UNITÀ DIDATTICA 11 LE COORDINATE GEOGRAFICHE 11.1 Il reticolato geografico La forma della Terra si discosta poco da quella di una sfera. Sulla superficie terrestre, considerata come sferica, è possibile tracciare idealmente alcune linee che risultano di notevole utilità per lo studio di molti dei problemi geografici che si devono affrontare; l insieme di queste linee, infatti, costituisce un sistema di riferimento per localizzare con precisione gli oggetti che si trovano sulla Terra. Innanzitutto si può ipotizzare un piano perpendicolare all asse terrestre e passante per il centro della Terra. Tale piano dividerà la sfera terrestre in due emisferi: quello settentrionale o boreale dalla parte del polo nord, quello meridionale o australe dalla parte del polo sud; esso inoltre determinerà sulla superficie sferica una circonferenza massima equidistante dai poli e denominata Equatore. L intersezione tra la superficie terrestre ed altri paini perpendicolari all asse, ma non passanti per il centro della Terra, sarà rappresentata da altri circoli chiamati paralleli; questi, pur avendo sempre la stessa ampiezza angolare (e cioè 360 ) saranno di lunghezza minore dell Equatore e via via decrescente andando verso i poli. Meridiani e paralleli Se immaginiamo di tagliare la sfera terrestre con dei piani contenenti l asse (e quindi perpendicolari al piano equatoriale) avremo tanti circoli massimi, tutti uguali fra loro e passanti per i poli, chiamati 103
meridiani. Comunemente però si considerano come meridiani geografici le semicirconferenze comprese tra un polo e l altro, ed ognuno di essi ha il proprio antimeridiano nella semicirconferenza rimanente e opposta. Essendo delle linee immaginarie, i paralleli ed i meridiani sono naturalmente in numero infinito. Tuttavia spesso si usa prendere in considerazione quelli tracciati a distanza di un grado l uno dall altro e perciò si dice che i meridiani di grado sono 360 ed i paralleli di grado sono 180, dei quali 90 a nord e 90 a sud dell equatore; in effetti però ai poli i paralleli si riducono ad un punto e quindi, facendo una tale suddivisione, bisognerebbe dire che essi sono 178. La rete dei meridiani e paralleli che si possono tracciare sulla sfera terrestre rappresenta il cosiddetto reticolato geografico, le cui maglie sono costituite da trapezi sferici (ad eccezione di quelle aventi vertice nei poli, le quali racchiudono triangoli sferici). Il reticolato geografico ci consente di determinare la posizione assoluta di un punto sulla superficie della Terra, allo stesso modo con cui un sistema di coordinate cartesiane permette di individuare la posizione di un punto sul piano. A questo scopo bisogna definire le coordinate geografiche che sono la latitudine e longitudine (come sul piano, l ordinata e l ascissa). 104
Latitudine e longitudine La latitudine è la distanza angolare di un punto dall Equatore e può essere nord o sud, a seconda che il punto si trovi, rispettivamente, nell emisfero boreale o in quello australe; essa corrisponde all ampiezza dell angolo al centro della Terra che sottende l arco di meridiano congiungente il punto considerato con l Equatore. La longitudine è la distanza angolare di un punto da un determinato meridiano, misurata sull arco di parallelo che passa per quel punto; essa può essere est o ovest, a seconda che il punto si trovi ad oriente o ad occidente del meridiano considerato. Come meridiano di riferimento (meridiano iniziale o meridiano 0 ) si usa generalmente quello che passa per il celebre Osservatorio astronomico di Greenwich (Londra), ma a volte ci si riferisce anche ad altri meridiani nazionali; in Italia, ad esempio, si usa spesso il meridiano di Monte Mario (Roma), che si trova a circa 12 27 Est da Greenwich. Sia la latitudine che la longitudine vengono espresse in gradi e frazioni di grado. Tutti i punti che si trovano sull Equatore hanno, ovviamente, latitudine 0, mentre il valore massimo possibile per la latitudine nord o sud è di 90 ai poli. 105
11.2 I movimenti della Terra Il nostro pianeta è dotato di diversi movimenti simultanei che ne fanno variare la posizione nello spazio rispetto agli altri corpi celesti, producendo conseguenze a volte molto importanti su numerosi fenomeni che si svolgono sulla superficie terrestre. Uno dei principali è senza dubbio il moto di rotazione che la Terra compie intorno al proprio asse, da occidente (Ovest) verso oriente (Est), cioè in senso inverso all apparente moto diurno della Sfera celeste e del Sole. La durata di questo movimento, è di è di 23 h 56 m 4 s, cioè un giorno sidereo. Poiché ogni punto della Terra compie in un giorno un intero giro di 360, qualunque sia la lunghezza del parallelo da esso descritto, la velocità angolare di rotazione è identica a tutte le latitudini, fatta eccezione per i poli dove è nulla. La velocità lineare è invece molto variabile con la latitudine: essa è massima all equatore (1668 km/h), e va diminuendo verso i poli, dove diventa nulla; alla latitudine di Roma è ancora di circa 375 m/s. Con il diminuire della velocità lineare diminuisce naturalmente la forza centrifuga cui sono sottoposti i vari punti della superficie terrestre per effetto della rotazione, mentre parallelamente va aumentando la forza di gravità. Le osservazioni astronomiche moderna ed antiche hanno messo in luce un graduale rallentamento della velocità di rotazione, per cui la durata del movimento si allungherebbe di circa 2 millesimi di secondo per secolo. Questo rallentamento si spiegherebbe con l attrito delle maree, ossia delle protuberanze che la Luna provoca sulle masse oceaniche terrestri (argomento che si riprenderà nel capitolo sulla Luna). La Luna infatti esercita un azione frenante sulla Terra, perché questa ruota su se stessa più velocemente di quanto non faccia la Luna nel suo moto di rivoluzione intorno alla Terra. 106
Nella sua rotazione la terra tende a trascinarsi dietro i rigonfiamenti delle maree, mentre la Luna esercita un attrazione maggiore proprio su di essi e quindi si oppone al trascinamento e rallenta la rotazione terrestre; come conseguenza si ha anche, per reazione, un accelerazione della Luna sulla sua orbita ed un aumento della forza centrifuga che tende ad allontanare la Luna dalla Terra. Ciò dovrebbe verificarsi fino a che la durata della rivoluzione della Luna attorno alla Terra non diverrà uguale alla durata della rotazione terrestre: allora la Terra presenterà alla luna sempre la stessa faccia e non ci saranno più le maree. Il moto di rivoluzione è quello che la Terra compie, come gli altri pianeti del sistema solare, descrivendo un orbita ellittica intorno al Sole in senso antiorario (cioè nel senso opposto a quello delle lancette di un orologio). Come si sa dalla I legge di Keplero, la distanza tra la terra ed il Sole varia a seconda che la Terra si trovi in afelio (circa 152 milioni di km) o in perielio (147 milioni di km); essa viene a trovarsi in perielio (cioè alla minima distanza dal Sole) ai primi di gennaio, in afelio (massima distanza dal Sole) ai primi di luglio: da ciò si può già capire che l alternarsi delle stagioni non è dovuto al variare della distanza dal Sole. L orbita descritta dalla terra è un ellisse molto poco schiacciata, tanto da potersi assimilare quasi ad una circonferenza. L intero percorso orbitale viene effettuato ad una velocità variabile tra i 29,3 km/s in afelio ed i 30,3 km/s in perielio. 107
Il tempo che la Terra impiega a compiere un orbita completa, cioè l effettiva durata della rivoluzione terrestre, è di 365 d 6 h 9 m 10 s e viene denominato anno sidereo. La Terra è interessata anche da altri movimenti simultanei con quelli di rotazione e di rivoluzione, ma ad essi subordinati. Tra alcuni sono moti millenari, come precessione luni-solare, spostamento della linea degli apsidi ecc. e consistono in pratica in perturbazioni più o meno sensibili dei due movimenti principali e sono dovuti all azione gravitazionale che i diversi corpi celesti esercitano, in modo vario nel tempo e nello spazio, sul nostro pianeta. C è anche il moto di traslazione che la Terra compie assieme al Sole e agli altri corpi del sistema solare in direzione della costellazione di Ercole, e il moto di recessione cioè espansione dell Universo. 108