Oggetto: Considerazioni sul Progetto di sistemazione idraulica dell area golenale in dx idrografica del fiume Aniene a monte di Ponte Nomentano



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ARDIS Via Monzabano, 10 Roma AUTORITA DI BACINO DEL TEVERE Via Vittorio Bachelet, 12 Roma ROMANATURA Via Gomenizza 81 Roma SOVRINTENDENZA ARCHEOLOGICA ROMA CAPITALE Piazza Lovatelli, 35 Roma Roma, 23 luglio 2012 Oggetto: Considerazioni sul Progetto di sistemazione idraulica dell area golenale in dx idrografica del fiume Aniene a monte di Ponte Nomentano In relazione alle attività di sistemazione degli argini recentemente intraprese dall Ardis sull ansa del Fiume Aniene, in destra idrografica ed immediatamente a monte di Ponte Nomentano, l Ass. Insieme per l Aniene Onlus, viste anche le segnalazioni e le richieste di chiarimenti ricevute da diversi cittadini residenti in zona, ha preso visione del progetto presentato alla stessa Ardis presso l Ente Regionale RomaNatura. Dalla presa visione, effettuata dal Sig. Lucio Zaccarelli e dal Dott. Geol Francesco Zagarese, della documentazione depositata presso il suddetto Ente emergono alcune considerazioni. Premesso che gli elaborati depositati rappresentano un miglioramento di un precedente progetto a cui si fa un accenno nella Relazione Tecnica, si intende sottoporre all attenzione generale i seguenti punti: 1 - Nella relazione tecnica non sono stati riscontrati riferimenti se non molto vaghi alle motivazioni che hanno indotto ad intraprendere l opera in progetto. Le operazioni sono tuttavia verosimilmente da riferire al PS 5 dell Autorità di Bacino del Fiume Tevere (scheda Aniene 1), adottato il 2010/12/21 che prevede interventi di difesa spondale in riva dx in prossimità di Ponte Mammolo con un livello idrico per tempi di ritorno di 50 e 200 anni pari rispettivamente circa a m 20,73-20,80 e 20,40-20,57 (??? Probabilmente un errore refuso è più probabile il contrario). Per una visione completa del documento: http://www.abtevere.it/sites/default/files/datisito/attivita/piani_approvati/ps5/interventi/e2/e2_2/a n_01/an 01.pdf

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2- Nella documentazione visionata non è stata riscontrata alcuna relazione idraulica. In tal senso uno studio che individui gli effetti idraulici dell intervento a monte ed a valle dello stesso sarebbe al contrario quanto meno sostanziale, anche alla luce di tutti i più recenti cambiamenti che hanno interessato gli argini fluviali nel tratto urbano.

3 Rispetto al progetto originario nel quale sembra (da alcuni vaghi riferimenti presenti nella Relazione Tecnica) fosse previsto un intervento di arginazione del fiume nei pressi dell'alveo, il progetto attuale prevede un argine a ridosso del muro attualmente esistente. Tale argine (alto tra 2 e 3,5 metri circa rispetto al'area golenale) è realizzato con fascinate (su gradonate in 4-5 file) e alle spalle (a ridosso del muro attuale) presenta un canale di scolo con sifoni a valvola per il drenaggio dell'acqua, mentre un intervento in terre armate viene limitato ad un tratto di circa 50 metri. Ciò, sebbene rappresenti ovviamente una miglioria rispetto al progetto a base gara in quanto non separa il fiume dall area golenale (area di naturale laminazione), determina un restringimento della stessa area golenale di circa 15 metri, tale è infatti l ampiezza trasversale dell intervento. Si fa notare che nei punti di maggiore criticità rappresentati attualmente dal vertice NW del Poligrafico e la parte più settentrionale prospiciente il deposito dell ATAC nei pressi di Ponte Nomentano (evidenziati in figura) lo sviluppo dell area golenale è di circa 25 m essendo questa fortemente limitata dalle strutture anzidette. A tal proposito la sistemazione idraulica in oggetto determinerebbe potenzialmente una riduzione di circa il 50% dell area di espansione a disposizione del fiume in caso di piena.

4 Dalla presa visione del verbale della conferenza dei servizi convocata per l autorizzazione dell opera in oggetto non risulta presente alcun rappresentante dell AdB del Fiume Tevere e considerando la criticità idraulica dell area e dell opera nonché le linee riportate dallo stesso PS 5 che dovrebbero essere in relazione con la scelta di tale impresa ci si chiede il motivo di tale assenza. 5 Si considerino le seguenti quote sul livello del mare a) La quota del culmine dell area di intervento è pari a 21 mslm. Tale quota è evidentemente relazionata a quanto riportato nel PS5 dell AdB riguardo l altezza idraulica delle piene con tempo di ritorno pari a 200 anni. b) La quota dell area golenale varia tra circa 17 e 18 mslm. Ovviamente il deposito ATAC ed il poligrafico (alla stessa quota dell area alluvionale) sorgono su un terreno ricadente nella naturale area golenale ormai sottratta al fiume. c) La quota di Ponte Nomentano sulla spalla in riva dx è circa 18 m, quella della luce dell arcata è paragonabile o di poco superiore Come si può notare il raggiungimento di un altezza idraulica pari a 21 mslm determinerebbe la saturazione della luce dell arcata di Ponte Nomentano con le immaginabili conseguenze. A tal proposito ipoteticamente tale altezza idraulica, alla luce di interventi di restringimento delle aree di espansione come quello in progetto potrebbe per assurdo risultare sottostimata in considerazione dell evidente effetto diga che una strozzatura determina nel drenaggio fluviale in fase di piena. Alla luce delle osservazioni sopra riportate si considera quanto segue: un opera come quella in progetto viene proposta per salvaguardare il terreno su cui sorge l Istituto Poligrafico dello Stato (ormai in stato di abbandono da diversi anni) ed un deposito ATAC di cui esclusivamente il piazzale sembrerebbe ad effettivo rischio di inondazione. Entrambe le strutture sono inoltre state realizzate in anni caratterizzati da una minore attenzione per le dinamiche fluviali e con un approccio in completo disaccordo con le linee attuali di salvaguardia delle aree golenali come insostituibili zone di espansione e di laminazione in caso di piena in un area attualmente classificata R4 (Rischio elevato) dall AdB. L unica reale emergenza della zona è al contrario rappresentata da Ponte Nomentano, fra i più belli e meglio conservati ponti storici di Roma. Tale Ponte è forse l unica struttura realmente da tutelare ma la realizzazione di un argine, che diminuisce del 50% l area di laminazione immediatamente a monte dello stesso, difficilmente può operare in tal senso. Al contrario un intervento di tale entità può verosimilmente determinare un aumento della quota idraulica, in caso di eventi di piena e conseguentemente una saturazione della luce dell arcata del ponte, con possibile collasso della struttura. Seppur prevalentemente con opere di ingegneria naturalistica, è prevista la realizzazione di un argine in un contesto tutt altro che di argine, ovvero in piena area alluvionale (zona golenale) determinando, con una veste apparentemente compatibile, un profondo

ed artificioso stravolgimento morfologico in un area già fortemente compressa dalle strutture preesistenti. Ponte Nomentano durante l alluvione di dicembre 2008 (da riva sin. Idrografica) Alla luce dei moderni approcci alla gestione delle dinamiche fluviali, rivolti per quanto più possibile al mantenimento dell integrità delle aree alluvionali, ci si chiede perché, in relazione all abbandono dell Istituto Poligrafico, intraprendere un opera di tale importanza e di tali oneri, piuttosto che individuare il modo di realizzare strutture o attività maggiormente compatibili con le caratteristiche geomorfologiche di area golenale come quella interessata dall intervento. Fermo restando che la documentazione visionata dalla nostra associazione non è verosimilmente completa e che la stessa associazione cercherà tramite accessi agli atti di ottenere la visione di tutti gli elaborati relativi al progetto in esame, restiamo comunque in attesa di tutte le eventuali delucidazioni che i diversi enti di gestione territoriale a cui ci siamo rivolti intenderanno fornirci. Il Presidente Giuseppe Taviani