Adalberto Valduga _ Il ricordo Supplemento a REALTA INDUSTRIALE n. 01.2009 foto Anteprima ADALBERTO VALDUGA, MAESTRO D IMPRESA IL RICORDO supplemento 1
Adalberto Valduga _ Il ricordo Mercoledì 14 gennaio, all età di 67 anni, è scomparso a Udine il cavaliere del lavoro Adalberto Valduga, presidente di Confindustria del Friuli Venezia Giulia. Nato a Belluno, laureato nel 1965 in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano, iniziò la sua esperienza lavorativa all Enel, passando poi alla libera professione nella progettazione e consulenza relative agli impianti elettrici. Nel 1976 entrò nell Acciaieria Fonderia Cividale SpA di Cividale del Friuli, della quale fu nominato consigliere delegato e quindi divenne presidente della Cividale SpA, holding operativa del Gruppo, che sviluppa un fatturato di circa 350 milioni di euro e occupa oltre 1.400 dipendenti. Vicepresidente dal 1981 al 1983 dell Assofond, Associazione Italiana Fonderie, è stato a capo dal 1997 al 2003 dell Associazione Industriali della Provincia di Udine e dal 2003 al 2007 della Camera di Commercio di Udine. Era inoltre membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato esecutivo dell Editoriale Friuli Venezia Giulia, società editrice de Il Messaggero Veneto di Udine e Il Piccolo di Trieste, di NordEst Merchant (Gruppo Banca Popolare di Vicenza), di Amga Azienda Multiservizi, di Friuli Innovazione e di Udine e Gorizia Fiere. Il 1 giugno 2002 era stato nominato Cavaliere del Lavoro. A sua moglie Vera e ai suoi figli le più sentite condoglianze della redazione di Realtà Industriale, rivista che vide peraltro la sua rinascita nel marzo del 1999 proprio sotto la presidenza Valduga. Nell intervista realizzata in occasione del primo numero il Cavaliere del Lavoro aveva espresso con chiarezza il concetto che avrebbe contraddistinto tutti i suoi anni di presidenza: Occorre fare sistema. 2 supplemento
Adalberto Valduga _ Il ricordo MAESTRO DEL FARE IMPRESA RIFERIMENTO DELL INDUSTRIA FRIULANA In ricordo del Presidente Valduga o sempre dato del Lei al Presidente Valduga. E stato l atteggiamen- naturale conseguente al riconoscimento rispettoso da parte Hto mia della sua personalità di imprenditore e di uomo di Associazione e delle sue doti di gestore sobrio e determinato d impresa. Ne ebbi precisa conferma quando, su incarico di Fantoni, rappresentai l Associazione nella Commissione di designazione che venne nominata all interno di Confindustria Friuli Venezia Giulia per l indicazione del Presidente dopo le dimissioni di Della Valentina alla fine del 2006. Fu un esperienza formativa che mi consentì di conoscere più a fondo il profilo umano ed etico di tanti imprenditori associati che ebbi l onore di consultare e di verificare quanto sentito fosse l apprezzamento nei confronti di Valduga di cui veniva sottolineato l impegno di servizio associativo, la visione di prospettiva delle problematiche dello sviluppo, il rigore e la tensione morale del fare impresa. Valduga non era prodigo di riconoscimenti. Ma percepii che il nostro rapporto di stima e di collaborazione si stava rafforzando. E questo mi è stato di sostegno e di riferimento nei passi successivi all interno dell Associazione. Valduga fu l uomo dei momenti difficili. Ricevette il delicato incarico di guidare, allora era Vice Presidente, l Associazione nel dopo Cogolo quando ne venne messa in discussione la continuità: affrontò con decisione la situazione e creò le premesse per la successiva Presidenza di Carlo Melzi. Una Associazione vicina agli associati, interprete delle loro istanze e protagonista della vita economica regionale. L Associazione è questo e potrà rafforzarsi solo rimanendo fedele a se stessa, senza tentazioni semplificatorie o deviazioni dal suo ruolo di tutela degli interessi imprenditoriali dei soci. E un impegno questo che dovrà essere perseguito con univoca attenzione e nella misura in cui la credibilità e la rappresentatività dell Associazione dipendono, più che dalle fluttuazioni dell ambiente esterno, dalla capacità di identificazione e di aggregazione interna. La convinzione, più che l invito, è che si lavori insieme per questo obiettivo, nell interesse delle nostre imprese e dello sviluppo del Friuli, per dare concretezza a quei valori di libertà, di autonomia e di responsabilità che sostanziano il nostro essere imprenditori. Sono le riflessioni di Valduga sul ruolo dell Associazione quando nel 1989 presentò il consuntivo del suo mandato agli associati in cui si ritrovano quelle linee di fondo che poi caratterizzarono la Sua Presidenza. Melzi restituì prestigio e identità all Associazione; Valduga, pragmatico e deciso, ne valorizzò il ruolo di protagonista nell economia e nella società, nel solco dell azione del Suo predecessore. Valduga puntò sull allargamento della base associativa e sul miglioramento dei servizi agli associati convinto della funzione dell Associazione di supporto per far crescere la dimensione delle nostre imprese e per creare un sistema a rete con le imprese leader collocate nei punti di snodo. Promosse un programma organico di iniziative rivolte ai giovani per modificare il modo in cui viene percepita l attività industriale e per garantire al lavoro in fabbrica una giusta valorizzazione, iniziative che l Associazione, nel quadro di Orientagiovani, continua a proporre. Mi ricordo che stupì tutti quando scelse il cantante Pelù come testimonial della prima edizione strutturata di Orientagiovani. Allora percepimmo che lui, uomo d acciaio qual era, nutriva una profonda sensibilità e attenzione a tutte le espressioni del mondo dei giovani. Fu attento alle tematiche della formazione di cui non si stancò mai di ammonire come la sua efficacia fosse legata all aderenza ai fabbisogni di professionalità dell impresa. Si impegnò ad allargare l attività dell Associazione nella società e nelle istituzioni non solo perché sia il sindacato delle imprese ma cercando di rafforzare il collegamento con tutto il territorio, nella logica di rafforzare la cultura d impresa. Sul fronte del lavoro sviluppò la concertazione con le Organizzazioni sindacali e fu sensibile alla posizione dei lavoratori extracomunitari vedendo in loro non soltanto delle braccia da utilizzare per le otto ore di lavoro, ma cercando di dare a queste persone la dignità che spetta ad ogni essere umano. Fu convinto propugnatore dell importanza del fare sistema da parte delle imprese, con il riferimento dell Associazione, per contribuire a creare valore e promuovere lo sviluppo puntando su quei valori di responsabilità, di rischio, di autonomia decisionale e di identificazione che sono propri di tutte le attività organizzate imprenditorialmente. Sostenne come priorità prima da perseguire la competitività d impresa che passa attraverso la valorizzazione delle risorse umane e l affermazione di un identità culturale quale necessaria premessa dell identità produttiva e commerciale ma che deve contare su un contesto esterno coerente con le esigenze di sviluppo. Concluso il mandato associativo, mise al servizio di tutta l imprenditoria friulana la Sua conoscenza delle problematiche del mondo produttivo quando nel 2003 assunse la Presidenza della Camera di Commercio di Udine, che guidò rafforzandone la presenza progettuale sul territorio. Tornò a rappresentare l industria nel 2007 quando fu eletto Presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, incarico che ha esercitato sino all ultimo con lucido intuito, discrezione ma ferma presenza, rispettoso dell autonomia delle Territoriali. Questo lungo impegno di servizio non L ha distolto dal ruolo di industriale: costituì un Gruppo che via via si rafforzò sino a farlo diventare di livello internazionale. Ed il temperamento di industriale ha improntato la drittura morale e la coerenza dell attività lungimirante che ha svolto a servizio dell industria. Da Valduga abbiamo imparato molto e tanto Gli dobbiamo. Caro Presidente, sappia che il Suo insegnamento resterà un sicuro ancoraggio per la continuità del nostro impegno in fabbrica e in Associazione. Grazie Presidente, di tutto. Adriano Luci supplemento 3
Adalberto Valduga _ Il ricordo A proposito di... ADALBERTO VALDUGA Un uomo. Un grande uomo. Non stupisce chi l ha conosciuto che, nel ricordare Adalberto Valduga, gli esponenti del mondo politico, economico ed imprenditoriale ne abbiano posto in luce prima ancora delle grandi capacità di capitano d industria l aspetto umano, la capacità di ascoltare, l apertura al confronto, la tensione etica. E la capacità di dare l esempio, di anteporre il bene comune, il benessere collettivo agli interessi particolari. Un riconoscimento assolutamente bipartisan e rigorosamente autentico, quello che le parti sociali gli hanno tributato. Da tre anni Adalberto Valduga combatteva contro una malattia che sapeva non avrebbe vinto, dimostrando una capacità di resistere, una forza e una serenità nell affrontare la situazione che a chi lo frequentava, e soprattutto agli amici, è sempre parsa sorprendente. Non hai mai permesso al male di sopraffarlo, continuando con caparbietà e nonostante la fatica ad impegnarsi al massimo su tutti i fronti. Di Valduga, alcuni amici hanno sottolineato come sia riuscito nella missione impossibile di coniugare famiglia, lavoro (seguendo, fino all ultimo, con scrupolosa e meticolosa attenzione, ma anche con orgoglio e passione, l andamento del Gruppo Cividale di cui era presidente) e impegno associativo: la rappresentanza del mondo industriale regionale ora, quello dell intera economia provinciale come presidente della Camera di commercio di Udine, in precedenza. E prima ancora, con i lunghi anni ai vertici dell Assindustria friulana. Un impegno, il suo, caratterizzato da una profonda capacità di analisi. Mai una concessione alla polemica facile e sterile; mai il ricorso all autocompiacimento; parole sempre misurate, per evitare clamori che potessero fuorviare l attenzione dal problema che ci si trovava ad affrontare. Un approccio concreto alle cose, da ingegnere qual era per formazione. E proprio per questa capacità di analisi, non risparmiava osservazioni a tutto campo, non era mai partigiano : negli ultimi anni aveva più volte invitato proprio gli stessi imprenditori, gli industriali, ad abbandonare logiche di rendita di posizione, i vantaggi della finanziarizzazione tornando invece ad investire nelle imprese. Aveva insistito sulla necessità di metter mano all organizzazione delle aziende, a perseguire erano ancora anni di vacche grasse il recupero di produttività, appellandosi in questo sia agli imprenditori sia ai sindacati. Un invito constatava di recente che purtroppo non tutti avevano seguito, con il rischio che gli effetti dell attuale crisi globale si abbattano con maggiore virulenza sul tessuto produttivo e sull economia friulana. Il valore del lavoro, della formazione (con una continua attenzione al mondo dei giovani), dell impegno; la valorizzazione delle risorse umane, il recupero della centralità del comparto manifatturiero, la fabbrica come mondo vivo nel quale trovare occasioni di crescita personale e professionale: sono alcuni dei messaggi che Valduga ha lanciato nel corso della sua vita, convinto che il lavoro alla lunga paga sempre, e che la qualità e la capacità di innovare sono ormai imprescindibili. Serietà, impegno, responsabilità e crescita che passi attraverso la condivisione: Tutto quello che unisce è positivo diceva invitando a lavorare proprio su questi aspetti, piuttosto che enfatizzare le divisioni e i contrasti. Onore a quanti in vita si ergono a difesa di Termopili. Mai che dal dovere essi recedano, in ogni circostanza giusti e retti recita una poesia di Costantinos Kavafis, che così si conclude: E un onore più grande gli è dovuto se prevedono (e molti lo prevedono) che spunterà da ultimo un Efialte e che i Medi finiranno per passare. Un moderno Efialte ha strappato Valduga agli affetti e all intero mondo economico regionale. Ma ne resta l esempio, sul quale indipendentemente dai Medi si deve continuare a costruire per dare al Friuli un identità vincente per il futuro. Forse non tutti sanno che Adalberto Valduga ha ricoperto, quando era ai vertici di Assindustria, anche il ruolo di editore a Telefriuli e Realtà Industriale ed era pure poi componente del cda della società editrice del Messaggero Veneto e de Il Piccolo. Di lui ho apprezzato l assoluta laicità nello svolgere le sue funzioni senza idee preconcette, senza fini propagandistici, con estremo rispetto per i professionisti che lavoravano in questi media. Piero Villotta, presidente dell Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia Mauro Filippo Grillone 4 supplemento
Adalberto Valduga _ Gli Il ricordo Interventi foto Anteprima La commemorazione di Carlo Melzi Con un intensa quanto vibrante testimonianza, il 29 agosto del 2000 Adalberto Valduga commemorò in Duomo a Udine la figura imprenditoriale ed umana di Carlo Melzi. Il Friuli è in lutto. Ha perso un uomo di grande valore che, attraverso l affermazione della Sua qualità, ha dedicato il Suo lavoro, la sua vita a questa terra. Carlo Melzi ha rappresentato una figura centrale per la nostra Regione, un leader apprezzato, credibile, da tutti ascoltato. Un protagonista del mondo dell industria, dell editoria, della finanza, che, nell ultimo periodo della Sua vita, ha voluto mettere a disposizione della collettività, nonostante il peso di una tremenda malattia, tutte le Sue capacità professionali ed imprenditoriali, per spirito di servizio; per sdebitarmi di quanto ho avuto da questa terra come ebbe modo di dire. Industriale per tradizione familiare, impegnò tutto sé stesso nelle Acciaierie Weissenfels, con grande senso del dovere, riuscendo a sviluppare l azienda fino a farla diventare leader di livello internazionale. Un risultato non facile, realizzato in un settore fortemente competitivo, con una struttura produttiva ubicata in un area disagiata, qual è la montagna friulana. Un impegno costante, che ha consentito l affermazione di un azienda, che per un lungo periodo di tempo ha rappresentato una vera e propria diga contro la disoccupazione di quel territorio. Un azienda, polo di riferimento per la comunità del tarvisiano, per la quale Carlo Melzi ha rappresentato la sicurezza per il futuro; il brot vater, il papà che aveva risolto nei momenti bui anche le necessità primarie, come ha dichiarato nei giorni scorsi, ad un cronista, una abitante di Fusine. Un lavoro svolto con sacrificio, ma sempre con grande entusiasmo: dalle 5-6 del mattino Carlo Melzi era in fabbrica, vicino a dirigenti e maestranze, pronto ad entrare nel vivo e nello specifico di tutti i problemi, attento che l azienda stesse al passo con i tempi, con una grande propensione ad internazionalizzare l impresa, ad innovare continuamente nelle macchine e nell organizzazione. Un uomo illuminato come industriale, pragmatico come manager, colto e sensibile, stimato ed amato dai Suoi collaboratori; con grande senso del dovere, del Suo ruolo nella comunità. Editore per passione, ha saputo condurre al successo il Messaggero Veneto e, in tempi più recenti, il Piccolo di Trieste, puntando sugli uomini e sull innovazione tecnologica. Un attività, quella di editore, che lo affascinava: amava parlare lungamente di politica, essere sempre informato in tempo reale, di quanto accadeva ovunque. Nei suoi uffici, nella Sua villa di Fusine, aveva sempre accesi i monitors, che lo collegavano, via satellite, con le televisioni di ogni parte del mondo. Carlo Melzi aveva scelto di vivere a Fusine, lontano dalle città, nel silenzio delle montagne, in un angolo di Paradiso, che aveva saputo creare e di cui era l anima. Non amava la vita di società, la subiva per il minimo necessario, ma la sera, anche se gli impegni di lavoro lo conducevano lontano, cercava sempre di ritornare a Fusine. Isolato in un mondo di fiaba, ma anche sempre al centro di quanto avveniva, attraverso la vivacità dei Suoi interessi, la curiosità di conoscere, l entusiasmo per ogni nuova iniziativa. Non ha bisogno di scendere a valle: tutti cercano di salire a Fusine per incontrarlo. I colloqui con Lui sono affascinanti, i Suoi giudizi penetranti, i Suoi consigli aprono sempre nuove prospettive, il Suo giovanile entusiasmo è di stimolo per tutti. Ho avuto il privilegio di toccarlo con mano: nel periodo in cui ha guidato l Associazione degli Industriali, non solo è riuscito a riportare ai massimi livelli la sua capacità di rappresentanza, rafforzandone credibilità e prestigio e ridando orgoglio ed identità all imprenditoria friulana, ma ha saputo creare un clima di grande collaborazione, uno spirito di squadra, coinvolgendo tutti nel Suo progetto di cambiamento. Un grande Presidente: per noi rimarrà sempre Il Presidente. Nel lungo periodo di collaborazione ed amicizia, ho saputo apprezzarne le doti di intelligenza, l acutezza dell analisi, la capacità di decidere, lo spirito di iniziativa, la lealtà e, soprattutto, il grande coraggio. Quando incontrandolo nei primi mesi del 97 all uscita da una visita di controllo, mi disse Mi hanno dato 3 o 4 mesi di vita restai colpito come da un macigno; ma Carlo, dopo un lungo silenzio in cui le lacrime gli salivano agli occhi, riprese immediatamente in pugno la situazione e, quasi a farmi coraggio, cominciò a programmare gli impegni dei mesi successivi. Un grande coraggio anche nelle decisioni e nelle scelte, che la consapevolezza del Suo stato di salute, Lo inducevano a prendere con la ragione, costringendolo talvolta a mettere da parte il cuore. Come quando decise di cedere i giornali, la Sua vera passione, ad un Gruppo che potesse garantirne lo sviluppo. Fu una decisione che prese da solo, senza confrontarsi con nessuno, quasi per timore di non avere più la forza, di fronte alle osservazioni, di seguire la Sua scelta razionale. Una scelta difficile, che gli toglieva, di colpo quello che più amava. Dopo alcuni mesi gli chiesi: lo rifaresti ancora?. Ebbe un attimo di esitazione, divenne improvvisamente serio e rispose: Non farmi domande troppo difficili. Un grande coraggio dicevo, che ha dimostrato anche accettando di correre per la Presidenza della Provincia, di mettere ancora un volta in discussione sé stesso, al fine di svolgere un ruolo determinante per la crescita e la valorizzazione del Friuli. Un grande coraggio, che gli consentiva di continuare a lavorare, fare programmi, proporre nuove iniziative, mentre lottava duramente, giorno dopo giorno, contro un inesorabile malattia. Non ho paura di morire ha detto nelle ultime ore alla sorella Etta ma ho paura di vivere, senza riuscire ad operare come in passato. Quando arrivò in Associazione, a Palazzo Torriani, nell 89, portò con sé un crocefisso ed una grande fotografia della madre, che teneva sempre davanti a sé, sulla scivania. Due cose, due punti fermi della Sua vita: una grande fede in Dio ed un amore verso la madre, al cui pensiero ancora si commuoveva, a molti anni dalla sua scomparsa. Certamente Loro ha visto, oltre il Mangart, chiudendo gli occhi per sempre, quando ci ha lasciato, lasciando in tutti un grande vuoto. Adalberto Valduga supplemento 5
Adalberto Valduga _ Gli I Il Discorsi ricordo Interventi L impegno del sistema industriale friulano Con un intervento pubblicato sul Messaggero Veneto, Il 1 maggio 2002 Adalberto Valduga presentò con orgoglio, alla vigilia della visita a Udine dell allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, le peculiarità del Friuli industriale evidenziandone storia e punti di forza senza nascondere gli elementi di vulnerabilità. Il sistema industriale che si presenta oggi al Presidente Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della Sua visita a Udine, può dimostrare una situazione di sostanziale piena occupazione, un livello di benessere generale raggiunto in un breve periodo di tempo, una struttura industriale diffusa sul territorio con forte vocazione all esportazione, in prevalenza articolata in settori tradizionali, ma con splendidi punti di eccellenza nel mobile, nella siderurgia, nella meccanica. Uno sviluppo industriale nato dal basso, più dal lavoro che dal capitale, che ha consentito al Friuli in soli 50 anni di uscire dalla povertà, di passare dall emigrazione ad una ormai cronica mancanza di manodopera. Uno sviluppo industriale fondato sulla generale condivisione dei valori propri dell impresa, su livelli insuperabili di abilità artigianale ed accelerato dalla rabbia di riscatto conseguente al terremoto del 76, che ha fatto ricostruire le fabbriche più moderne ed efficienti di prima. Uno sviluppo industriale sostenuto dallo spirito di intraprendenza degli imprenditori friulani, dalla dedizione e dalla capacità professionale delle maestranze, dalla volontà del Sindacato di essere parte attiva nei processi di ristrutturazione, che negli anni 80 hanno consentito alle aziende di consolidare la loro struttura, attraverso l innovazione tecnologica dei processi produttivi. Ma il sistema industriale friulano evidenzia oggi anche la fragilità di un modello di sviluppo, che accomuna la nostra realtà produttiva a quella veneta, messo in discussione dalla globalizzazione dei mercati e dalla conseguente necessità di una sempre maggiore competitività. Ricerca ed innovazione diventano così indispensabili per restare sul mercato, ma per le piccole e le piccolissime imprese che costituiscono la nostra struttura industriale, risulta molto difficile apportare innovazione all interno dei propri processi produttivi e più in generale organizzativi, sia per i limiti derivanti dalla dimensione aziendale, che per la specifica tipologia dell impresa, gestita ancora spesso a livello familiare, con un insufficiente apporto di management esterno. Molti quindi i punti critici che il nostro sistema industriale è impegnato a superare, accelerando il processo di integrazione scuola-impresa, utilizzando al meglio le opportunità offerte da un Università giovane, che ha iniziato a dare i primi importanti ritorni sul territorio, per agevolare la crescita della conoscenza all interno della fabbrica. Quindi conoscenza, formazione continua, crescita dimensionale dell impresa, innovazione, anche attraverso distretti e consorzi, che consentano di mettere tra loro in rete le imprese di piccole dimensioni. Un complesso di azioni strategiche, in cui spetta alla Regione un ruolo primario, per le competenze che le derivano dallo Statuto di specialità ed anche dalla trasformazione in senso federalista dello Stato. Un ruolo determinante nel modernizzare la propria struttura operativa, nell attuare un decentramento responsabile, che valorizzi le capacità di programmazione ed indirizzo, riordinando le modalità di intervento nel senso della semplificazione e dell accelerazione delle procedure. Massimo impegno andrà profuso nella ricerca continua dell efficienza, nella progettualità, nell individuazione di una scala di priorità che consenta al sistema industriale di essere protagonista nella fase delicata, ormai imminente, di passaggio da territorio di confine del Paese verso l Est, ad area baricentrica nel processo di allargamento ai paesi dell Europa orientale. Una politica industriale finalizzata alla crescita della dimensione aziendale, per incrementare sensibilmente il numero delle medie imprese presenti in Regione, a rendere attrattivo il nostro territorio per imprese strategiche operanti in settori innovativi, che possano far germinare nuove iniziative. Una profonda trasformazione quindi della struttura del sistema industriale, che per essere realizzata dovrà coinvolgere amministrazioni pubbliche, imprese, dirigenti, maestranze, Sindacato. Un Sindacato che accetti come l impresa la sfida del cambiamento, ritorni ad operare sui reali problemi della fabbrica, cessando di svolgere un azione di contrapposizione politica, per definire i termini di un nuovo mercato del lavoro, che sia caratterizzato da un maggior equilibrio, in cui vengano limitate inutili forme di garanzia per chi non ne ha bisogno, al fine di consentire la possibilità di garantire i più deboli e gli emarginati. Nonostante le attuali difficoltà del mercato e pur consapevoli dei punti di criticità propri di questo modello industriale, gli imprenditori friulani hanno dimostrato, riprendendo ad investire con convinzione, che sono pronti ad accettare le nuove sfide ed a rimettersi ancora una volta in discussione. Questa ferma volontà di continuare nel processo di crescita, pur nella complessità della situazione, penso sia oggi l impegno più importante che il sistema industriale può prendere di fronte al Presidente della Repubblica. Adalberto Valduga 6 supplemento
Adalberto Valduga _ Gli Il ricordo Interventi I Giovani, la scuola, l industria Il 3 maggio del 2002, in relazione all attività svolta nei confronti dei giovani dall Associazione, Adalberto Valduga venne chiamato, all Istituto Tecnico Commerciale Zanon di Udine, ad intervenire all incontro con gli studenti dell allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Signor Presidente, la mia presenza a questo Suo incontro con i giovani studenti delle medie superiori della nostra città, in rappresentanza degli industriali friulani, vuole significare l importanza strategica che il sistema delle imprese attribuisce alla scuola in tutti i suoi gradi, dalle Scuole elementari fino all Università; Scuola che può rappresentare in prospettiva per il nostro territorio uno dei principali punti di forza per garantire nel tempo la continuità dello sviluppo. Un importanza particolarmente avvertita in Friuli: una regione in cui il sistema industriale è andato formandosi solo in tempi molto recenti e che più di altri ha basato la sua crescita sulla valorizzazione delle risorse umane. Un sistema industriale costituito da una miriade di piccole e medie imprese, in prevalenza a carattere familiare, nate a partire dagli anni 60; un processo di industrializzazione diffusa; una forte vocazione all esportazione, un territorio che si identifica con i valori propri dell impresa. Un sistema industriale molto simile ed omogeneo con il vicino Veneto, anche se con una maggiore presenza in settori tradizionali, come il legno ed il ferro, ma con punti di eccellenza nel mobile, nella siderurgia, nella meccanica. Un sistema industriale la cui articolazione nella piccola e nella piccolissima impresa, ha consentito di realizzare negli ultimi 50 anni un eccezionale sviluppo. Il Friuli è così passato dalla povertà al benessere, dall emigrazione ad una ormai diffusa mancanza di manodopera, ma con una struttura produttiva che oggi può evidenziare, di fronte alla competitività richiesta da un mercato sempre più allargato ed alle insidie proprie del passaggio generazionale, punti di fragilità e di debolezza. Determinante risulterà la capacità del sistema impresa-territorio di apportare conoscenza all interno della fabbrica. Una scuola vicina quindi all impresa, che riesca ad interpretarne lo spirito e le esigenze; un impresa capace di rinnovarsi per diventare attrattiva per le nuove generazioni. In questo senso l Associazione Industriali della Provincia di Udine ha avviato tre anni fa un programma ambizioso, chiamato Orientagiovani, che ha cercato di far conoscere ai giovani degli ultimi due anni delle Scuole Medie Superiori, ma anche, con un diverso approccio, dell ultimo anno delle Medie, cos è oggi la fabbrica, com è cambiata in questi anni, quali sono le sue esigenze, per cercare attraverso la diretta testimonianza degli imprenditori nelle Scuole, di dare ai giovani una corretta informazione, per cercare di modificare quel modo di pensare che fa troppo spesso ritenere il lavoro in fabbrica meno gratificante di un qualsiasi lavoro impiegatizio. Abbiamo cercato di evidenziare come oggi in fabbrica sia possibile per un giovane realizzare sé stesso, valorizzando le sue capacità ed accrescendo attraverso un percorso di formazione continua, la sua professionalità. Abbiamo anche sottolineato come l industria richieda personale altamente specializzato e come la formazione scolastica, incentrata sempre più nell insegnare ad imparare, possa consentire di aggiornare con continuità la propria formazione professionale, anche in presenza di cambiamenti sempre più rapidi nella tecnologia applicata. La risposta dei giovani studenti ed anche del corpo insegnante è stata molto positiva, così che abbiamo ritenuto di continuare anche per i prossimi anni quest azione di avvicinamento dell impresa alla scuola, certi che potrà essere di aiuto nel costruire un sistema sempre più integrato, in cui gli scambi scuola-impresa diventino un normale modo di operare. Per i giovani ed il loro futuro, per un sistema industriale sempre più competitivo, per la crescita ed il benessere del Friuli. Il Gruppo Giovani Imprenditori ricorda Valduga Adalberto Valduga Adalberto Valduga è stato un imprenditore che ha fatto breccia tra i Giovani. Per Enrico Accettola, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine, infatti, l improvvisa scomparsa dell ingegner Valduga crea un vuoto anche all interno del Gruppo Giovani, da lui ritenuto una palestra fondamentale per chi muove i primi passi nel mondo dell imprenditoria e a cui egli è sempre stato particolarmente vicino stimolandone costantemente l attività e le iniziative. È una figura da prendere da esempio, un uomo infaticabile che amava il suo lavoro al punto tale da non sottrarsi ai numerosi impegni anche durante il periodo della malattia, un leader autorevole che riusciva ad infondere entusiasmo in tutti noi giovani. supplemento 7
Adalberto Valduga _ La Il ricordo lettera Caro ingegnere, i colleghi industriali mi hanno chiesto un aiuto per ricordare. Speravo questo non dovesse capitare e in ogni caso non adesso, non in un momento come questo ove tutti noi imprenditori, ma anche i politici, i sindacati, la pubblica opinione avremmo tanto bisogno dei Tuoi consigli, della Tua esperienza, della Tua saggezza. Ce lo hai dimostrato anche in questi giorni con un intervento di fine anno che esprimeva con la consueta straordinaria lucidità le difficoltà e la complessità del momento ma, anche la cogenza delle decisioni. Ho avuto l opportunità di conoscerti nel 1988 ad un Comitato regionale della Federazione degli industriali della nostra Regione, di li a poco fosti incaricato di affrontare la non facile operazione di ristrutturazione finanziaria della nostra Associazione e poi seguirono gli anni di intenso lavoro durante la presidenza del Cav.Melzi. La Tua Presidenza iniziò nel 1997 e nei sei anni in cui hai condotto la nostra Associazione hai accresciuto il prestigio e la credibilità della nostra categoria, hai favorito la crescita dei giovani e costruito la continuità di questa Istituzione per noi tanto importante. Quanti momenti, quanti viaggi, quante discussioni potremmo ricordare! Erano le occasioni migliori per conoscerci e per approfondire, per valutare ed abbozzare. Nacque tra noi una confidenza basata sulla stima e sulla lealtà. E così negli ultimi anni ci è talvolta capitato di parlare anche di noi, del nostro passato, dei nostri timori e delle nostre speranze. Ricordo i racconti degli anni in cui da giovane studente lasciasti casa per studiare al Politecnico a Milano, la determinazione a voler concludere brillantemente gli studi per trovare un lavoro, e poi il concorso vinto all Enel di Venezia e i lavori per gli elettrodotti nella nostra regione tra cui quelli per la nascente Zona Industriale di Osoppo ove conoscesti il Cav. Pittini e mio Padre poco più che trentenni. Sacrifici e tenacia, ma anche la volontà di coltivare la passione per il tennis che Ti ha visto raggiungere risultati lusinghieri e che anche in questi ultimi anni continuava ad attrarti. Matura nel frattempo la volontà di intrapresa e così nasce prima, l attività professionale anche con l Ing.Parmegiani, poi l inserimento progressivamente sempre più importante nelle Acciaierie di Cividale. E ancora le acquisizioni di tante Aziende del settore, la Facs di Pavia di Udine, la Innossmann a Maniago, la Farem con unità produttive a Remanzacco e Cave del Predil, la Safog di Gorizia, la Flag di Marcon (Venezia) come la LMC 4 e la IFI, le Officine Meccaniche Ermen a Cividale e, da ultimo, la Sosba a Remanzacco: attività riunite nel Gruppo Cividale che per anni ti hanno impegnato nella continua ricerca di specializzazione in un settore, che ha visto la chiusura di decine, forse centinaia di aziende e che Tu negli ultimi anni hai portato ad uno straordinario successo. Ne eri orgoglioso ma, a differenza dei più, non ne hai mai menato vanto e non hai mai rinunciato neppure all apice del successo al massimo rigore, al rispetto delle risorse, all attenzione quasi ossessiva a tutte le spese che non fossero finalizzate ad un risultato concreto. Nel 2006 infine matura l opportunità di un salto dimensionale straordinario. Si presenta l occasione di acquisto della ZML e Tu con la consueta determinazione ma soprattutto con la fiducia nelle capacità e nella volontà dei Tuoi figli accetti contemporaneamente due sfide: quella imprenditoriale e quella con il Tuo male. Non so chi di noi avrebbe avuto tanto coraggio, tanta forza d animo! Questa è veramente l unica cosa di cui non siamo riusciti mai a parlare, il Tuo male, la Tua sofferenza, il Tuo dolore. La forza che Ti sorreggeva era tale che mai avrei trovato il coraggio di sfidare la Tua riservatezza. Anche perché già pensavi all India e continuavi a vistare personalmente ogni fattura, a contrattare gli acquisti del rottame, a correggere ogni contratto, ogni testo perché di fronte ai tecnici o ai commerciali, agli avvocati o ai commercialisti eri sempre in grado di perfezionare tutto. E tutti Te lo riconoscevano. Innumerevoli sono state le occasioni di incontro e di dibattito con esponenti istituzionali nazionali e locali della politica, della finanza, dell imprenditoria e sempre ne uscivamo arricchiti! Hai favorito il dialogo e rispettato tutti gli interlocutori e tutte le opinioni e, mai il giudizio è stato condizionato. Non dall opportunità né dalla politica e neanche dall interesse della categoria, di cui ben conoscevi pregi e limiti. La chiave di lettura era sempre una visione ben più ampia e complessa che si sforzava di ottemperare bene comune, equità e sviluppo. Ascoltare e comprendere le ragioni degli altri era sempre, per Te, il presupposto indispensabile di ogni proposta e di ogni progetto. Il Tuo carisma e la Tua autorevolezza scaturivano dal riconoscimento di competenza ed equilibrio che significava capacità di analisi, di approfondimento, e spesso di studio e sacrificio uniti ad esperienza e saggezza. E poi le soddisfazioni cominciano ad arrivare e tanti sono stati i suggerimenti andati a buon fine per stimolare l attività legislativa, per sostenere lo sviluppo e forse ancor più frequenti quelli per prevenire ed evitare ulteriori problemi di cui spesso nulla si sapeva. E arrivata anche la nomina, cui tanto tenevi, a Cavaliere del Lavoro! Meritatissima, e giusto coronamento di una vita di impegno e poi anche la Presidenza della Camera di Commercio e la Presidenza Regionale oltre a tante altre nelle Istituzioni regionali e nel mondo della Finanza ma, devi scusare, sia per me che per molti colleghi rimarrai sempre il nostro Presidente, l Ing.Valduga. Il Tuo metodo di lavoro, il Tuo modo di ragionare, il Tuo percorso professionale ed imprenditoriale sono stati segnati più dal raziocinio che dall intuito, più dalla capacità di prevedere che dalla determinazione al rischio e per questo la Tua formazione di Ingegnere ha continuato sempre a prevalere su tutti i titoli e tutte le onorificenze che hai conseguito. Non credo di sbagliare se penso che nel Tuo intimo, in fondo, non Ti dispiacesse anche perché invero il Tuo percorso da lì era partito. Purtroppo però è finito presto, troppo presto, e non abbiamo più il tempo per sentirci, per confrontarci, per sorridere infine delle nostre preoccupazioni ma, non temere, tra qualche tempo le cose ricominceranno ad andare un po meglio anche qui e molti dei problemi che ti preoccupavano piano piano andranno a soluzione. Chiara, Antonio, Alberto e Alessandro sapranno continuare e l Italia ce la farà, il Friuli anche, le future generazioni dimostreranno che il progresso continua e chissà, forse potremo riprendere a sentirci, come sempre il sabato mattina per non portar via troppo tempo al lavoro e per sapere Come va?. Grazie di tutto ingegnere, Tuo Giovanni Fantoni Osoppo, 16 gennaio 2009 8 supplemento