Diagramma causa/effetto

Documenti analoghi
IL DIAGRAMMA A LISCA DI PESCE

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

GLI STRUMENTI PER IL MIGLIORAMENTO

Apprendere con un sorriso Che bella farfalla! Come potrei prenderla? Prima che sia troppo tardi

LA QUALITA PER LA GESTIONE DELL ERRORE ERRORE. DALLA METODOLOGIA AL CASO CLINICO Achille Di Falco

N.I413R UNI EN ISO 9001:2008

MATEMATICA CLASSE TERZA

Ministero della Pubblica Istruzione UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DEL VENETO DIREZIONE DIDATTICA STATALE VIGONZA

Programmazione modulare

Valutazione dei rischi ed individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione adottate in azienda

SCUOLA PRIMARIA DI BRENTONICO CLASSE: 1 A

MATEMATICA. UNITA DI APPRENDIMENTO 1 Numeri. Obiettivi specifici di apprendimento

attività Unità 10.2 Strumenti per la calendarizzazione: GANTT e PERT Agenzia nazionale LLP - Programma settoriale Leonardo da Vinci 1

Quadro di Riferimento di Matematica

Matematica CONOSCENZE

RAPPRESENTAZIONE INSIEMISTICA DEGLI EVENTI Lezione n. 5

MATEMATICA Competenza 1 al termine della scuola secondaria di primo grado

Syllabus EQDL Rev. 2.0 Settembre 2016

CURRICOLO DI MATEMATICA

ISTITUTO COMPRENSIVO BASSA ANAUNIA DENNO PIANO DI STUDIO DI MATEMATICA CLASSE SECONDA. Competenza 1

MANCA : VETTORI, FORZE E MOMENTO DI UNA FORZA

SCUOLA PRIMARIA MATEMATICA (Classe 1ª)

Il Modello Concettuale Enità-Relazione (ER)

SCUOLA PRIMARIA - MORI

LIVELLO NON RAGGIUNTO 5

PIANO DI LAVORO ANNUALE

Il Modello Concettuale Enità-Relazione (ER)

Introduzione alla programmazione

PIANI DI STUDIO MATEMATICA

DECLINAZIONE COMPETENZE SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO: MATEMATICA COMPETENZE CONOSCENZE ABILITA

Corso di Informatica Modulo T1 C1-Sequenza e selezione

PIANO DI LAVORO. Prof. MARINI PAOLA DISCIPLINA MATEMATICA APPLICATA CLASSE 5 AAF ANNO SCOLASTICO 2014/15

SCUOLA PRIMARIA BRENTONICO

MATEMATICA CLASSE V D SSS DOCENTE: PASSALACQUA LORENA A.S

Sistemi informativi statistici

Syllabus Start rev. 1.03

Questo percorso è stato effettuato dalla cl.1^ della Scuola Primaria di Scarlino Scalo con la maestra Previtali Sara.

Insegnare e apprendere con le mappe concettuali

IL MODELLO CONCETTUALE ENITÀ-RELAZIONE (ER) (CAPITOLO 5 DELLA VERSIONE ITALIANA)

01 - Elementi di Teoria degli Insiemi

Funzioni numeriche elementari. y B è l'immagine dell'elemento x A

UNITÀ DI APPRENDIMENTO I QUADRIMESTRE SCUOLE PRIMARIE CLASSI QUARTE

Geometria analitica di base. Equazioni di primo grado nel piano cartesiano Funzioni quadratiche Funzioni a tratti Funzioni di proporzionalità inversa

C U R R I C O L O D I M A T E M A T I C A SCUOLA PRIMARIA CLASSE 4ª

Stabilire se il punto di coordinate (1,1) appartiene alla circonferenza centrata nell origine e di raggio 1.

Metodologia di lavoro: PCM & GOPP

I Principi del PCM Albero dei Problemi e degli Obiettivi

MODULO 1: INTRODUZIONE AL DIRITTO

Parte 1: Anagrafica. Progetto Benessere Aziendale Dalla valutazione alla valorizzazione del personale per il benessere Aziendale

Rappresentazione degli algoritmi

SCUOLA PRIMARIA MATEMATICA CLASSE TERZA

MD2 MD3. Basi di funzioni e funzioni di primo grado

Elementi di teoria degli insiemi

PROBLEM SOLVING STRATEGICO -55-

INTRODUZIONE AL 2 TEST IN ITINERE. a.a

Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE

COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE

L errore percentuale di una misura è l errore relativo moltiplicato per 100 ed espresso in percentuale. Si indica con e p e risulta: e ( e 100)%

Rappresentazione degli algoritmi

CURRICOLO DISCIPLINARE di Matematica e Complementi della matematica

Ministero della Pubblica Istruzione. ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE Emanuela Loi Via Dalmazia Carbonia (CI)

Entità. Relazioni. Cardinalità delle relazioni. Ogni entità ha un nome che la identifica

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA. competenze chiave competenze base abilità conoscenze Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia.

Lezione 8. Gli strumenti per il miglioramento della Qualità

A.S Programma effettivamente svolto in classe 2^ R

Asse matematico. Competenze di base a conclusione dell obbligo dell istruzione

ANNO SCOLASTICO 2017/2018 DIPARTIMENTO SCIENTIFICO CURRICOLO DI MATEMATICA. Biennio

COMPETENZE al termine della scuola secondaria di 1 grado (dalle Indicazioni Nazionali)

Valutazione di lingua e contenuti. L importanza del feedback. Graziano Serragiotto.

U.D.1: POLINOMI conoscere le regole della scomposizione in fattori di un polinomio (raccoglimento totale e parziale, prodotti notevoli).

XXII Corso. L applicazione della Riforma Brunetta : le opportunità per gli EPR. Dott.ssa Claudia Migliore FORMEZ PA

Fasi di creazione di un programma

CURRICOLO CLASSE 3^ SCUOLA PRIMARIA C O MPETE NZE DI BAS E IN M AT E M AT I C A

Test di Autovalutazione

MATEMATICA. COMPETENZA 1 ABILITA (l alunno sa fare) CONOSCENZE (l alunno sa)

RUBRICHE DI VALUTAZIONE DELLA SCUOLA PRIMARIA. RUBRICA VALUTATIVA MATEMATICA Classi Prima, Seconda e Terza VOTO: 5 INSUFFICIENTE

Il Dizionario delle competenze

APPRENDIMENTO Meccanico

COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA (D.M. n- 139 del 22/08/2007 Documento tecnico Allegato 2)

Esecuzione condizionale. Esecuzione condizionale. Costrutto if. Costrutto if

1.1 Assenza di generatori di tensione ideali

Descrivere insiemi di dati

IL CURRICOLO VERTICALE DI MATEMATICA

MATEMATICA. Docente: Maria Cava Balistreri Anno scolastico 2016/17 PROGRAMMAZIONE MATEMATICA : RELAZIONI LOGICHE NUCLEI

Sistemi di primo grado. lavoro. - Uso di schede - Lezione frontale - Lavoro di gruppo - Lezione partecipata - LIM - Piattaforma google - Classroom

COMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE

Università degli Studi di Bergamo Facoltà di Ingegneria Corso di Elettrotecnica DUM A.A. 2000/2001 Esame del 12 gennaio 2001

Comune di Isola delle Femmine Insieme dei servizi allo sportello dell URP REPORT INDAGINE

PIANIFICAZIONE. QUANDO? Settembre/ottobre ( dopo la nomina dei referenti di progetto e delle commissioni)

IC "BASILE DON MILANI" PARETE ( CE )

Modelli Matematici Ambientali 1. Mastroeni/Cioni (Dipartimento di Informatica/Scuola Normale Superiore) Lezione 13/03 A.A.

I livelli di abilità in MATEMATICA III secondaria di primo grado Descrizione analitica dei livelli

TQM. La Qualità Totale. Ambito Cliente. Esigenze esplicite. Quality. Assurance. Ambito Mercato. Esigenze implicite

PROF. Silvia Tiribelli MATERIA: GEOGRAFIA CLASSE: II D

3 LABORATORIO DI MARKETING SOCIALE DoRS Regione Piemonte. Come instaurare e mantenere PARTNERSHIP DI SUCCESSO

Matematica I. Modulo: Analisi Matematica. Corso 3 (matricole dal n al n 40167) Docente: R. Argiolas

UNITÀ DI APPRENDIMENTO II QUADRIMESTRE SCUOLE PRIMARIE CLASSI QUARTE

I Focus Group per il coinvolgimento dei lavoratori

Linee guida per le quotature

Transcript:

Diagramma causa/effetto Miglioramento continuo - DIAGRAMMA CAUSA - EFFETTO - INTRODUZIONE Il diagramma causa-effetto o diagramma a lisca di pesce o diagramma ad albero o diagramma di Ishikawa (dal nome di Kaoru Ishikawa che lo inventò nel 1969), è uno strumento che serve per illustrare graficamente le cause maggiori e le sottocause di determinati fenomeni che generano un certo effetto o un problema. Il diagramma fu adottato poi dal dott. W. Edwards Deming come strumento utile per migliorare la Qualità. Sia Ishikawa che Deming utilizzarono il diagramma a lisca di pesce come uno dei primissimi strumenti per la gestione dei Sistemi Qualità. Il diagramma si basa sul principio che identificare i sintomi è il primo passo per risolvere un problema. Si può definire, dunque, come una forma di rappresentazione logica e strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le relative cause (i perché). Kaouru Ishikwa, inventore della Qualità Totale che per primo formulò il diagramma, dice che di fronte ad una certa situazione dovremmo sempre domandarci quattro volte perché in modo da stabilire quali siano le reali cause del problema. Mediante questo strumento, le cause possibili che generano l effetto vengono presentate a diversi livelli di dettaglio grazie a rami collegati tra loro che aumentano il grado di dettaglio mano a mano che il ramo si allontana dal centro (un ramo più esterno è causa del ramo più interno e così via). Il diagramma causa-effetto prende il nome anche di diagramma a lisca di pesce perché, oltre ai rami che assomigliano alle singole lische di un pesce, ha anche una sorta di testa che contiene i riferimenti al nocciolo (il nome) del problema. Dalla testa parte la lisca principale e da questa tutte le lische (o rami) secondarie. I diagrammi causa-effetto Il Diagramma Causa Effetto, o diagramma a lisca di pesce, è una tecnica grafica che può essere usata per identificare ed organizzare le cause di un evento o un problema o un risultato. Illustra graficamente il rapporto gerarchico fra le cause secondo il loro livello di importanza in funzione di un determinato effetto; viene anche denominato Diagramma di Ishikawa, a ricordo del suo inventore. A che cosa servono Lo strumento consente di analizzare in modo sistematico ed integrato le cause di un determinato evento, senza perdere di vista una visione sistemica del fenomeno considerato. La forma di rappresentazione a spina di pesce, inoltre, consente di visualizzare il fenomeno in modo semplice ed efficace e facilita il lavoro di analisi a livello di gruppo. Come si costruiscono

Il Diagramma Causa-Effetto può essere impiegato da parte di un gruppo di lavoro come strumento per analizzare un problema identificato come rilevante. Una possibile procedura di impiego è la seguente: identificare e condividere il problema o l'effetto da analizzare e registrarlo sulla parte destra dello schema con una spina orizzontale; sviluppare un confronto nel gruppo sulle possibili cause all'origine del problema identificato; puntare a classificare le cause in categorie, da definire in funzione delle caratteristiche del problema, e denominare i diverse assi del diagramma con le categorie prescelte; puntare a riconoscere le cause principali e collocarli lungo i diversi assi del diagramma ( a seconda delle categorie a cui afferiscono); per ogni causa principale interrogarsi su possibili cause secondarie che la determinano o la alimentano (perché questa causa sta accadendo?); analizzare e condividere lo schema complessivo emergente; interrogarsi su quali cause sono modificabili e come intervenire su di esse. Aiuta a risalire alle vere cause, e quindi ai veri problemi da risolvere. Le relazioni causa/effetto sono la base della gestione di una organizzazione. L obiettivo è l effetto di una serie di cause. In genere gli effetti vengono spesso confusi con le cause, e si corre subito agli effetti senza studiare bene le cause. Se di fronte ad un inconveniente si domanda: chi è stato? si considera l effetto. Se ci si chiede: perché è successo? si considerano le cause. Kuaouru Ishikawa, guru giapponese della Qualità Totale, dice che di fronte ad un inconveniente dovremmo domandarci quattro volte PERCHE. Inconveniente --> perché? Perché A --> perché A? B --> perché B? C --> perché C? A tal proposito ha ideato un diagramma che, dato un effetto, serve a conoscerne le cause. Il diagramma si chiama diagramma causa/effetto, diagramma di Ishikawa o diagramma a lisca di pesce, dalla sua forma. Si costituisce un gruppo. Si prende un tabellone o una lavagna. A destra in un rettangolo si scrive l effetto. Si traccia una linea trasversale. In alto e in basso si scrivono le cause, collegate da linee che convergono verso la linea centrale. Con un brainstorming il gruppo esprime il maggior numero di cause, che vengono raggruppate in categorie e scritte sul tabellone. Alle varie cause si

assegnano indici di priorità e si scelgono quelle con gli indici più alti (in genere da due a quattro). A questo punto si scrivono le ipotesi o contromisure che eliminano le cause scelte. Una variante è il CEDAC (diagramma causa-effetto con aggiunta di cartellini). Invece di fare un brainstorming orale si attacca il tabellone con la lisca di pesce nell'ufficio o nel reparto interessato e lo si lascia alcuni giorni. Tutti possono scrivere le cause dell'inconveniente su un cartellino giallo e attaccarlo sul tabellone. Volendo, possono affiancare un suggerimento di soluzione su un cartellino azzurro. Per descrizioni più ampie, vedi Galgano, pp. 194 e 254. Con il programma Visio si possono fare diagrammi causa-effetto, oltre a parecchi altri tipi di diagramma. Secondo la PNL la relazione causa-effetto è una forma di generalizzazione, perché un effetto non ha mai solo una causa. La struttura stessa del diagramma di Ishikawa conferma che un effetto è la risultante di molteplici cause di diverso genere e livello. Secondo il problem solving strategico non bisogna chiedersi i perché, ma i come. Il passato non conta perché è immodificabile. Ciò che conta è la situazione attuale da cui si parte per modificarla e risolvere il problema. CHE COSA E' Il diagramma di causa/effetto è una forma di rappresentazione logica e strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le relative cause (i perché). Kuaouru Ishikwa, inventore della Qualità Totale che per primo formulò il diagramma, dice che di fronte ad una situazione dovremmo domandarci quattro volte PERCHÉ. Situazione perché? Perché A perché A? perché B? perché C? Perché B Perché C Perché D A CHE COSA SERVE Aiuta a risalire alle vere cause, e quindi ai veri problemi da risolvere. Permette di costruire e visualizzare le relazioni tra le caratteristiche qualitative di un prodotto o di una situazione con i fattori che l hanno determinata.

SINTASSI In genere gli effetti vengono spesso confusi con le cause, e si corre subito agli effetti senza studiare bene le cause. Tale differenza si rileva facilmente considerando che se di fronte ad un inconveniente ci si domanda: chi è stato? si considera l effetto. Se ci si chiede perché è successo? si considerano le cause. Nella sua versione originale, con il termine effetto generalmente si intende una qualunque caratteristica qualitativa che si voglia analizzare con l intento di modificarla; può quindi essere ad esempio un difetto, una disfunzione organizzativa, relazionale Le cause rappresentavano via via i problemi da risolvere, da non confondere con le condizioni, i vincoli imposti dal contesto, che delimitano l ambito di movimento della ricerca della soluzione. PROCEDURA La sua applicazione prevede tre fasi distinte: 1. Costruzione del diagramma: facendo riferimento ad un effetto specifico da analizzare, chiaramente definito, si individuano mediante un brainstorming, tutte le possibili cause che possono determinarlo: tali cause possono essere strutturate in grandi famiglie (per esempio: metodo, macchine, manodopera, materiali, ) oppure per fasi del processo cui ci si riferisce 2. Selezione delle cause: tra tutte le cause si selezionano quelle ritenute più influenti sull effetto; questa valutazione deve basarsi su dati 3. Verifica delle cause: si verifica, mediante raccolta dati appositamente predisposta la reale influenza delle cause selezionate per individuare quelle prioritarie ( ad esempio utilizzando Diagramma di Pareto) Come si costruisce Il diagramma causa-effetto andrebbe costruito durante una seduta di brainstorming (dove ognuno può esprimere liberamente la propria opinione ed ogni critica è proibita) alla quale contribuiscono tutte le funzioni coinvolte nel processo. L'effetto o la situazione affrontati dovrebbero essere costituito da un fenomeno semplice. La costruzione viene eseguita attraverso le seguenti tappe: si traccia una linea orizzontale, collegata ad una descrizione sintetica del fenomeno da analizzare alle estremità della linea vengono descritti la situazione iniziale e la situazione finale alla linea orizzontale vengono connesse attraverso linee oblique le categorie principali di causa: ambiente, personale, macchine, materiali impiegati, metodi di lavoro, metodi di controllo, oppure cause sociali, economiche, ecc. alle congiungenti delle categorie di causa con la linea principale si associano le cause specifiche, alle quali possono a loro volta essere congiunte altre sottocause. In questa fase si può impiegare il metodo dei quanttro perché. Ogni risposta successiva viene congiunta con una freccia alle risposte che precedono. Un primo sguardo al diagramma di Ishikawa consente di capire se si è andati alla ricerca delle cause ultime, o se invece ci si è limitati ad un esame superficiale del problema. In quest'ultimo caso, il diagramma sarà costituito da poche congiungenti principali prive di ulteriori ramificazioni.

Esempio Esaminiamo come esempio il ramo relativo alle Macchine in un caso di rottura di un automobile. Si può vedere che solo dopo diverse domande si è trovata la vera causa, se si fosse sostituito il fusibile il problema si sarebbe ripresentato. Riflessione La ricerca delle cause determinanti un problema è condizione indispensabile per la sua soluzione. Solo individuando le vere cause è possibile infatti determinare le opportune azioni di miglioramento finalizzate alla loro eliminazione; questo s inquadra in quell ottica di prevenzione dei problemi attraverso azioni sulle cause che li generano, anziché di correzione degli stessi, comportamento che in ambito didattico/formativo può rivelarsi più efficace per ridurre la dispersione e la demotivazione Attenzione Per effettuare una valida analisi del problema occorre: Scendere nei minimi dettagli fino ad individuare la causa di fondo Non fermarsi se si può chiedere ancora perché Numerare con precisione tutte le cause e le azioni per mantenere il controllo sulle analisi condotte e un legame tra cause ed azioni Non utilizzare espressioni generiche Individuare le cause di fondo, riconoscibili dal fatto che è possibile collegare a una causa un azione che la eliminerà per sempre.