Le ragioni del NO al Referendum Costituzionale GAETANO QUAGLIARIELLO

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Transcript:

Le ragioni del NO al Referendum Costituzionale GAETANO QUAGLIARIELLO 1

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ELEZIONI POLITICHE 2013 crisi dello schema bipolare paralisi del sistema politico-istituzionale COME AVREBBE DOVUTO ESSERE GOVERNO DI EMERGENZA per approvare con ampia condivisione Riforme Istituzionali + Legge Elettorale

POI Le parti politiche che avevano collaborato per scrivere le regole del gioco si sarebbero separate per giocare ognuna la propria partita

COME AVREBBE DOVUTO ESSERE OBIETTIVI INIZIALI Superare il bicameralismo perfetto, trasformando il Senato in una Camera di compensazione tra Stato e Regioni (e alleggerendo il contenzioso innanzi alla Corte costituzionale) Rivedere con razionalità il Titolo V: la ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, le prerogative delle Regioni a Statuto speciale, la ripartizione di competenze tra Comuni, Città metropolitane e Regioni in seguito all abolizione delle Province Disegnare un nuovo equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, rafforzando il ruolo e le prerogative del capo del governo e, nel contempo, attribuendo al

COME AVREBBE DOVUTO ESSERE OBIETTIVI INIZIALI parlamento (e in particolare alle opposizioni) più incisivi strumenti di controllo, ad esempio sulla spesa pubblica e sulle autorità indipendenti Ampliare gli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini nella vita delle istituzioni (firme leggi iniziativa popolare/ quorum referendum) Elaborare una legge elettorale che fosse coerente e organica, che agevolasse la governabilità e la rappresentatività e accrescesse la possibilità dei cittadini d'incidere sulla scelta dei propri rappresentanti.

COME E INVECE LA RIFORMA Governo/Parlamento La riforma limita alla sola Camera il rapporto di fiducia col governo, ma il sistema bicamerale non viene affatto superato. Il Senato "riformato" non è una camera di compensazione tra legislatori regionali e legislatori nazionali: non ha competenza sulla materia regionale e, inoltre, sarà composto di consiglieri regionali che una volta eletti senatori non rappresenteranno le rispettive Regioni bensì i partiti che li hanno eletti. E vistosa l'assenza dei presidenti delle Regioni che, invece, continueranno a sedere nella Conferenza Stato-Regioni. L'esistenza di due tavoli - il Senato e la Conferenza Stato- Regioni - è inevitabilmente foriera di complicazioni e conflitti.

COME E INVECE LA RIFORMA Dis-Unità nazionale La riforma della Legge fondamentale che avrebbe dovuto UNIRE il Paese, invece lo ha SPACCATO in due come una mela

COME E INVECE LA RIFORMA Procedimento legislativo Il procedimento legislativo non viene semplificato. Tutt'altro! Con la riforma il sistema della "navetta" - ovvero il passaggio di una legge dalle due Camere - non sarà più obbligatorio, ma in compenso le diverse procedure di approvazione di un testo normativo si moltiplicano. Passeremo da 1 procedimento (seppur lungo e farraginoso) a circa 10 diversi modi di approvare le leggi NON è sempre chiaro quale procedimento scegliere: in alcuni casi la decisione viene rimessa ad un accordo fra i Presidenti delle Camere, che restano due, e nulla viene detto su come si debba procedere se i due sono in disaccordo. (Corte Costituzionale?)

COME E INVECE LA RIFORMA Rapporto Stato/Enti locali La riforma centralizza molte materie che il vigente Titolo V aveva devoluto alle Regioni. Il divario tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale aumenta: alle prime potrebbe di fatto anche essere revocata la potestà legislativa, le seconde non vengono toccate. La materia concorrente resta confusa e fonte di conflitti. Il sistema delle autonomie non viene riordinato. Le competenze che erano delle Provincie non sono assegnate con chiarezza, le Città metropolitane restano un mistero glorioso, le Regioni sono ancor più sospinte nel limbo: non più istituzioni "irresponsabili", ma non certo dotate di una loro autonoma responsabilità come si sarebbe voluto fare attraverso il federalismo fiscale.

COME E INVECE LA RIFORMA Poteri del premier La forma di governo a livello costituzionale non viene direttamente toccata. I poteri del Premier, quindi, non sembrano - a prima vista - modificati. MA

ITALICUM Poteri del premier La legge elettorale ( Italicum ) concede un premio di maggioranza (54% dei seggi) al partito del premier tale da renderlo pressoché autosufficiente per: 1. eleggere i membri del Csm 2. eleggere i giudici della Corte Costituzionale 3. eleggere il Capo di Stato (al quarto scrutinio bastano il 60% dei voti) Crea un forte squilibro tra legittimità ed esercizio del potere. Infatti, può concedere molti seggi e dunque amplissimi poteri a un partito che ha ottenuto percentuali modeste al primo turno

ITALICUM Una legge a misura del partito più grande approvata a colpi di fiducia Con il premio alla lista - e non alla coalizione - le alleanze all interno della propria area politica (centro-destra vs centro-sinistra) sono messe fuori legge Con il combinato disposto tra Italicum e riforma costituzionale si rischia che il metodo Verdini, cioè del trasformismo elevato a sistema, diventi la prassi. Un inciucio permanente! L Italicum è stato approvato con la grave forzatura di un voto di fiducia e in un Aula semivuota. Renzi lo ha definito un capolavoro parlamentare.

IL REFERENDUM LA DATA PRIMA il Governo voleva farci votare in calzoni corti ADESSO ci fa arrivare fin quasi a Natale E dicono (ancora) che loro non c entrano!!!

IL REFERENDUM IL QUESITO: trova le differenze 2006 2016

RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA Tra il dire e il fare Il Premier sta cercando di convincere gli italiani che queste riforme servono per ridurre i costi della politica, tagliare il numero di poltrone e mandare in pensione 200 senatori MA 1. La spending review (indispensabile e urgente) si fa con altri strumenti NON attraverso la Costituzione (che serve invece a rendere la macchina dello Stato più efficiente) 2. Il risparmio che si ricaverà dalla Riforma del Senato sarà di circa 57 milioni euro (fonte Ragioneria Generale dello Stato), l equivalente del bilancio di una cittadina medio-piccola italiana

RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA Tra il dire e il fare NEL FRATTEMPO ci attende una nuova manovra economica in deficit, i Commissari alla Spending Review si auto-rottamano, la razionalizzazione delle partecipate si è incagliata al primo ostacolo, le autorità indipendenti rimangono intoccabili e il Ministro Boschi fa campagna elettorale inter-continentale con i soldi dei contribuenti!

www.ilnocheserve.it