Scuola e televisione: il declino dell Italia

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Transcript:

Angelo Conforti Scuola e televisione: il declino dell Italia Saggi e articoli Edizioni Scuola Democratica, 2010

PREFAZIONE DELL AUTORE L'Italia non è stata soltanto la culla di un'antica civiltà. In Italia dal Trecento, forse anche prima, è nata la civiltà moderna, quella che si è poi diffusa in tutto il mondo e che ancor oggi domina il pianeta. In Italia nella seconda parte del Medioevo erano già nate le Università. In quella di Bologna, ad esempio, sono rinati gli studi giuridici, su cui si fondano le istituzioni delle democrazie moderne. In Italia durante l'umanesimo, grazie a Marsilio Ficino, Guarino Veronese e altri sono nate le Accademie, le scuole moderne e le biblioteche pubbliche. In quell epoca, grazie a Niccolò Cusano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e altri sono state elaborate le idee di libertà di pensiero, di tolleranza, di dialogo tra tutti i popoli del mondo. In Italia c è stato il fiorire spettacolare del Rinascimento, con la sua letteratura e la sua arte, conosciute in goni angolo del pianeta. In Italia è nata una nuova concezione dell'universo con Giordano Bruno e Niccolò Copernico (che era polacco ma ha studiato in Italia e si è laureato a Ferrara). In Italia con Galileo Galilei è iniziata la Rivoluzione scientifica: l ide stessa di ricerca scientifica è stata avviata nel suo laboratorio e continuata dai suoi allievi, Torricelli e Viviani. Tutto questo è accaduto anche grazie a uomini politici illuminati, che destinavano risorse finanziarie ingenti a promuovere la cultura e la scuola, come Cosimo il Vecchio de Medici e Lorenzo il Magnifico, i duchi di Mantova, i dogi di Venezia, gli Aragonesi, Lionello ed

Ercole d Este duchi di Ferrara, i Visconti e gli Sforza (i veri titolari del Biscione). Per quasi tre secoli la civiltà italiana ha espresso il massimo di ciò che è creatività e intelligenza, con figure come Dante, Petrarca, Boccaccio, Boiardo, Ariosto, Tasso, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, ecc. Era l età dei giganti, come l ha chiamata Engels. Tutto il mondo ci deve la nascita della modernità. L'Illuminismo è stata la continuazione del Rinascimento. La rivoluzione inglese, la rivoluzione francese, quella americana si sono ispirate ai valori nati in Italia. Oggi il nostro Paese è giunto quasi al termine di un lungo periodo di declino, che lo vede tra gli ultimi al mondo nell investimento di risorse per la scuola, la cultura, la ricerca scientifica. Questa raccolta di saggi vuole tentare una diagnosi dell unica vera causa, la più profonda, del declino italiano, il tradimento della sua vocazione più intima, che ne ha fatto la culla della modernità: il bisogno di allargare costantemente i confini della conoscenza, quell esigenza che echeggia, alla svolta da cui nasce l età moderna, nei versi di Dante: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» (Divina Commedia, «Inferno», XXVI, 119-120). Fidenza, 26 Luglio 2010 Angelo Conforti

SCUOLA E TELEVISIONE: IL DECLINO DELL ITALIA Nel 1995, pubblicando su Il nuovo presente un articolo dal titolo «Scuola e televisione», concludevo con un auspicio e con un allarme che di seguito riporto in sintesi: «La nuova classe dirigente deve agire in fretta se vuole ricondurre l Italia nel novero dei paesi civili e democratici: investire nella scuola ingenti risorse finanziarie; valorizzare le risorse umane e professionali che già esistono, riconoscendole con adeguate retribuzioni e opportuni incentivi; potenziare e diversificare le offerte formative, trasformando tutti gli istituti scolastici in luoghi accoglienti e in centri di crescita umana, personale e sociale. [ ] Non ci sono vie di mezzo: l alternativa è il sottosviluppo, il degrado, l umiliante impoverimento culturale che l omologazione pantelevisiva rappresenta». A distanza di quindici anni l auspicio si è rivelato vano, mentre appare più che mai fondato quell allarme. All epoca, un doppio vuoto legislativo, sia pure di segno opposto, aveva consentito, nell arco di un ventennio disastroso per la democrazia italiana, l instaurarsi di un sistema di circolazione delle informazioni e delle idee egemonizzato dalla TV, esautorando progressivamente la scuola delle sue funzioni. Gli stessi governi che, attraverso la deregulation dell emittenza, avevano consentito il sorgere di oligopoli di controllo della comunicazione televisiva e del mercato pubblicitario,