LABORATORIO DI EMERGENZA IN AREA PEDIATRICA Quinta Parte MAGGIO 2014 SONIA BASIGLI-CHIARA NARDINI-RITA BLACO
LA GESTIONE DEL BAMBINO CON CONVULSIONE
DEFINIZIONE Il temine convulsione deriva dal latino corvellere,ovvero scuotere:si tratta infatti di contrazioni involontarie e rapide dovute a un aumento dell attività muscolare; Le Convulsioni Febbrili(CF) sono episodi critici convulsivi, che si manifestano in età variante fra 6 mesi e 6 anni in bambini che presentano rialzo febbrile (oltre i 38 C) in assenza di segni di malattia infettiva del SNC.
Si distinguono due tipi di convulsioni: Convulsioni Febbrili Semplici (CFS) Convulsioni Febbrili Complesse (CFC)
CONVULSIONE FEBBRILE SEMPLICE Una crisi convulsiva generalizzata di durata non superiore a 15 minuti, non ripetuta nelle 24 ore, che si presenta durante un episodio di febbre non dovuto ad una affezione acuta del Sistema Nervoso in un bambino di etàcompresa fra 6 mesi e 5 anni, senza precedenti neurologici. Non ènecessario che la febbre sia stata rilevata prima della crisi, ma deve essere presente almeno nell immediato periodo post-criticoed essere espressione di una affezione pediatrica.
COME SI MANIFESTANO Scosse delle braccia e delle gambe (cloniche) Irrigidimento (toniche) Fissità dello sguardo o rotazione degli occhi Perdita di feci e urine
QUALI SONO I RISCHI? Le CFS essendo di breve durata non possono causare danni Una convulsione deve durare ore per produrre un danno a livello cerebrale
TRATTAMENTO CFS TERMINA SPONTANEAMENTE ENTRO 2-3 MINUTI NON E RICHIESTO ALCUN TRATTAMENTO DURA OLTRE 3-5 MINUTI E OPPORTUNO INTERVENIRE FARMACOLOGICAMENTE
CONVULSIONE FEBBRILE COMPLESSA E una crisi convulsiva focale o generalizzata prolungata, ossia di durata superiore a 15 minuti, o ripetuta entro le 24 ore, e/o associata ad anomalie neurologiche,o con precedenti neurologici. Va sottolineato che il bambino che presenta una crisi prolungata interrotta con terapia anticonvulsivante (i.e. diazepam) prima del 15 minuto deve essere classificato in questo gruppo. Se la convulsione febbrile complessa ècaratterizzata da una crisi di durata superiore a 30 minuti o da crisi seriatepiùbrevi, senza ripristino della coscienza a livello interictale, si parla di stato di male febbrile.
RIASSUMENDO CFS Crisi generalizzata Durata <15 Non ricorrenti nelle successive 24 ore Età6 m-6 aa Sviluppo psicomotorio normale EEG normale Familiarità positiva per convulsione febbrile CFC Crisi focale, parziale o lateralizzata Durata > 15 Ricorrenti nelle successive 24 ore Età< 6 m o > 6 aa Pregresse patologie del SNC EEG alterato Familiarità positiva per epilessia
FATTORI DI RISCHIO Età Picco d insorgenza 6 mesi 3 anni (per episodi di CFS) Età< 1 anno 50% di probabilitàdi ricorrenza Dopo i 6 anni l insorgenza èpossibile ma inusuale (pazienti con famigliarità) Famigliarità per CF Temperatura febbrile
RECIDIVE Il rischio di recidiva èstimato tra il 30%-40% ma aumenta a seconda dei Fattori di Rischio presenti: I Fattori di Rischio sono: Etàprecoce in insorgenza (prima dei 15 mesi) Anamnesi di epilessia in parenti di 1 Anamnesi di CF in parenti di 1 Primo episodio di CF Complessa Frequenza dell asilo nido o materna per > esposizione a eventi febbrili
ASSISTENZA INFERMIERISTICA DURANTE UNA CRISI PROLUNGATA IN ATTO IN UN PRESIDIO SANITARIO COSA FARE?
VALUTAZIONE E STABILIZZAZIONI FUNZIONI VITALI SECONDO LA SEQUENZA A B C
mantenere la calma allentare l'abbigliamento, in particolare intorno al collo Lasciare che le convulsioni si sviluppino in modo naturale non ostacolatele, non bloccate il corpo del bambino, non schiaffeggiatelo limitatevi ad assisterlo Mettere il paziente in sicurezza (letto,lettino ambulatoriale,a terra) Proteggere la testa con imbottiture Non tentare di aprire con forza le mandibole non tentare di inserire le dita in bocca A Instaurare e mantenere pervietà vie aeree: Se il bbèincosciente metterlo in decubito laterale Aspirare eventuali secrezioni/vomito (bocca-naso)all interno del cavo orale Non inserire canula orofaringea B Assicurare ventilazione efficace: Somministrare O2 C Mantenere un adeguata perfusione: Monitorare polso Monitorare Sat O2 Monitorare PA
Preparare un accesso venoso Monitorizzare i parametri vitali (FC,FR,PA,SaO2,TEMP) Somm.re terapia antipiretica Somministrare terapia anticonvulsivante non dare farmaci o liquidi per via orale OSSERVARE LE CARATTERISTICHE DELLA CRISI E LE DURATA Durante la fase post critica mantenere una attenta osservazione del bambino e monitoraggio dei p. vitali Registrare l entita della crisi, le caratteristiche,la durata, la terapia somm.ta
FARMACI UTILIZZATI NEL TRATTAMENTO DELLA CRISI CONVULSIVA DIAZEPAM RETTALE (dosaggio 0,5 mg/kg) microclismi pronti per l uso: 5 mg se età< 3 anni 10 mg se età > 3anni ripetibile dopo 5 minuti se la crisi non cessa se non disponibile aspirare in una siringa il farmaco e connetterla al sondino rettale da posizionare a livello dell ampolla rettale (4-5 cm)
FARMACI UTILIZZATI NEL TRATTAMENTO DELLE CRISI CONVULSIVA DIAZEPAM ev0,2 mg/kg sino a 2-3mg/Kg LORAZEPAM ev 0,05 mg/kg rettale 0,1 mg/kg MIDAZOLAM ev0,2 mg/kg MIDAZOLAM ENDONASALE con MAD Se la crisi non cessa avvalersi dello specialista per il trattamento dello stato di male
FARMACI UTILIZZATI NEL TRATTAMENTO DELLE CRISI CONVULSIVA Gli studi presenti in letteratura hanno confrontato l utilizzo del MIDAZOLAM ENDONASALE con il DIAZEPAM RETTALE,dimostrando un efficacia PARI O SUPERIORE del MIDAZOLAM rispetto al DIAZEPAM Inoltre il Midazolam endonasale presenta rispetto alla somm.zione rettale, una maggiore facilita d uso con una conseguente rapidita di intervento terapeutico