STARE BENE INSIEME SVILUPPO DALL INTERSOGGETTIVITA E DELLE ABILITA SOCIALI Si può fare formazione! 2014/2015 Sara Bergonzi Elisa Bernasconi
CHE COSA SENTONO. Far parte di un gruppo, questa è un altra delle cose molto difficili per me. Quando sono in una squadra o in un gruppo io sono diverso. Non riesco a concentrarmi e non sono nemmeno simpatico. Mi distraggo subito perché sento tutto quello che dicono e non riesco a capire. Per me è difficile quando ci sono quattro o cinque bambini insieme, ma non so perché Da io sento diverso Paolo Cornaglia Ferraris
Le difficoltà sociali dell autistico non derivano da un rifiuto o da una paura del contatto sociale, ma dall assenza di capacità di comprendere o leggere le situazioni sociali e spesso da una difficoltà a sentire la motivazione al contatto sociale Enrico Micheli
ROLE PLAYING: INTERSOGGETTIVITA
INTERSOGGETTIVITÀ: prime abilità di relazione sociale (Schopler)
PREREQUISITI FONDAMENTALI: ORIENTAMENTO ATTIVAZIONE ATTENZIONE INTERESSE PER IL VISO UMANO CAPACITA DI ALTERNANZA DEI TURNI CONTATTO OCULARE RISPOSTA AL NOME... SCAMBIO DEI TURNI INTERSOGGETTIVITA IMITAZIONE ATTENZIONE CONGIUNTA EMOZIONE CONGIUNTA INTENZIONE CONGIUNTA
q ATTENZIONE CONGIUNTA Nasce dal piacere di condividere con l altro uno spettacolo, un evento. - Alternare il proprio sguardo tra la cosa che si sta osservando e l altra persona - Seguire con lo sguardo l indicazione dell altro - Controllare dove l altro sta guardando e guardare nella stessa direzione - Indicare per mostrare o per chiedere: cos è? - Portare una cosa all altro per fargliela vedere
q EMOZIONE CONGIUNTA - Ridere e sorridere insieme - Rispondere manifestando un emozione al comportamento dell altro che voleva provocare un emozione (es. al solletico, d uno spettacolo,.. ) - Cogliere l emozione dell altro e adattare ad essa la propria - Utilizzare l espressione delle emozioni come strumento nello scambio sociale
TURNO INTERSOGGETTIVITA AUTOREGOLAZ. EMOZIONI CONDIVISIONE SPAZI ABILITA SOCIALI FORME DI CORTESIA CONDIVISIONE MATERIALI QUANTITA E QUALITA DI COMUNICAZION E SOCIALE RECIPROCA RICONOSCERE EMOZIONI E SITUAZIONI SOCIALI CONVENZIONI SOCIALI RICHIESTA DI AIUTO COOPERAZIONE
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE ABILITA SOCIALI - Cerco di capire perche qualcun altro è arrabbiato - Quando sono arrabbiato mi comporto in modo da non urtare gli altri - Capisco cosa provano gli altri - Quando qualcuno ha un problema gli faccio capire di avere capito cosa prova - Cerco di dare il giusto peso ad una critica nei miei confronti - Faccio qualcosa per sentirmi meno imbarazzato
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE ABILITA SOCIALI - Partecipo a discussioni o conversazioni in classe - Riesco a correggere i miei errori nel compito senza arrabbiarmi - So dire di no in situazioni che potrebbero mettermi nei guai - Quando un gruppo di compagni vuole farmi fare qualcosa di sbagliato riesco a dire no.
VIDEO: ABILITA SOCIALI
Determinate abilità non presenti nel repertorio spontaneo del ragazzo autistico possono essere apprese se vengono insegnate
Si può imparare. 1. Contatto oculare 2. Espressioni facciali 3. Emozione congiunta 4. Produzione di linguaggio integrato con la comunicazione non verbale 5. Divertimento condiviso durante l interazione 6. Empatia, commenti sulle emozioni altrui 7. Qualità delle aperture sociali 8. Qualità delle risposte sociali 9. Quantità di comunicazione sociale reciproca 10. Qualità complessiva della relazione
LINEE GUIDA MINISTERIALI PER L INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ La scuola è una comunità educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma anche per crescere, attraverso l acquisizione di conoscenze, competenze, abilità, autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell istruzione e della socializzazione.
PERCORSI DI INCLUSIONE
CHE COSA PREVEDONO? INSERIMENTO INTEGRAZIONE
INSERIMENTO Colloqui, presentazione del caso e possibilità di osservare il trattamento; Progettazione e condivisione degli obiettivi educativi; Strutturazione concreta di spazi e materiali; Progetto ponte per favorire l avvicinamento dell alunno con disabilità (storia sociale, libro della scuola, dei compagni di classe, delle insegnanti ecc..); Quando possibile, possibilità di seguire i percorsi di formazione rivolta agli insegnanti
INTEGRAZIONE LAVORO CON I COMPAGNI OBIETTIVI: Valorizzare i compagni come risorsa nel percorso di crescita del minore Permettere loro di confrontarsi in modo consapevole e costruttivo con la diversa abilità
MODALITA : Raccolta di idee ed interrogativi che la classe si pone; Discussione sulla diversità individuale; Approfondimento delle difficoltà specifiche e dei punti di forza del proprio compagno di classe come di ognuno; Progettazione di attività condivise che hanno come obiettivo l inclusione.
L ESEMPIO DI FEDERICO... Federico, 8 anni... Diagnosi di Autismo Classe 1^ del paese di residenza Difficoltà di condivisione con gli insegnanti, percorso molto difficile. Cambio scuola... Classe 2^ presso la scuola Boschetto... VIA!
INSERIMENTO: Colloquio preliminare con le insegnanti e presentazione di Federico (1 settembre); Preparazione insieme agli insegnanti dello spazio e del materiale di gioco e di lavoro per Federico (inizio settembre); Federico va a vedere la scuola, la sua classe e conosce le insegnanti di sezione (giorno prima dell inizio della scuola); Il primo giorno di scuola arriva alle 9.30 e le insegnanti, prima dell arrivo spiegano alla classe del nuovo compagno.
FEDERICO: PRIMO GIORNO!
COMPAGNI: DISPONIBILI E CURIOSI!
INTEGRAZIONE Federico passa 1 h ogni mattina a lavorare da solo in classe, non condivide attività con i compagni (novembre); Incontro con la classe e discussione sulla diversità; Parliamo di Federico;Organiziamo I Giochi (dicembre); Federico trascorre ogni mattina fino a 3 h in classe, condivide l intervallo con i compagni, nel dopo mensa condivide una serie di giochi strutturati, due pomeriggi a settimana fa attività di lavoro nel piccoo gruppo dei compagni (aprile).
PARLARE ALLA CLASSE...
I COMPAGNI HANNO MOLTE DOMANDE!
RIFLESSIONI... foto cartellone
PROGETTIAMO: GIOCHI E ATTIVITÀ DA CONDIVIDERE!
ALESSIO: VI PARLO IO DELLA SINDROME DI ASPERGER! Alessio, 12 anni. Diagnosi di Sindrome di Asperger Nuova scuola media, nuova compagni, nuovi insegnanti... Stesse difficoltà... I miei compagni mi ODIANO! Parliamo con loro!
ALESSIO SPIEGA LA SINDROME DI ASPERGER! ü Avere la Sindrome di Asperger vuol dire che io non è che sono cattivo è che faccio proprio fatica a capire delle cose! ü Io sono uno che scherza ma non capisco i vostri scherzi. Per quello mi arrabbio, vero Eli? ü Io non posso perdere perchè ho la Sindrome di Asperger quindi devo sempre iniziare per primo... Ok, ok. Non è vero!
SIAMO TANTE TESTE E TUTTE DIVERSE!
I COMPAGNI DOMANDANO... Quando facciamo uno scherzo ad un compagno o una battuta tu ti arrabbi, come facciamo a farti capire che era solo un gioco? Cosa dobbiamo fare quando ti arrabbi? A volte in classe fai molto rumore ma non te lo diciamo per non farti arrabbiare, come possiamo dirti le cose senza che ti arrabbi?
COSTRUIAMO INSIEME IL DIARIO DELLE ESPERIENZE! ü Un libro con le esperienze positive e negative vissute in classe; ü Un ricettario su come affrontare i problemi di relazione partendo dall esperienza; ü Un bel ricordo per Alessio e i suoi compagni!
SI PUO FARE... PRATICA! Esempi di progetti legati allo sviluppo delle abilità sociali nella didattica, nello sport, durante l intervallo e nel tempo libero. qscuola Primaria di Porzano qscuola Primaria di Castelletto, qle abilità sociali fuori dalla scuola