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Tesi 20 Il melodramma nazionale in Francia da Lulli a Rameau ai nostri giorni In Germania da Schutz a Mozart e Weber, e in Inghilterra Purcell Il balletto di corte Inserito nello sfarzo cerimoniale di corte, questo tipo di rappresentazione nasce in Francia alla fine del Cinquecento. Le sue caratteristiche erano: - personaggi cortigiani, come principi re ecc; - effetti sontuosi e sfarzosi nei costumi e scenografie; - temi mitologici e situazioni che esaltavano la monarchia; -cori omofonici, canti solistici, intermezzi strumentali e danze tradizionali come Gagliarde e Gigue; -rigoroso rispetto dei ritmi musicali e della natura metrica dei versi francesi, unendo cosi poesia e musica. Tutto questo seguiva i principi filosofici classici della Plèiade, attuati poi da Jean Antonie de Baif, che fu tra i fondatori dell Accademia della poesia e della musica. Baif si proponeva, secondo l antica concezione della musica misurata, di far coincidere esattamente il valore delle note con la struttura metrica dei versi. I musicisti come Thimbault de Corneville, Claude le Jeune e Jauques Maudit, applicaro questi principi formulati dall Accademia della poesia e della musica. Inizialmente li utilizzarono nel repertorio delle Arie di corte, che erano dei brevi canti strofici di struttura binaria AAB, dal ritmo regolare in stile omofonico di norma accompagnati dal solo liuto. L opera più importante del balletto di corte, fu Circè ou balet comique del la Royne. Il termine comico significava drammatico. L opera fu composta nel 1581, per celebrare il matrimonio di Maria di Lorena sorella della regina, con il duca Joyeuse, che era uno dei patrocinatori dell Accademia della poesia e della musica di Baife. Quest opera fu musicata da Jaques Salmon e Lambert Beaulieu. Il tema era mitologico e vedeva come protagonista, la maga Circe e i suoi incantesimi, visti però in chiave allegorica. Era uno spettacolo lungo circa 6 ore e prevedeva : Apertura iniziale, brani recitati in recits, danze e pantomime su musiche strumentali, entrata finale chiamato grande balletto al quale partecipava tutto il corpo di ballo; Il recits non era però sinonimo di recitativo italiano, ma ad esso poteva comprendere anche forme strofiche simili alle arie. 1

C era poi, il balletto di corte definito balletto melodrammatico, con ambientazioni pastorali aventi, come soggetto ispiratore, principalmente la Gerusalemme Liberata di Tasso. Questi balletti furono musicati soprattutto da Pierre Guèrdon. C era poi, la commedia balletto costruita da Moliere e Lully, ed era uno spettacolo costituito da brevi recitativi, arie, danze e cori, che conciliava un tono satirico, leggero e amoroso, per celebrare comunque la monarchia. Tra tutti si ricorda l opera il Borghese gentiluomo. Lully Successivamente Lully, riuscì a portare la fusione di, musica, danza, azione, scenografia, nella Tragedia lirica. Jean Baptiste Lully (1632-1687) fu nominato dal re Luigi IV come responsabile dell Accademia reale della musica. Tutto doveva essere fatto con la sua autorizzazione e senza di essa, non si potevano rappresentare nei teatri opere di altri autori. Vi era dunque una sorta di dittatura musicale, voluta dal re Luigi IV appassionato di musica, nonché egli stesso abile strumentista, dittatura gestita appunto da Lully. Lully, controllava ogni aspetto della composizione e sovrintendeva tutte le parti dello spettacolo, dirigendo ogni singolo musicista e cantante. Eliminò i vocalizzi e i virtuosismi tipici delle opere italiane. Lully, introdusse i divertimenti, ossia diversioni momentanee dell azione drammatica, condite di musica e di danza. Inserì nell opera coreografie fastose ed effetti scenici stupefacenti, inoltre stabilì, un riadattamento delle regole del teatro antico, al gusto moderno. Con Lully, si procedette ad una eliminazione dei personaggi comici, e le trame erano caratterizzate da un estrema semplicità degli intrecci. Le scene e le vicende, dovevano essere concentrate in un azione scenica temporale, che doveva svolgersi preferibilmente in un solo giorno e in un solo luogo. Lully, mantenne la tradizionale lieta conclusione, ed inoltre provvedette all'eliminazione di fatti cruenti o scene di sangue, ed all'esaltazione delle qualità eroiche. Lully inoltre, esigeva una correttezza della lingua, con il verso metrico detto alessandrino. La prima tragedia recitata composta in Francia, fu Sophonisbe, di Jean Mairet, al quale si susseguirono le opere di Pierre Corneille (1606-1684) e Jean Racine (1639-1699) Lully, aveva concepito la Tragedie Lyrique, come un dramma, al quale però venivano aggiunti gli ornamenti della musica e del balletto. Il librettista Quinault, oltre alle tragedie recitate di Mairet e Corneille, trattò opere del poeta latino Ovidio, del tragico Euripide e di Ariosto e Tasso. 2

Nelle tragedie liriche vi era un prologo con ninfe o figure allegoriche, e poi 5 atti. Il recitativo costituisce, l elemento di stabilizzazione del dramma, per saldare la musica e il dramma in una composizione unitaria. Il recitativo di Lully è profondamente diverso dal recitativo italiano, poiché è simile alla declamazione. Vi sono pochissime dissonanze, con una dizione sillabica. Il recitativo, veniva accompagnato dagli strumenti del basso continuo, e l intera orchestra viene utilizzata nei momenti patetici o più appassionati, come le scene di invocazione e di lamento. Una delle scene più commoventi della storia della tragedia lirica è il monologo Enfin il est en ma puissance, (Egli è in mio potere) nell opera Armide del 1686. Questa scena, è tratta dalla Gerusalemme Liberata di Tasso. Qui la maga Armide sta per uccidere il guerriero Renaud che lei ama perdutamente. Il recitativo utilizzato da Lully è pieno di frasi interrotte pause ed esclamazioni affannate. L aria, della tragedia lirica lulliana, è intimamente legata allo stile recitativo, poiché ne segue la declamazione sillabica e serve per liberare i sentimenti di un personaggio. Questa si chiama air di massima. C erano poi le arie comprese nei divertissements( divertimenti), che quindi si avvalgono dei ritmi di danza. Le airs di Lully, sono quasi sempre accompagnate, dai soli strumenti del basso continuo e spesso si compongono di una sola frase melodica, che ritorna due o più volte. La frase melodica è preceduta da un ritornello strumentale, il quale viene eseguito da due violini, con l'aggiunta del basso continuo, ed ha una struttura di tipo A A B I cori sono un elemento tipico della tragedia lulliana, e di solito partecipavano attivamente al dramma, come nella scena del sacrificio in Bellèrophon, del 1679, ed in molte altre scene di oltretomba o incantesimo. Lully, costruisce i cori, in blocchi sonori a quattro parti, evitando gli intrecci contrappuntistici e con effetti antifonali, soprattutto inseriti verso la fine degli atti, come il finale dell atto V di Armide. Qui il coro si alterna ai canti solistici e, a danze, ed il tutto viene tenuto insieme da una maestosa melodia di passacaglia costruita sulle note Sol Fa Mib Re, che viene ripetuta per un centinaio di volte. L orchestra era strutturata in 5 parti, due violino, due viola, una di basso, e i fiati. Vi è un concertino, il petit choeur, e un grande concerto formato da 24 elementi, archi strumenti e basso continuo. Lully nelle sue opere, ricorre spesso alla strumentezione di tipo espressivo, con ad esempio gruppi di ottoni e timpani, per le scene di battaglie. 3

Questo è evidente nel primo atto dell Amadis, dove si evocano con efficacia, fenomeni della natura quali vento tempesta infrangersi delle onde ecc Si raggiungeva cosi, il pieno rapporto tra suono e immagini per la suggestione del pubblico. Lully, dava molta importanza all apertura ouvertour, brano di entità solenne e brillante, volto a preparare lo spettatore al magnifico spettacolo. L ouvertour lulliano, citato anche nel Dizionario della musica di Rosseau, è strutturato da due movimenti : il primo lento e maestoso; il secondo rapido e fugace e imitativo. Questo modello fu poi molto seguito in successivamente. L opera- ballet Il periodo che va dalla morte di Lully avvenuta nel 1687, fino alla prima opera di Jean Philippe Rameau, è stato caratterizzato dall opera balletto. La musica da ballo coltivata nella corte parigina contribuì allo sviluppo di questo genere. L opera da ballo riunisce tanti episodi diversi, con azioni coreografiche attraenti, tra cui si ricorda L Europe Galante di Andrè Campra. Jean Philippe Rameau, teorie armoniche e teatro musicale I lavori teatrali di Rameau, furono mantenuti nel repertorio dei teatri parigini fino alla caduta dell Antico Regime. Ed inoltre, le sue opere teoriche influenzarono notevolmente il pensiero armonico del mondo occidentale. Rameau sosteneva, che la musica era dominata da sue leggi fisiche proprie indipendenti dalla volontà umana, ed era invece molto dipendente, dalle leggi della matematica. Il musicista, secondo Rameau, deve conoscere queste regole per gestirle e poter comporre. Questi pensieri, erano sulla scia del filosofo Cartesio, che esaltava le capacità razionali dell uomo. Rameau, elaborò una teoria basata sia su leggi fisiche e acustiche, e sia sulla pratica musicale del tempo, costruendo così l armonia funzionale. Il suo primo lavoro da teorico fu il Trattato di armonia ridotta ai suoi principi naturali. Rameau, sosteneva, che ogni suono non agisce mai da solo, ma è catturato da una serie di relazioni che si rivelano negli accordi. Rameau partì dalle teorie di Zarlino e rielaborò i principi pitagorici riguardo alle consonanze di ottava, di quinta, di quarta e di terza. Rameau, elabora il sistema dell accordo, costruito sulla triade di suoni. L accordo veniva costruito sul suono fondamentale, e poteva essere maggiore e minore. Rameau, elabora anche il rivolto dell accordo costruito sul basso fondamentale, e dimostra altresì, che il suono fondamentale coincide con il suono generatore di una serie di armonici. 4

Il fenomeno fisico degli armonici, fu poi scoperto da Joseph Sauveur, col principio di oscillazione simpatica. Rameau, definì i tre accordi di tonica sottodominante e dominante, come pilastri del discorso tonale e li pose in relazione a tutti gli altri accordi. Introdusse anche, nella terminologia armonica, le combinazioni di settima diminuita, di nona, di undicesima, giustificandone l uso per allargare la dissonanza. Stabilisce inoltre, che il sentimento di gioia deve essere raffigurato in musica con le consonanze mentre la disperazione con le dissonanze. L armonia, può quindi dare voce alle passioni e rispecchiare il senso di un testo drammatico. La melodia dipende dagli accordi e quindi, è l armonia, che da vita alla melodia. Secondo Rameau, senza l armonia e il rapporto tra tonica e dominante, la musica si ridurrebbe a solo rumore. Anche nelle opere, utilizzava spesso gli intervalli di settima diminuita, e per lui, la musica poteva andare oltre l espressione di un testo, poiché aveva leggi proprie. Rameau, compose 5 tragedie liriche, Hippolyte et Aricie, Castor et Pollux, Dardanus, Zoroastre, Abaris ou les Borèades. Nelle sue opere, il prologo era un elemento obbligato, e gli atti erano ricchi di azioni spettacolari, con balletti, divertimenti, interludi orchestrali, movimenti di masse, scene pastorali combattimenti, e scene rituali. Nella parte centrale del Trio delle Parche in Quelle soudain horreur di Hippolyte et Arcie, egli ricorre per sottolineare il senso delle parole, ad una serie di progressioni cromatiche discendenti, che passano attraverso cinque tonalità in maniera assai rapida. Questo per dare l immagine dello spavento e dell orrore. Rimanendo fedele all opera francese, Rameau conferisce al coro, un ruolo di particolare rilievo. Il coro partecipa attivamente all azione drammatica, in particolare nei momenti di alta intensità tragica, come il coro dei demoni nell atto terzo di Castor et Pollux. La scrittura corale, è prevalentemente omofonica e costruita in 4 parti. Rameau, di tanto in tanto, fa alternare due semicori. Inoltre riesce a rappresentare gli effetti della natura come tuoni, tempeste canto di uccelli. L ouvertour Inoltre Rameau, allarga l ouvertour, con il resto dell opera legandola al prologo come il caso dell ouvertour di Hippolyte et Arcie. Soprattutto nell ouvertour di Zoroastre ad esempio, l apertura viene considerata come un tipo di sinfonia a programma, che riassume il tema musicale, il quale apparirà poi più volte nel corso dell opera. L ouvertour diventa quindi una parte integrante del dramma. 5

L opera francese tra Settecento e Ottocento Dagli anni della Rivoluzione prima e dell Impero poi, Parigi con i suoi 500.000 abitanti disponeva di tre organismi teatrali principali, che occupavano diverse funzioni. C'era il Theatrè de l Operà che riceveva sussidi finanziari dai governanti e rappresentava l opera seria e il balletto. C era poi il Theatre de l Opera Comique, che metteva in scena tutta la gamma di opere francesi che utilizzavano anche il dialogo parlato oltre il canto. C era poi il Thatre Italien, dove si esibivano i migliori cantanti dell opera italiana, ed era luogo d incontro dei ceti altolocati e intellettuali, e fu frequentato tra gli altri dalla cantante Angelica Catalani e Gioacchino Rossini. Uno dei primi operisti italiani, che tentarono di adattare l opera italiana alla tragedie lirique, seguendo le orme di Gluk e Calzabigi, e quindi, fu il napoletano Piccinni, seguito poi da Sacchini, Salieri Cherubini e Spotini. Spotini, fu al servizio di Napolene divenne il compositore imperiale per eccellenza. Le sue tragedie lirique come La vestale, e soprattutto il Fernand Cortez, erano contraddistinte della spettacolarità e degli effetti musicali tipici dell' opera imperiale, con l orchestra dalle melodie sontuose, scene di sfilate militari ecc. L opera Comique Questo genere di rappresentazione, indicava soprattutto gli spettacoli, che non venivano rappresentati nel teatro Parigino dell' Opera e quindi non figuravano come opere serie. L'opera Comique, era uno spettacolo formato da parti cantate, come le arie e i duetti, e da dialoghi parlati senza accompagnamento musicale. Nella prima metà del Settecento, per questo genere di opera, si utlizzavano spesso delle vaudevilles cioè, melodie semplici popolareggianti, unite anche talvolata alla airs, di maggior successo tratte dalla tragedie lirique. L' Opera comique, era dunque una sorta di dramma mescolato di arie. Utilizzava questa struttura: Romance, cioè un brano vocale solistico di natura strofica di carattere patetico e sentimentale con armonie e giri melodici assai semplici. Ne è un esempio Dans ma cabare obscure in Le devin du Village di Rousseau. Roundeaux, cioè una forma vocale solistica con l avvicendamento di un ritornello o refrain, con la melodia, che si diversifica solo nelle couplets, cioè strofe; Vaudeville, canzone finale composta da una serie di strofe couplets eseguite dai singoli personaggi, intervallate da un refrain o ritornello collettivo; 6

Tra i musicisti autori del genere comico ricordiamo, Egidio Rumualdo Duni e Gretry. Gretry, nel suo Guglielmo Tell, introduce il timbro orchestrale per la creazione di un colore locale o esotico. Gretry inoltre, alterna motivi militareschi a motivi pastorali, ed inserisce persino tre campanacci, per rappresentare realisticamente l'opera con le ambientazioni delle montagne svizzere. I soggetti dell opera comique potevano essere dunque di tre tipi: - fiabeschi con personaggi e situazioni fantastiche - esotici ambientati in terre lontane - eroici e patriottici, con temi politici di liberà, tipici soprattutto durante il decennio della rivoluzione e il periodo Napoleonico. I tratti stilistici dell opera comica si potevano cosi riassumere: Frequente uso di figurazioni ritmiche e accompagnamenti agitati, come tremoli, frammenti di scale cromatiche, adattissime a creare e mantenere la sensazione di souspance; Vasto impiego di segni dinamici ppp e fff cioè pianissimo e fortissimo; Uso cospiquo di accordi di settima diminuita e cambio imprevedibile e repentino della tonalità maggiore o minore; Forme musicali aperte nell aria simili all arioso; Importanza sempre maggiore affidata al coro, tipici cori di contadini soldati o marinai ecc; Enfasi delle voci virili; A proseguire il lavoro iniziato da Gretry, ci fu anche Cherubini, che scrisse quattro opere comiques, tra cui si ricorda la Lodoiska del 1871, dove si denota una accresciuta importanza musicale e drammatica dell orchestra. La Lodoiska di Cherubini, si caratterizza anche per la forza espressiva dei numerosi pezzi d insieme, come ad esempio, il lungo quintetto finale del atto III. La vicenda è ambientata in Polonia nel Seicento, dove una fanciulla Lodoiska, è tenuta prigioniera in un cupo castello, e viene liberata dopo lunghe peripezie, dal suo eroico innamorato Floreski. La grand opera A partire dal 1830 si afferma cosi la Grand-Opera. Era un tipo di opera in 5 atti, improntata su grandiosità esteriori, con scene spettacolari e grandi masse in scena, grandissimo uso del coro e degli immancabili balletti. I soggetti rappresentati, erano grandi vicende storiche politiche e religiose, che facevano da sfondo imponente, alle vicende amorose dei protagonisti. Il dominatore incontrastato di questo genere, fu Giacomo Mayerbeer, il quale insieme al suo librettista Eugenie Scribe, ha lasciato diversi Grand Opera, tra le quali si ricordano L africana, Roberto il diavolo, Gli Ugognotti, e Il profeta. Mayerbeer ebbe inoltre anche il merito di arricchire notevolmente la strumentazione orchestrale. La grandiosità dell apparato scenico, impose la comparsa di una nuova figura, ossia il direttore di scena, simile all attuale regista. 7

Il coro, è protagonista ed elemento essenziale del dramma, come nell esempio della scena finale del Guglielmo Tell di Rossini. Ma la caratteristica del linguaggio armonico, della grand opera, è data dall esplorazione di agglomerati accordali e di successioni dissonanti, posti sopra o attorno ad una nota di pedale. Vi erano inoltre passi cromatici in progressione, come avviene sulle parole che Jean rivolge alla madre nell atto IV de Le prophète di Mayerbeer. Inoltre con questo tipo di opera, si cambiò sensibilmente la vocalità dei tenori, privilegiando quelli di tono declamatorio, come il tenore francese Gilbert Luis Duprez, che portò in Francia, la nuova figura del tenore di forza capace di prendere il Do di petto corposo e passionale. Duptrez, interpretò per altro, la parte di Arnold nel Guglielmo Tell di Rossini. Prima di lui, infatti, i tenori prendevano le note sopra il Sol, in falsetto o di testa, ma le grandi sonorità della grand opera, li costrinsero per l appunto, ad una vocalità maggiore. Dramme lirique Affermatosi alla fine dell Ottocento, il Dramme lirique vedeva al centro della vicenda, un ritorno dei sentimenti amorosi, e la melodia acquisiva grande forza nell espressione musicale di tipo sentimentale, ed infatti le vicende storico romanzesche lasciano il posto a passioni più intime e delicate. Una delle caratteristiche del Dramme lirique è quella di ispirarsi ai grandi soggetti letterari, come ad esempio il Faust 1858 di Charles Gounod tratto da Goethe, e Romeo e Giulietta 1867 tratto da Shakespeare, oppure il Wherter 1892 tratto ancora da Goethe, musicato stavolta da Jules Massenet. Nel 1875 a Parigi, scoppia lo scandalo della Carmen, celebre capolavoro di Bizet. Per il perbenista pubblico parigino, infatti, scandalosa era la figura troppo libertina e spregiudicata della protagonista, scandalosa era l ambientazione popolare e realistica, scandaloso anche il finale troppo cruento, con la morte in scena della protagonista uccisa dall amante respinto. Riassunto Carmen: L azione si svolge in Spagna, a Siviglia e sui monti vicini. Alla caserma sulla piazza del mercato, dove si trova anche la manifattura dei tabacchi, arriva Micaela, la fidanzata del brigadiere José che, però, non riesce ad incontrarlo perché l uomo è ancora in servizio, ed allora si allontana. Intanto, dalla manifattura dei tabacchi, escono le sigaraie, tra cui si distingue Carmen, la più ardente e vivace, una bella gitana che non si cura dei tanti corteggiatori, ma vuole attirare l attenzione di Josè; si cosi mette a danzare e intanto sopraggiunge Josè, al quale lancia un fiore, che l uomo raccoglie. Rientrata al lavoro, Carmen litiga con una compagna, e la ferisce; è proprio José ad arrestarla e a condurla in prigione, ma la donna riesce a convincerlo a lasciarla evadere. Per aver mancato al suo dovere, il brigadiere viene imprigionato ma, appena scontata la punizione, corre da Carmen, nella taverna di Lillas Pastia, dove la donna si trova in compagnia di zingari e contrabbandieri ai quali, dopo varie vicende, José finirà per aggregarsi, ribellandosi ai suoi superiori, divenendo disertore, legandosi a lei e rifugiandosi sui monti con i contrabbandieri. 8

Nella nuova vita, però, José è infelice: rimpiange l esistenza che ha abbandonato, soffre l amarezza di sentirsi trascurato da Carmen, ed è tormentato dalla gelosia per Escamillo, el toreador, un torero attratto da Carmen. Nel rifugio dei contrabbandieri arriva Micaela, a portare la notizia che la madre di José è morente: José allora decide di seguire l ex-fidanzata al capezzale della madre. L ultimo atto ci riporta a Siviglia: Escamillo sta per entrare nell arena per la corrida e Carmen gli promette il suo amore se trionferà. Sopraggiunge José che scongiura Carmen di tornare con lui; la donna, però, gli risponde freddamente e gli restituisce con disprezzo l anello che lui le aveva donato in precedenza. Questo fatto aumenta il tormento di José che, in preda ad una crisi di gelosia e disperazione, uccide Carmen con una pugnalata. La particolarità di quest'opera, sta anche nella vocalità della protagonista mezzo soprano, però capace di raggiungere i toni più alti, e ciò è evidente nella scena delle carte del III atto, dove si esegue un terzetto assai drammatico. Qui, la voce della protagonista è quasi assalita dal presagio di morte, alla quale si oppone la gaia vocalità delle due amiche in ritornello dal sapore quasi macabro. Bizet creò la partitura in modo che il dramma risultasse articolato con la forza di una tragedia che precipita verso la fine. La musica di Bizet, influenzò numerosi operisti italiani e francesi aprendo la strada a quel movimento che in seguito fu detto Verismo. L operetta Jaques Offenbach (1819-1880) viene considerato il fondatore dell operetta L'operetta, conosciuta anche come piccola lirica, è un genere teatrale e musicale che si diffonde principalmente nella seconda metà dell'ottocento in Francia e in Austria. In parte è assimilabile all'opera lirica ma differisce da questa per l'alternanza sistematica di brani musicali e parti dialogate. Sotto questo aspetto, l'operetta è altrettanto vicina al teatro di prosa, anche se non bisogna dimenticare che, nell'europa centrale, il teatro d'opera leggero o comico presentava già in precedenza una simile alternanza di canto e recitazione, nei generi dell'opéra-comique e del singspiel. La peculiarità dell'operetta, non consiste nella presenza di parti recitate e di trame semplici e inverosimili, né nella sua sfarzosa cornice scenica o nel gusto della parodia; In realtà, ciò che caratterizza l'operetta, è la vivacità musicale, l'immediata godibilità e, soprattutto, l'aspetto coreografico: infatti, sono proprio le danze a costituire il nucleo fondamentale dello spettacolo e ad esercitare sugli spettatori, un interesse quasi ossessivo. D'altra parte, il genere dell'operetta, non si identifica solo con una forma, ma soprattutto con un gusto ed una dimensione culturale, quella della borghesia francese e austriaca di fin de siecle, con la sua predilezione per le storie sentimentali, ambientate nella buona società del tempo. 9

Uno dei padri dell'operetta francese fu appunto, l'ebreo tedesco (naturalizzato francese) Jacques Offenbach, mentre in Austria, il genere fu portato alla massima espressione da Johann Strauß, e in pieno Novecento, da Franz Lehár. Il genere dell'operetta ebbe vita breve, ma tra i suoi eredi si possono annoverare gli spettacoli di varietà o rivista e il moderno musical. GERMANIA E AUSTRIA: L OPERA TEDESCA BAROCCA Shutz Henrich Shutz (1585-1672)studìo a Kassel, ed anche a Venezia, con Giovanni Gabrieli, dove pubblicò il suo primo libro di madrigali a cinque voci. Fu quindi grande ammiratore della musica italiana e profondo conoscitore degli schemi policorali e del recitar cantando. La prima opera composta in Germania fu Dafne del 1627 su libretto di Rinuccini tradotto da Opitz. La musica di quest'opera però andò perduta L opera tedesca, non basandosi su alcuna preesistente forma di teatro musicale, prese spunto da modelli stranieri. I compositori più importanti: Johann Wolfgang Franck con le Tre figlie di Cecrope del 1679, l opera più antica a noi pervenuta. Johann Sigismund Kusser, allievo di Lully Reinhard Keiser, il quale operò una sintesi sufficientemente armonica di Lied, arie e recitativi italiani e danze francesi. Il Singspiel Singspiel è un termine, che significa letteralmente canto e recitazione, ed è un genere operistico in voga tra il XVIII e il XIX secolo, sorto e sviluppatosi in area tedesco-austriaca, che fu caratterizzato dall'alternanza di parti parlate e parti cantate. A differenza dell'opera italiana, che prevedeva recitativi cantati, nel Singspiel invece, i recitativi sono parlati, in lingua tedesca, come nel teatro di prosa. I brani vocali, sono generalmente semplici e strofici, simili ai Lieder. Tale genere, come le forme corrispondenti della ballad opera inglese, dell'opéra-comique francese e della zarzuela spagnola, appartiene alla sfera del teatro popolare, e quindi non colto, e viene scritto in lingua locale e destinato a piccoli palcoscenici. Il Sinsgpiel, sarà quasi una vera e propria anticipazione dell'operetta. I soggetti prediletti sono fantastici, favolistici o parodistici, comunque di facile presa sul pubblico: nonostante ciò, il Singspiel comincia a essere nobilitato grazie all'interessamento di musicisti notevoli, quali Johann Adam Hiller, Carl Ditters von Dittersdorf, Joseph Haydn. È però con i due capolavori mozartiani, Il ratto dal serraglio e Il flauto magico, che il Singspiel diventa un prototipo di opera nazionale tedesca. Inoltre all'inizio dell'ottocento, si rifaranno a questa forma popolare Ludwig van Beethoven e Carl Maria von Weber per realizzare le loro opere "tedesche", Fidelio e Der Freischütz. 10

Il teatro di Mozart Mozart scrisse circa ventidue opere teatrali. Opere serie come Lucio Silla, Idiomeno e la Clemenza di Tito. Vi sono poi le opere appartenenti al genere buffo tra cui: La finta semplice e La finta giardiniera, Le nozze di Figaro, il Don Giovanni, Cosi fan tutte e il Flauto magico, quest ultima appartenente al genere dei Singspiel, genere per altro molto tendente alla commedia. L Idiomeno del 1781 è l opera più monumentale, e narra del mito greco riguardante il re di Creta Idiomeno, che per sottrarsi alla morte in seguito ad un naufragio, fa voto al dio del mare, di sacrificare la prima persona che incontrerà sull isola se riuscirà a sbarcarvi. Ma quando vi arriva si imbatte in suo figlio e quindi cercherà di sottrarsi al voto. È un opera dall orchestrazione assai ricca e numerosi sono i pezzi orchestrali. Uno dei brani più efficaci dell opera è l'aria di paragone della tempesta marina Fuor del mar, aria dall antica forma A B A. Le parole di questa aria parlano della turbolenza del mare, mentre la musica proietta il conflitto interiore del re afflitto dal dolore, di dover immolare il proprio figlio al dio Nettuno. Anche nell aria di Elettra Tutte nel cor vi sento, Mozart manifesta tale tormento con una tonalità tutta in minore e il tempo allegro assai e un canto sillabico. L impianto è semplice A A. Grandissima potenza espressiva viene raggiunta da Mozart anche nel coro Corriamo Fuggiamo, che chiude il secondo atto di Idiomeno, con evidenti influssi dell opera francese e Gluk. Ma fu con il Ratto dal serraglio, che Mozart creò il primo grande lavoro della storia del Singspiel. Il soggetto è tipico turco, e narra la storia di una fanciulla rapita dai pirati turchi, e fatta schiava nell harem di un Pascià. Qui Mozart inserisce piatti e grancassa, dando un colorito orchestrale esotico definito appunto alla turca. Con Mozart inizia a spostarsi l accento dell importanza sul compositore dell opera e non più sul libretto. Collabora con Da Ponte per i libretti delle Nozze di Figaro, nel Don Giovanni, e Cosi fan tutte. Il Flauto Magico, scritto con Emanuel Schikaneder, è l ultima opera tedesca di Mozart e presenta un racconto fantastico carico di significati simbolici e apparizioni sovrannaturali. La vicenda, si svolge nell antico Egitto e la trama si sviluppa intorno alla serie di difficili prove che il principe Tamino e Papageno, che è un uomo dalla strana razza, dovranno sostenere per raggiungere la felicità e le loro amate. Il modello è simile all acherotipo, fiabesco della bella addormentata nel bosco. Il Don Giovanni di Mozart nel 1787 sull'onda delle Nozze di Figaro, Mozart ebbe l'incarico di comporre il Don Giovanni. La vicenda sul libretto di Da Ponte, si apre con il servo di Don Giovanni Leporello, che fa la guardia per il padrone al di fuori della casa di Donna Anna, dove il padrone si era furtivamente introdotto per sedurre la donna. 11

Lei però gli resiste e cerca di non far scappare il cavaliere Don Giovanni. Subentra la figura del Commendatore in difesa della donna, e il Commendatore sfida Don Giovanni a duello. Don Giovanni uccide il Commendatore, e quindi il fidanzato di Donna Anna Don Ottavio, giura vendetta per la morte del Commendatore. Don Giovanni e Leporello scappano e si imbattono in una festa di matrimonio, dove Don Giovanni cerca di sedurre la sposa Zerlina. Sopraggiungono ache Donna Anna e Don Ottavio che però non lo riconoscono, e quando capiscono che si trattava di lui, Don Giovanni era già scappato. Successivamente Don Giovanni organizza una festa in onore degli sposi musetto e Zerlina, e cerca nuovamente di sedurre Zerlina per rapirla. Alla festa sono presenti mascherati anche Don Ottavio e Donna Anna e donna Elvira, una precedente conquista di Don Giovanni. Don Giovanni non riesce però nell'intento e quindi si da di nuovo alla fuga. Poi la vicenda continua con Don Giovanni, che fa mascherare Leporello facendogli prendere le sue stesse sembianze, per poter arrivare alla cameriera di donna Elvira. Cosi Leporello travestito da Don Giovanni seduce donna Elvira e Don Giovanni canta una serenata alla cameriera di ella. Nel mentre arriva lo sposo Musetto il quale ha un combattimenento col cavaliere, non sapendo che però fosse proprio il Don Giovanni. Intanto Leporello, travestito da Don Giovanni, e l'ignara Donna Elvira si sono rifugiati nell'atrio di Donna Anna, e qui vengono scoperti e sottoposti ad una sorta di giudizio. Spaventato Leporello svela la sua vera identità e riesce a scappare. Leporello e Don giovanni si incontrano al Cimitero sotto la statua del Commendatore ucciso, e qui si imbattono nella indefinita voce, della miseriosa presenza e invitano la statua a cena. Nella scena successiva, di fronte ad una tavola imbandita, Don Giovanni si diverte alle spalle di Leporello, e sopraggiunge Donna Elvira che tenta ancora in vano di far ravvedere Don Giovanni, ma viene cacciata. Intanto bussano alla porta e Leporello apre terrorizzato alla statua sopraggiunta. Don Giovanni e la Statua stringono quindi amicizia e la Statua invita Don Giovanni a cena da lui. Don Giovanni però rifiutà di pentirsi e per questo viene sprofondato nell'oltretomba, tra fiamme e terremoto. L'opera si chiude con la scena conclusiva nella quale tutti i personaggi gioiscono per la morte del seduttore. Mozart utilizza un ouvertoure bibartita alla Francese, con una prima parte in stile ombra cupa, caratterizzata dagli oscuri contrasti e una seconda parte più incalzante e vivace e briosa vicina allo stile galante I momenti cruciali dell'opera sono sottolineati nel finale del primo atto e nel sestetto collocato a metà del secondo atto Sola Sola buio loco in tonalità di Do e Mi maggiore L'aria di Leporello Notte e giorno a Faticar è invece in Fa maggiore, con un tono musicale decisamente buffo, introdotto da una rozza marcia di fanteria, costruita su un motivo di due note. Il tutto si sviluppa poi, con il ritmo incalzante e brillante della scena del duello con il 12

commendatore, con una progressione armonica che si interrompe quando il commendatore viene trafitto, e la tonalità cambia in minore. Le scene del duello e dell'incontro con la statua sono entrambe in tonalità di re minore. Mozart quindi nel Don Giovanni, unisce il buffo al tragico, utilizzando le varie tonalità maggiori e minori a seconda dei casi. Weber La musica di von Weber, (1786 1826) e in particolare le sue opere liriche, influenzarono grandemente lo sviluppo della musica romantica in Germania. Compose anche molti lavori per clarinetto, in cui introdusse varie innovazioni. Il suo corpus di musica sacra cattolica era molto popolare nella Germania dell'800. Weber, fu anche giornalista musicale ed era interessato alle canzoni popolari. Fu uno dei primi compositori ad utilizzare la tecnica del leitmotiv. Le sue opere costituirono l'ispirazione per i lavori giovanili di Richard Wagner. Lo straordinario successo della prima dell'opera Der Freischütz (Il franco cacciatore) (18 giugno 1821, Berlino) fece sì che l'opera venisse rappresentata in tutta Europa; rimane oggi l'unica delle sue opere ancora inserita nel normale repertorio. Le sue variopinte armonie e orchestrazioni, l'uso di temi popolari tratti dalla tradizione musicale dell'europa centrale, ed il tenebroso libretto gotico, che comprende anche l'apparizione notturna del demonio in una foresta, contribuiscono a fare di quest'opera, un'opera romantica per eccellenza. L'opera romantica tedesca di Weber L'opera Il Franco cacciatore di Weber, fu considerata come la prima opera romantica. Infatti, la definizione di Opera Romantica appare gia nel titolo. Scritto con il libretto di Kind, trae spunto da un'antica leggenda tedesca. Il giovane cacciatore Max, per ottenere il posto di guardiacaccia del principe e anche la mano della sua innamorata Aghate, deve superare una prova di tiro al bersaglio. Timoroso di fallire Max si lascia convincere alla gara dal Cacciatore Caspar, il quale per vincere lo fa ricorrere nottetempo all'utilizzo di pallotole magiche demoniache, invocando il demone Samion e il Cacciatore nero in persona, ritrovandosi nella gola del Lupo.. Nella gara del mattino dopo, il principe indica a Max di colpire una colomba bianca come bersaglio, ma durante lo sparo Aghate grida e il proiettile va a colpire Caspar uccidendolo. Max confessa allora la verità sulle pallottole demoniache e grazie all'intervento di un santo eremita viene perdonato. Formalmente il Franco cacciatore è un Singspiel in tre atti, ed è costituito da dialoghi recitati inframmezzati da pezzi chiusi musicali. I caratteri romantici di quest'opera sono evidenti nei cori dei canti popolari, ed anche nell'utilizzo di motivi ricorrenti, che fungevano da collegamento. La scena della Gola del lupo è intessuta di accordi di settima diminuita, con la musica sempre più incalzante fino all'apparizione del demone Samiel. 13

Ditters Dittersdorf Karl Ditters, 1739-1799, compositore austriaco, fu un apprezzato autore di musiche teatrali, teatro e oratori, nello stile viennese del tempo. E' considerato soprattutto per l'opera Singspiel Dottore e Farmacista, ispirata all'opera buffa italiana. Reichard Joahnn Friedrich (1752-1814), fu un compositore e critico musicale tedesco, scrisse molte opera ma si ricorda per aver ideato il Liedsingspiel, formato unicamente da lieder alternati a dialoghi parlati. INGHILTERRA Il percorso della musica Inglese vedeva fin dal tardo Cinquecento una stagione madrigalistica, con il compositore Tomas Morley, ed un genere di musiche strumentali per lo strumento virginiale, simile al clavicembalo, ed in seguito con le arie di liuto e voce di John Dowland. Ma fu Henry Purcell, il maggior compositore inglese di opere teatrali. Purcell, crea delle semi opere con balletti integrati a drammi recitati, talvolta con riadattamenti come ad esempio il The Fary Queen, che era un riadattamento dal sogno di una notte di mezza estate di Sheakspere. Il ruolo della musica in questi spettacoli era ancora però legato al modello Cinquecentesco italiano, che vedeva la musica inserita negli intermezzi delle commedie. Il Maques Tipici nell Inghilterra dei Tudor (XVI sec.), i maques erano dei sofisticati e sontuosi balletti di corte, corredati di musica vocale e strumentale, destinati ad un pubblico aristocratico. Anche in questo caso erano espressione della glorificazione del Re. E nella loro parte finale anche gli spettatori danzavano con gli attori. Il temine Masques indicava dunque un trattenimento affine al ballet de cour, con dialoghi e arie affidate a musicisti e balli condotti da gentiluomini mascherati. Gli argomenti erano mitologici o allegorici. Mentre il livello della poesia era piuttosto alto, con librettisti come Ben Jonson e John Milton, eredi di Shakespeare, il livello musicale non era eccessivamente elevato. Era presente l influenza dello stile recitativo italiano. La rivoluzione puritana di Cromwell e l instaurazione della repubblica (1649-1660) ne segnarono la fine, anche se per ancora alcuni anni i masques vennero rappresentati nelle case dei nobili. Verso la fine della repubblica il drammaturgo D Avenant ottenne l autorizzazione ad aprire un piccolo teatro per le rappresentazioni in musica e fu usato per la prima volta il termine opera al posto di masque. 14

La prima opera fu The Siege of Rhodes di D Avenant, con musiche di vari autori, tra cui Locke (1622-1677), dalla particolare vena affettuosa. Altre opere furono rimaneggiamenti dei testi shakespeariani come La tempesta e Macbeth, entrambe su musica di Locke. Purcell Henry Purcell (1659-1695) seppe riconoscere e adattarsi sia agli ideali della società inglese della restaurazione, sia alla musica, che chiedeva comportamenti di seduzione sensuale e gradevolezze decorative. La sua produzione, fu la somma della tradizione vocale italiana e di quella strumentale francese. Il suo capolavoro fu Dido and Aeneas del 1689. Solo il Dido and Aneas, poteva essere considerata un opera vera e propria, poiché interamente musicata con l uso del basso ostinato. Quest'opera è caratterizzata inoltre da pregievoli arie, come l aria di struggente commozione When I am in earth. la ballade operà La ballade operà era un genere di rappresentazione autonomo e popolare, sulla scia del successo di uno spettacolo di John Gay, The Beggar s Opera nel 1728, musicato con ballate popolari ma anche con arie di Purcell e Handel. Il primo novecento in Francia Faurè Dei compositori attivi tra Ottocento e Novecento Gabriel Faurè, fu quello che elaborò uno stile decisamente personale ispirato ad una cantabilità fluente elegante e sinuosa. Compose diverse canzoni melodiche, genere che si avvicinava al Lied tedesco, per voce e pianoforte, e oltre a ciò la sua più famosa composizione fu la Messa de Requiem op.48 per voci soliste. Gabriel Faurè (1845-1924) Fu protagonsta della musica parigina del suo tempo, dirigendo il Conservatorio e fu anche il maestro tra gli altri, anche di Ravel. Riassume in modo elegante i caratteri del Classicismo e Impressionismo, e scrive molto per pianoforte tra cui si ricordano le Romanze senza parole op.17 del 1863 e i Nocturnes Op. 33, e la Ballade Op.19 del 1879. Il suo stile è definito melodista, ed è autore dei cicli di Chansons tra cui la Bonne chansons, e la Chanson d'eve. Per i testi ricorse principalmente a V.Hugo e Verlaine, e affrontava tipicamente temi romantici come amore morte e natura. Scrive poi le sonate per violino tra cui L'elegie op.24, ed inoltre le composizioni sinfoniche Pellèas ed melisande Op.80 del 1898 e Masques ef Bergamasques op112 del 1919. Scrisse poi il malinconico Requiem Op.48, la tragedia lrique Promethee del 1899-900 e l'opera- lirique Penelope del 1907. 15

C era poi Erik Satie (1866-1925) il quale cominciò a scrivere musica senza indicazioni di metro e senza stanghette di battuta e iniziò a stravolgere dunque le regole tradizionali. Scrisse tra le altre, le Vessazioni, per pianoforte di durata superiore alle 15 ore di esecuzione. Fu ideatore anche della musica d arredamento, come riempimento sonoro, e introdusse nelle partiture elementi rumorosi della vita quotidiana di stampo futurista. Per le opere non pianistiche scrisse il balletto realista la Parata. Quest opera è una satira pungente degli inutili sforzi che alcuni artisti fanno per cercare di convincere la folla ad assistere al loro spettacolo. Bibliografia: M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 2, Armando Roma 2008 pp. 195-198 M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 3, Armando Roma 2008 pp. 317-334, 387-389 E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 2, Rugginenti Torino 2006 pp.65-94, 359-362 E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 3, Rugginenti Torino 2006 pp 145-172 E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 4, Rugginenti Torino 2006 pp. 7-74 16