XXVII CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI NUOVE OPPORTUNITA DI LUOGO E LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA NELL ERA DELL INFORMAZIONE



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XXVII CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI NUOVE OPPORTUNITA DI LUOGO E LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA NELL ERA DELL INFORMAZIONE Maria PARADISO 1 1 Università del Sannio, DASES e RCOST via delle Puglie, 82100, Benevento SOMMARIO Nel lavoro si discute del nuovo significato di luogo e localizzazione geografica nell era dell informazione. Si argomenta che il nuovo significato di localizzazione presenti valenze più significative rispetto agli ancoraggi tradizionali e si evidenzia un decisivo passaggio da un concetto assoluto e deterministico, tipico ad esempio dell organizzazione industriale tradizionale, a un concetto di luogo come opportunità applicabile a diverse scale ivi compresa quella individuale. Il lavoro è idealmente congiunto ad un dibattito internazionale in corso e presenta sviluppi di una collaborazione scientifica in atto. L argomentazione viene discussa secondo la seguente articolazione: vengono passati in rassegna le principali evoluzioni della localizzazione geografica nell era industriale e nel periodo di transizione 1970-80; viene, quindi, presentato un quadro concettuale della localizzazione geografica nell era dell informazione alla luce degli studi degli impatti delle tecnologie negli ambienti di vita e di lavoro. Infine, sono elaborati spunti pertinenti in tema di politiche territoriali nello scenario dell informazione.

1 INTRODUZIONE Nell era dell informazione, la localizzazione geografica mostra di non aver perso la funzionalità di ancoraggio e impulso per le attività nello spazio, ivi comprese quelle relative allo sviluppo della conoscenza e innovazione, ma anzi di aver acquisito nuove connotazioni ed espanso le opportunità territoriali derivanti da una complessa relazione individui-entità geografiche. L Era dell informazione è, soprattutto, caratterizzata dallo sviluppo, introduzione e adozione delle tecnologie dell informazione e comunicazione in praticamente tutti gli aspetti della vita e azioni umane. Le tecnologie dell informazione e i media, in modo particolare Internet e la telefonia mobile, stanno rapidamente divenendo ubiquitariamente disponibili nei paesi sviluppati e, in via crescente, anche nei paesi in via di sviluppo. Se aggiungiamo al tradizionale scenario di Internet una maggiore enfasi all introduzione delle tecnologie wireless in ambiente sia urbano che rurale, per l interconnessione tra spazi reali e virtuali in termini di strategie localizzative collegate, e ricordiamo le condizioni esterne di esposizione urbana e regionale a flussi di capitali e informazione (foreign direct investments), strategica diviene allora la progettazione consapevole dell ampliamento delle estensibilità dell azione umana e dell accessibilità dei luoghi ai fini dell uscita dall isolamento, della riqualificazione, recupero e sviluppo o l intercettazione dei flussi di investimento del capitale globale per il posizionamento competitivo nelle reti globali. Se è vero che gli studi sugli effetti territoriali delle privatizzazioni hanno dimostrato come il fenomeno dell accesso sia soprattutto urbano e, in modo particolare, esista non solo un divario digitale tra aree rurali e urbani ma anche un digital divide all interno di quartieri nella stessa area urbana, attualmente, però, gli impulsi delle Nazioni Unite per orientare le politiche dell accesso, utilizzando strategie di prezzo e open code della comunicazione, stanno estendendo la penetrazione di Internet in nuove aree geografiche, ad esempio, in Africa. Altri elementi di trasformazione sono connessi ai comportamenti territoriali derivanti dalla nuova interazione uomo/computer dell ubiquitous computing, ossia gli ambienti di interazione di più persone, degli ambienti intelligenti connessi allo sviluppo dei sensori, all uso di GIS e GPS, GPRS (rispettivamente Global Positioninig System e Global Positioning Radio System ). In ogni caso, il passaggio da tecnologie non portatili e dipendenti dall uso di mani e tastiera, a tecnologie invisibili (ad esempio, i cartelloni a cristalli liquidi), non necessariamente attivate da richieste individuali, riconfigureranno sia paesaggio urbano che modalità di vivere i luoghi (Townsend, 2003). Tale crescente disponibilità può espandere le flessibilità di una località e le opportunità localizzative e di sviluppo ( e di declino) per le unità geografiche (città, regioni, paesi) ma

anche per gli individui. Spesso, il complesso intreccio di interazioni di individui nel cyberspazio genera ulteriori trasformazioni e possibilità nelle località tradizionali di appartenenza. Ottenere maggiori opportunità attraverso le tecnologie dell informazione può essere concepito come un processo sequenziale a più fasi: primo, un equilibrio in mutazione tra sedentarietà e mobilità e un nuovo tipo di mobilità tramite l utilizzo in molteplice forme e scopi della strumentazione elettronica. Quindi, una volta che la comunicazione è iniziata, la velocità di accesso a luoghi e persone è istantanea e, infine, la convenienza e velocità di comunicazione risulta in una crescente estensibilità e accessibilità per utenti nel soddisfare tradizionali e nuove opportunità. Ripetute connessioni, accesso e creazione di opportunità possono alterare l equilibrio iniziale tra sedentarietà e mobilità. Nel lavoro, si intende discutere del nuovo significato della localizzazione geografica nell era dell informazione con valenze più significative rispetto agli ancoraggi tradizionali a favore di un decisivo passaggio da un concetto assoluto e deterministico, tipico ad esempio dell organizzazione industriale tradizionale, a un concetto di luogo come opportunità applicabile a diverse scale anche quella individuale. Il presente lavoro è congiunto ad una collaborazione scientifica internazionale con il Prof. A. Kellerman (Università di Haifa) (Kellerman, Paradiso, 2006) di cui presenta ulteriori sviluppi. L articolazione del lavoro prevede la rassegna dei principali concetti di localizzazione geografica nell era industriale, nel periodo di transizione 1970-80; viene, quindi, presentato un quadro concettuale della localizzazione geografica nell era dell informazioni. Infine, sono elaborati, spunti pertinenti in tema di politiche territoriali nello scenario dell informazione. 2 I PRINCIPALI CONCETTI DI LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA NELL ERA INDUSTRIALE E NEL PERIODO DI TRANSIZIONE 1970-80 2.1 Opportunità e vincoli per aree geografiche Durante l era industriale, imprenditori e politici concepivano il territorio essenzialmente come spazio isotropico, un contenitore di oggetti, in termini di assetti e dotazioni fisse indispensabili alla produzione e alla circolazione dei prodotti, un supporto valutabile in termini di prossimità a mercati o fonti di materie prime, esprimibile in modelli di centralità, gravitazione, distanze-costo, con una banalizzazione delle dinamiche agglomerative di prossimità e tanto meno di peculiarità ambientali o diversità culturali (Conti, 1996). Sfumature di significati e approcci di politiche territoriali si sono ovviamente succeduti e con diverse sfumature e, spesso, veri e propri poli artificiali di sviluppo sono stati concepiti : il

destino industriale del Mezzogiorno d Italia è stato pianificato attraverso la realizzazione di aree di insediamento di grandi imprese dell industria di base che, spesso, hanno drammaticamente alterato l ambiente e ignorato e, poi, pressoché distrutto le precedenti specializzazioni economiche locali; in molti casi, inoltre, non hanno previsto le necessarie infrastrutture di collegamento alle vie di trasporto (Celant, 1994). In generale, l iniziale vantaggio delle regioni industriali core (es. Midlands, Ruhr) si è tradotto rapidamente in vantaggio cumulato e praticamente stabile in forma di destino industriale; le dinamiche di organizzazione territoriale hanno seguito traiettorie di polarizzazione dello sviluppo in cui le regioni che intrattengono forme di interazione spaziale funzionale possono essere inquadrate in morfologie territoriali gerarchiche: in esse il rango e la taglia demografica, soprattutto urbana, danno l idea dell importanza territoriale; il destino di un territorio sembra legato soprattutto alla sua reputazione industriale; il vantaggio competitivo di una località sembra pressoché stabile, i divari regionali tendono ad aumentare piuttosto che convergere (per una rassegna teorica sul pensiero dei padri dello sviluppo regionale: Perroux, 1950, 1955; Myrdal, 1957; Hirschman, 1958; Friedman, 1972). Secondo la sintesi di Claval, 2005, sono state le innovazione energetiche che hanno permesso la concentrazione del lavoro delle competenze territorialmente disperse nelle grandi imprese concentrate; le innovazioni energetiche sono state anche alla base anche del potenziale accumulativo e di espansione delle città che hanno potuto permettere l espansione del numero dei propri abitanti ed iniziare una nuova civiltà di stampo urbano. In aggiunta a ciò, i modelli di organizzazione spaziale del tipo centro-periferia, città-campagna, hanno registrato gli effetti della rivoluzione industriale e i progressi delle tecnologie energetiche nella completa rottura del precedente ciclo locale, ossia di riciclo ecosistemico della struttura territoriale azienda agricola : le città, produttrici di manufatti e inquinamento e consumatrici di ambiente, per la prima volta nella storia, hanno iniziato a esportare verso le aree rurali insopportabili carichi di inquinamento provenienti da concentrazioni industriali e insediamenti umani e relativi rifiuti (Claval, 2005). Modelli dualistici di organizzazione spaziale e approcci che prevedono zonazioni ossia separazioni e distinzioni tra spazi/funzioni, appaiono la strumentazione più ricorrente nell organizzazione territoriale soprattutto urbana. In sintesi, non viene data normalmente importanza ai fattori di ospitalità del luogo, o alle amenità locali, o produzione e offerta culturale: il precedente stock e produzione tacita di sapere e cultura continuano ad esistere, seppure indebolite da crescenti consumi e orientamenti di massa, progressivamente trascurate e nei fatti ignorate, durante una fase di produzione e organizzazione territoriale nella quale la principale qualità territoriale è il basso costo e le basse qualità ambientali, in un ottica industrialista, sono accettabili (Atkinson e Gottlieb, 2001). Il luogo è concepito in termini di parti funzionali complementari le une alle altre in un rapporto di dotazione, sfruttamento, distribuzione e rinforzate in termini di accessibilità a infrastrutture, fornitura di energia, comunicazioni. La strutturazione del luogo

in questa maniera e l ordine spaziale che ne consegue sono il risultato della dialettica tra diversi poteri (core-priphery, capital-labor) e, seguendo Vallega (1990), imprese e città procurano polarizzazione, reti di comunicazione e informazione generano interazione spaziale, strutture materiali e comportamenti spaziali spingono verso l uniformità dei luoghi. La produzione di cultura e conoscenza è dualisticamente rappresentabile in una produzione vernacolare (a cui spettano soprattutto compiti ed elaborazioni tecniche, trasmesse in forme imitative ed orali) e di alta cultura cui spetta, in forma scritta, la produzione di valori, morali, codici di comportamento e che è inadatta ad occuparsi di tecnologia o tecnica (Claval, 2005). Naturalmente, la concezione geografica dell impresa si complessifica alquanto con i comportamenti spaziali della grande impresa a partire dagli anni 50: un certo cambiamento nella concezione di destino immutabile dei luoghi legato alla dotazione fisico-naturale e relativa organizzazione spaziale, evolve verso concezioni legate ai nuovi complessi inputs organizzativi fino alla massimizzazione globale del profitto delle grandi imprese localizzate (Lloyd e Dicken, 1990). A partire dagli anni 70, nuove possibilità tecnologiche e shock di costi, rendono possibili processi di decentramento produttivo e di disintegrazione del ciclo produttivo in reti di subfornitura che depolarizzano, per molte attività, i territori e favoriscono nuove diffusioni territoriali delle attività economiche, con rinnovati vantaggi per le piccole imprese. Le forme di interazione si complessificano, spesso all interno di una costellazione di rapporti di subfornitura e collaborazione anche per sfruttamento di know how, brevetti, licenze, con le grandi imprese. Crescente importanza viene data alle attività terziarie, con un espansione enorme di flussi di beni, servizi, capitali oltre i confini nazionali, organizzate in complesse reti di attori e attività (Storper, 2000). E stato anche notato che non si può argomentare a proposito della globalizzazione come di un fenomeno caratterizzato in termini di flussi di capitali acefali o sradicati ma come, invece, la geografia internazionale del commercio e degli investimenti sia caratterizzata da interdipendenza spaziale a distanza con atteggiamento di lealtà o patriottismo, nell effettuare decisioni di investimento, verso le attività localizzate in madre patria (Dicken, 2000). Il vantaggio della grande impresa nel permeare i territori permane ma le modalità organizzative a rete, i contenuti e i fattori competitivi sono sempre più immateriali: in questo quadro geografico la formazione di reti collaborative e alleanze, con caratteristiche di nodi (località) di attività gerarchicamente superiori, sono maggiormente dipendenti o agganciate a condizioni agglomerative di prossimità (Dematteis, 1990, sui sistemi urbani, 1993 sui sistemi territoriali come nodi di reti) e i fattori di milieu possono costituire un vantaggio comparato di una località (Camagni, 1989, Maillat, 1997). Il valore del milieu nella localizzazione fa riferimento ad esempio a caratteristiche distintive di una località, sedimentate nel corso del luogo, che conferiscono caratteri di unicità o di competenze distintive (Aydalot, 1986;

Camagni, 1989; Maillat, 1995) e all abilità a cooperare in reti per l innovazione locale (Maillat et al. 1993). Gli elementi chiave del rinnovato concetto del luogo e localizzazione, nella transizione postindustriale (1970-80) in una geografia economica più variegata e sfumata e instabile (Scott, 1986, 1988, 2000) sono costituiti in primo luogo da: capacità locali e nazionali di organizzazione e comunicazione viste come interdipendenze leggere e non mercantili che prevedono nodi di conoscenza, relazioni umane, regole, convenzioni (Storper, 2000, pag. 148); in secondo luogo, dall uso crescente di tecnologie e reti che espandono la distanza geografica di attività e inducono una nuova divisione spaziale del lavoro, ma altamente interconnessa, che permette novelli valori di prossimità geografica per i subcontratti (Storper, 1999); terzo punto caratterizzante la localizzazione è costituito da un rinnovato vantaggio e appetibilità per lavorazioni tradizionali riutilizzati per mercati di nicchia e che usano nuove competenze in termini di design e tecnologia (Storper, Chritopherson, 1987). Ne consegue che le sfide che si pongono ai territori discriminano tra località in grado di attirare attivamente capitali o riposizionarsi autonomamente e quelle che, in atteggiamenti di esposizione passiva ai flussi di capitali o non progettualità, declinano. Adesso, nell instabilità delle condizioni localizzative, la reversibilità del destino di una località spinge verso un significato di location più aderente a fattori residenziali, sia materiali che immateriali quali infrastrutture e clima sociale e culturale (Stohr, 1986; per studi complessivi sul dibattito piccola impresa, sviluppo locale innovazione: la scuola italiana (Becattini, 1987, 1989, 1998, Sforzi, 1995, Becattini et al. 2001) la scuola californiana (Scott, 1986, 1988); il gruppo GREMI sui milieux innovatori (Aydalot, 1986, Maillat, 1995, 1997, Maillat et al. 1993, Camagni, 1989). Il significato di luogo e localizzazione è maggiormente connesso a fattori immateriali quali l apprendimento collettivo territoriale (Maskell, 2001) e le abilità relazionali: il luogo è concepito in termini di bene relazionale (Storper, 1997). Nelle regioni sviluppate, ma anche in enclaves territoriali nei NIC-newly industrialized countries o PVS-paesi in via di sviluppo l ambiente e le specificità locali cominciano a essere considerate dall agenda di pianificazione (ISOCARP, 2005). 2.2 Opportunità e vincoli per gli individui Nella prima era industriale, gli individui erano considerati meri mezzi di produzione in un quadro vergine di regole in tema di accesso all uso del suolo, di politiche abitative o visioni di sviluppo urbano, di standard di sicurezza o condizioni di vita civili: gli slums in Inghilterra sono ovviamente significativi degli ambiti spaziali dei lavoratori dell era industriale ottocentesca. Il progressivo emergere di società civile, dei diritti universali e collettivi,

l accento sul welfare system hanno ovviamente innalzato progressivamente le condizioni di vita urbana e rurale. In generale, anche con il progressivo sviluppo delle comunicazioni analogiche e di trasporto, si può osservare che la persistenza di relazioni e di opportunità fra individui va inquadrate nello spazio quotidiano degli ambienti di vita e lavoro frequentati che coincidono con le comunità territoriali: in esse età, sesso e classe incidono fortemente (Werlen, 2005) all interno di una crescente omogeneizzazione di gusti, status symbol. Nella fase della transizione post industriale, prospettive geografiche sui moderni consumi mostrano l aumento della riflessività estetica come nuova dimensione che cambia le nozioni di individualità e di consumo di massa (Thrift e Glennie, 1993). L individualismo crescente, attraverso l aspirazione alla realizzazione di sé, si ricollega anche all ingresso di nuovi gruppi sociali di consumo che portano a differenziate nozioni di individualità basate su un ampliato sistema di riferimenti culturali (Thrift e Glennie, 1993). Contemporaneamente l indebolimento del sistema di welfare, affievolisce diritti collettivi ormai acquisiti, rinforza un determinismo economico nella visione della società (Harvey, 1987; 1989). Ne emerge un quadro frammentato di nuove possibilità abilitanti per taluni individui ma in un contesto complessivo di condizioni future incerte e reversibili. I commentatori delle condizioni degli individui nella post-modernità hanno arguito di fine del lavoro come di uno delle maggiori tendenze della società (Rifkin, 2000); altri rivelano l importanza di un nuovo senso di sé continuamente in interazione e adattamento cognitivo rispetto ad una mole crescente di messaggi e informazioni e chi compara con gli individui del passato argomenta di individui contemporanei multiformi, culturalmente orientati al presente piuttosto che al futuro o alla costruzione attraverso la memoria del passato (Gergen, 1991, citato in Rifkin, 2000). Il possesso di oggetti materiali in un estremo consumismo viene visto come fattore di identità di individui in una società (occidentale) feticista (Baudrillard, 1988); spesso anche l urbanistica di aree industriali da riconvertire è speculare e funzionale alle filosofie di marketing estetizzante (ne è esemplare l esperienza dei London Docklands, Paradiso 1999). Certamente la necessaria ripianificazione territoriale delle aree in declino o dimesse, il ricorso a modalità operative di collaborazione pubblico-privato, il contesto delle politiche regionali europee, hanno introdotto potenzialità per l azione di reti di individui, istituzioni, fattori immateriali (Kearns e Philo, 1993; Paradiso, 1999). La metafora del milieu innovatore sottintende, del resto, al potere crescente di catene di individui ad alto livello di conoscenza e qualificazione, che è sempre di più innalzato dalle tecnologie dell informazione e comunicazione. Il rischio, di contro, rispetto ad innalzamento delle opportunità per taluni, in assenza di visione e politiche pubbliche, è quello di dualismi crescenti e divari basati sull accesso alla conoscenza codificata (Castells, 1989). In generale, gli individui nel mutato scenario geografico di appartenenza e nelle crescenti nuove possibilità di interazione a distanza, sembrano accrescere la loro propensione e abilità a

reinventare se stessi, apprendere, evolvere quali nodi di reti a distanza e non più agenti perlopiù confinati o radicati nelle comunità areali di appartenenza. 3 SEDENTARIETA E MOBILITA NELL ERA DELL INFORMAZIONE 3.1 Le opportunità per gli individui L era dell informazione è stata caratterizzata, dagli inizi degli anni 90, da una massiccia adozione di tecnologie di informazione e media, soprattutto da Internet e telefoni mobili, in praticamente tutti gli aspetti della vita quotidiana. L espansione dell adozione è avvenuta non solo nei paesi sviluppati ma in maniera crescente si riscontra anche in quelli in via di sviluppo, grazie all impressionante espansione dell uso della telefonia mobile; in alcuni casi, come mostra il Medio Oriente, anche il computer portatile mostra di dare un contributo crescente all ampliamento della flessibilità localizzativi del luogo. Non solo la crescente adozione delle tecnologie e per ambiti geografici diversi ma altre importanti caratteristiche esaminate dalla recente letteratura geografica (Kellerman, 2006), mettono in luce una fondamentale implicazione per la flessibilità localizzativa e l espansione delle opportunità a diversi livelli di scala: accanto ad un estensivo uso di trasmissione elettronica delle informazioni e mobilità virtuale attraverso le comunicazioni, si registra anche una crescente mobilità corporea attraverso diversi media di trasporto, a volte simultanea. In particolare, lo stesso concetto di mobilità mostra di avere una densità di significati e comportamenti spaziali mai conosciuti nel passato che possono essere definiti in termini di mobilità personali virtuali (Kellerman, 2006): l estensione di sé, attraverso mezzi di comunicazione e trasmissione privati, ossia simultanei senza l intermediazione e ritardo temporale di comunicazione come il caso di tecnologie di telegramma o fax, implica non solo la possibilità di espandere le opportunità informative e di azione che derivano dall aumento del raggio geografico di comunicazione ma la tipologia, anche portatile, senza fili, permette l azione di interazione nel cyberspazio compiendo anche azioni di mobilità fisica nello spazio. Il concetto di mobilità personale è veramente centrale per individuare le nuove opportunità che una localizzazione può offrire. Il concetto nasce dal nuovo equilibrio tra sedentarietà e mobilità umana (Kellerman, 2006) -ad esempio due individui concepiti quali terminali di un raggio di distanza lungo di comunicazione virtuale e che avviene anche in comportamenti spaziali individuali di mobilità (guido l auto e comunico via cellulare; sono in metropolitana navigo o chatto)- e arricchisce le caratteristiche dello spazio geografico attraverso la fusione delle nuove e rinnovate diverse componenti fondative del luogo (Kellerman op. cit.): nuove mobilità (Urry, 2004), la compresenza (contiguità e connettività, Kaufmann, 2002, Urry,

2000); l estensibilità, la nuova accessibilità, e, si potrebbe aggiungere, la nuova densità urbana di reti e flussi informazionali tradizionali e contemporanei (Coutard, Hanley, Zimmerman, 2005, Occelli Staricco, 2002), la nuova localizzazione relativa (Kellerman, 2002) del cyberspazio interconnesso con i luoghi reali grazie anche alla mediazione dei navigatori e dei pianificatori (Paradiso, 2003a e b). Nell analisi geografica della mobilità, l elemento dinamico non può sostituire quello sedentario ma si tratta di compenetrazione in un sistema spaziale ibrido di terminali virtuali e fisici, connessi da una varietà di reti e mezzi di mobilità, operati e stabiliti da individui che inducono trasformazioni di ordine sociale nei luoghi. Attualmente l individuo si trova immerso più che nel passato in un meccanismo complesso di sradicamento e radicamento e costantemente e simultaneamente opera in mobilità e sedentarietà virtuali e fisiche (Kellerman, 2006, Kellerman, Paradiso, 2006). Le opportunità spaziali per le comunicazioni economiche e sociali, inoltre, non si sviluppano solo dalle abilità di stabilire contatti iniziali ma dalla capacità di costanza e velocità nel mantenere e sviluppare le comunicazioni. Immediatezza, istantaneità, e velocità (come concetto relativo che dipende anche dalla precedente esperienza, Hägerstrand, 1992) sono valori richiesti da attuali comportamenti spaziali fisici e virtuali, con intensità drammaticamente crescente della velocità in particolare in questioni di investimento economico. Estensibilità, originariamente definita da Janelle (1973) come espansione delle opportunità per l interazione umana (pag. 11) viene ridefinita da Adams (1995, pag. 267) come l abilità di una persona o gruppo di superare la frizione della distanza attraverso il trasporto o la comunicazione ossia l estensibilità aumenta il potenziale dell azione umana nello spazio ma non ne determina ovviamente il concreto accadimento. L accessibilità complementa l estensibilità laddove la prima si riferisce all abilità di mobilità o la potenziale (dell individuo) mobilità e l accessibilità si riferisce al potenziale del luogo a alla localizzazione stabile che può essere raggiunto da una potenziale mobilità (Kellerman, 2006). L accessibilità dunque connette persone e luoghi e contribuisce, attraverso un effetto espansivo, ad addizionali opportunità di comportamento spaziale degli individui. L accessibilità definibile anche in termini virtuali o ibridi di interazione tra spazi digitali e tradizionali favorisce nuove opportunità, ossia come recita il Merriam-Webster On Line Thesaurus (2006) una favorevole combinazione di circostanza, tempo e luogo. Se aggiungiamo un ulteriore livello di complessità: una più ampia scelta di ancoraggi localizzativi in uno scenario di nuove mobilità personali, ne deriva che l azione individuale non sia limitata al destino del proprio luogo di ancoraggio stabile e, d altro canto, il successo di un luogo può ricevere valore aggiunto apportato dall azione di un individuo a lungo raggio di distanza; lo stesso individuo potrebbe pur se sedentario in un luogo, non contribuire attivamente al progresso della propria località (Kellerman, Paradiso, 2006). Ovviamente

barriere possono essere poste all accessibilità virtuale in termini di censura, controllo o la lingua costituisce una barriera. Queste forme senza precedenti di complessa mobilità personale, in termini di comunicazione e trasmissione di informazione, così pure di accesso a informazione via web, possono permettere la comunicazione e il contatto tra individui senza particolare riferimento al contesto di appartenenza o alla struttura e organizzazione spaziale urbana, eccettuata la disponibilità infrastrutturale, (Kellerman, 2004, 2006). Il cyberspazio, quale denso concetto geografico di ambienti di convergenza tecnologica, menti umane, culture, motivazioni personali e fonte di generazione di ogni sorta di artefatti umani (Dodge, Kitchin, 2001) e l impressionante adozione di telefoni portatili sempre più sofisticati, generano un incredibile aumento di mobilità personale virtuale che rappresenta il tratto distintivo della società dell informazione (Kellerman, 2006). L uso simultaneo di tecnologie per la mobilità personale sia virtuale che corporea implica la materializzazione possibile di diverse opportunità (una derivante dalla destinazione che si sta raggiungendo in mobilità corporea altre derivante dall estensibilità umana e aumentata accessibilità delle telecomunicazioni (Kellerman, cit.). D altro canto, una più ampia accessibilità anche virtuale ad altri luoghi non necessariamente implica una chiara o corretta comprensione geografica (in senso culturale ampio) del luogo o delle azioni che si svolgono in esso. Urry (2004) suggerisce una relazionalità dei luoghi frutto di performances che sono a intermittenza mobili all interno della stessa area geografica di destinazione (in termini di luogo turistico visitato o di attività professionale temporanea). In sintesi, nell analisi geografica della dinamicità (mobilità) e sedentarietà (location) nell era dell informazione, si rende conto dell intreccio complesso, dello spazio ibrido di terminali (casa, piazza, host, pc, IP, sito web, etc) fisici e virtuali connessi da un elevata varietà di reti e mezzi di mobilità concepiti, usati, sviluppati da agenti umani, che si trovano in meccanismi di radicamento, sradicamento, in compresenza, mai come nel passato nel passato, di mobilità e sedentarietà fisico-virtuali. 3.2 Le opportunità per le unità geografiche Nonostante la vulnerabilità che presentano i territori in termini di maggiori o minore capacità di incoming di attività, dato l allargamento spaziale del raggio di informazione e a volte di azione degli individui grazie alle tecnologie personali di comunicazione, dall evidenza empirica dell analisi dei casi geografici possono essere evidenziati, in prima istanza, livelli di opportunità alla scala nazionale, in termini almeno di economie informazionali nazionali. Tali economie informazionali nazionali sono state individuate in termini di georeferenziazione di

attività sia di produzione che di consumo di informazione, secondo una diversa tassonomia geografica (Kellerman, 2006): 1. economie informazionali veterane (Scandinavia, nord America); 2. economie industriali veterane (Europa occidentale); 3. economie di nuova industrializzazione ma informazionali (Corea, Singapore Taiwan, Hong Kong presto raggiunto da Cina e India). In Europa, Irlanda ed Estonia possono essere considerate tali dal lato della produzione di informazione, l Est Europa dal lato del consumo. In Medio Oriente, Israele e Dubai possono essere considerate in questa categoria. Ovviamente diverse sono le sfumature di specializzazione territoriale; 4. paesi consumatori e in via di sviluppo dove la popolazione mostra usi crescenti di media di comunicazione ma soprattutto dal lato del consumo e non della produzione. Le tecnologie satellitari e di telefonia mobile in questi paesi (soprattutto Africa) aprono vaste opportunità (Donner, 2005, Harrison, 2005). 5. infine, paesi in via di sviluppo non informazionali che ancora attendono di adottare i nuovi sistemi e mezzi di comunicazione (Yemen, Bhutan, Myanmar, Nepal). In tutti i paesi, i fenomeni di adozione, produzione, R&S, consumo di IT e media implicano un mix di politiche regolative e territoriali che, con diverse sfumature, stanno ridisegnando la geografia economica della globalizzazione ma anche aspetti di geopolitica e geografia culturale. A livello di aree informazionali locali, principali opportunità sono venute dalla geografia industriale dell IT e R&S che ha ridisegnato la geografia economica in primis nello sviluppo di attività quaternarie in località contraddistinte da precedente vantaggio accumulato di conoscenza tacita, capacità di contatto faccia a faccia e specializzazione finanziaria (le città globali della Triade) e in una tassonomia decrescente di capacità sia di produzione che consumo (Malecki e Oinas, 1999). Ma le città sono divenute non solo sedi di quaternario ma sono concepibili in termini di forti nodi comunicativi e centri di informazione, produzione, stoccaggio e mantenimento delle attività di comunicazione via IT (Kellerman, 2002). In altri termini, si sono sviluppati i territori locali dell informazione che hanno cambiato la composizione occupazionale e il paesaggio soprattutto urbano: prima i negozi di computer indipendenti e annesse attività di manutenzione e post vendita, i negozi IT concessionari, gli Internet caffè e opportunità localizzative nuove ad esempio per la produzione di siti web e contenuti. Anche il ruolo delle università e relativi investimenti volti a sviluppare il potenziale di creazione di nuova impresa o attrazione di imprese high tech dall esterno costituisce un fenomeno in crescita e in grado anche di innovare e integrare settori tradizionali radicati sul territorio con politiche territoriali di collaborazione inter-istituzionale (in Italia, Lazzeroni, 2004 per una ricerca sull area pisana). Zook e Kellerman hanno dimostrato che in alcuni casi un vantaggio iniziale di accumulo di precedenti attività, ad esempio di input di conoscenza legati al capital venture (Zook, 2005)

derivanti da vantaggi di prossimità, o la presenza di specializzazione finanziarie, high tech e media (Kellerman, 2000, 2002), portano a posizioni di predominanza funzionale di alcune località. In altri casi, l opportunità di creare o attrarre attività legate a questo segmento dell industria di Internet offre nuove possibilità di investimento urbano. Il segmento dell hosting computers, ad esempio, non ha particolari requisiti localizzativi se non l efficienza della trasmissione (Zook, 2000). Ancora una volta i fenomeni trasnazionali di catene di individui, ad esempio ingegneri con precedenti formazioni in Usa o professionali in Silicon Valley ad esempio, sono un fattori di opportunità per lo sviluppo di attività legate all IT (Bresnahan T, Gambardella A, Saxenian A, 2001). Nello spazio dei flussi, i luoghi acquisiscono crescente importanza con una differenza principale rispetto all era pre-internet: possono essere sempre meno interpretati come indipendenti e separate entità e l interconnessione è la caratteristica principale dell attuale geografia. Le regole tradizionali della dimensione e rango urbano persistono nell interpretazione dello spazio urbano, d altro canto la mobilità individuale e la mobilità dell informazione individuale sono cambiate drasticamente: le differenze geografiche di base tra i diversi tipi di informazione non sono mutate ma tutto si muove ad una velocità impressionante rispetto al passato. Un esempio della validità, sotto alcuni aspetti, della regola rango-dimensione è fornita dall analisi regressiva di Kolko (1999) della densità di domini commerciali registrati nelle città USA dalla quale si evidenzia che le suddette densità sono direttamente proporzionali alla dimensione in termini di popolazione e inversamente proporzionale al grado di isolamento delle città in termini di distanze medie; l ingegnoso e pioniere lavoro di Zook (1999) dimostra, inoltre, che i domini registrati all interno delle singole nazioni riflettono le gerarchie dei sistemi urbani. Nel sistema della Città-Rete le ICT espandono le libertà localizzative, attenuano ma non cancellano le dipendenze dalle caratteristiche territoriali e dei vantaggi di prossimità (Graham e Marvin, 1996, Occelli, Staricco, 2002). Le reti digitali rimangono fortemente concentrate e distribuite in maniera maggiormente iniqua rispetto alle principali reti di infrastrutturazione urbana a causa, anche, del regime di privatizzazione e deregolamentazione del settore delle telecomunicazioni (Coutard, Hanley, Zimmerman, 2004); contrariamente alle tesi dominanti è stato, però, osservato che un piccolo gruppo di città in rete, attualmente, dirigono lo sviluppo delle comunicazioni detenendo un sorprendente ruolo di importanti hub e le città globali stanno sorprendentemente importando nuove tecnologie create altrove (Townsend, 2003). Per ciò che concerne le relazioni tra trasmissione dell Informazione e Comunicazione: lo spazio dei flussi ha prodotto non solo divari tra aree geografiche ma dualismi anche all interno di aree urbane; soprattutto negli Stati Uniti si è assistito alla duplicazione delle reti infrastrutturali di 10, 20, 30 volte (Townsend, 2003).

Un caso di eccellenza di sviluppo dell accesso dei cittadini e dei luoghi alla Società dell Informazione è rappresentato, invece, dalla Svezia che attualmente detiene un primato in tal senso non solo europeo ma mondiale (per una casistica internazionale, Paradiso, 2003b). Warf (2001) dimostra, per quanto riguarda gli Stati Uniti, che l accesso a Internet è correlato alle categorie di potere e reddito che sono replicate anche nel cyberspazio; secondo Graham e Marvin (1996), le ineguaglianze che emergono negli spazi tradizionali e digitali si rafforzano vicendevolmente. Le tecnologie permettono, inoltre, la messa in rete dei centri di ricerca che consente una distribuzione più diffusa di centri high-tech. Il celebre caso della Silicon Valley (Lee, Miller, Hancock e Rowen, 2000) dimostra come nel processo creativo che avviene tra individui un ruolo fondamentale è giocato dall habitat ossia dall ambiente geograficamente inteso ivi compresi i fattori di qualità della vita. Recenti ricerche di R. Florida (2002) sottolineano il valore di dotazione di specifiche caratteristiche di ambiente geografico per l attrazione di talenti, individui in grado di innescare processi creativi. Le relazioni tra la geografia e la produzione dei contenuti di Internet sono complesse (Kellerman, 2002). Da un lato, la supposta libertà localizzativa dei sistemi informativi segue le logiche geografiche, dall altro, i contenuti del Web sono estremamente vari e non dipendenti da logiche localizzative che non necessariamente riflettono i luoghi della produzione dell informazione. Contenuti e flussi possono essere ubiquitari ma la conoscenza umana è spazializzata. Le attività economiche sul Web e in generale nei sistemi ICT non richiedono spazi, ad esempio, per il magazzino, ma richiedono logiche localizzative e spazi per le sedi decisionali, i centri di distribuzione e per le server farms (Hashimoto, 2002, 2003). Nel consumo dell Informazione e Comunicazione: è interessante notare la varietà di approcci nell adozione dei prodotti tecnologici per aree geografiche (Kellerman, 2002). La popolarità della banda larga o broadband in Corea e in Giappone è dissimile, il Nord Europa ha adottato velocemente e in misura rilevante non solo europea ma globale le nuove tecnologie: all interno degli Stati Uniti la variabilità nella penetrazione di Internet nelle città è elevata tra la costa pacifica e quella atlantica. Gli scenari di evoluzione della Società dell Informazione risentono, dunque, della dialettica tra le modalità delle politiche e il radicamento delle attività nei contesti localizzativi, in un quadro di opportunità crescenti ma territorialmente selettive. 4 ERA DELL INFORMAZIONE, OPPORTUNITA, SPUNTI PER POLITICHE TERRITORIALI

Dalle argomentazioni precedenti possono essere ricavati alcuni punti fermi intorno ai quali elaborare spunti pertinenti di politica e organizzazione territoriale: 1. le opportunità crescenti vanno viste in un quadro congiunto individui-aree geografiche in quanto nella contemporaneità gli individui sono impegnati e radicati simultaneamente all interno di mobilità-sedentarietà fisico-virtuali (Kellerman, 2006). 2. In assenza di politiche territoriali, la mobilità individuale può entrare in conflitto con la propria area geografica di origine e avviare il paradosso di individuali sedentari come residenza in un luogo ma attivamente mobili nelle reti, che possono contribuire a distanza allo sviluppo di altre aree e non produrre particolare beneficio nella propria (Kellerman, Paradiso, 2006). 3. La geografia della Società dell Informazione è variamente differenziata (tra città, paesi, mondo sviluppato e PVS etc) con diversi impatti generati, livelli di opportunità e necessita di approcci localizzati. 4. Lo scenario dell abbondanza di capitali di investimento è esorbitante rispetto alla visione politica e le capacità di progettualità territoriale attuale. D altro canto, essa permette una storica possibilità di inserimento nelle reti globali per paesi che non avevano avuto alcun destino industriale (Dubai ad esempio, la Malaysia, Paradiso, 2003, Corey, 1998, 2001). Se assumiamo queste considerazioni come tratti determinanti dello scenario territoriale dell Era dell Informazione, possono essere, allora, individuati alcuni assi di intervento per le politiche: alcuni maggiormente riguardanti le unità geografiche, altri gli individui e altri di sintesi dell azione combinata per individui-unità geografiche. Linee di azione per unità geografiche. -Regolazione delle infrastrutture e politiche di accesso in un approccio territorializzato non semplicemente tecnologico: la progettazione della Geografia della Rete può essere intesa come progettazione di strutture territoriali caratterizzate dai valori geografici di accessibilità (piattaforme di accesso), di localizzazione strategica per la concentrazione (hub territoriali di livello globali e via via gerarchicamente inferiori, secondo novelle configurazioni di località centrali che fungono anche da attrattori di attività di direzione e sviluppo del settore ICT, come ad esempio avviene per le città di New York, Singapore, Hong Kong), e per la diffusione e interazione (unità puntuali sul territorio che svolgono da gate o punti di accesso alla Rete quali chioschi interattivi o da sviluppatori e diffusori di servizi on-line al territorio, quali i call centre), e, infine, la progettazione territoriale dell informazione e comunicazione può essere concepita come strumento e fattore di radicamento e sviluppo locale (portali territoriali, e-government delle città on line, reti civiche, e-market orientati all e-commerce di prodotti locali) (Paradiso, 2003b).

- L integrazione dell IT nella pianificazione territoriale dovrebbe essere una regola d oro, specie con l affermazione di tecnologie satellitari e convergenza dei media: da ipotesi di piano regolatore digitale (Fistola, 2001, 2002) a investimenti IT come strumenti di sviluppo e organizzazione territoriale (Lorentzon, ad esempio sui call centres in Svezia per la competitività dei distretti industriali, 2004, 2003) sono esempi che appaiono auspicabili. Linee di azione per gli individui. Altresì necessarie appaiono politiche per la consapevolezza e l istruzione, ossia la valorizzazione del potenziale degli individui attraverso curricula innovativi (tecnologia-saperi umanistici), la formazione di nuove competenze relative ad una vasta gamma di profili collegati ai nuovi servizi che utilizzano le ICT, ma anche il sostegno alla mobilità personale in termini di facilità e velocità; infine, politiche e strumenti di accesso, addestramento all uso di Internet, sensibilizzazione ai benefici delle ICT costruiscono un ambiente favorevole alla diffusione territoriale e individuale dei benefici delle iniziative. Linee di azione combinate individui-unità geografiche: -investire in qualità territoriale come qualità della vita dei luoghi e nei luoghi: dunque, i criteri di scelte localizzative dei punti di accesso alla rete, delle modalità di direzione e impulso allo sviluppo di contenuti della rete per la qualità della vita e lo sviluppo economico (digitalizzazione di funzioni urbano-rurali di welfare e di contatto transattivo con la pubblica amministrazione non solo informativo, distretti industriali virtuali, parchi tematici o naturali in rete), appaiono come fattori discriminanti per una Società dell Informazione sostenibile (Paradiso, 2003 a e b). Infatti, il sostegno delle mobilità personali va sostenuto e perseguito e accompagnato da progettazioni locali che aumentino il senso di lealtà e opportunità di azione degli individui nei propri territori. In aggiunta a ciò, obiettivi di rinnovo urbano, influenzati da pratiche organizzatrici e pianificatorie relazionali (per un approccio di relational planning for technology and knowledge, si veda Wilson, Corey, 2003) volte a migliorare la coesione sociale, le opportunità culturali e di intrattenimento, favoriscono la creatività dei luoghi idonea per l azione positiva locale e la reputazione territoriale nazionale e locale (emblematico, ad esempio, è il caso svedese). Investire in corridoi tecnologici, smart cities, non è sufficiente per una qualità territoriale complessiva. L integrazione locale tra ricerca, istituzioni, campus universitari, attraverso politiche di integrazione per l avvio di nuove imprese high tech o la produzione di conoscenza, e conseguenti miglioramenti delle pertinenti organizzazioni territoriali, possono contribuire efficacemente a migliorare il rapportosedentarietà mobilità e innalzare le opportunità del luogo (Paradiso, 2003b, Lorentzon 2004, 2003, 2000, 1998, Lazzeroni, 2004). In generale, anche dall analisi e valutazione empirica di un esperienza pilota e di successo in Italia, quale il caso della città digitale di Bologna (Paradiso, 2004), si riscontra l esigenza di

nuovi strumenti del ciclo delle politiche territoriali e nuove organizzazioni delle istituzioni: i nuovi servizi municipali legati alle IT e ai progetto di e-government impiegano personale a contratto e l incertezza dell ottenimento dei fondi, per lo più a concorrenzialità di progetto, e il tempo-uomo dedicato alla relativa stesura, costituiscono motivo di indebolimento delle prestazioni; inoltre, nei servizi classici di pianificazione non si registra normalmente un apertura alle tematiche e strumenti dell era dell informazione e non si registra una cooperazione programmata tra servizi, ad esempio, di pianificazione territoriale e comunicazione e politiche IT (questi ultimi due punti sono confermati anche dalla ricerca di Firmino su altre città europee 2005). Ciò che inoltre è evidente e confermato da interlocutori privilegiati (Paradiso, 2004) è la necessità di costruire una strumentazione metodologica di valutazione dell impatto territoriale degli investimenti IT anche allo scopo di negoziare gli investimenti, aumentare la desiderabilità di iniziative territoriale dell informazione, monitorare il ciclo di pianificazione e allestire i partenariati. Tuttavia in Italia, l indisponibilità di dati a livello urbano riguardanti indicatori della società dell Informazione e l indifferenza istituzionale a ciò, costituiscono una preoccupante barriera alla ricerca e progettazione in Italia per la Società dell Informazione. Anche un non più recentissimo rapporto europeo attestava l importanza di indicatori territoriali e non semplicemente nazionali (Helten, Fischer 2004): tuttavia non si vedono ancora spiragli positivi. 5 BIBLIOGRAFIA Adams P.C, 1995, "A reconsideration of personal boundaries in space-time" Annals of the Association of American Geographers 85 267-285 Atkinson R.D., Gottlieb P.D, 2001 The Metropolitan New Economy Index, Progressive Policy Institute, Research Report, April 19 th. http://www.piononline.org Aydalot P Ed, 1986 Milieux Innovateurs en Europe (GREMI, Paris) Baran P. A, 1957 The Political Economy of Growth (Monthly Review Press, New York) Baudrillard J, 1988 Jean Baudrillard: Selected Writings Ed M Poster (Polity and Stanford University Press, Cambridge and Stanford) Becattini G, 1987, "Introduzione: Il distretto industriale Marshalliano, cronaca di un ritrovamento", in Mercato e Forze Locali: Il Distretto Industriale Ed G Becattini (Il Mulino, Bologna), pp 7-34 Becattini G, 1989, "Il Distretto Industriale Marshalliano come concetto socio-economico" Stato e Mercato 25 111-28 Becattini G, 1998 Distretti Industriali e Made in Italy (Bollati Boringhieri, Torino) Becattini G, Bellandi M, Sforzi F, 2001, Eds Lezioni Sullo Sviluppo Locale (Rosenberg & Sellier, Torino) Bresnahan T, Gambardella A, Saxenian A, 2001, " Old economy inputs for new economy outcomes: Cluster formation in the new Silicon Valleys" Industrial and Corporate Change 4 835-860

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