Focus su Epatite C e terapie di nuova generazione - Genova, 9 aprile 2014

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Focus su Epatite C e terapie di nuova generazione - Genova, 9 aprile 2014

L entusiasmo dettato dalla messa a punto degli inibitori delle proteasi che avrebbe segnato la svolta nella cura dell Epatite C è stato presto ridimensionato. Boprecevir e Telaprevir sono stati approvati dalla FDA a maggio del 2011 la EMA li ha approvati a luglio 2011 l AIFA solo a dicembre 2012 Ulteriore ritardo per l inserimento di questi farmaci nei prontuari farmaceutici regionali, ultimato solo a giugno 2013. A questi fattori si devono aggiungere le difficoltà a istituire i Centri regionali autorizzati alla prescrizione della triplice per problematiche connesse alle modalità di accreditamento ed al mancato adeguamento della dotazione organica nonostante la comunità scientifica avesse preventivato l incremento delle complessità gestionali dei nuovi trattamenti.

2013

Finalità Fotografare il grado di accesso alle nuove terapie per l Epatite C con inibitori della proteasi sul territorio nazionale Metodologia Le rilevazioni tramite questionari predisposti - sono state compiute nell arco di 6 mesi Da giugno a settembre 2013 sono stati selezionati e intervistati circa 300 pazienti HCV con genotipo 1; Da agosto a dicembre 2013 sono stati interrogati oltre 270 reparti autorizzati alla prescrizione dei nuovi farmaci antiepatite C; Da ottobre 2013 a gennaio 2014 sono state interpellate tutte e 19 le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 In base ai risultati, si possono notare 2 grandi macro gruppi che si equivalgono e non distanti dalla realtà clinica: fibrosi assente e lieve 50,6% (pazienti che teoricamente possono aspettare nuovi trattamenti) e fibrosi media e grave con 43,9% (pazienti teoricamente eleggibili a un trattamento immediato). Un 5,5% non conosce il proprio stato di malattia.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Al momento dell intervista il 17% dei pazienti non aveva ancora parlato col proprio medico, il 38% è stato ritenuto idoneo, al 19% è stata rifiutata la triplice perché troppo rischiosa e al 12% per patologia lieve. Al 15% è stato consigliato di aspettare i nuovi farmaci.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Accesso alla triplice terapia Del totale dei pazienti ritenuti idonei alla triplice terapia solo un paziente su tre ha potuto iniziarla subito.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 I motivi che hanno ostacolato l accesso alla triplice terapia ai pazienti ritenuti idonei sono stati diversi.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Difficoltà nell erogazione dei farmaci A prescrizione avvenuta solo al 59% dei pazienti i farmaci sono stati erogati subito.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Tempi di erogazione dei nuovi farmaci Nel 59% dei casi l attesa per l inizio della terapia è stata compresa tra 1 e 4 settimane, nel 10% è durata fino a 2 mesi, tra 2 e 4 mesi quasi nel 14% e nel 17% l attesa ha superato i 4 mesi.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Meno della metà delle Regioni ha formalizzato e reso pubblico un PDTA per la gestione dei trattamenti. Ogni Regione ha individuato modelli organizzativi diversi per la gestione delle erogazione delle cure, mancando una linea di indirizzo nazionale.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Quanto personale è coinvolto nella gestione della triplice terapia? È stata rivalutata la dotazione del personale medico / infermieristico? Il 63% dei Centri intervistati non dispone di specializzandi e ugualmente il 63% non dispone di borsisti.

Si registra una forte selezione dei pazienti eleggibili alla triplice: 18,6% per malattia avanzata; 12,2% per malattia lieve; 15% per aspettare farmaci con meno effetti collaterali. Difficoltà di accesso immediato alle cure: 42% in lista di attesa; 25% visita rimandata senza che i Pz siano inseriti in lista d attesa. Carenze strutturali e di capacity da parte dei Centri autorizzati costringono gli stessi Centri a contingentare l accesso al trattamento per garantire la sicurezza necessaria su cure efficaci ma ad alto tasso di complicanze. Diretta conseguenza degli ostacoli di natura organizzativa, burocratica ed economica è che solo il 12% del campione intervistato ha avuto accesso immediato ai farmaci.

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Sintesi dello scenario relativo all accesso al trattamento

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Sintesi Pz eleggibili alla terapia

Fonte: Cittadinanzattiva EpaC, Dicembre 2013 Sintesi dello scenario relativo all accesso al trattamento al momento delle interviste

Sintesi Grande selezione di pazienti da trattare; Liste di attesa per scaglionamenti programmati; Capacity ridotta per mancanza rivalutazione personale; Pochi PDTA, disomogenei tra loro e percorsi Hub & Spoke poco chiari; Pazienti mai coinvolti (eccetto Lombardia) processi decisionali. Conclusioni Dati raccolti ormai «obsoleti» ma utili per non ripetere alcuni errori per garantire maggiore uniformità di accesso.

Le liste d attesa per l accesso alle terapie farmacologiche stanno diventando un fenomeno sempre più diffuso. Chiediamo che su questo le Regioni si attivino subito, anche rivedendo le modalità di individuazione e di organizzazione dei Centri prescrittori. È necessario inoltre semplificare l iter di approvazione e rimborso a livello nazionale. Due anni per rendere disponibili ovunque le terapie è una tempistica di attesa inaccettabile

Nuove terapie in arrivo Interferone - free In considerazione che nei prossimi 12-18 mesi sono in arrivo numerose altre molecole, quali: Simeprevir Daclatasavir Asunaprevir Ledispavir 3D - Abbvie Auspichiamo la nomina di un tavolo di lavoro permanente per ottimizzare e velocizzare il lavoro

Indicazioni terapeutiche Negli USA, Sofosbuvir e Simeprevir con / senza INF + RIBA sono diventati lo Standard of Care. Ref. http://www.hcvguidelines.org by AASLD EMA ha autorizzato l utilizzo di Sofosbuvir in tutte le categorie di pazienti (eccetto i trapiantati di fegato) riconoscendone l efficacia e gli indubbi vantaggi per i pazienti, lasciando ampio margine decisionale si medici curanti. Mantenere le indicazioni EMA e includere anche i trapiantati di fegato considerati i buoni dati preliminari di safety ed efficacy

Categorie di pazienti da curare - urgenza In considerazione di quanto osservato con Boceprevir e Telaprevir, e cioè le restrizioni imposte dalle regioni sui budget per questi farmaci nonostante il budget stanziato da AIFA È fortemente auspicabile che i budget stanziati per Sofosbuvir siano vincolati e trasferiti alle regioni con disposizioni di utilizzo per la cura dell Epatite C.

Categorie di pazienti da curare - urgenza La classificazione per «urgenza» non significa negare la rimborsabilità ai pazienti meno gravi sui quali va effettuata una scrupolosa selezione in attesa dei farmaci Interferon - free. Andrebbe quindi introdotto il concetto di «programmazione» piuttosto che di «esclusione». È comunque scontato che a livello regionale saranno operate ulteriori selezioni e limitazioni sulla base delle linee guida scientifiche e nuovi dati attesi di studi clinici

Investendo 5 Mld in nuovi farmaci HCV e curando le persone: Il costo farmaceutico è assorbito dal risparmio derivante in costi diretti e indiretti nei 5 anni successivi; Viene spazzata via quasi interamente una patologia cronica e infettiva; Viene più che dimezzata la mortalità da Cirrosi e Epatocarcinoma; Più che dimezzati i trapianti di fegato; Si guadagnano innumerevoli anni di vita; La popolazione affetta incrementa la qualità di vita e produttività. Ciò non succede con altre patologie croniche, dove i costi di gestione restano nel tempo o addirittura si incrementano (HIV, Diabete, Ecc.).

Open questions Gestire i nuovi paradigmi terapeutici Da un punto di vista di sostenibilità, è in grado l Italia di adottare le nuove linee guida AASLD ed escludere i «vecchi» PI? Ci saranno disposizioni diversificate a livello regionale? Da un punto di vista normativo, etico, legale, è possibile rifiutare ad un paziente una terapia innovativa anche se ad alto costo? Da un punto di vista normativo, etico, legale, è possibile obbligare un paziente a sottoporsi ad un trattamento che implica maggiori effetti collaterali, maggiori sofferenze, disagi e pericoli? Chi decide, e in base a quale principio, legge o norma chi può o non può accedere ad una cura innovativa per eliminare una malattia infettiva trasmissibile? Con questi nuovi farmaci, è giunto il momento di curare anche le infezioni e non solo la malattia? Chi si assume la responsabilità di dire che non ci sono soldi per curare tutti?

Gestire i nuovi paradigmi terapeutici Inserire subito le Epatiti nel Piano Sanitario Regionale come priorità di salute pubblica; Segnalare immediatamente alla Conferenza Stato Regioni e al Ministero della Salute il grande impatto economico in arrivo e la necessità di provvedere a fondi vincolati per HCV; Stimare con precisione il numero di pazienti con HCV presenti nel territorio e quelli più urgenti da curare subito; Elaborare un piano quinquennale per curare tutti i pazienti con HCV iniziando dai più urgenti.

Elaborare una strategia di approccio al paziente non urgente: 1. Evitare norme o linee guida che neghino l accesso. Se viene fatto, possono verificarsi queste situazioni: Accettazione incondizionata Accettazione condizionata nel tempo Fai da - te (acquisto personale, raro) Migrazione Apertura contezioso medico-legale 2. Parlare al paziente di «programmazione alla cura migliore» con nuovi DAA e coinvolgerlo nella decisione, piuttosto che rimandarlo vagamente a tempo indefinito. Stabilire un periodo certo. Gestire i nuovi paradigmi terapeutici 3. In alternativa, in casi in cui c è l accordo del paziente, offrire i «vecchi» PI. Accordo, non imposizione.

Grazie per l attenzione