Piano di Risanamento Fiume Lambro



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Piano di Risanamento Fiume Lambro Piano per l avvio e la messa a sistema delle attività di polizia idraulica Triuggio, Luglio 2013

INDICE 1. PREMESSA 3 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 4 2.1. Nazionale 4 2.2. Regionale 5 3. LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL REGOLAMENTO DI POLIZIA IDRAULICA 6 3.1. Norme di riferimento in materia di demanio idrico e normativa regolante le attività di polizia idraulica 6 3.2. Criteri per la redazione del documento di polizia idraulica 7 3.3. Criteri per l individuazione di fasce di rispetto dei corsi d acqua e definizione delle attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico 8 3.4. Elenco degli elaborati 11 3.5. Documentazione informatica per gli aggiornamenti cartografici 12 4. BUONE PRATICHE E PROPOSTE 15 Pagina 2 di 17

1. PREMESSA Il piano per l avvio e la messa a sistema delle attività di polizia idraulica fornisce le linee guida per la redazione del Regolamento di Polizia Idraulica, reso obbligatorio per tutti i corsi d acqua e che la normativa impone ai Comuni di redigere per la gestione ed il controllo del reticolo idrico minore. Per polizia idraulica si intende l attività di vigilanza ed autorizzativa che compete all'amministrazione Pubblica preposta alla tutela dei corsi d'acqua demaniali, cioè individuabili sulle mappe catastali come "acque", "demanio pubblico dello stato per le opere idrauliche", "demanio idrico", etc... L attività è da svolgere nel rispetto e nell'applicazione delle vigenti normative, sugli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo, in fregio ai corpi idrici, ai fini della tutela e della preservazione del corso d'acqua stesso e delle sue pertinenze. La polizia idraulica si esplica mediante: a) la vigilanza; b) l'accertamento e la contestazione delle violazioni previste in materia; c) il rilascio di concessioni relative all'utilizzo e all'occupazione dei beni demaniali; d) il rilascio di nulla-osta idraulici relativi ad opere nella fascia di rispetto dei corsi d'acqua. Di seguito verrà riportata una sintesi della normativa vigente in materia di polizia idraulica, le indicazioni per la realizzazione del documento e infine delle buone pratiche e suggerimenti per la messa a sistema delle attività di polizia idraulica. Pagina 3 di 17

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Le norme fondamentali che regolano le attività di polizia idraulica per quanto riguarda la legislazione nazionale sono le disposizioni del D.Lgs. n. 112 del 1998 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, che demanda agli enti locali una serie di funzioni prima svolte dallo Stato, ed il R.D. 25 luglio 1904, n. 523 Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie, che indica una serie di interventi ammissibili e non sui corsi d acqua, i canali di proprietà demaniale e le rispettive pertinenze. Per quanto riguarda la legislazione regionale della Lombardia in materia di polizia idraulica sono da tenere in considerazione la l.r 5 gennaio 2000, n. 1 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia e la d.g.r. n IX/4287 del 2012 riguardante il Riordino dei reticoli idrici di Regione Lombardia e Revisione dei canoni di polizia idraulica. 2.1. Normativa nazionale Le norme di riferimento che regolano la polizia idraulica si ritrovano ancora oggi nel Testo Unico n. 523 del 25/7/1904 sulle opere idrauliche. Il Testo Unico è la norma indirizzata alla conservazione delle opere e delle loro pertinenze. Essa stabilisce a tutela del corso d acqua: art.93: le attività, i lavori e i fatti vietati in modo assoluto rispetto al corso d acqua, strade, sponde ed argini, indicandone le distanze da rispettare; art.96: le opere e gli atti vietati dalle norme di polizia idraulica; art.97 e 98: le opere che possono essere realizzate solo con il permesso dell'autorità idraulica. In attuazione del processo di decentramento amministrativo, di cui alla l. 15 marzo 1997 n. 59, il d.lgs. 31 marzo 1998 n. 112 ha trasferito alle Regioni la gestione del demanio idrico confermando comunque allo Stato la titolarità del demanio idrico. In particolare: art 89 commi 1 e 2, dispone che alla gestione dei beni del demanio idrico provvedono le regioni e gli enti locali competenti per territorio e che i proventi dei canoni ricavati dalla gestione del demanio idrico sono introitati dalla Regione; l articolo 89, comma 1, lettere c) ed f), trasferisce alle Regioni e agli Enti locali i compiti di polizia idraulica e di pronto intervento di cui al regio decreto 25 luglio 1904, n. 523 e al regio decreto 9 dicembre 1937, n. 2669, ivi comprese l'imposizione di limitazioni e divieti all'esecuzione di qualsiasi opera o intervento anche al di fuori Pagina 4 di 17

dell'area demaniale idrica, qualora questi siano in grado di influire anche indirettamente sul regime dei corsi d'acqua e le concessioni di pertinenze idrauliche e di aree fluviali. Il d.p.c.m. 12 ottobre 2000 Individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative da trasferire alle Regioni ed agli Enti locali per l esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di demanio idrico è l atto con il quale dal 1 gennaio 2001 è stata trasferita alla Regione la gestione del demanio idrico di cui all art. 86 del d.lgs. n. 112/1998. 2.2. Normativa regionale La Regione Lombardia, in attuazione del D.Lgs. n. 112/98, ha emanato la l.r. 5 gennaio 2000, n. 1 Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia, definendo meglio le rispettive competenze amministrative. In particolare l art. 3 comma 8 sancisce che è di competenza regionale l individuazione delle acque che costituiscono il reticolo idrico principale sul quale la Regione stessa esercita le funzioni di polizia idraulica, mentre il comma 114 dichiara che ai Comuni sono delegate le funzioni relative all adozione dei provvedimenti di polizia idraulica concernenti il reticolo idrico minore previa individuazione dello stesso da parte della Giunta Regionale. A tal proposito nel 2002 è stata emanata la d.g.r. n. 7868 attraverso la quale è stato determinato il reticolo idrico minore, sono state trasferite le funzioni di polizia idraulica e sono stati determinati i canoni regionali. A questa sono seguite poi altre leggi regionali in materia di polizia idraulica, quali modifiche della suddetta legge. Nel 2011 Regione Lombardia ha avviato un processo di semplificazione della normativa che ha raggruppato tutti i provvedimenti precedenti in un atto unico. Il 25 ottobre 2012 la Giunta regionale ha approvato la d.g.r. n. 4287, che sostituisce integralmente la precedenti norme, riguardante il Riordino dei reticoli idrici di Regione Lombardia e Revisione dei canoni di polizia idraulica la quale approva la nuova definizione del reticolo idrico principale (All. A), i nuovi canoni regionali di polizia idraulica (All. C) e il documento relativo ai criteri per l esercizio dell attività di polizia idraulica di competenza comunale (All. B). Pagina 5 di 17

3. LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL REGOLAMENTO DI POLIZIA IDRAULICA L allegato B della la d.g.r. n. 4287/2012 fornisce criteri e indirizzi ai comuni per la ricognizione del reticolo idraulico minore e per l effettuazione dell attività di polizia idraulica, intesa come attività di controllo degli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici. In particolare esplicita: - le norme di riferimento in materia di demanio idrico e la normativa regolante le attività di polizia idraulica; - i criteri per la redazione del documento di polizia idraulica; - i criteri per l individuazione di fasce di rispetto dei corsi d acqua e definizione delle attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico; - l elenco degli elaborati; - la documentazione informatica per gli aggiornamenti cartografici. 3.1. Norme di riferimento in materia di demanio idrico e normativa regolante le attività di polizia idraulica La norma di riferimento in materia di individuazione ed assoggettamento al regime demaniale dei beni del demanio idrico è il Codice Civile: l art. 822 dispone che appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico [ ] i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia [ ]. La legge in materia è stata, fino al 1999, il T.U. 11 dicembre 1933, n. 1775 Approvazione del Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici, che all articolo 1 disponeva Sono pubbliche tutte le acque sorgenti, fluenti e lacuali, anche se artificialmente estratte dal sottosuolo, sistemate o incrementate, le quali, considerate sia isolatamente per la loro portata e per l ampiezza del rispettivo bacino idrografico al quale appartengono, abbiano od acquistino attitudine ad usi di pubblico e generale interesse. L articolo 1 del Testo Unico è stato abrogato dal D.P.R. 18 febbraio 1999, n. 238, Regolamento recante norme per l attuazione di talune disposizioni della legge 5 gennaio 1994, n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche. Quest ultima disposizione è stata successivamente superata dall articolo 144 del d.lgs 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale che al comma 1 dispone: Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato. Quest ultima disposizione è quindi l attuale legge in materia a cui rimanda l articolo 822 del Codice Civile. Chiarito che, le acque appartengono al demanio dello Stato, occorre definire l estensione del complesso delle pertinenze dell acqua demaniale, anch esse demaniali. E infatti pacifico che i corsi d acqua ed i laghi si Pagina 6 di 17

compongono oltre che della massa liquida, anche dell alveo e delle rive (o delle spiagge per le acque lacuali) ed il tutto forma il complesso della demanialità idrica. Anche per i canali artificiali si deve fare riferimento al T.U. 1775/1933. Le norme sopra esposte definiscono i criteri per una corretta individuazione del reticolo idrico demaniale regionale su cui esercitare le funzioni tecnico amministrative concernenti la polizia idraulica. Esse forniscono le seguenti indicazioni: - sono demaniali i corsi d acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche estesi verso monte fino alle sorgenti dei medesimi (comprendendo i corsi d acqua naturali affluenti di qualsiasi ordine), nonché tutti i corsi d acqua naturali ancorché interessati da opere ed interventi di sistemazione idraulica realizzati dalla pubblica amministrazione o da privati con finanziamenti pubblici; - sono demaniali i canali di bonifica realizzati dallo Stato o con il concorso dello stesso ancorché non direttamente ma per il tramite dei Consorzi di Bonifica di cui al r.d. 13 febbraio 1933, n. 215, nonché i canali destinati all irrigazione ed alla navigazione demaniali in forza di una specifica disposizione normativa. - sono esclusi dal demanio idrico i canali artificiali realizzati da privati, nei quali le acque (pubbliche) vi sono artificialmente ed appositamente immesse in base a singoli atti di concessione ai sensi del T.U. 1775/1933. Tali canali sono disciplinati dal T.U. 1775/1933 ovvero dalle speciali normative regolanti la derivazione e l utilizzazione delle acque pubbliche. - sono esclusi dal demanio idrico i canali appositamente costruiti per lo smaltimento di liquami e di acque reflue industriali e i collettori artificiali di acque meteoriche. Per quanto riguarda le norme regionali fondamentali che regolano le attività di polizia idraulica la già citata d.g.r. n. 4287/2012 è attualmente la legge di riferimento in materia di polizia idraulica. 3.2. Criteri per la redazione del documento di polizia idraulica Per procedere alla redazione del Documento di Polizia Idraulica il tecnico incaricato dovrà innanzitutto effettuare la ricognizione di tutto il reticolo idrico superficiale presente nel territorio comunale. In generale appartengono al reticolo idrico superficiale i canali e i corsi d acqua che siano così rappresentati nelle carte catastali e/o nelle cartografie ufficiali (IGM, CTR, DBT), ancorché non più attivi. Una volta proceduto alla ricognizione del reticolo idrico superficiale è necessario classificare i canali e corsi d acqua secondo quanto riportato nel precedente paragrafo distinguendo i corsi d acqua demaniali e quelli non appartenenti al demanio idrico. Al fine di garantire una corretta ricognizione e classificazione dei corsi d acqua, è necessario operare in stretto raccordo con i Consorzi di Bonifica presenti sul territorio comunale. Pagina 7 di 17

Una volta proceduto alla classificazione dei corsi d acqua presenti nel territorio comunale, il Reticolo Idrico Minore risulterà costituito da tutti quelli che non appartengono al Reticolo Idrico Principale (individuato nell Allegato A della d.g.r. n. 4287/2012), al Reticolo di competenza dei Consorzi di Bonifica (individuato nell Allegato D della stessa delibera) e che non siano canali privati. L esclusione di corsi d acqua dal reticolo di competenza comunale dovrà essere adeguatamente motivata nel Documento di Polizia Idraulica e potrà comunque avvenire solo nel caso in cui gli stessi non presentino le caratteristiche di corso d acqua pubblico ai sensi della normativa soprarichiamata. 3.3. Criteri per l individuazione di fasce di rispetto dei corsi d acqua e definizione delle attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico Nel Documento di Polizia Idraulica il Comune dovrà anche regolamentare l attività di polizia idraulica sullo stesso. L amministrazione comunale dovrà quindi individuare le fasce di rispetto dei corsi d acqua (siano essi appartenenti al reticolo idrico principale o al minore), nonché le attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico. FASCE DI RISPETTO Le fasce di rispetto dovranno essere individuate da un tecnico con adeguata professionalità, tenendo conto: - delle aree storicamente soggette ad esondazioni; - delle aree interessabili da fenomeni erosivi e di divagazione dell alveo; - della necessità di garantire un fascia di rispetto sufficiente a consentire l accessibilità al corso d acqua ai fini della sua manutenzione, fruizione e riqualificazione ambientale. Si evidenzia che, sulla base della giurisprudenza corrente, le distanze dai corsi d acqua devono intendersi misurate dal piede arginale esterno o, in assenza di argini in rilevato, dalla sommità della sponda incisa. Nel caso di sponde stabili, consolidate o protette, le distanze possono essere calcolate con riferimento alla linea individuata dalla piena ordinaria. Nell elaborato tecnico dovranno essere riportate anche le fasce di rispetto fluviale conseguenti ad altre disposizioni normative, con particolare riguardo alle fasce fluviali contenute nel Piano Stralcio per l assetto idrogeologico (PAI), nonché le fasce di rispetto del reticolo di bonifica determinate dai Consorzi di Bonifica ai sensi del Regolamento Regionale n. 3/2010. All interno del Documento di polizia idraulica l amministrazione comunale potrà definire le fasce di rispetto anche in deroga a quanto previsto dall art. 96, lett. f), R.D. n. 523/1904 (divieto assoluto di piantagioni e Pagina 8 di 17

movimento di terreno ad un distanza inferiore a 4 mt e divieto assoluto di edificazione e scavi a distanza inferiore di 10 mt). Di seguito sono riportati alcuni schemi per la delimitazione delle aree del demanio idrico regionale e delle relative fasce di rispetto relativi ai corsi d acqua di piccole o medie dimensioni senza argini in rilevato (Figura 1), ai corsi d acqua con argini in rilevato (Figura 2), ai fiumi di grandi dimensioni con golene ed argini (Figura 3) e ai canali e navigli affiancati da strade alzaie (Figura 4). Figura 1 Aree demaniali e fasce di rispetto dei corsi d'acqua di piccole o medie dimensioni senza argini in rilevato Figura 2 Aree demaniali e fasce di rispetto dei corsi d'acqua con argini in rilevato Pagina 9 di 17

Figura 3 Aree demaniali e fasce di rispetto dei fiumi di grandi dimensioni con golene ed argini Figura 4 Aree demaniali e fasce di rispetto dei canali e navigli affiancati da strade alzaie L individuazione di fasce di rispetto in deroga a quanto previsto dall art. 96, lett. f), R.D. n. 523/1904 potrà avvenire solo previa realizzazione di appositi studi idrogeologici ai sensi della l.r. n. 12/2005 (art. 57) e della d.g.r. 30 novembre 2011 n. 2616, Aggiornamento dei Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio in attuazione dell articolo 57 comma 1 della L.R. 11 Marzo 2005 n. 12, approvati con d.g.r. 22 dicembre 2005 n. 8/1566 e successivamente modificati con d.g.r. 28 maggio 2008n. 8/7374. Le distanze di rispetto previste dal R. D. n. 523/1904 possono essere derogate solo se previsto da discipline locali, da intendersi anche quali previsioni urbanistiche vigenti a livello comunale. Pagina 10 di 17

Per questo motivo il Documento di polizia idraulica, comprensivo della parte cartografica e di quella normativa, per essere efficace dovrà essere recepito all interno dello strumento urbanistico comunale. Si evidenzia che sino al recepimento del Documento di polizia idraulica negli strumenti urbanistici comunali vigenti, sul reticolo principale e minore valgono le disposizioni di cui al R.D. 523/1904, mentre per i canali di bonifica di cui all Allegato D della presente deliberazione valgono i vincoli del Regolamento Regionale n. 3/2010. ATTIVITÀ VIETATE O SOGGETTE A CONCESSIONE O NULLA-OSTA IDRAULICO All interno delle fasce di rispetto definite nel precedente paragrafo l amministrazione comunale dovrà puntualmente definire le attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico. Potranno anche essere individuate più fasce di rispetto, alle quali associare normative con differenti gradi di tutela. Un utile riferimento è costituito dalla disciplina vigente in materia di polizia idraulica e dall Allegato E della d.g.r. n. 4287/2012 Linee Guida di Polizia Idraulica. Altre norme di riferimento sono quelle contenute nei Piani Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) per le aree di esondazione e i dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo le aste dei corsi d acqua. Si dovrà in particolare tenere conto delle seguenti indicazioni: - è assolutamente necessario evitare l occupazione o la riduzione delle aree di espansione e di divagazione dei corsi d acqua al fine della moderazione delle piene; - dovranno comunque essere vietate le nuove edificazioni e i movimenti di terra in una fascia non inferiore a 4 m dal ciglio di sponda, intesa quale scarpata morfologica stabile, o dal piede esterno dell argine per consentire l accessibilità al corso d acqua; - dovranno essere in ogni caso rispettati i limiti ed i vincoli edificatori stabiliti dall art. 39 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PAI per i territori ricadenti nelle Fasce A e B; - vige comunque il divieto di tombinatura dei corsi d acqua, ai sensi dell art. 115, comma 1 del D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i. e del Piano di Tutela ed Uso delle Acque della Lombardia. Per le opere ammesse previa concessione o nulla-osta idraulico l amministrazione comunale dovrà garantire il rispetto delle modalità di esecuzione specificate nel Titolo III, par. 1 dell Allegato E delle d.g.r. n. 4287/2012. 3.4. Elenco degli elaborati Il Documento di Polizia Idraulica dovrà essere costituito da: Pagina 11 di 17

- un elaborato tecnico: composto dalla cartografia e da una relazione tecnica nel quale il professionista incaricato illustra come ha proceduto alla individuazione e classificazione dei corsi d acqua e le misure di salvaguardia previste. Nella cartografia si dovranno riportare, alla scala dello strumento urbanistico comunale tutti i reticoli e le relative fasce di rispetto: a) il Reticolo Principale sul quale compete alla Regione l esercizio delle attività di polizia idraulica; b) il Reticolo Minore di competenza comunale, individuato in base a quanto sopra descritto; c) il Reticolo di Bonifica; d) i corpi idrici privati; - un elaborato normativo, con l indicazione delle attività vietate o soggette a concessione o nulla-osta idraulico all interno delle fasce di rispetto. Il Documento di polizia idraulica dovrà essere sottoposto a Regione Lombardia prima della sua approvazione, affinché quest ultima possa esprimere parere tecnico vincolante. Entro 30 giorni dalla conclusione dell iter di approvazione del Documento di polizia idraulica l amministrazione comunale dovrà provvedere alla consegna a Regione Lombardia di due copie in formato cartaceo e di una copia in formato digitale dell elaborato tecnico e normativo. Il materiale dovrà, inoltre, essere accompagnato dalle seguenti informazioni: - Comune; - Data di approvazione; - Elenco e descrizione dei files contenuti; - Referente dell Ufficio Tecnico; - Studio tecnico che ha ricevuto l incarico di redigere il documento. Con la medesima procedura dovranno infine essere approvate le eventuali successive modifiche all elaborato in questione. 3.5. Documentazione informatica per gli aggiornamenti cartografici I Comuni devono consegnare alla Regione gli elaborati del documento di Polizia Idraulica anche in formato digitale secondo le disposizione tecniche di seguito indicate. Scopo di tale consegna è quello di integrare la cartografia dei reticoli idrici locali dei Comuni nel SIT integrato previsto dall art. 3 della l.r.12/2000, ottenendo una banca dati centralizzata ricca di informazioni utili al cittadino, alle amministrazioni locali e ai professionisti. La consegna del Documento di Polizia idraulica (DPI) in formato digitale dovrà essere composta da: - Scheda dei dati di riferimento del DPI, un elenco ed una descrizione dei files allegati; Pagina 12 di 17

- Files in formato pdf contenenti gli elaborati che costituiscono il DPI: elaborato cartografico, relazione tecnica, elaborato normativo; - Files costituenti la banca dati geografica Reticolo Idrico Minore RIM in formato shapefile. Le specifiche tecniche informatiche di dettaglio per la predisposizione degli elaborati, comprendenti lo schema fisico dei file, gli shape file vuoti ed il modello della scheda dei dati del DPI, sono pubblicate nel sito web www.territorio.regione.lombardia.it, canale Difesa del suolo della Direzione Generale Territorio e Urbanistica. La documentazione dovrà essere presentata in caso di redazione di nuovo DPI, in caso di modifica/aggiornamento del documento stesso o in caso di modifica del documento di piano del PGT; nessun documento dovrà essere presentata per i reticoli minori già approvati. ELABORATI CARTOGRAFICI I contenuti dell elaborato cartografico devono essere forniti in formato shapefile ESRI con le seguenti primitive: - Polilinea per i reticoli idrici - Poligonali chiuse per le aree tra le sponde dei corpi idrici - Poligonali chiuse per le aree occupate dagli argini - Poligonali chiuse per le fasce di rispetto Reticoli idrici: sono costituiti dalle mezzerie dei corsi d acqua, devono essere digitalizzati in modo da dare continuità ai diversi tratti di reticolo, ogni tratto deve avere un nodo al punto di inizio, un nodo al punto di fine del tratto, sia se il tratto si interrompe sia se confluisce in altro corpo idrico, per i corsi d acqua sovracomunali i nodi di inizio e fine corrispondono alle intersezioni dei tratti con i confini comunali. I reticoli devono essere contenuti all interno delle aree comprese tra le sponde dei corpi idrici. I reticoli già digitalizzati nella banca dati regionale, denominati Reticolo Master vengono forniti dalla Regione Lombardia su richiesta dei Comuni che devono redigere il DPI, i comuni devono riconsegnare il reticolo completo, modificato e classificato nella parte riguardante il RIM. Tutto il reticolo dovrà essere classificato secondo gli attributi descritti nello Schema fisico. Aree tra le sponde dei corpi idrici: sono costituiti dalle aree comprese tra le sponde dei corpi idrici o tra gli argini ove esistenti devono essere digitalizzati come strato nuovo, anche se possono coincidere con gli alvei naturali o artificiali del Database topografico. Il poligono deve essere chiuso in corrispondenza dell inizio e della fine del corso d acqua. Devono essere digitalizzati per tutti i corsi d acqua che tra le due sponde abbiano larghezza superiore a 2 metri, per i corsi di dimensioni inferiori la rappresentazione delle sponde viene a coincidere con il reticolo e non deve essere fornito lo strato. Pagina 13 di 17

Aree occupate dagli argini: sono costituiti dalle aree occupate dagli eventuali argini dei corpi idrici, devono essere digitalizzati come strato nuovo. Il poligono deve essere chiuso. Devono essere digitalizzate per tutti quegli argini che alla base abbiano larghezza superiore a 2 metri, per gli argini di dimensioni inferiori la rappresentazione non è dovuta e non deve essere fornito lo strato. Fasce di rispetto: comprendono tutte le fasce definite nel DPI, sono costituite dalle aree comprese tra le sommità delle sponde dei corpi idrici o tra il piede esterno dell argine e il limite esterno delle fasce di rispetto come definite dal DPI, non comprendono quindi le aree tra le sponde dei corpi idrici e gli argini. Ad ogni fascia dovrà essere attribuita la classificazione prevista dal DPI, secondo lo Schema fisico. CRITERI DI DIGITALIZZAZIONE DELL ELABORATO CARTOGRAFICO L elaborato cartografico deve essere predisposto in formato digitale secondo le seguenti indicazioni: - Il sistema di coordinate scelto per l acquisizione delle componenti cartografiche deve essere UTM32_WGS84, non è accettabile il vecchio sistema di coordinate Gauss Boaga. - La scala di digitalizzazione è quella comunale (1:1000 1:2000 1:5000). - La base cartografica di partenza è il Database topografico. - I Comuni che sono privi di Database topografico, dovranno ridisegnare il reticolo individuato sulla cartografia comunale, raccordandosi al reticolo Master regionale. - L individuazione cartografica del reticolo idrico minore deve avvenire partendo dal reticolo idrografico Master che viene messo a disposizione da Regione, individuando eventuali nuovi tratti di corsi d acqua e/o modificando quelli già esistenti. Tale reticolo Master comprende il Reticolo Idrografico Principale ai fini della Polizia Idraulica, il Reticolo di Bonifica SIBITER, l idrografia del Database Topografico Regionale e il reticolo della CT10, digitalizzato dalla Carta tecnica regionale 1:10.000. Nel sito della Regione Lombardia, canale Difesa del suolo, nella sezione Polizia Idraulica sono presenti le Linee guida per la digitalizzazione del reticolo idrico minore in cui è indicata la procedura per una corretta digitalizzazione del reticolo da parte dei Comuni interessati. L individuazione cartografica del reticolo idrografico minore sarà soggetta come tutto il DPI a parere tecnico vincolante da parte di Regione Lombardia; il parere riguarderà anche la completezza della documentazione informatica, la coerenza dei file cartografici rispetto al reticolo Master e la rispondenza dei file alle specifiche tecniche e allo Schema fisico. Pagina 14 di 17

4. PROPOSTE PER LA MESSA A REGIME DELLE ATTIVITA DI POLIZIA IDRAULICA La dinamica legislativa sta rendendo sempre più stringente la necessità per i Comuni di conoscere e governare il reticolo idrico di loro competenza per mezzo di strumenti omogenei e strutturati. Obiettivo primario dell attività di polizia idraulica è la gestione del rischio idrogeologico mediante adeguati interventi di manutenzione e prevenzione; lo scopo può essere ottenuto solo con una precisa conoscenza del territorio e con una efficace gestione delle autorizzazioni e delle concessioni relative ad usi e strutture gravanti sul reticolo idrico e sulle relative fasce di rispetto. Per ottenere tale scopo sono necessari due passaggi, entrambi fondamentali: 1) redigere il documento di Polizia Idraulica; 2) provvedere di conseguenza allo svolgimento dell attività di Polizia Idraulica. Il documento di Polizia Idraulica, come descritto nel capitolo precedente, è costituito da un documento conoscitivo, l elaborato tecnico composto dalla cartografia e da una relazione tecnica, e da un regolamento, l elaborato normativo. Attraverso la redazione dell elaborato tecnico il Comune si dota di uno strumento conoscitivo che gli consente di prendere atto della consistenza e della situazione del reticolo idrico di sua competenza, accertandone lo stato e l insistenza su di esso di opere idrauliche (ponti, briglie, traverse, derivazioni, utilizzazioni idroelettriche, protezioni spondali, sistemi di laminazione, etc). Questo gli permette di programmare interventi di manutenzione e di valorizzazione oltre che di prendere conoscenza di eventuali violazioni in materia di Polizia Idraulica provvedendo all eventuale rimozione o riduzione in pristino disponendo apposita ordinanza sindacale. L elaborato normativo rappresenta invece lo strumento autoritario e autorizzativo con il quale il Comune regolamenta l attività di polizia idraulica. Attraverso questo documento il Comune esercita le attività di controllo, regolamentazione, riscossione di canoni e di sanzioni elevate in caso di inosservanza delle norme. Un accurata individuazione del reticolo idrico e un attenta attività di vigilanza e monitoraggio permette ai Comuni un maggior controllo del proprio territorio, sia dal punto di vista della sicurezza idraulica sia da quello ambientale. È piuttosto pacifico però che a tutt oggi su gran parte del bacino del Lambro settentrionale siano molto carenti le informazioni sul reticolo idrografico minore, come sono spesso lacunose le conoscenze professionali dei tecnici delle Amministrazioni e praticamente inesistente la consapevolezza dell autorità in materia di cui queste ultime sono state a loro tempo investite. Per ottenere il pieno funzionamento del sistema di controllo, regolamentazione, autorizzazione e sanzionamento degli illeciti occorre pertanto concentrare gli sforzi su alcune linee d azione fondamentali: Pagina 15 di 17

1) imporre a tutte le Amministrazioni un termine ultimo per la redazione ed il recepimento dei documenti di Polizia Idraulica nel proprio impianto di governo territoriale; 2) fornire contestualmente ai tecnici comunali occasioni di formazione specifica in materia; 3) individuare e formare specifici organi o uffici competenti per il controllo ed il sanzionamento di illeciti. Per quanto riguarda il primo punto va osservato che se la normativa regionale inizialmente aveva stabilito un termine per la redazione dei regolamenti, ma poi questo termine è stato via via prorogato ed infine eliminato, con il risultato che le Amministrazioni che non si erano al tempo adeguate non sono affatto sospinte a farlo oggi specialmente considerando che non ne trovano un apparente vantaggio pratico. Oltre alla reintroduzione improrogabile di un termine possono essere avanzate misure per facilitare il compito, per mettere a sistema tutte le informazioni, per fornire degli schemi tipologici nei quali inserire le informazioni specifiche. Una prima proposta per la semplificazione e il supporto allo svolgimento della fase di redazione del documento di polizia idraulica è la creazione di un GIS del reticolo idrico minore. Tale proposta è già stata presentata dal Politecnico di Milano in collaborazione con R3-Gis S.r.l, alla Conferenza Nazionale ASITA (Federazione Italiana delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali e Ambientali) del novembre 2012. L obiettivo principale è quello di individuare in maniera accurata il reticolo attraverso il confronto incrociato di diverse fonti cartografiche, per poterlo utilizzare come punto di partenza per lo sviluppo di un GIS (Sistema Informativo Geografico) attraverso il quale è possibile pervenire ad una gestione informatizzata della polizia idraulica. Infatti incrociando in ambiente GIS i dati del reticolo idrico minore con quelli relativi ai database topografici delle reti e dei servizi presenti sul territorio è possibile automatizzare la ricerca delle situazioni critiche per la polizia idraulica con notevole risparmio di tempo. Un ulteriore semplificazione e snellimento delle attività consiste nell utilizzare un applicativo, sul quale si appoggia il SIT (Sistema Informativo Territoriale) comunale, che ottimizza l integrazione tra il database del reticolo idrico minore e le informazioni catastali. Il software riesce così a gestire le concessioni relative alle occupazioni di aree demaniali e i canoni di polizia idraulica riportando, come da normativa, tutte le attività e/o le opere che, qualora occupino aree demaniali, sono soggette a riscossione di canone. La creazione di un GIS del reticolo idrico minore unita all utilizzo dell applicativo rappresenta un esempio significativo di ottimizzazione della gestione delle informazioni che può risultare fondamentale per un realtà locale. Pagina 16 di 17

Un altra proposta che prende spunto dall art. 3 della l.r. 12/2005 prevede la realizzazione di un database regionale contenente tutte le informazioni dei reticoli idrici minori; lo scopo sarebbe quello di integrare la cartografia nel SIT della Regione con una banca dati centralizzata ricca di informazioni utilizzabili dal cittadino, fino alle amministrazioni ed ai professionisti. Tutti i Documenti di Polizia Idraulica dei singoli Comuni potrebbero essere messi in rete, come è già stato fatto per i Piani di Governo del Territorio, situazione che introdurrebbe una competizione attiva fra le varie Amministrazioni e consentirebbe una notevole semplificazione nella ricerca ed acquisizione di informazioni. Per quanto riguarda il secondo punto si osserva come purtroppo la Pagina 17 di 17