PALMA SENZA FUMO. Progetto che si articola nel corso del 2009 e primi mesi del 2010

Documenti analoghi
LINEE D INDIRIZZO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA SUL TABAGISMO ( )

Fumo di sigaretta: dati PASSI utili al programma regionale di prevenzione. Elizabeth Tamang Venezia, 22 ottobre 2008

Stili di vita. Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte

Progetto interministeriale Scuola e salute Gli accordi interministeriali, filosofia e motivazioni del progetto

TABAGISMO. Aosta, 5 6 novembre 2010 Gabriella FURFARO

Prevenzione del fumo di sigaretta fra gli adolescenti del Veneto. Elizabeth Tamang Torino, 23 febbraio 2005

Il fumo di tabacco: dalle norme alla prevenzione attiva

Roma, 18 novembre 2015

Il programma regionale WHP : una strategia riconosciuta dal Piano Nazionale della Prevenzione Liliana Coppola Direzione Generale Salute

PREVENZIONE DEL TABAGISMO NELLE SCUOLE PREVENZIONE DEL TABAGISMO

Prevenzione e assistenza tumori al polmone. Responsabile di progetto Dott. Enrico Bellotti Dott. M. Caterina Sateriale

Istituto Superiore di Sanità Osservatorio Fumo, Alcol e Droga

STRATEGIE CANTONALI. Promozione e Protezione della salute. Giorgio Merlani Medico cantonale. Dipartimento della sanità e della socialità

Convegno Tematico Nazionale FeDerSerD Adolescenza Vulnerabilità, esordi psicotici, dipendenze.

Progetto CCM tabagismo dalla pianificazione regionale alla pianificazione aziendale. dott. Eugenio Sabato

ASL 8 - CAGLIARI PASSI

Protocollo d intesa: Osservatorio sulle situazioni di disagio nel territorio del comune di Civitella in val di chiana

Dr Roberto Moretti Servizio Promozione della Salute ASL Bergamo

promuovere e rendere facili le scelte di salute per il personale

L ABITUDINE AL FUMO. Reggio Emilia 19 maggio 2007

INVECCHIARE IN ATTIVITA': QUALI OCCASIONI? Il Progetto Integrato a Rovigo

Promozione della salute sul fumo nei luoghi di lavoro: l esperienza della ASL di Latina

Codice Identificativo Unità di rilevazione (ID): QUESTIONARIO. A cura del dirigente scolastico o di un suo delegato

UNA ESPERIENZA PARTECIPATIVA DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE: IL CASO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Ministero della Salute. GUADAGNARE SALUTE rendere facili le scelte salutari

L abitudine al fumo. Come è distribuita l abitudine al fumo di sigaretta?

QUESTIONARIO. A cura del dirigente scolastico o di un suo delegato

Alimentazione e prevenzione malattie neoplastiche. Reggio Emilia 2 3 dicembre 2013

Abitudine al fumo di sigaretta Ulss 06 - PASSI (n=1.100) % (IC95%) Non fumatori (54,74-60,41) in astensione

11 MEETING ITALIANO CITTA SANE. Comunicazione e partecipazione per la promozione della salute Anno europeo dei cittadini

TRASPORTACI SICURI. Da ACI una proposta di collaborazione. per il Distretto 2040 RI

L abitudine al fumo Abitudine al fumo di sigaretta ASL 2 Savonese - PASSI (n=1061)

L abitudine al fumo ASL TO 4 DATI

Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte

Riqualificazione urbana e coinvolgimento dei cittadini: opportunità per ri generare legami sociali e promuovere salute

TABAGISMO NELLE DONNE. Carla Dazzani Bologna 4 novembre 2014 Regione Emilia Romagna

IL COLLOQUIO MOTIVAZIONALE CON IL PAZIENTE FUMATORE: IL COUNSELING BREVE

LA PREVENZIONE NEL DISTRETTO Udine, 30 ottobre 2015

Definizione operativa. Valore Baseline

L abitudine al fumo nella popolazione adulta ed aspetti di prevenzione

Piano Attuativo Aziendale

Il Progetto CCM SOCIAL NET SKILLS Il contributo della Regione Lazio

Servizio di promozione e di valutazione sanitaria. Paolo Beltraminelli Direttore DSS

Condizione di fumatore AULSS 3 Bassano del Grappa. nei due sessi. nelle classi di età. nei diversi livelli di istruzione

IL DISAGIO PSICOLOGICO E LE COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO. STRUMENTI DI LAVORO POSSIBILI. RUOLO DEGLI SPISAL

Medici competenti e disassuefazione dal fumo. Riferimenti Normativi per i Medici Competenti, ruolo e possibilità d intervento. Dott.

Unità Funzionale Igiene Alimenti e Nutrizione

F O R M A T O E U R O P E O P E R

ELABORAZIONE DATI SONDAGGIO DIPENDENTI ASL

Schede PASSI 2016: l abitudine al fumo

LE ATTIVITA DEI CENTRI ANTIFUMO. Dr.ssa Roberta Sivieri Psicologa-Psicoterapeuta Centri Antifumo-Ser.T Distretto Sud Est

PROTAGONISTI Allievi e docenti Istituti Scuole Superiori

L Abitudine al fumo: mutamenti, mode e tendenze

Progetto AZIENDA LIBERA DAL FUMO. La politica aziendale

COSA DEVE FARE L AZIENDA

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE Programma: Prevenzione del rischio stress lavoro-correlato e promozione del benessere organizzativo

GLI STILI DI VITA E L EDUCAZIONE SANITARIA Referente dell Azienda USL6 Dr.D.Becherini

D.ssa Lorella Cecconami Direttore Sanitario ATS della Montagna

Verso una azienda libera dal fumo. Proposta di promozione della salute da parte del medico competente. dott.ssa Milena Perini

PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE (PRP) Presentazione

Un esperienza di rete locale co-partecipata: il Progetto V.A.I.

L esperienza degli ospedali in Campania

DESCRITTORI Ai quali attribuire un peso in rapporto alla loro attinenza con RAV, P d M, PTOF

XVIII CONVEGNO NAZIONALE TABAGISMO E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE 31 maggio Il recepimento della Direttiva 2014/40/UE Daniela Galeone

Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età. Il ruolo dei. dei RLS. Milano - 21 giugno 2016

Come è distribuita l abitudine al fumo di sigaretta e quali sono le caratteristiche dei fumatori di sigaretta? Uomini. Donne

L UVOS e la mission della funzione DIREZIONE INTEGRATA DELLA PREVENZIONE

(Logo aziendale) AZIENDA LIBERA DAL FUMO. Policy antifumo

MINISTERO dell ISTRUZIONE dell UNIVERSITA e della RICERCA

PREVENZIONE. Linee Guida Regionali 2007

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 3 del

Osservatorio Epidemiologico. L abitudine al fumo PASSI

AREA PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DIPARTIMENTO SANITÁ PUBBLICA

Guadagnare Salute Piemonte Comunità e ambienti di lavoro

Percorsi di prevenzione su fumo, alcol e sostanze Dipartimento Patologia delle Dipendenze Guida ai percorsi

Risultati della misurazione del Monossido di Carbonio nei partecipanti all iniziativa Un futuro per gli altri - Festival Filosofia 2008

Diario delle attività di prevenzione primaria Il contrasto ai principali fattori di rischio per la salute in Piemonte.

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E/O DISABILITÀ ALL ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE SINTESI DELLA POLITICA

Descrittori sotto ambito a1

Responsabile - SERVIZIO SORVEGLIANZA SANITARIA

PROGETTO AZIENDALE FUMO

Ufficio Scolastico Provinciale

Tavola rotonda. Daniela Antonietti ISPRA

Percorso assistenziale al bambino con eccesso ponderale: un programma di educazione ai corretti stili alimentari e motori

Oggetto: direttive in applicazione della normativa in materia di divieto di fumo.

Comunicazione e gestione del rischio attraverso la partecipazione della popolazione

Evidence-based prevention e reti di operatori per il tabagismo. Giuseppe Gorini ISPO, Firenze

Normativa sul divieto di fumo nei luoghi di vita e di lavoro

Arrivare. prima. diagnosi precoce. lotta per la vita. corretti stili di vita. prevenzione prevenzione oncologica. assistenza. volontario.

Salute sicurezza ambiente: uno sguardo al futuro. Cairo M. tte organizzativo? Dott.ssa Denise Marenco, HR Sito di Cairo Montenotte (SV)

Stefania Bazzo, PhD. Università degli Studi di Trieste

La percezione del rispetto del divieto di fumo nei luoghi pubblici. Sempre. Quasi sempre. A volte. Mai

Che Cosa contiene la sigaretta. Dati statistici sul fumo. Fumo e gravidanza. I danni del fumo passivo

BENESSERE ORGANIZZATIVO

PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO

Ospedale Senza Fumo. Riferimento: Centro per lo Studio ed il Trattamento dell Abitudine al Fumo di Tabacco (CeSTAFT) UO di Pneumologia I, UO POCAS.

PROFILO DI SALUTE DELLA SCUOLA

Il fumo di sigaretta. Indagine demoscopica annuale presso la popolazione milanese adulta (15+) Maggio a Milano

Alimentazione e attività motoria nei luoghi di lavoro: azioni, metodi e strumenti

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

Transcript:

PALMA SENZA FUMO Progetto che si articola nel corso del 2009 e primi mesi del 2010

Il fumo di tabacco è la prima causa di morte evitabile e rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie croniche e invalidanti. 20 sono in media gli anni di vita che perde un fumatore PERCHE CI OCCUPIAMO DI TABACCO Un fumatore, già dopo alcuni anni di fumo, ha una qualità di vita peggiore rispetto ad un non fumatore

Ma perché proprio un progetto di comunità?

Per progetto di comunità si intende un intervento che realizza, coordina e valuta la combinazione degli effetti di azioni integrate, rivolte contestualmente alla scuola, agli ambienti di lavoro, ai contesti ricreazionali, alle strutture socio-sanitarie, alle realtà associative, alla popolazione generale in un area territoriale specifica e che vede la partecipazione e l inclusione attiva nel programma d intervento di Enti ed Istituzioni locali e regionali.

Le strategie Prevenire l abitudine al fumo Tutelare dal fumo passivo Favorire la dismissione

Il progetto. Il tabagismo è un fenomeno complesso che presenta aspetti di tipo socio-culturale (in quanto stile di vita dannoso ampiamente diffuso e socialmente tollerato), medicopsicologico (perché è una dipendenza patologica e un fattore di rischio per numerose patologie correlate), igienistico (il fumo passivo è un inquinante ambientale) e legale (il fumo di tabacco è sottoposto a precise norme di divieto a tutela della salute collettiva), economico

da ciò l esigenza di realizzare strategie di intervento basate su un approccio globale, multiprofessionale, multidisciplinare e multisettoriale a tutte le problematiche del tabacco e di sviluppare e coordinare efficacemente tutte le risorse significative della comunità.

Si tratta quindi di lavorare attraverso le organizzazioni, i sistemi e le reti sociali per promuovere un ambiente che faciliti le scelte salutari dell individuo e in cui l astinenza dal tabacco sia la norma (The Community Guide of Preventive Services CDC, 2000).

L obiettivo generale del progetto è quello di prevenire e ridurre l abitudine al fumo nella comunità di Palmanova mediante la realizzazione di azioni sinergiche e di una rete di operatori volta a sostenere la comunità locale nello svolgimento di un ruolo attivo nella promozione, programmazione e realizzazione di interventi atti a contrastare il fumo di tabacco, promuovendo una cultura diffusa e condivisa del non fumo.

»FASE ORGANIZZATIVA costituzione di un Gruppo di Lavoro. indagine conoscitiva sulle abitudini personali e sulla percezione di alcuni aspetti connessi al fumo di sigaretta mediante questionario pre e post intervento somministrato a scuole, enti, ospedale, associazioni del territorio.

FASE DELLA COMUNICAZIONE Presentazione del Programma alla comunità di Palmanova, Campagna informativa permanente Organizzazione di momenti di comunicazione sociale.

FASE DELLA ATTIVAZIONE DEI DIVERSI INTERVENTI Campagna di comunicazione: favorire interventi di comunicazione per la salute per promuovere la tutela dal fumo passivo, per prevenire i consumi, per incentivare la domanda di cessazione nei fumatori, per rendere facili le scelte salutari utilizzando molteplici canali per raggiungere i destinatari.

RETE DEGLI OPERATORI SANITARI Corsi di formazione trasversale di minimal advice rivolti a tutte le figure professionali per l applicazione di un intervento clinico minimo, consistente nel raccomandare ed aiutare le persone a smettere

PREVENZIONE SCOLASTICA Diffusione e promozione dei programmi di prevenzione rivolto alla copertura delle scuole di ogni ordine e grado del territorio di Palmanova. Diffusione della monografia CCM Verso una scuola libera dal fumo

PREVENZIONE NELLE ASSOCIAZIONI favorire la sensibilizzazione delle Associazioni al problema fumo con l impegno di operare per la realizzazione di Associazioni libere da fumo e di rendere gli iscritti moltiplicatori dell azione preventiva.

PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO È previsto un programma di monitoraggio del rispetto delle norme in tema di tutela dall esposizione di fumo passivo nelle sedi di Uffici pubblici e nelle scuole del Comune di Palmanova Sensibilizzazione anche mediante consegna a tutti i dirigenti dell ospedale, distretti, dipartimenti e ai preposti la pubblicazione: Verso un azienda libera dal fumo Distribuzione di materiale informativo e sensibilizzazione addetti alla vigilanza

PROMOZIONE DEGLI INTERVENTI ANTIFUMO Potenziamento della comunicazione in merito ai centri antifumo Istituzione di uno Sportello fumo Studio di fattibilità per istituire un corso per smettere di fumare fra i giovani (in collaborazione scuole superiori)

FASE DELLA VALUTAZIONE DI PROCESSO E DI RISULTATO Valutazione di processo: rilevazione della congruenza tra la pianificazione e l attuazione del progetto, osservando se le strategie, gli strumenti, i metodi e le risorse pianificate sono state realmente utilizzate e se i target individuati sono stati effettivamente raggiunti. Valutazione di risultato: verifica sulle abitudini personali e percezione del fumo di sigaretta in un campione della popolazione di Palmanova mediante questionario post intevento; verifica dell impatto e degli esiti delle diverse azioni previste a livello dello stato di salute, del comportamento e del grado di informazione e consapevolezza sul problema. In particolare l indagine sulle abitudini personali e sulla percezione del fumo di sigaretta prima e dopo l intervento di comunità

Cambiare la percezione e gli atteggiamenti della popolazione e di target specifici (studenti, dipendenti pubblici, altri lavoratori, ecc.), rispetto al problema del tabagismo

Favorire la dismissione Centri antifumo Avviso breve (MMG e operatori sanitari) Sportello fumo L ass5 offre gratis ai dipendenti un corso antifumo tramite l invio del medico competente aziendale

Sia per il fumo attivo che per il fumo passivo non esiste una soglia, cioè un livello di esposizione al disotto del quale il fumo è innocuo. La IARC ha classificato il fumo di tabacco (attivo e passivo) tra i carcinogeni di classe 1, come l amianto 1 Law MR, et al. Br J Cancer 1997; 75:1690-93. 2 Kawachi I, et al. Arch Inter Med 1994; 154:169-175. 3 Changes in cigarette-related disease risk. National Cancer Institute Monograph 8, 1997

Le polveri sottili.. Le polveri emesse dalla combustione della sigaretta (e quelle espirate da un fumatore) hanno dimensioni < a 10 micron e si disperdono nell aria in gran quantità: quando si fuma in locali chiusi, vengono inalate da fumatori e da non fumatori e si depositano nelle vie respiratorie. Fumare al chiuso fa aumentare oltre 200 volte la concentrazione di polveri sottili rispetto all inquinamento delle grandi città.

Nel caso di un piccolo ambiente come l abitacolo di un automobile si arriva a raggiungere addirittura valori di 1000 volte superiori nelle auto di servizio non si può fumare ai sensi della Circ. Min. Sal. 17.12.04 esplicativa dell art. 51 legge 3/2003 comma 3

La maggior sorgente indoor di inquinamento da polveri sono le sigarette (40 cancerogeni diversi, centinaia di sostanze tossiche, irritanti, allergeniche) Le particelle più piccole rimangono sospese anche per mesi e possono essere disperse su aree molto vaste (studio Istituto Tumori Milano 2008)

Fumo passivo e responsabilità del datore di lavoro Il ddl può essere chiamato a rispondere della tutela del lavoratore (non fumatore) in quanto la fonte di pericolo (fumo) è situato nella sua sfera di dominio Il ddl è obbligato a intervenire in quanto l esposizione del lavoratore (non fumatore) avviene in occasione di lavoro (nel corso delle sue prestazioni) Il ddl deve dare la possibilità al fumatore di esercitare una sua libertà, ma deve, anzitutto, garantire il diritto alla salute dei propri dipendenti

Vantaggi economici per l azienda Riduzione degli effetti negativi del fumo passivo sulla salute dei non fumatori Riduzione delle assenze per malattie correlate al fumo attivo Riduzione dei tempi delle pause dedicate alla sigaretta Eliminazione del rischio di cause legali Riduzione delle spese per pulizie e manutenzione

Contrasto al fumo come responsabilità sociale ed etica di un azienda Promozione della salute sul lavoro per la prevenzione delle malattie Miglioramento degli stili di vita Accrescere il benessere del lavoratore Contribuire allo sviluppo sociale ed economico della comunità