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Finito di editare nel 2013 A cura del Gruppo Speleologico Vespertilio con una tiratura limitata del CD\DVD con file originali 1\200 Copia digitale scaricabile dai siti del Gruppo Speleologico Vespertilio CAI Bari e della Federazione Speleologica Pugliese. Redazione: Marco Mondanese, Umberto Trimigliozzi. Marco Petruzzelli. Progettazione grafica: Marco Mondanese, UmbertoTrimigliozzi. Impaginazione: Umberto Trimigliozzi, Marco Petruzzelli, Rosanna Laragione. Logo Spélaion 2010: Marco Petruzzelli. Foto Copertina: Foto di Alfonso Lacalamita, Ipogeo oggi distrutto, Grotta della Cava o la Fregna presso Minervino Murge,. Gruppo Speleologico Vespertilio

Spélaion 2010 XV Incontro Regionale della Speleologia Pugliese Atti del Convegno 10 11 12 Dicembre 2010 Villaggio del Fanciullo San Nicola Bari

AGGIORNAMENTO DELLE RICERCHE SULLE CONCREZIONI DE LE MANNUTE 1 Gruppo Speleologico Neretino 2 Università degli Studi di Urbino 3 Consiglio Nazionale delle Ricerche Marcello Emilio Posi 1, Alberto Renzulli 2, Paolo Viozzi 2, Marco Delle Rose 1,3 Riassunto Il sistema carsico Le Mannute (PU 144), ubicato all estremità meridionale del Salento, è costituto da una serie di cavità che si aprono lungo una alta costa rocciosa. Esso è caratterizzato da numerose concrezioni adornanti vestiboli e spazi ante grotta, spesso visibili dal mare, già classificati dal Gruppo Speleologico Neretino in sei diversi tipi morfologici. Oggetto del presente contributo è l aggiornamento delle ricerche sulle concrezioni a zampa d elefante. Lo studio petrografico ne ha consentito la classificazione come biocostruzioni miste, prodotte da organismi fototropi e da precipitazione chimica. Parole chiave: Concrezioni, Biocostruzioni, Calcareous tufa, Salento. Introduzione Il sistema carsico Le Mannute (PU 144) è ubicato all estremità meridionale del Salento ed è costituto da una serie di cavità che si aprono in parete rocciosa a decine di metri di altezza sul livello del mare (Cacciatore e Delle Rose, 2003). La grotta Mannute Piccola è sita a NE della grotta più grande del sistema (fig. 1). Essa è descrivibile come di interstrato, in relazione ai piani di stratificazione della roccia, o di tipo costiero, in relazione alla sua collocazione morfologica ed allo sviluppo speleo-genetico. Le litologie sono riconducibili ai Calcari di Castro ed alla formazione di Novaglie (Auct.). La giacitura media degli strati ha direzione N45 E ed inclinazione di circa 25 verso SE. Fig. 1 - il sistema carsico Le Mannute con indicazione della progressione di avvicinamento alla grotta Mannute Piccola. 112

La Mannute Piccola ha una pianta approssimativamente semicircolare e presenta tre tipi morfologici di concrezioni radicate sulla volta: stalattiti in s.s., concrezioni stalattoidi e stalattiti a zampa d elefante (Cacciatore e Delle Rose, 2003; Delle Rose, 2006). Il primo tipo è rappresentato, per lo più, da stalattiti decametriche e centimetriche, la cui crescita è chimica e abiotica (di zona vadosa) (cfr. Chafetz e Guidry, 1999). Le concrezioni stalattoidi hanno lunghezze di alcuni decimetri, sezioni a geometria variabile, da sub-ellittica a irregolare, e asse di allungamento da sub-verticale a sub-orizzontale. Esse sono orientate verso l ingresso della cavità con inclinazioni che diminuiscono più o meno progressivamente. Hanno struttura tufacea e sono assimilabili a biocostruzioni (cd. calcareous tufa) prodotte con il contributo di organismi fototropi (Giangreco e Giangreco, 1973; Forti, 2001; Taboroši et al., 2005). Le stalattiti a zampa d elefante hanno lunghezze e diametri compresi tra 0,5 e 1 m. Nelle prime fasi dello studio, in base ad analogie morfologiche (cfr. Ginés et al., 1981; Ford e Williams, 1989; Forti, 2000), si è ipotizzata una loro origine in relazione con un antico livello freatico. Sempre nella Mannute Piccola sono stati descritti tre tipi morfologici di concrezioni radicate sul pavimento: stalagmiti in s.s., concrezioni stalagmoidi e stalagmiti cave a forma di calice (Cacciatore e Delle Rose, 2003; Delle Rose, 2006; Patianna et al., 2008). Le stalagmiti in s.s, che formano anche strutture colonnari, presentano lunghezze da alcuni cm a circa 1 m, sezioni sub-circolari e diametri decimetrici. Le concrezioni stalagmoidi hanno aspetto pseudo-conico, con sezioni a contorno ellittico irregolare, e assi geometrici variabili, sempre più inclinati (dalla base alla sommità) procedendo verso l esterno della grotta (dove divengono sub-orizzontali). Esse formano gruppi amalgamati a stratificazione complessa e, nella zona più interna, sono talvolta unite con concrezioni stalattoidi. Sono il risultato di concrezionamenti chimico-abiotici alternati con biocostruzioni fototrope (in accordo con quanto esposto per la prima volta, dal GSN, nell Incontro Internazionale di Speleologia Scarburo 2006, promosso dalla SSI a Casola Valsenio). Al fine di stabilire l origine delle stalattiti a zampa d elefante, nel 2008 il GSN ha eseguito un campionamento in collaborazione con il Nucleo SAF dei Vigili del Fuoco di Lecce. L analisi petrografica dei campioni è condotta dall Università di Urbino, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e da altre istituzioni scientifiche. Campionamento e primi risultati analitici Fig. 2 - la volta della Mannute Piccola ed un particolare della concrezione campionata. Il percorso tecnico per l accesso alla grotta Mannute Piccola consiste in una breve calata (circa 35 m) su parete, seguita da uno scivolo, superato il quale, con un pendolo, si accede alla grotta. In partenza, a causa 113

della spigolosità della roccia, è stato adottato un frazionamento aereo realizzato con una catena. Lo scivolo è stato armato per mezzo di un attacco naturale: un albero. Il campionamento per lo studio delle concrezioni a zampa di elefante è stato effettuato il 5 Novembre del 2008 (fig. 2). Sono state prelevate due carote tramite un trapano munito di una punta cilindrica cava con margine seghettato. Il posizionamento su corda degli speleologi, per l esecuzione dei carotaggi, è stato effettuato tramite una risalita in artificiale, opportunamente armata (fig. 3). Le operazioni di campionamento sono state condotte in modo da preservare la facies delle concrezioni, come stabilito dalle norme della SSI. Fig. 3 - Una fase del campionamento. Sono state prelevate due carote (M 1 ed M 2 ), in posizione relativa ortogonale, in corrispondenza del diametro massimo della concrezione (fig. 4). Fig. 4 - Carote M 1 ed M 2. L analisi petrografica dei campioni è stata effettuata presso i laboratori dell Università di Urbino. Il programma sperimentale dell indagine ha previsto osservazioni con microscopio a fibre ottiche (fig. 5), analisi microstrutturali in sezione sottile, al microscopio a luce polarizzata (fig. 6), e misure calcimetriche. 114

Fig. 5 - Immagine al microscopio a fibre ottiche di una porzione della carota M 1 (campione M 1 G). Si noti l elevata porosità. Fig. 6 - Strutture e tessiture in sezione sottile. Si notino le bande chiare, da precipitazione chimica, e le bande scure, da biocostruzione. È stata così evidenziata una tessitura pseudo-stromatolitica dei campioni prelevati, caratterizzata da bande chiare, per le quali la micrite è stata prodotta presumibilmente da precipitazione chimica, e bande scure, per le quali è ipotizzabile un contributo attivo o passivo di organismi viventi al concrezionamento micritico (fig. 7). Fig. 7 - Strutture e tessiture in sezione sottile. Si noti la tessitura pseudo-stromatolitica. Sono in corso indagini di tipo isotopico (geochimico-isotopico: δ 13 C e δ 18 O) nonché datazioni radiometriche (secondo il metodo Uranio-Torio: U-TH). Considerazioni conclusive Le stalattiti a zampa d elefante rientrano in parte nel gruppo delle biocostruzioni. Esse, cioè, si sono formate con il contributo di organismi fototropi (fotosintetizzanti) e, più in dettaglio, sono il risultato del succedersi di accrescimenti chimico-abiotici ed accrescimenti biogenici attivi e/o passivi. Le differenze morfologiche rispetto alle concrezioni biocostruite, denominate stalattoidi e stalagmoidi, si possono attribuire a diverse combinazioni delle condizioni di stillicidio, di luminosità e di attività biologica, quindi, al diverso ammontare del concrezionamento di origine biologica rispetto a quello di natura chimico-abiotica (fig. 8). 115

Fig.8 - Schema di Taboroši et al. (2005), modificato. La posizione delle concrezioni stalattoidi e di quelle a zampa d elefante è evidenziata dai cerchi. È anche indicata la posizione di crescita delle concrezioni stalagmoidi a ridosso della Entrance. Si può ipotizzare, infine, che la conformazione della grotta, durante la formazione delle stalattiti a zampa d elefante, dovesse essere sensibilmente diversa da quella odierna. Infatti, i relativi meccanismi di biocostruzione (cfr. Taboroši et al., 2005) prevedono condizioni sciafile (illuminazione tenue) del tutto incompatibili con l ubicazione delle zampe d elefante rispetto all attuale conformazione della grotta. Bibliografia CACCIATORE G. & DELLE ROSE M. (2003) Le concrezioni della grotta Mannute Piccola (prov. di Lecce). Grotte e dintorni, 5, p. 49-58. CHAFETZ H.S. & GUIDRY S.A. (1999) Bacterial shrubs, crystal shrubs, and ray crystal shrubs: bacterial vs. abiotic precipitation. Sedimentary Geology, 126, p. 57-74. DELLE ROSE M. (2006) Indicatori paleoclimatici e paleobatimetrici di possibili stazionamenti marini quaternari (Puglia meridionale). Atti 83 a Riunione Estiva Società Geologica Italiana, p. 109-111. FORD, D.C. & WILLIAMS P.W. (1989) Karst geomorphology and hydrology. Unwin Hyman, London, 602 pp. Forti P. (2000) I depositi chimici delle grotte. Quaderni didattici della Società Speleologica Italiana, 7, 35 pp. FORTI P. (2001) Biogenic speleothems: an overview. Int. Journ. Spel., 30A (1), p. 39-56. GIANGRECO A. & GIANGRECO G. (1973) Campagna di ricerca speleologica nella zona del Ciolo, Gagliano del Capo (Lecce). La Zagagalia, 59, p. 100-104. GINÉS J., GINÉS A. & POMAR L. (1981) Morphological and mineralogical features of phreatic speleothemes occurring in coastal caves of Majorca (Spain). Proc. Eight Int. Congr. Speleo., 2, p. 529-532. PATIANNA M., CACCIATORE G., DELLE ROSE M. (2008) Rilievi del GSN alle Mannute per il posizionamento di speleotemi. Spelaion 2006 Atti del Raduno Regionale di Speleologia, p. 87-95. TABOROŠI D., HIRAKAWA K. & SAWAGAKI T. (2005) Carbonate precipitation along a microclimatic gradient in a Thailand cave - Continuum of calcareous tufa and speleothems. Journal of Cave and Karst Studies, 67, p. 69-87. 116