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Transcript:

PRINCIPALI MALATTIE METABOLICHE DELLA BOVINA DA LATTE Dott. Matteo Gianesella Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute Università degli Studi di Padova

Principali obiettivi Casi clinici Incidenza a cui tendere Ipocalcemia subclinica 0-4 % Sindrome vacca a terra < 10 % dei collassi puerperali Ipomagnesiemia 0 % Chetosi 0-5 % Dislocazione abomasale 0-4 % Diminuzione del grasso nel < 10 % latte (<2,5%) Ritenzione di placenta < 10 % Zoppie < 15 % Diarree < 15 % Metrite < 20 % Mastiti < 200.000 cell/ml Mortalità neonatale < 8 %

PATOLOGIE LEGATE AL METABOLISMO DEL CALCIO E FOSFORO Funzioni Calcio Strutturale Trasmissione dell impulso nervoso Eccitabilità neuromuscolare Contrazione muscolare Permeabilità capillare e di membrana Coagulazione del sangue Fosforo Strutturale Scambi energetici Equilibrio acido base (escrezione H2PO4- e H2PO42-)

Assorbimento A livello intestinale, dipende da: Esigenze Quantità presente nell alimento Composizione dell alimento ph del contenuto intestinale Rapporto Ca/P Escrezione Feci Urine Latte

Livelli ematici Calcemia: 10 (9-12) mg/dl (2,5 mmol/l) (Ca++ 50%) Fosforemia: (fosforo inorganico) 4-7 mg/dl Regolazioni dei livelli ematici Paratormone (PHT) Calcitonina Vitamina D (1,25-(OH)2D)

IPOCALCEMIA Progressiva diminuzione dei livelli plasmatici di Ca++ Forme L ipocalcemia può manifestarsi nelle seguenti forme: subclinica: più frequente, meno grave, ma difficilmente diagnosticabile clinica: detta collasso puerperale o febbre da latte (milk fever) o collasso ipocalcemico sindrome vacca a terra: conseguenza di un collasso puerperale, ovvero quando la bovina è in decubito da almeno 24 ore (nell 80% dei collassi)

Fisiopatologia - Perdite di calcio - Meccanismi omeostatici - Paratormone - Riassorbimento renale - Riassorbimento osseo - Attivazione della 1α-idrossilasi - 1,25 (OH)2D3 - Riassorbimento renale ed osseo - Assorbimento intestinale

Diagnosi di laboratorio - Ipocalcemia (< 7,5 mg/dl) - Ipofosfatemia (< 2 mg/dl) - Ipermagnesiemia (2,2-2,7 mg/dl) - Leucogramma da stress - CK (aumento modesto)

Ipocalcemia (subclinica / clinica) Funzione della muscolatura liscia Motilità del rumine e del tratto gastrointestinale Motilità uterina Dislocazioni abomasali Ingestione Ritenzione placenta Involuzione uterina Mobilizzazione riserve Deficit energia Metriti Chetosi PRODUZIONE DI LATTE PERFORMANCE RIPRODUTTIVE

Monitoraggio e controllo dell ipocalcemia 1- BCS E noto che le bovine che arrivano grasse al parto hanno una probabilità maggiore di sviluppare un collasso puerperale (Goff, 2003). Inoltre si è visto che le bovine che mostrano una ipocalcemia subclinica hanno in media un peso maggiore nei primi 60 DIM rispetto alle bovine con normocalcemia (Kamgarpour et al.,, 1999). Quindi il controllo del BCS alla messa in asciutta e al parto fa parte del piano di controllo dell ipocalcemia.

2- Concentrazione di Ca nella razione La diminuzione del calcio nella dieta preparto è un metodo comunemente usato per diminuire l incidenza del collasso puerperale. q La diminuzione dell apporto di calcio in asciutta attiva i meccanismi omeostatici che regolano il calcio attivando soprattutto l assorbimento attivo a livello intestinale. Ma perché questa strategia funzioni davvero il contenuto di calcio della dieta in asciutta deve essere inferiore a 30 g/die (Goff, 2004). q Questo livello è veramente difficile da raggiungere nei nostri allevamenti e perciò sono stati studiati i chelanti del calcio come la Zeolite per arrivare a questo.

3- Bilancio anioni/cationi nella razione Il concetto della manipolazione del bilancio anioni e cationi della razione sta nel fatto che le diete in asciutta sono troppo ricche di cationi ed in particolare di potassio (Horst, 1997). q I meccanismi della regolazione del calcio funzionano meglio quando il bilancio anioni cationi (DCAB) è negativo. La strategia usata più comunemente è quella di aggiungere dei Sali anionici alla razione nelle ultimissime fasi di gestazione. q Sembra che il contenuto di K della razione sia più importante di quello del Ca nel controllo dell ipocalcemia.

Nell uso dei Sali anionici tre devono essere i punti chiave: 1) DCAB deve essere tra -100 e -200 meq/kg SS; 2) ph urinario deve essere tra 6.0 e 6.8; 3) calcio deve essere l 1.2% del totale della razione.

4- Magnesio nella dieta Il controllo dei livelli di Mg nella dieta sono essenziali per il controllo dell ipocalcemia (Goff, 2004). q La supplementazione di Mg nella dieta ha una grande influenza nel prevenire l ipocalcemia. q Una strategia chiave nella prevenzione del collasso puerperale è quella di garantire una concentrazione di Mg nella dieta delle bovine gravide in ragione dello 0,4% della SS. q Per individuare gli allevamenti con un carente apporto di Mg bisognerebbe determinare la magnesiemia alle bovine a 24-48 dal parto, il range ottimale di questa determinazione dovrebbe essere < 1.9 mg/dl

5- Controllo della calcemia Il monitoraggio della mandria per verificare se c è ipocalcemia subclinica viene descritto da Oetzel (2004). q Bisogna prelevare campioni di sangue a 12-24 ore dal parto. q Il calcio totale deve risultare maggiore di 8 mg/dl per escludere la presenza di ipocalcemia subclinica.

CARENZA DI FOSFORO (primaria o secondaria) Nei giovani: Ritardo dello sviluppo Rachitismo Negli adulti: Diminuzione dell appetito Perdita di peso Diminuzione della produzione lattea Ridotta fertilità Pica Pelo opaco ed arruffato

Osteomalacia Rigidità dei movimenti Dolorabilità (difficoltà di alzarsi) Fratture spontanee Emoglobinuria puerperale Malattia acuta entro le 6 settimane dopo il parto Emolisi intravasale Emoglobinuria Anemia

Rilievi di laboratorio Bassi livelli di P (< 4mg/dl) ALP può essere elevata Rapporto ceneri/sostanza organica delle ossa < 3:1 Epidemiologia Molto diffusa (suoli carenti di P). Più colpiti gli animali in lattazione. L emoglobinuria puerperale è una malattia sporadica.

MALATTIE LEGATE AL METABOLISMO DEL MAGNESIO Metabolismo del Mg Catalizza l azione di alcune attività enzimatiche Interviene nella sintesi e nella lisi dell acetilcolina. Scissione enzimatica dell ATP. L azione generale del Mg è tipicamente depressiva, interessa le strutture nervose ed in genere è antagonista a quella del calcio.

La somministrazione di sali di magnesio provoca: Paralisi di senso e di moto Stato di narcosi Abolizione dei riflessi Regolazione (soglia renale 1,8 1,9 mg/dl) Il Mg presente in una bovina è pari a circa 200 g di cui il 70% nello scheletro e denti dove è scarsamente utilizzato. 29% nei tessuti molli, 1% nel liquido extracellulare. Concentrazione plasmatica 2,0 2,5 mg/dl Imput: dieta (negli adulti soprattutto nel rumine) Output: feci, urina e latte (3 g)

Ipomagnesiemia Viene chiamata in diversi modi a seconda della causa scatenente (tetania da erba, tetania da trasporto, tetania da latte ecc ) Carenza di ioni Mg nel sangue e nel LCR. Colpisce soltanto i ruminanti ed è generalmente fatale. Cause Scarso apporto in relazione alle uscite

Fisiopatologia La carenza di Mg (basso rapporto Mg/Ca) potenzia il rilascio di acetilcolina e ne inibisce la sua scissione Contrazione muscolare (tetania) Epidemiologia Evento ormai raro, sono più colpite le bovine con età maggiore a 7 anni, in lattazione (prime 6 settimane) al pascolo.

Sintomatologia Sintomatologia acuta-iperacuta Anoressia Ipereccitabilità Orecchio dritte Iperestesia Tremori muscolari Andatura rigida Comportamenti aberranti Convulsioni tonico-cloniche Spasmi tetanici Nistagmo Opistotono Tachicardia e aumento intensità dei toni Decubito Coma Morte

Rilievi di laboratorio Bassi livelli sierici di Mg (< 1,2 mg/dl) Bassi livelli di Mg nel LCR (< 1,4 mg/dl) Bassi livelli di Mg nelle urine (< 2,5 mg/dl) Aumento di CK, AST Ipofosforemia Rilievi postmortem Livelli di Mg nell umor vitreo (< 1,4 mg/dl)

CHETOSI DELLA BOVINA (ACETONEMIA) Definizione Abnorme concentrazione di corpi chetonici: acido acetoacetico (AcAc), acetone (Ac) e beta idrossi butirrato (BHB) nei tessuti e nei fluidi dell'organismo. Eziologia La chetosi primaria è il risultato di un bilancio energetico negativo (NEB) che si verifica nelle prime settimane di lattazione caratterizzato dalla riduzione del glucosio nel sangue e nel fegato, ed un incremento della mobilizzazione dei grassi di deposito.

Epidemiologia Colpisce bovine da latte ad alta produzione nelle prime settimane dopo il parto Classificazione Chetosi clinica Chetosi subclinica

Chetosi primaria Bilancio energetico negativo Chetosi secondaria Lipidosi epatica Insulino-resistenza Ingestione di corpi chetonici Carenza di cobalto (carenza di B12)

Fisiopatologia Il fabbisogno di glucosio aumenta dal 30 al 70% rispettivamente a fine gravidanza inizio lattazione. Il fabbisogno di una vacca che produce 45Kg di latte al giorno è stimato in circa 50 g/ora. Tale fabbisogno deve essere soddisfatto da: AGV Proteine batteriche Prot e glucosio che sfuggono alle fermentazioni

AGV Acetico (70%) Propionico (20%) Butirrico (10%) Il Propionato equivale al 30-50% del glucosio prodotto L acetato ed il butirrato sono chetogenetici Il restante fabbisogno in termini di glucosio viene fornito dagli aminoacidi glucogenetici (20-30%), lattato e glicerolo.

Patogenesi Produzione del lattosio (aumento della domanda di glucosio) Deficit di glucosio Deficit di ossalacetato e lipomobilizzazione (NEFA) Parziale ossidazione dell acetil CoA Produzione di corpi chetonici, ipoglicemia e aumento dei NEFA

Sintomi Sintomi forma clinica: Chetosi digestiva Chetosi nervosa Depressione del sensorio Scarso riempimento del rumine

Monitoraggio e controllo del NEB/CHETOSI: 1- Parametri del latte Il rapporto grasso/proteine del latte è un buon indicatore di rischio di NEB, chetosi e disloc. dell abomaso, cisti ovariche, zoppie e mastiti. Livelli di rischio di NEB ad inizio lattazione: q grasso/proteine > 1.4 q proteine < 2.9 q grasso > 4.8 q lattosio < 4.5

2- Parametri del sangue Questa valutazione si basa sull uso del BHB per il monitoraggio della chetosi (clinica e subclinica) nella vacche in lattazione (5-50 DIM) e dei NEFA per la valutazione del NEB e del rischio di steatosi nelle vacche nel periodo preparto (2-14 gg). q In tutti e due i casi si suggerisce un prelievo di sangue ad almeno 12 animali dello stesso gruppo. q Si definisce una situazione di rischio quando almeno il 10% degli animali in lattazione presenta un BHB maggiore di 1,4 mmol/l o il 10% degli animali a termine presenta valori di NEFA maggiori di 0,400 mmol/l (Oetzel, 2004).

q Nielan et al. (2004) ha usato invece una soglia di 1,2 mmol/l per il BHB come indicatore di iperchetonemia. q Per il BHB il momento migliore per il prelievo è 4-5 ore dopo il passaggio del carro, mentre per i NEFA appena dopo. q Inoltre Oetzel (2004) riporta che per i casi di chetosi di tipo II (risultante da una insulino resistenza e da una preesistente lipidosi epatica) il gruppo va testato tra i 5-15 DIM, mentre per la chetosi di tipo I (chetosi primaria da lattazione) tra 21-42 DIM in quanto questa non insorge generalmente prima.

3- Valutazione della razione Molto importante per questa valutazione e per la formulazione della razione rimane la conoscenza del livello di ingestione degli animali. Questo può variare a seconda di molti fattori da allevamento ad allevamento.

Obiettivi da raggiungere % di energia fornita nelle prime 8 settimane di lattazione > 95% % di vacche con rapporto grasso/proteine maggiore di 1,5 < 10% % di vacche fresche con proteine del latte < 3,05 < 15% % di vacche con lattosio nel latte < 4,5 < 15% Diminuzione settimanale della prod latte dopo il picco < 2,5% Spazio in mangiatoia a disposizione per vacca in transizione 0.6 m % di residuo in mangiatoia < 5 % %Vacche 2-14 gg prima del parto con BHB > 0.6 mmol/l < 10% %Vacche 2-14 gg prima del parto con NEFA > 0,4 mmol/l < 10% % Vacche fresche con BHB > 1.4 mmol/l < 10% % Vacche fresche con NEFA > 0.7 mmol/l < 10%