Ecco perchè Obama diventerà il nuovo Anticristo per la Chiesa. Non fosse stato che per la guerra in Irak, George Bush sarebbe stato il Presidente ideale per la Chiesa, conservatore per eccellenza, radicato nel presente, senza slanci ideali, traboccante di quella sicurezza che solo la stupidità sa dare. E' pensare che il cristianesimo nacque come forza di rottura all'interno dei valori morali e civili della società romana. Da forza innovatrice e "redentrice", via via nel tempo, la Chiesa si è trasformata lasciando sul campo buona parte della suoi valori "ideali", in forza di conservazione e di reazione. Ora la Chiesa è l'ombra di se stessa e delle proprie "origini", contraria ad ogni innovazione, ad ogni slancio di modernizzazione, ad ogni ideale cambiamento. E' indubbio che l'elezione di Obama alla Presidenza degli Stati Uniti abbia scardinato molti schemi consolidati anche al suo interno.
L'età del Presidente è già un problema, lo è la sua modernità, la sua mentalità, la sua visione del mondo. Vi è il concreto rischio di veder sovvertire con lui buona parte di quei valori etici e morali di "conservazione" su cui la chiesa fonda la sua autorità odierna. E' indubbio che Obama non è un Presidente gradito alla Chiesa e che rischi di diventare per essa il nuovo Anticristo contro cui combattere. Chi pensava che le sue aperture sui diritti civili, riaffermate anche con le decisioni su Guantanamo e dal rifiuto delle torture, fossero apprezzate dai vescovi, si disilluda. Le prime decisioni di Obama, al contrario, hanno fatto presagire tutta la sua dirompente novità, è stata una dichiarazione di guerra ideologica nei confronti di una mentalità fortemente conservatrice. Si pensi al ritorno dei finanziamenti federali alle ricerche staminali sugli embrioni o all'abolizione della legge che vietava di finanziare organizzazioni internazionali che sostenessero, per la pianificazione familiare, anche l'aborto. Proprio negli ultimi giorni l'osservatore Romano
aveva pronosticato, forse presagendo le decisioni, che quello sull'aborto sarebbe stato «uno dei nodi attraverso i quali si sarebbero qualificati i rapporti tra l'amministrazione Usa e le confessioni cristiane del Paese». Una prima risposta ora l'hanno avuta, abbandonato ogni tatticismo, si potrebbe dire che il "dado è tratto", Obama, come Cesare, si appresta ad attraversare il Rubicone con al suo seguito, come fedelissimi legionari, proprio milioni di elettori cattolici che lo hanno votato e che si dimostrano per ora decisi a seguirlo. Ecco perchè l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia della vita si dichiara, "preoccupato e desolato dei primi passi del Presidente". Non si vuole qui enfatizzare la figura, nè il ruolo di Obama, ma credo non sarò smentito nei fatti, quando affermo che nel nome suo si rischia di combattere, nei prossimi mesi, la più grande battaglia ideologica tra conservatorismo e progressismo. Dal suo risultato e dalle sue conseguenze dipenderanno probabilmente molte delle scelte e dei cambiamenti che interesseranno le generazioni future.
Non sarà quindi ininfluente chi ne uscirà vincitore, così come non sarà inifluente l'"appartenenza", lo schierarsi, il partecipare o lo scontrarsi. Già si sente in lontananza il metallico rumore delle armi, già i vessilli e le "bandiere" stanno garrendo al vento. Come in ogni battaglia ci si aspettano vincitori e vinti. Obama non piace alla Chiesa ufficiale nè ai vescovi e neanche al Papa, questo non basterebbe in sè a rendermelo "gradito", anche se già sarebbe un grande merito. Obama mi piace, non per folclore, non per la giovane età, nè per la sua grande arte oratoria. Obama piace perchè riassume in sè tutti gli ideali di un grande paese, dalle certezze sino alle illusioni, perchè è l'erede di una grande tradizione democratica, perchè pur vivendo nel mondo dei privilegiati e dei potenti della terra, sembra idealmente tendere la mano agli ultimi ed ai diseredati. Già questa è una grande e dirompente scelta etica e morale per cui io non aspetterò gli esiti della battaglia per schierarmi con i nuovi vincitori, scelgo già lui idealmente perchè scelgo la modernità, scelgo la difesa dei diritti di ognuno,
scelgo la scienza e non l'oscurantismo, scelgo valori morali fondati sulla tolleranza ed il rispetto delle idee di tutti, scelgo il progresso, la libertà e la speranza di un mondo che vuole crescere e ritornare a sperare ed a credere in un futuro.