I terremoti di Sulmona e la della microzonazione sismica

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I terremoti di Sulmona e la della microzonazione sismica

PETTORANO ANVERSA INTRODACQUA BUGNARA COCULLO CANSANO PREZZA PACENTRO SULMONA PRATOLA RAIANO CORFINIO ROCCA CASALE POPOLI

Nel millennio scorso si sono verificati almeno 30.000 eventi sismici di media e forte intensità, 200 dei quali disastrosi. Nell'ultimo secolo, i terremoti più forti hanno interessato soprattutto le regioni appenniniche, la Calabria, la Sicilia, il Friuli, le Marche, l'umbria e l Abruzzo causando complessivamente 120.000 vittime. Tutto perché l'italia si trova nella zona di collisione tra la placca Africana e quella Eurasiatica. La traccia superficiale di questa situazone parte dalla dorsale medio-atlantica, passa per il Nord Africa, taglia la Sicilia, risale la penisola lungo l Appennino, volge a Est in Veneto e in Friuli, ridiscende lungo le coste balcaniche raggiungendo, al confine con la Siria, le coste della Turchia. I terremoti si verificano a causa dei movimenti delle due placche, gli stessi che hanno generato la penisola italiana. Dall andamento di questa frattura si capisce perché in Italia, di fatto, solo la Sardegna sia immune dai terremoti. La sismicità è concentrata nella parte centromeridionale della penisola ed in alcune aree settentrionali. Sismologi e Geologi ritengono che per quasi tutta la frattura che attraversa il territorio italiano la placca africana si infili sotto quella europea. Si pensa, per esempio, che con i terremoti dell Umbria e delle Marche, oltre alla subduzione della placca africana, ci sia stata anche un estensione al di sopra di essa di quella europea.

UNO DEI TERREMOTI PIU FORTI E STATO QUELLO DEL II SEC, D.C. GENERATO DALLA FAGLIA DEL MONTE MORRONE. DA ALLORA QUELLA LA FAGLIA NONHA DATO PIU EVENTI DETERMINANDO UN ELEVATO GAP SISMICO QUESTI ELEMENTI DERIVATI DA OSSERVAZIONI E STUDI ARCHEOLOGICI AVVALORANO L EVENTO Sulmona - contesti stratigrafici di crollo e abbandono: nella domus del Palazzo dell Annunziata: crolli databili alla metà del II secolo (moneta di Adriano), assenza di materiali databili ad un epoca successiva. Il Santuario di Ercole Curino: il crollo è databile alla metà del II secolo, in quanto nel sacello di Ercole risultano assenti reperti databili dalla fine del II sec. in poi. Indizi indiretti: nel pieno centro di Sulmona la costruzione di grandi domus colloca un espansione della città in momenti successivi al II secolo e in spazi prima inedificati. Cansano - area del santuario di Ocriticum:tutti i contesti stratigrafici finora indagati documentano una soluzione nella continuità insediativa collocabile nella metà del II secolo.. Molina Aterno - area del vicus romano in località Campo Valentino tutti gli spazi edificati subiscono crolli a metà del II secolo, ma risultano subito ricostruiti Altri terremoti che hanno provocato danni sono stati quelli del Settembre del 1349, del Maggio del 1456, dell Agosto del 1905, del Gennaio del 1915, e del Settembre del 1933 del Maggio 1984 e dell Aprile 2009

Da G. Scarascia 2004 Modello tridimensionale dell Appennino centrale mostrante i differenti domini paleogeografici meso cenozoici presenti

Correlazione tra i dati geologici di superficie e alcune linee sismiche attraverso la conca di Sulmona (tratta da D Alessandro et alii, 2000)

L evento più disastroso è stato quello del 1706 La Maiella è stata la responsabile di questo sisma. L area epicentrale è stata individuata nei territori di Lama dei Peligni Manoppello e Palena dove si raggiunge l XI. A Sulmona è stato stimato un X. Qualche dato: 2.400 morti di cui 1.150 solo a Sulmona. Circa 2.000 i feriti. Sull ambiente si ebbero fenomeni appariscenti come a Pettorano Sul Gizio dove si produssero spaccature del terreno, così come a Tocco da Casauria e a Caramanico. Un Cronista dell epoca scrisse che il terremoto durò più di un Pater Noster. LA SULMONA MEDIEVALE FU QUASI INTERAMENTE DISTRUTTA

LA CITTA MEDIOEVALE La microzonazione può salvare questo patrimonio

1706 L abside crollato con la Chiesa

I segni di quel terremoto

POCHI I SUPERSTITI

Storia sismica di Sulmona (AQ) [42.047, 13.928] Osservazioni disponibili: 43 Is Anno Me Gi Or Mi Se AE Mw 9-10 1706 11 03 13 Maiella 6.83 8-9 1349 09 09 Sulmonese 8 1456 12 05 03 Molise 7.22 8 1915 01 13 06 52 Avezzano 7.00 8 1933 09 26 03 33 29.00 Maiella 5.95 7 1905 08 25 20 41 SULMONA 6-7 1703 01 14 18 Appennino umbro-reatino 6.74 6-7 1984 05 07 17 49 42.73 Appennino abruzzese 5.89 6 1881 09 10 07 Abruzzo meridionale 5.59 6 1901 07 31 10 38 30.00 Monti della Meta 5.23 6 1984 05 11 10 41 50.00 Appennino abruzzese 5.50 6 1987 07 03 10 21 57.62 PORTO SAN GIORGIO 5.09 5-6 1950 09 05 04 08 GRAN SASSO 5.68 5 1841 06 10 Valle dell'aventino 4.95 5 1917 01 03 01 35 Marsica est 5 1922 12 29 12 22 10.00 Bassa Val Roveto 5.19 5 1925 09 24 13 33 24.00 Molise occidentale 5.20 5 1927 10 11 14 45 03.00 Media Val Roveto 5.19 5 1951 08 08 19 56 Gran Sasso 5.30 4-5 1805 07 26 21 Molise 6.62

4-5 1885 04 10 01 44 Avezzano 4.66 4-5 1891 05 09 16 VAL ROVETO 4.50 4-5 1904 11 02 15 32 05.00 Marsica est 4.60 4-5 1997 10 14 15 23 11.00 Appennino umbro-marchigiano 5.65 4 1873 07 12 06 06 Monti della Meta 5.35 4 1913 01 03 13 39 25.00 Marsica sud-est 4.66 4 1926 12 18 21 07 20.00 Trasacco 4.48 4 1958 06 24 06 07 04.00 L'Aquila 5.21 4 1979 09 19 21 35 37.00 Valnerina 5.86 4 1980 06 14 20 56 50.00 Marsica sud-est 4.99 4 1997 09 26 33 13.00 Appennino umbro-marchigiano 5.70 4 2002 11 01 15 09 02.00 Subappennino Dauno 5.72 F 1916 04 22 04 33 Aquilano 5.10 3 1892 01 22 COLLI ALBANI 5.15 3 1961 10 31 13 37 Antrodoco 5.13 3 2000 10 25 08 42 02.00 Val Comino 4.17 NC 1730 05 12 05 Valnerina 5.92 NF 1927 12 26 15 06 14.00 Colli Albani 4.93 NF 1960 03 14 04 44 Marsica NF 1984 04 29 05 02 60.00 GUBBIO/VALFABBRICA 5.65 NF 1986 10 13 05 10 01.00 Appennino umbro-marchigiano 4.65 NF 2003 06 01 15 45 18.00 Molise 4.50 NR 1315 12 03 Castelli dell'aquilano 5.57

Carta dei principali lineamenti neo-tettonici distensivi presenti nella Conca di Sulmona Da G. Scarascia 2004

Variazione della Vs con la profondità affiancato alle colonne stratigrafiche dei sondaggi in Viale dell Agricoltura (zona industriale) Da G. Scarascia 2004

Sondaggio 1 CALCOLO Vs 30 Tip. terreno Valori di Vs 30 m/s Spessore orizzonte Vs m/s h/vs A V s30 > 800 1,00 260 0,0038 B 360 m/s <V s30 <800 4,00 400 0,0100 Vs30=30/ hi/vi C 180 m/s <V s30 <360 1,00 400 0,0025 D V s30 < 180 3,00 500 0,0060 15,00 700 0,0214 1,00 430 0,0023 Vs 30 m/s 5,00 700 0,0071 685,33 30,00 3390 0,0438

Le conclusioni Questo l esito di questa prima fase. Zona 1: a maggiore severità, si trova nel settore orientale della piana, adiacente alle pendici del M. Morrone, nel quale sono prevalentemente presenti insediamenti urbani, anche storici, di piccola estensione (Badia, Bagnaturo); Zona 2: è localizzata in destra idrografica del Fiume Sagittario e corrisponde al settore sudorientale dell attuale area industriale di Sulmona, comprensiva in minima parte di edifici adibiti a civile abitazione; Zona 3: si trova in sinistra idrografica del Fiume Sagittario, a sud dell abitato di Pratola Peligna; Zona 4 è localizzata in destra idrografica del Fiume Sagittario e corrisponde con il settore nordoccidentale dell attuale area industriale di Sulmona, in parte coincidente con una zona residenziale ( località S. Brigida); Zona 5 è localizzata in corrispondenza delle pendici occidentali del Morrone, adiacenti alla piana di Sulmona e comprende essenzialmente l abitato di Roccacasale.