioni

Salute, lavoro e globalizzazione. Influenza aviaria: Patologia emergente

l'influenza e la vaccinazione antinfluenzale

Marco Martini Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute, Università di Padova ARTERITE VIRALE EQUINA

La gestione clinica di un eventuale caso in Italia. Nicola Petrosillo INMI

SEVERE ACUTE RESPIRATORY SYNDROME. Marco Martini, Dipartimento di Sanità Pubblica, Patologia Generale e Igiene Veterinaria Università di Padova

Sorveglianza, isolamento domiciliare e diagnosi di laboratorio

Cos'è e come affrontarla?

WITNESS FeLV-FIV CARATTERISTICHE GENERALI INDICAZIONI DEL TEST PRINCIPIO DEL TEST

Il ruolo degli II.ZZ.SS. nella sorveglianza e il controllo dell influenza

MORBILLO, PAROTITE E ROSOLIA (MPR) SCHEDA INFORMATIVA PER PERSONALE INFERMIERISTICO E AUSILIARIO

CONFERMA DIAGNOSTICA IN CASO DI MORBILLO

LA SCELTA DI UN PROTOCOLLO VACCINALE. Barbara DI MARTINO Dip.to di Scienze Biomediche Comparate Università degli Studi di Teramo

CRIMEAN-CONGO HAEMORRHAGIC FEVER

Cluster epidemico di morbillo in una due ASL della Regione Liguria. Roberto Carloni S.C. Prevenzione

Corso di Laurea Scienze Ostetriche. Neonato fisiologico e processi di adattamento alla vita neonatale. Facoltà di Medicina

Non possono essere portati all asilo nido o alla scuola materna i bambini con:

Vaccini: situazioni attuali e prospettive future

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo la biologia

Il PUNTO DI VISTA DEL VETERINARIO LIBERO PROFESSIONISTA RESPONSABILE DEL PIANO

LE RETROVIROSI DEI FELINI

RINOPNEUMONITE RINOPNEUMONITE--ABORTO ABORTO

Da Completare. Da Completare

4ª UNITA DIDATTICA Modello Nutrizionale metabolico

LA SCELTA DI UN PROTOCOLLO VACCINALE. Barbara DI MARTINO Università degli Studi di Teramo

HSV e Banche degli Occhi

Canid alphaherpesvirus 1 e la patologia neonatale

Eliana Schiavon - Elena Soranzo Daniele Dalle Palle. SCT3 - Laboratorio di Diagnostica clinica Az. San Giovanni. Mercoledì 15 novembre 2017

VACCINI E PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE: COSA I GENITORI DEVONO SAPERE

Meningite. Informazioni art. 36 Dlgs. 81/2008. Cos'è e come affrontarla?

ALLEGATO I RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

EPATITE B. Dott.ssa Loconsole Daniela

per alcune malattie causate da prodotti tossici dell agente (ad es. tossine batteriche) non si può parlare di trasmissibilità Raffaella Baldelli DSMV

Fabio Ostanello- Dip. Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna 07/12/ di 8. Porcine Reproductive & Respiratory Syndrome

Consigli pratici di prevenzione vaccinale nella terza età. ATS di Milano Città Metropolitana SS Prevenzione Distretto 7 dr.ssa Antonella Palumbo

per alcune malattie causate da prodotti tossici dell agente (ad es. tossine batteriche) non si può parlare di trasmissibilità Raffaella Baldelli DSMV

GESTIONE SANITARIA NEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINI DA CARNE

PICORNAVIRUS (= piccoli RNA virus) Sono i ribovirus più piccoli ( 28 nm). Capside icosaedrico privo di inviluppo pericapsidico.

Transcript:

Marco Martini - Università di Padova

CALICIVIRUS Virus a ssrna, sferici, depressioni a forma di calice sulla superficie capsidica (Norwalk virus umano, Malattia emorragica virale del coniglio) Privi di envelope insensibili ai solventi dei lipidi (NaOCl efficace) Buona resistenza nell ambiente: 1 mese su superfici asciutte a t ambiente, più lunga a t + basse e unidità più elevata) Replica rapidamente su cellule di gatto (12 72 h) con e. c. (arrotondamento e distacco); su cellule di leone; delfino; Vero

CALICIVIRUS Isolati dal gatto per la prima volta nel 1957 da Fastier (NZ) e Bolin (USA). Poi isolamenti in tutto il mondo in focolai di malattia respiratoria Ampia variabilità fra stipiti circolanti, sia nella patogenicità che nella antigenicità ( non completa cross-protettività, non tale però da permettere di distinguere più sierotipi, non completa efficacia dei vaccini, riconosciuti 2 genotipi)

CALICIVIRUS epidemiologia Infezione ubiquitaria, ampia variabilità antigenica e di patogenicità Ospiti: gatto (reservoir) e qualche felino selvatico (ghepardo). FCV-like isolati dal cane, significato epidemiologico ritenuto irrilevante Contatto diretto come forma principale di trasmissione, importante anche il contatto indiretto Portatori cronici importanti eliminatori FCV rimane infettante nelle pulci per 1 settimana > possibile trasmissione

CALICIVIRUS epidemiologia Lo stato di portatore (virus a livello di tonsille, ma non solo) si stabilisce con grande frequenza. 75 gg p. i. il 50% dei gatti elimina ancora attivamente il virus. Evoluzione della proteina capsidica, molto variabile, permette al virus di eludere le difese immunitarie e l instaurarsi dello stato di portatore Quantità e durata dell eliminazione ampiamente variabili. La possibilità di divenire portatori non è eliminata dalla vaccinazione; anzi si può instaurare lo stato di portatore cronico anche di virus vaccinali vivi attenuati

Il virus è stato talvolta rinvenuto nelle feci e nell urina e in macrofagi nelle articolazioni CALICIVIRUS patogenesi Vie di infezione: oro-nasale, congiuntivale Replicazione primaria nell orofaringe. Viremia transitoria 3-4 gg p. i. Necrosi delle cellule epiteliali prime vie respiratorie Guarigione in 2 3 settimane Eliminazione tramite secrezioni oro-nasali Talvolta forme che interessano le vie respiratorie più profonde (polmonite) o le articolazioni, con ispessimento membrana sinoviale, aumento liquido sinoviale (zoppia)

CALICIVIRUS Sintomi simili a quelli da FHV-1, in genere meno gravi Il sintomo più caratteristico è rappresentato da vescicole rapida rottura ulcere su lingua, gengive, palato, labbra, narici Abbattimento, febbre elevata, scolo oculo-nasale, congiuntivite Può instaurarsi stomatite-gengivite cronica, probabilmente derivante da reazione immuno-mediata a FCV Dispnea in caso di infezioni da stipiti più spiccatamente pneumotropi (polmonite)

CALICIVIRUS Talvolta zoppia acuta, transitoria, accompagnata da febbre, come probabile conseguenza della formazione di immunocomplessi a livello di articolazioni, che si può verificare pochi giorni o sett. dopo la comparsa dei sintomi orali o respiratori. Talvolta anche come conseguenza della vaccinazione Descritte recentemente (USA, poi anche Europa) forme sistemiche acute con vasculite generalizzata, coinvolgimento di vari organi e mortalità ± 75%, la cui patogenesi è sconosciuta. I sintomi possono essere respiratori, edemi cutanei (testa e zampe), ulcerazioni e alopecia (muso, occhi, orecchi, polpastrelli), ittero (epatite, pancreatite), petecchie, ecchimosi, epistassi, feci emorragiche (disturbi della coagulazione, tromboembolie)

CALICIVIRUS Molte infezioni decorrono in modo subclinico La gravità e la durata (3 14 gg.) della sintomatologia è condizionata dall età (più grave in neonati e giovani), dallo stipite virale interessato, dalla concomitanza di altre infezioni, in particolare immunosoppressive (FIV e FeLV) e da infezioni secondarie

CALICIVIRUS Immunità materna: durata protezione variabile, 4 14 sett. Incompleta, attenua la sintomatologia clinica La risposta anticorpale in seguito all infezione è in genere pronta (7gg p. i. compaiono Ab neutralizzanti), ma non protegge nei confronti di tutti gli stipiti circolanti. La persistenza del virus nell orofaringe e la sua eliminazione avviene anche in presenza di titoli anticorpali elevati

CALICIVIRUS diagnosi RT-PCR da tamponi orofaringei, nasali, oculari Isolamento virale dallo stesso materiale. L effetto citopatico (cellule CRFK) è molto rapido impedisce l evidenziazione di altri virus che potrebbero coinfettare l animale (parvovirus, FHV-1) Sierologia: (VN, ELISA) di scarso valore, data la diffusione dell infezione

CALICIVIRUS Terapia antiinfiammatoria per alleviare il dolore al cavo orale e facilitare l alimentazione. Cibi di facile assunzione; alimentazione con sonda Terapia antibiotica ad ampio spettro nei confronti delle infezioni secondarie (cavo orale e respiratorie)

CALICIVIRUS La ubiquitarietà del virus e la alta frequenza di portatori cronici rendono la vaccinazione consigliabile Vaccini vivi e spenti Prima vaccinazione a 9 sett. (possibile interferenza degli anticorpi materni) Booster dopo 3 4 sett., poi richiami annuali o triennali, a seconda del rischio

CALICIVIRUS Gli stipiti vaccinali (F9, 255, G1, 431 ) non sono però in grado di dare protezione totale nei confronti di tutti gli stipiti circolanti Anche nei confronti di virus vaccinali attenuati si può instaurare lo stato di portatore attenzione alla possibilità di vaccinare altri gatti

Sintomi FHV 1 FCV Clamydophila felis Abbattimento +++ + + Sternuti +++ + + Ipersalivazione ++ - - Congiuntivite ++ ++ +++ Scolo oculare +++ ++ +++ Scolo nasale +++ ++ + Ulcere orali + +++ - Cheratite + - - Polmonite + + +/- Zoppia - + -