Pitelli. Sito di interesse nazionale

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Pitelli L ambito territoriale del sito di Pitelli (SP) corrisponde ad una superficie complessiva di circa 16 Km², costituita da una porzione terrestre ricadente nei Comuni di La Spezia, Arcola e Lerici e da una porzione marino costiera di circa 12 Km² corrispondente all area portuale, sino alla diga foranea. La parte a terra del sito è stata ed è tuttora caratterizzata dalla presenza di attività produttive artigianali e industriali, impianti di smaltimento rifiuti, presidi militari, insediamenti residenziali e piccoli appezzamenti agricoli. Sulla parte di competenza amministrativa dell Autorità Portuale della Spezia, cioè la fascia costiera della rada, insistono attività produttive private esercite in regime di concessione quali carico e scarico merci, terminal petroliferi, cantieri navali, movimentazione containers, porto turistico. Sono inoltre presenti numerosi insediamenti militari con relative infrastrutture quali depositi di idrocarburi, polveriere in attività e dimesse, stabilimenti di produzione attualmente dismessi, aree di magazzino. Ai fini delle attività di caratterizzazione, l area inclusa nella perimetrazione è stata suddivisa in aree di competenza della Pubblica Amministrazione ed in aree private. Le prime comprendono tutte le aree ad uso pubblico quali corsi d acqua, parchi, aree naturali, area marino - costiera e le aree residenziali di proprietà privata che sono state oggetto passivo di inquinamento; sono esclusi gli impianti di smaltimento rifiuti, le aree su cui insistono impianti industriali attivi o dismessi ed i cantieri navali, che sono stati individuati come contaminati o potenzialmente contaminati e che rappresentano le aree private. Sito di interesse nazionale A causa dell elevata pressione ambientale, l area è stata oggetto nel corso degli anni di azioni di indagine e monitoraggio svolte da diversi Enti (USL-PMIP, Comune della Spezia, Provincia della Spezia, Dipartimento Provinciale ARPAL della Spezia). Per tutte le criticità rilevate, per le pressioni degli Enti locali e per il clamore sollevato dalla stampa sulle inchieste svolte dalla Magistratura, il sito di Pitelli è stato inserito nell elenco dei primi interventi di bonifica d interesse nazionale previsto dalla legge n. 426 del 9/12/1998, recante Nuovi interventi in campo ambientale. Con decreto del Ministero dell Ambiente del 10/1/2000, modificato con successivo decreto del Ministero dell Ambiente del 27/2/2001, è stata definita ed approvata la perimetrazione del sito. Il Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, approvato con decreto Ministeriale 18/9/2001, n. 468, assegna alla Regione oltre 9 milioni di Euro per gli interventi di interesse pubblico da effettuare nell ambito del sito.

Inquadramento generale PARTE A TERRA L area è ubicata nella parte orientale del Comune della Spezia, sconfinando per due piccole porzioni nei territori comunali di Lerici e Arcola e si estende su una superficie di circa 4 kmq, a quote variabili tra il livello del mare e circa 180 m s.l.m., e comprende gli abitati di Fossamastra, San Bartolomeo, Ruffino, Pitelli e Muggiano. Detta area fa parte del promontorio orientale del Golfo della Spezia ed è geograficamente delimitata a Nord dal Torrente Fossamastra, ad Ovest e a Sud dalla linea di costa, mentre verso Est sono localizzati l abitato di Pitelli ed una serie di piccole colline non molto elevate. Essa non è interessata da importanti arterie di traffico; al di fuori, poco a Nord, si trova il raccordo autostradale Fornola La Spezia, dotato recentemente di uno svincolo per Lerici che attraversa, in parte in galleria, la zona considerata.. La viabilità locale, infine, è contraddistinta dalla SS n. 331 che, percorrendo i margini occidentali e meridionali dell area in esame, collega La Spezia con Lerici. Strade a carattere locale servono i vari insediamenti abitativi e produttivi esistenti: di particolare significatività tra queste è la via Pitelli, che da Viale San Bartolomeo conduce all abitato di Pitelli attraversando per intero la zona centrale dell area in esame. Sono presenti numerose attività anche all interno della perimetrazione a terra del sito di bonifica di interesse nazionale: attività di tipo commerciale o legate al trasporto marittimo e della cantieristica navale; di tipo industriale, con impianti tuttora attivi: Penox (ex PbO), Centrale Termoelettrica ENEL o dismessi: ex Fonderia di Piombo Pertusola; presidi militari, impianti di gestione rifiuti: discariche Vallegrande, Monte Montada, Saturnia, Ruffino-Pitelli, Val Bosca, Tiro a Piattello. In relazione a queste ultime, sono presenti aree dismesse, che in passato sono state sede di impianti di smaltimento, e aree utilizzate in maniera discontinua come discariche: area ex Ipodec, area Campetto, etc. Acque superficiali Il reticolo idrografico locale, oltre al Torrente Fossamastra, è rappresentato da altri corpi idrici minori, tutti a carattere torrentizio, tra cui vanno ricordati il rio Pagliari ed il rio Canalone che scorrono entrambi nell ambito dell area vasta in esame, interessando direttamente due siti con criticità ambientali in essa individuati (rispettivamente la zona ex Ipodec e l area occupata dalla discarica Ruffino - Pitelli). La presenza costante di acque superficiali è rilevabile esclusivamente nel Torrente Fossamastra, che lambisce il margine settentrionale dell area, poiché i piccoli rivi esistenti presentano un regime fortemente stagionale con presenza d acqua solo per brevi periodi e in relazione alle precipitazioni meteoriche. Lineamenti geologici I lineamenti geologici dell area studiata, che si inquadra nel Foglio n. 95 Spezia della Carta Geologica d Italia alla scala 1:100.000, sono costituiti da un ossatura rocciosa riferibile al margine tirrenico dell Appennino Settentrionale, costituito dalla sovrapposizione tettonica di grandi falde diverse per litologia, struttura ed origine paleogeografica. Inquadramento idrogeologico Nell ambito territoriale in cui si inserisce l area esaminata, affiorano rocce prevalentemente a bassa permeabilità e tale elemento non consente una circolazione idrica sotterranea ben definita e neppure la formazione di sorgenti di una certa consistenza. Acque sotterranee

Nell area in esame è stata accertata l esistenza di numerosi pozzi, essenzialmente privati, utilizzati sia per scopi irrigui (legati soprattutto all uso delle singole abitazioni per giardinaggio ed ortofrutta), che per usi industriali (pulizia piazzali, ecc.). Non sono invece presenti opere di prelievo in falda di acque ad uso potabile. PARTE A MARE L intera area marina risulta fortemente antropizzata ed al suo interno si possono principalmente riconoscere le seguenti attività: un Porto commerciale adibito a traffico mercantile e passeggeri; diversi porti turistici; l Arsenale Militare (Darsena Duca degli Abruzzi); aree interessate da cantieristica navale; aree interessate da attività di carico e scarico (gasdotto, etc.); impianti di mitilicoltura (in prossimità della diga foranea, all interno ed all esterno di essa) ed ittiocoltura (in località Le Grazie ). L area è caratterizzata da fondali poco profondi, con sedimentazione recente a tessitura fine che poggia su uno spessore sottile di sedimenti fini attribuibili ad una deposizione di ambiente lagunare; al di sotto si trovano sedimenti di origine continentale (ghiaie e sabbie in matrice fine) che poggiano invece su un substrato roccioso. Il Golfo è interessato da un idrodinamismo ridotto. I processi che regolano il ricambio delle acque al suo interno sono legati alla circolazione residua (dovuta all azione combinata del vento di brezza e dello scarico termico della centrale ENEL), che determina il trasporto dalle zone più interne verso le bocche della diga, ed a componenti attive in vicinanza delle bocche, che favoriscono il rimescolamento delle acque e gli scambi tra rada e mare aperto. All interno della rada confluiscono numerosi scarichi di natura sia industriale che civile, concentrati prevalentemente nell area settentrionale, in corrispondenza del porto mercantile, della fascia centrale della città e della zona cantieristica. Risultano inoltre presenti alcuni scarichi nella Rada di Cadimare, adiacente la Darsena militare, e nella Rada delle Grazie. Tra gli scarichi fognari, il più rilevante per portata e carico inquinante risulta il Canale Lagora, collettore della parte settentrionale del centro città, che viene incanalato dalla diga della Darsena militare verso il centro della rada. Sono presenti, inoltre, numerosi torrenti e fossi che sversano in mare acque contenenti liquami e fognature non trattate.

LA CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE Il Piano di Caratterizzazione delle aree di competenza della Pubblica Amministrazione è stato redatto dal gruppo, istituito in sede di Conferenza dei Servizi il 5/12/2000, formato dai tecnici dei Comuni della Spezia, Lerici e Arcola, della Provincia della Spezia, dell ARPA Liguria Direzione Scientifica e Dipartimento della Spezia, della Regione Liguria, dell Autorità Portuale, con il coordinamento di ANPA, Dipartimento Prevenzione e Risanamento Ambientale. Il documento è stato presentato in Conferenza di Servizi nazionale ed approvato il 12/2/2002. Il Piano di Caratterizzazione raccoglie in un documento di sintesi la descrizione territoriale dell area perimetrata, al fine di organizzare in maniera unitaria le informazioni disponibili sulle attività di gestione rifiuti e produttive svolte sul sito e le valutazioni preliminari sulla qualità delle matrici dell ambiente terrestre elaborate presso i soggetti pubblici e privati, raccolte od elaborate dai primi anni 90. Per aree di competenza pubblica, si intende il territorio all interno dell area perimetrata che comprende tutte le aree ad uso pubblico (corsi d acqua, parchi, aree naturali) e le aree residenziali di proprietà privata che sono oggetto passivo dell inquinamento, da cui sono escluse le discariche private, le aree su cui insistono impianti industriali attivi e dismessi ed i cantieri navali. Per quanto riguarda le aree militari comprese nella perimetrazione non ci sono indicazioni circa le modalità con cui affrontare gli interventi di bonifica e ripristino ambientale. La raccolta, la preliminare valutazione delle informazioni e dei dati esistenti e la descrizione territoriale dell area perimetrata sono state condotte al fine di progettare le campagne di investigazione mirate a definire la qualità delle matrici ambientali dell ambiente terrestre e valutare la necessità di realizzare interventi di bonifica e ripristino ambientale delle aree di competenza pubblica. La completa analisi dei dati già disponibili e l elaborazione dei risultati delle investigazioni previste dal Piano di Caratterizzazione permette di: individuare la necessità di realizzare azioni di messa in sicurezza di emergenza sia per siti di competenza privata che pubblica; esprimere un giudizio sulla qualità delle matrici dell ambiente terrestre compreso nell area perimetrata; individuare le vie di migrazione nell ambiente delle sostanze inquinanti; fornire indicazioni utili a valutare il rischio di esposizione della popolazione e degli operatori all eventuale inquinamento delle matrici ambientali; definire le specifiche competenze per i diversi interventi di bonifica e ripristino ambientale; individuare le porzioni di territorio su cui potrebbe essere necessario attuare interventi sostitutivi da parte dell ente pubblico; valutare la necessità di modificare le dimensioni dell area perimetrata; armonizzare le attività di competenza pubblica e gli interventi dei privati. Il Piano di Caratterizzazione presenta inoltre: una descrizione sintetica del territorio interessato dalla presenza delle aree di discarica, di alcune zone industriali e dalle attività di cantieristica navale; la raccolta delle conoscenze tecnico-amministrative sulla gestione delle aree di discarica di competenza pubblica e privata e sulle aree industriali; una sintesi sulla valutazione della qualità delle matrici ambientali, effettuata sulla base delle indagini svolte dalle autorità competenti nell ultimo decennio; azioni di messa in sicurezza d emergenza e progetti di bonifica già presentati dai soggetti pubblici e privati;

il modello concettuale preliminare dell area; il piano di investigazione delle aree di competenza pubblica; la stima dei costi per l esecuzione delle diverse attività previste nel Piano di caratterizzazione. Attività amministrativa Nel dicembre 2002 la Regione ha affidato all ARPAL l esecuzione del Piano di caratterizzazione delle aree di interesse pubblico sia a terra che a mare concernenti il sito di interesse nazionale di Pitelli, conformemente ai progetti approvati in Conferenza dei Servizi nazionale in data 12/2/2002. Successivamente la Regione recepiva le intese intercorse con l ARPAL in ordine alla determinazione di nuove modalità di attuazione della caratterizzazione del sito. Le nuove modalità di attuazione del Piano stabilivano l'esecuzione delle indagini per lotti funzionali, individuati suddividendo il sito in bacini omogenei dal punto di vista idrografico, al fine di consentire una più rapida restituzione delle informazioni progressivamente raccolte e garantire, conseguentemente, un rapido avvio sia di eventuali interventi di messa in sicurezza d emergenza sia della predisposizione ed esecuzione dei progetti preliminari e definitivi di bonifica che, altrimenti, avrebbero potuto essere redatti solo a conclusione dell intera realizzazione del piano di caratterizzazione. Sulla base di quanto sopra, il Piano di caratterizzazione veniva così suddiviso: programma di attuazione sulle aree a terra; programma di attuazione sulle aree a mare. In tale contesto, si è nuovamente modificata la situazione con l approvazione, in data 24/3/2004, da parte della Conferenza dei Servizi nazionale, dell'aggiornamento del Piano di caratterizzazione ambientale dell'area marino - costiera prospiciente il sito di Pitelli, proposto dall'icram. Ciò ha comportato una ridefinizione a livello locale delle azioni necessarie all attuazione del Piano. La Regione ha pertanto approvato i programmi per le nuove attività sulla parte a mare: 100 stazioni di campionamento svolte ARPAL e 64 stazioni di campionamento a Sviluppo Italia Aree Produttive (SIAP). Le rimanenti 19 stazioni previste dal Piano di caratterizzazione dell area marino costiera sarebbero state eseguite dall Autorità Portuale della Spezia a propria cura e spese. Termine per l esecuzione delle analisi della parte a terra: giugno 2005, elaborazione dati e relazione finale entro ottobre 2005; termine per l esecuzione delle analisi della parte marino costiera: 31/12/2004, elaborazione dati entro febbraio 2005 e relazione finale entro maggio 2005. Tutte le date sopraindicate sono state rispettate. Sintesi sulle attività di caratterizzazione parte a terra Campionamenti acque superficiali: previsti 15 punti con cadenza trimestrale per anno. Campionamento suoli superficiali: l attività prevede il campionamento di due strati di suolo su 105 punti di indagine. Campionamento amianto fibre aerodisperse: l attività prevede il campionamento in quattro località con andamento stagionale

Campionamento percolato: l attività prevede il campionamento in tre discariche a cadenza quadrimestrale per un totale di 9 campioni Sondaggi del sottosuolo, campionamento, installazione piezometri: realizzazione di 21 sondaggi del terreno con la raccolta di campioni dei vari strati e la realizzazione di 21 piezometri principali e 21 secondari (eventuali) Campionamenti acque sotterranee: l attività prevede il campionamento delle acque nei piezometri installati con cadenza bimestrale. Le analisi dei campioni di suolo sono state effettuate sulla frazione granulometrica passante il vaglio 2 mm e ad essa soltanto sono stati riferiti i dati analitici, per effettuare il successivo confronto con i valori limite definiti dal DM 471/99. In linea generale il campionamento delle acque superficiali è risultato problematico per la mancanza d acqua; in particolare la campagna estiva, nella quale sono stati prelevati solo 3 campioni; Migliori sono state le campagne autunnali e invernali, mentre la stagione primaverile è quella nella quale è stato possibile prelevare il maggior numero di campioni. Proprio per tale ragione si è ritenuto opportuno aggiungere un ulteriore campagna (C5) alle quattro già effettuate, in quanto sarebbe andata a coincidere con il periodo primaverile e avrebbe permesso di raccogliere un maggior numero di informazioni. Per le analisi delle acque sotterranee sono stati prelevati e analizzati 110 campioni. Sintesi sulle attività di caratterizzazione parte a mare Il piano di caratterizzazione per tale area è stato redatto dall ICRAM, in prima stesura, nel gennaio 2002 ed è stato approvato con prescrizioni dalla Conferenza di Servizi ministeriale del 12/2/2002. In seguito all acquisizione dei dati e delle informazioni derivanti da diverse campagne d indagine effettuate nel 2002 e nel 2003 sui fondali di alcune aree della Rada della Spezia, è stato redatto un nuovo piano di caratterizzazione, che ha tenuto conto sia delle nuove informazioni che delle prescrizioni della sopra indicata Conferenza di Servizi. Il piano aggiornato è stato approvato dalla Conferenza di Servizi del 24/3/2004. Il piano di caratterizzazione prevedeva una serie di indagini su diverse matrici ambientali: sedimenti, biota ed acqua. Le attività di caratterizzazione previste sul comparto sedimenti hanno comportato: - l esecuzione d indagini geofisiche preliminari (ai fini dell individuazione della presenza di substrato roccioso) e di indagini per l individuazione di eventuali residuali bellici (ai fini dell esecuzione delle attività di campionamento in condizioni di sicurezza); - il prelievo di n. 183 carote di sedimento (per l esecuzione di analisi di tipo chimico-fisico su un numero complessivo di livelli pari a n. 791) e nel prelievo di alcuni campioni superficiali mediante benna o box-corer (per l esecuzione di saggi ecotossicologici su un numero complessivo di n. 20 campioni).

SINTESI SUI RISULTATI DELLA CARATTERIZZAZIONE Parte a terra La matrice Suolo rappresenta la matrice ambientale che più risente della contaminazione e che porta le maggiori criticità. Il livello di contaminazione maggiore risulta a carico della componente metalli pesanti ed i valori più elevati sono localizzati nelle sezioni più superficiali fino al metro di profondità. Decisamente rilevante è la presenza di Piombo in tutti i lotti con particolare riferimento alla zona ex Pertusola e alla zona intorno alla Penox ex PbO e in maniera più diffusa altrove. Dall analisi dei dati riferiti agli strati di terreno corrispondenti alle profondità comprese negli intervalli 0-10 e 10-90 cm, si possono sintetizzare le seguenti osservazioni: 1. risulta un arricchimento «non naturale» del primo intervallo rispetto al secondo per quanto concerne Pb, Zn, Hg e Cd, derivanti da accumuli superficiali dovuti al trasporto eolico (fenomeno di fall-out); 2. il parametro As, a differenza degli altri metalli, si riscontra in modo costante in tutta la verticale di indagine. Si è individuata una concentrazione di fondo naturale attestabile a 50 mg/kg. Facendo riferimento a tale valore si evidenziano pochi superi di arsenico, soprattutto localizzati nello strato più superficiale in alcuni punti già critici per altri inquinanti. Dall analisi dei dati delle aree private si nota che le concentrazioni più elevate dei parametri Pb e Hg sono state rilevate all interno delle Aree ex Ipodec, ex PbO e Ruffino-Pitelli e che le aree anomale, estrapolate da campioni di suoli indisturbati raccolti in aree pubbliche, coincidono circa con le zone vallive prospicienti alle attività sopra riportate, confermando che il trasporto eolico può essere controllato dalla orografia esistente. Si ritiene opportuno evidenziare una ulteriore serie di considerazioni che completano il quadro per quel che riguarda la problematica suolo: 1. tutte le 9 stazioni inserite in area industriale non presentano alcun superamento della CLA colonna B del DM 471/99 nello strato più superficiale, mentre nello strato successivo solo una presenta un superamento della CLA colonna B del DM 471/99 per il parametro HC>12; 2. solo tre stazioni poste in area verde pubblico risultano esenti da superamenti della CLA della colonna A tab.1 del DM 471/99 nello strato più superficiale. Nello strato successivo le stazioni non contaminate salgono a 7. 3. La presenza di inquinamento organico è significativa, distribuita su tutti e cinque i lotti e sui «bianchi» e localizzata principalmente, ma non solo, negli strati più superficiali. Si rileva anche presenza di inquinamento da IPA. Per contro l inquinamento da IPA è più diffuso nel primissimo strato superficiale e non supera mai il limite di colonna B. 4. Su 3 stazioni si sono rilevati superamenti pari a 10 volte la CLA per le aree industriali, ascrivibili a situazioni di «hot spots» ai fini dell adozione di misure di messa in sicurezza di emergenza. I superi riguardano i metalli pesanti: piombo, mercurio e cadmio. 5. In relazione ai 10 punti cosiddetti «bianchi» si osserva, anche in questi, contaminazione da parte di metalli, PCB e composti organici. Pertanto, si evidenzia abbastanza chiaramente che il livello di contaminazione dei suoli, confermando quanto predetto dal modello di diffusione, oltrepassa i confini della perimetrazione del sito, così come definiti nella norma di riferimento. 6. Al di sotto del primo metro di terreno l inquinamento è limitato solo ad alcune stazioni e considerando il numero dei superamenti riscontrati rispetto al numero dei campioni prelevati dai sondaggi realizzati, si può ritenere che il fenomeno di inquinamento degli strati profondi sia contenuto. Sulla base di quanto sopra esposto anche se, in considerazione del ridotto numero di sondaggi rispetto all estensione dell area, per il suolo profondo non può essere valutata una

distribuzione su base statistica secondo la maglia sistematica adottata, l indagine svolta può essere ritenuta sufficiente a dare una indicazione sullo stato dell inquinamento dei suoli profondi. In conclusione, il Sito di interesse nazionale di Pitelli nelle aree a terra risulta diffusamente inquinato a causa delle forti pressioni antropiche presenti nell area o esercitate in passato, ma i principali agenti inquinanti sono rappresentati da metalli, soprattutto Piombo e in misura minore Zinco e Mercurio riscontrati negli strati superficiali del suolo principalmente nei primi 10 centimetri e nel primo metro considerando anche i parametri organici. Parte a mare Risultati delle indagini chimiche effettuate sui sedimenti Le risultanze analitiche derivanti dalla realizzazione del piano di caratterizzazione hanno evidenziato all interno della Rada una forte contaminazione, dovuta principalmente a metalli pesanti ed elementi in tracce e a composti organostannici, e secondariamente ad Idrocarburi Policiclici Aromatici, idrocarburi pesanti e Policlorobifenili. Ad eccezione di un tratto parziale del Porto Commerciale, dal Terminal del Golfo al Molo Fornelli, la contaminazione è diffusa prevalentemente lungo tutta la fascia costiera, che maggiormente risente delle attività commerciali, industriali e cantieristiche, nonché della presenza di numerosi scarichi. L area più interna alla Rada appare meno contaminata, avendo subito in misura minore le conseguenze delle diverse attività che vi hanno insistito in passato o tuttora vengono svolte in questo tratto di costa. Fanno eccezione alcuni tratti del Canale di Accesso e dell area di fronte all ex Fonderia di Piombo Pertusola, a ridosso della Diga Foranea. Il maggior grado di contaminazione e la sua maggiore estensione si rileva nei primi 70-100 cm. Infatti, dopo il primo metro, la contaminazione si concentra quasi totalmente, a parte un paio di hot spots, in aree molto circoscritte, in prossimità di moli, banchine, insenature, dove, oltre a essere presente un intensa attività antropica, è forte la tendenza all accumulo dei sedimenti: il Seno della Pertusola, i Cantieri Navali Muggiano e Beconcini, l area Mariperman, Porto Lotti, Molo Pagliari, i Moli Ravano, Garibaldi, Italia, Mirabello, la banchina Morin, Cadimare, i Seni del Fezzano, di Panigaglia e de Le Grazie. Negli strati più profondi (fino a 3 m) si osserva una riduzione, sia dell estensione che del numero delle aree contaminate. I contaminanti che contribuiscono maggiormente alla contaminazione della Rada della Spezia sono: Mercurio, Piombo, Zinco ed organostannici (TBT), seguiti poi da Rame, Idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi pesanti e Policlorobifenili. Risultati delle indagini microbiologiche effettuate sui sedimenti Dall esame dei risultati delle indagini microbiologiche, effettuate sui sedimenti nel corso delle diverse campagne condotte nell area marina perimetrata del sito di Pitelli, si evince l assenza di agenti patogeni (Salmonella). Risulta tuttavia evidente una contaminazione di origine fecale (presenza di Streptococchi fecali e di Spore di Clostridi solfito-riduttori) in tutta l area della Rada, maggiormente localizzata nella fascia costiera dove sono ubicati scarichi civili diretti, e più in particolare nell area compresa tra il Molo Garibaldi ed il Molo Mirabello, inclusa l area prospiciente la foce del canale Lagora. I livelli di concentrazione riscontrati indicano uno stato di inquinamento attuale e pregresso generalmente diffuso sull intera Rada e dovuto alla presenza di numerosi scarichi civili diretti.

La maggiore concentrazione riscontrata nell area compresa tra il Molo Garibaldi ed il Molo Mirabello (inclusa l area prospiciente la foce del canale Lagora) è verosimilmente attribuibile al non completamento dell allacciamento degli scarichi civili del centro storico del Comune della Spezia al depuratore. Risultati dei saggi ecotossicologici effettuati sui sedimenti Per quanto riguarda la fase solida i livelli di tossicità acuta evidenziati risultano generalmente piuttosto significativi, suggerendo l ipotesi della presenza di miscele complesse di contaminanti biodisponibili per il batterio di natura prevalentemente idrofoba. Per ciò che concerne l elutriato, il rotifero ha subito effetti significativi in termini di mortalità degli organismi in diversi campioni. Tale mortalità, inoltre, tende ad aumentare con il prolungamento dell esposizione da 24 a 48 ore. Il livello di tossicità acuta per ciascuna specie può essere classificato sulla base di un punteggio da attribuire a ciascun campione per ogni specie in funzione della risposta tossicologica ottenuta. Dall integrazione dei dati ecotossicologici emerge una situazione complessiva piuttosto negativa. La maggior parte dei sedimenti saggiati, infatti, è in grado di provocare effetti tossicologici acuti importanti, sia nella frazione solida che liquida. Ciò denota la presenza di miscele complesse di contaminanti di natura organica ed inorganica in forma e concentrazione biodisponibile per gli organismi. E opportuno evidenziare, inoltre, che le risposte tossicologiche peggiori interessano le stazioni più prossime alla costa. Conservano un potenziale ecotossicologico significativo anche le stazioni ricadenti nelle vicinanze delle aree destinate alla molluschicoltura, in prossimità della diga foranea. Valutazione dello stato di qualità complessivo dei sedimenti del golfo della Spezia Dall esame dei risultati delle analisi fisiche, chimiche, microbiologiche effettuate sui sedimenti dell area marina perimetrata emerge uno stato di qualità ambientale particolarmente compromesso, evidente conseguenza di un inquinamento intenso sia pregresso che attuale. E da rilevare comunque che la maggiore contaminazione riscontrata è localizzata principalmente lungo la fascia costiera e lungo il canale di accesso e per lo più concentrata nello strato più superficiale (nei primi 50-100 cm). La contaminazione riscontrata è dovuta principalmente a metalli pesanti ed elementi in tracce e a composti organostannici, e secondariamente ad Idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi pesanti e policlorobifenili. Tali evidenze sono confermate anche dai risultati delle analisi ecotossicologiche. Da una visione complessiva si identificano alcune aree la cui contaminazione risulta particolarmente critica: l area del Seno della Pertusola, il settore nord occidentale del Porto Mercantile (dal Molo Garibaldi alla Darsena Duca degli Abruzzi) ed il tratto costiero orientale, da Cadimare al Seno di Panigaglia. In alcune di queste aree concentrazioni molto elevate di metalli e contaminanti organici si spingono anche alle profondità maggiori.

MESSA IN SICUREZZA DI EMERGENZA INTERVENTI DI INTERESSE PUBBLICO (PARTE MARE) Al fine di valutare il grado di contaminazione dei sedimenti caratterizzati e la relativa pericolosità per l ambiente acquatico circostante, è necessario fare riferimento a standard di qualità riconosciuti a livello nazionale ed internazionale. A tale scopo l ICRAM ha ritenuto opportuno, in seguito a riunioni tecniche tenutesi presso la Direzione Qualità della Vita del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, confrontare i risultati delle attività di caratterizzazione con i livelli chimici di riferimento indicati in ambito internazionale per la salvaguardia dell ambiente marino. Nel caso di sedimenti di corpi idrici marino-costieri contraddistinti da forti alterazioni causate dall attività umana pregressa o attuale, il criterio adottato per la valutazione della qualità è quello di tipo ecotossicologico, che associa il grado di contaminazione con l eventuale effetto tossico nei confronti di organismi rappresentativi del corpo idrico. Il criterio ecotossicologico viene ormai ampiamente utilizzato nel contesto internazionale da importanti enti ambientali di riferimento come l USEPA (U.S.A. Environmental Protection Agency), l USACE (U.S.A. Army Corp of Engineers), il NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration), il Ministero dell ambiente canadese, il RIVM Institute olandese, ecc. Nel caso specifico della valutazione di sedimenti contaminati si è ritenuto opportuno adottare, come criterio ecotossicologico di riferimento, il PEL (Probabile Effect Level), che rappresenta il livello chimico di un determinato contaminante al quale corrispondono con elevata probabilità effetti tossici nei confronti della vita acquatica. Il superamento di tale limite costituisce quindi un rischio per l ecosistema acquatico. I valori chimici di intervento per i sedimenti marini, contraddistinti da forti alterazioni dovute ad attività antropiche, definiti per il sito di bonifica di interesse nazionale di Pitelli, sono stati proposti dall ICRAM e approvati dalla Conferenza di Servizi del 24/3/2004. Le sostanze che sono state prese in considerazione sono quelle di cui al decreto n. 367 del 6 novembre 2003, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell 8/1/2004, che fissa standard di qualità ambientale per le acque e per i sedimenti, alle quali sono stati aggiunti rame e zinco poiché indicatori di contaminazione di origine antropica. I valori individuati derivano da riferimenti internazionali, integrati, per alcuni parametri, da risultati di studi condotti in Italia, che associano dati chimici ed ecotossicologici, e tengono quindi conto della realtà nazionale. In particolare per quanto riguarda i metalli, i valori sono stati definiti sulla base di criteri ecotossicologici in relazione ai valori di background riscontrati nell area del mar Tirreno settentrionale e del mar Ligure. L esecuzione del Piano di caratterizzazione ambientale dell area marino costiera prospiciente il sito di interesse nazionale di Pitelli ha fornito un gran numero di informazioni sulla distribuzione dei contaminanti nei sedimenti marini, sui loro livelli di concentrazione e sul loro grado di tossicità. Inoltre, durante l esecuzione del piano, l ICRAM ha eseguito alcuni approfondimenti analitici che hanno permesso di identificare l andamento continuo della distribuzione di alcuni parametri (metalli, elementi in tracce, IPA, PCB) e di conoscere i tenori naturali di alcuni metalli pesanti ed elementi in tracce. In base quindi a queste nuove evidenze e ai risultati delle indagini ecotossicologiche, si è ritenuto opportuno adottare alcune variazioni ai limiti di intervento proposti e approvati dalla Conferenza di Servizi del 24/3/2004.

Le variazioni proposte sono relative al Nichel, al Piombo e allo Zinco. La nuova tabella di riferimento è stata approvata dalla Conferenza di Servizi del 28/4/2005. TABELLA 1: Valori di intervento per il sito di interesse nazionale di Pitelli il cui superamento può innescare una procedura di bonifica, valutata caso per caso, in funzione della qualità e quantità dei sedimenti non conformi e dell uso legittimo dell area specifica: PARAMETRI VALORI DI INTERVENTO Metalli mg/kg s.s Arsenico 45 Cadmio 1 Cromo totale 250 Mercurio 0,8 Nichel 130 Piombo 130 Rame 65 Zinco 230 Organostannici µg /kg s.s Tributilstagno (Σ mono, di e tributil) 70 (Sn) Policiclici Aromatici µg /kg s.s. IPA totali 4000 Benzo(a)pirene 760 Antracene 245 Fluorantene 1500 Naftalene 390 Pesticidi µg /kg s.s. Aldrin 5 Alfa esaclorocicloesano 1 Beta esaclorocicloesano 1 Gamma esaclorocicloesano lindano 1 DDT 5 DDD 5 DDE 5 Dieldrin 5 Diossine e Furani µg /kg Sommat. PCDD,PCDF e PCB diossina simili(t.e.) 30 X 10-3 PCB µg /kg PCB totali 190 Dall analisi dei dati chimico, fisici ed ecotossicologici dei sedimenti della rada della Spezia è emersa una situazione ambientale complessiva particolarmente compromessa. Un intervento di risanamento ambientale dovrebbe prevedere teoricamente la bonifica di tutti i sedimenti con concentrazioni superiori al valore di intervento, in quanto corrispondente ad un probabile rischio ecotossicologico per le comunità viventi. Ciò significherebbe realizzare delle azioni che coinvolgono indicativamente 6.600.000 m3 di sedimento con conseguenti elevati ed insostenibili costi di gestione. Ne consegue pertanto l esigenza di stabilire una priorità di intervento, in funzione sia del livello di contaminazione che della destinazione d uso delle diverse aree interne alla rada. Sono state quindi individuate classi di qualità dei sedimenti in funzione della relativa pericolosità per l ambiente acquatico:

in VERDE, i sedimenti in cui i parametri considerati presentano concentrazioni inferiori ai valori di intervento e per i quali pertanto non è necessario avviare interventi di bonifica; in GIALLO, i sedimenti in cui i parametri considerati presentano concentrazioni comprese tra i valori di intervento ed il 95esimo percentile, e per i quali pertanto è necessario avviare interventi di bonifica; in ARANCIONE, i sedimenti in cui i parametri considerati presentano concentrazioni superiori al 95esimo percentile, e per i quali è pertanto necessario avviare prioritariamente interventi di bonifica; in ROSSO, i sedimenti in cui i parametri considerati presentano concentrazioni superiori al 95esimo percentile e superiori al 90% dei valori di concentrazione limite indicati nella colonna B della tabella 1 dell allegato 1 del D.M. 471/99, e per i quali le concentrazioni riscontrate sono tali da richiedere l avvio immediato di interventi di bonifica. Alla luce delle diverse tipologie di sedimenti contaminati e delle differenti priorità di intervento, sono state formulate dall ICRAM differenti ipotesi di intervento di bonifica. Obiettivo comune di tutti gli scenari di intervento individuati è stato quello di minimizzare le volumetrie di sedimento da destinare a discarica, attraverso l ottimizzazione di tutte le fasi della bonifica (rimozione, trasporto, gestione) e di adottare tecniche di trattamento volte alla decontaminazione dei sedimenti ai fini del conferimento in strutture confinate in ambiente marino o ai fini del riutilizzo nell ambito delle opere civili, nel rispetto della normativa vigente. Ciascuna ipotesi di intervento individuata contiene diversi scenari di gestione possibili per le diverse tipologie di sedimento. In funzione delle combinazioni degli scenari prospettati è possibile ricavare le ipotesi di costo minima e massima per ciascuna ipotesi di intervento, come di seguito riassunte: IPOTESI DI INTERVENTO N. 1 La prima ipotesi di intervento individuata prevede di: rimuovere i sedimenti delle aree ROSSE per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 790.700 m3. Nel calcolo dei volumi dei sedimenti da rimuovere, chiaramente, oltre al volume di sedimenti sopra riportato, devono essere aggiunti i volumi di ARANCIONE, GIALLO e VERDE compresi tra gli strati di sedimento propriamente definito ROSSO. Il volume complessivo di sedimenti da rimuovere per tale ipotesi di gestione è quindi pari a 947.200 m3. IPOTESI DI INTERVENTO N. 2 La seconda ipotesi di intervento individuata prevede di: rimuovere i sedimenti delle aree ROSSE per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 947.200 m3, di cui 790.700 m3 di sedimenti propriamente ROSSI, ed il rimanente di sedimenti ARANCIONI, GIALLI e VERDI che li ricoprono (82.500 m3 di sedimenti ARANCIONI, 50.200 m3 di sedimenti GIALLI e 23.800 m3 di sedimenti VERDI); rimuovere nelle aree di acquacoltura i sedimenti con concentrazioni superiori ai valori di intervento (corrispondenti ad aree ARANCIONI e GIALLE), per un totale di 496.130 m3, di cui 38.750 m3 di sedimenti ARANCIONI e 457.380 m3 di sedimenti GIALLI. IPOTESI DI INTERVENTO N. 3 La terza ipotesi di intervento individuata prevede di: rimuovere i sedimenti delle aree ROSSE per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 947.200 m3, di cui 790.700 m3 di sedimenti propriamente ROSSI, ed il rimanente

di sedimenti ARANCIONI, GIALLI e VERDI che li ricoprono (82.500 m3 di sedimenti ARANCIONI, 50.200 m3 di sedimenti GIALLI e 23.800 m3 di sedimenti VERDI); rimuovere i sedimenti delle aree ARANCIONI per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 2.096.400 m3, di cui 1.647.100 m3 di sedimenti propriamente ARANCIONI, ed il rimanente di sedimenti GIALLI e VERDI che li ricoprono (391.200 m3 di sedimenti GIALLI e 58.100 m3 di sedimenti VERDI); rimuovere nelle aree di acquacoltura i sedimenti con concentrazioni ancora superiori ai valori di intervento (corrispondenti ad aree GIALLE, assumendo di includere quelle ARANCIONI nel punto precedente), per un totale di 457.380 m3. IPOTESI DI INTERVENTO N. 3A L ipotesi di intervento 3A coincide con quanto previsto nell ipotesi di intervento n. 3, ma prevede per i sedimenti rimossi indicati in ARANCIONE e in GIALLO la seguente ipotesi di gestione: diretto conferimento in una struttura di confinamento appositamente realizzata all interno della Rada della Spezia, da attrezzare parzialmente a piattaforma logistica per la movimentazione ed il trattamento dei sedimenti, con un impianto di trattamento per i sedimenti e per le acque. Tale struttura di confinamento, indicata nel seguito come isola, potrebbe essere ubicata all interno della diga foranea, in adiacenza alla stessa, nella sua porzione più orientale, e progettata per contenere fino a circa 2.700.000 m3. Con tale ipotesi, essendo nell area indicata il fondale naturale posto mediamente a quota di 11m, la superficie dell isola risulterebbe indicativamente pari a 20 ha. IPOTESI DI INTERVENTO N. 4 L ipotesi di intervento n. 4 prevede la bonifica totale della Rada della Spezia mediante rimozione dei sedimenti contaminati; nel dettaglio essa consiste nel: rimuovere i sedimenti delle aree ROSSE per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 947.200 m3, di cui 790.700 m3 di sedimenti propriamente ROSSI, ed il rimanente di sedimenti ARANCIONI, GIALLI e VERDI che li ricoprono (82.500 m3 di sedimenti ARANCIONI, 50.200 m3 di sedimenti GIALLI e 23.800 m3 di sedimenti VERDI); rimuovere i sedimenti delle aree ARANCIONI e GIALLE per tutto lo spessore indagato, vale a dire fino a 3 m, per un totale di 5.987.780 m3, di cui 1.647.100 m3 di sedimenti ARANCIONI, 4.021.800 m3 di sedimenti GIALLI e 318.880 m3 di sedimenti VERDI. IPOTESI DI COSTO IN EURO DELLE IPOTESI DI INTERVENTO COSTO MINIMO / COSTO MASSIMO IPOTESI DI INTERVENTO n. 1 : 119.194.590,00 / 201.013.760,00 IPOTESI DI INTERVENTO n. 2 : 139.536.800,00 / 224.792.790,00 IPOTESI DI INTERVENTO n. 3 : 222.533.970,00 / 424.292.070,00 IPOTESI DI INTERVENTO n. 3A : 207.073.180,00 / 282.453.240,00 IPOTESI DI INTERVENTO n. 4 : 357.630.930,00 / 563.851.370,00

Le aree in rosso sono quelle dove sono da attuare immediatamente gli interventi di bonifica.