Scuola di Fotografia

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Scuola di Fotografia Divieto di riproduzione parziale o totale con qualsiasi mezzo del contenuto di questo documento. Il suo utilizzo è da intendersi a solo scopo personale ed è vietata la sua diffusione. Tutti i diritti riservati. Copyright PhotoStudioArt. Questa è ovviamente una Storia sintetica ed essenziale della Fotografia. Accenniamo soltanto ai personaggi chiave della sua evoluzione tecnica ed alle correnti principali che ne hanno segnato l evoluzione espressiva, rimandando alla letteratura specifica ed al web per eventuali approfondimenti. NASCITA ED EVOLUZIONE TECNICA 1. L eliografia Joseph Nicéphore Niépce (Chalon-sur-Saône, 7 marzo 1765 Saint- Loup-de-Varennes, 5 luglio 1833). Poco portato nel disegno, cerca un metodo per riportare una immagine in modo automatico su di una lastra da stampa. Utilizza del bitume di Giudea steso su di una lastra di peltro. Vi pone sopra un foglio con un disegno ed espone il tutto alla luce solare. Il bitume di Giudea indurisce solo nelle parti colpite dalla luce. Lava la lastra con olio di lavanda che asporta il bitume là dove la luce è stata bloccata dai tratti ad inchiostro del disegno. Ne vien fuori una lastra che può essere usata per la stampa di molteplici esemplari, al pari di quelle prodotte con l incisione mediante bulino. E considerato per questo il padre della fotoincisione. Prova quindi lo stesso metodo con la camera oscura. Ottiene un risultato direttamente positivo della veduta dei tetti dalla finestra della sua tenuta di campagna dopo otto ore di esposizione, ottenendo quella che è considerata la prima fotografia della storia. Chiamò le sue immagini eliografie. Ma si è cacciato così in vicolo cieco per la scarsa sensibilità del materiale e per la scarsa definizione delle immagini ottenibili. Conosce Daguerre e ne diviene socio. Sarà poi Daguerre, per una via diversa, a mettere a punto un metodo che avrà successo e farà esplodere la fotografia in tutto il mondo. A lato in alto: eliografia del cardinale Georges D Amboise. A lato in basso, quella che è considerata la prima fotografia della storia (1836) 1

2. Il dagherrotipo Louis-Jacques-Mandé Daguerre (18 Novembre 1787 10 Luglio 1851) Pittore e proprietario di un teatro particolare, il Diorama, per il quale dipingeva scene utilizzando la camera ottica, socio di Niepce, riuscì a realizzare il sogno di fissare una immagine con la camera oscura in tempi di pochi minuti e ad alta definizione. Utilizzava una lastra di peltro o di rame ricoperta d argento e lucidata. La lastra veniva posta sopra i vapori di iodio (si formava ioduro d argento, un composto sensibile alla luce). Esposta nella camera oscura, veniva sviluppata esponendola ai vapori di mercurio. Il mercurio formava un amalgama bianca sulle parti esposte, rivelando una immagine positiva. Il dagherrotipo veniva chiamato specchio dotato di memoria. Arago, scienziato e politico ed amico di Daguerre, gli fece ottenere dallo stato un vitalizio, in cambio della cessione dell invenzione. Nell agosto del 1839 la dagherrotipia venne presentata al mondo in una famosa seduta congiunta dell Accademia delle Scienze e delle Belle Arti (e la Fotografia è in effetti arte e tecnica). Veduta di Parigi, dagherrotipo. Nell angolo in basso a sinistra si vede un lustrascarpe col cliente, mentre non c è traccia di anima viva intorno. Data la lunga esposizione, la lastra ha registrato solo le due persone che sono rimaste ferme nello stesso posto. 3. Il calotipo William Fox Henry Talbot (Melbury, Dorset, 11 febbraio 1800 Lacock Abbey, Wiltshire, 17 settembre 1877) Pessimo disegnatore, cercò un metodo per fissare le immagini della camera oscura, strumento che usava per fare schizzi dei paesaggi e dei monumenti che incontrava nei suoi viaggi. Utilizzò le proprietà fotosensibili del cloruro d argento. Immergeva della carta da lettere in una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio), quindi in una di nitrato d argento. Si formava, fra le fibre della carta, un precipitato di cloruro d argento. All inizio utilizzava questa carta, sensibile alla luce, ponendovi a contatto foglie, merletti ed altri oggetti, ottenendo quelli che chiamò disegni fotogenici. Iniziò quindi ad utilizzare delle piccole camere oscure ottenendo buoni risultati. Per rendere stabili quelle immagini, le immergeva in una soluzione concentrata di sale da cucina. Sir Frederick William Herschel astronomo e scienziato suo amico, gli suggerì di usare, come fissaggio, l iposolfito di sodio (sostanza utilizzata ancora oggi nella fotografia analogica). Un calotipo tratto da The pencil of nature che può essere considerato il primo libro fotografico della storia. 2

Scoprì casualmente le proprietà dell acido gallico di rivelare l immagine latente, portando il tempo di esposizione da qualche ora a pochi minuti prima e ad alcuni secondi poi. Chiamò queste immagini calotipi. Otteneva dei negativi che poi esponeva a contatto con un altro foglio di carta sensibile, realizzando il positivo finale. Mentre il dagherrotipo era un esemplare unico, il calotipo, pur inferiore come definizione, poteva essere tirato in più copie a partire dallo stesso negativo. 3. Il collodio Frederick Scott Archer (1813 1857) Il calotipo aveva il difetto di una scarsa definizione, dovuto alle fibre della carta che costituiva il negativo. Si pensò così di sensibilizzare delle lastre di vetro. Occorreva però una sostanza che vi aderisse. Si provò con l albumina (Gustave le Gray). Archer utilizzò il collodio, ottenendo delle immagini di straordinaria finezza. Si scioglieva dello ioduro di potassio nel collodio. Si distribuiva la soluzione su di una lastra di vetro pulita e la si sensibilizzava con nitrato d argento. La lastra così preparata doveva essere esposta e sviluppata (con solfato ferroso) subito, prima che il collodio si asciugasse. I fotografi erano costretti a portarsi la camera oscura al seguito. Victor Hugo fotografato da Nadar (collodio umido) 4. La gelatina Richard Leach Maddox (4 Agosto 1816-11 Maggio 1902) Non sopportando l odore dell etere che si utilizzava nella fotografia al collodio, Maddox (medico) utilizzò della gelatina animale sensibilizzata con bromuro d argento. Le lastre potevano essere preparate e conservate per molto tempo, senza bisogno di esporle e svilupparle subito. Grazie ai progressi dovuti ad altri scienziati, le lastre alla gelatina-bromuro divennero talmente sensibili da richiedere esposizioni di frazioni di secondo tanto che, dal togliere e rimettere il tappo davanti all obiettivo, si dovette passare all uso di otturatori. le pellicole odierne sono appunto alla gelatina-bromuro. Una scatola di lastre alla gelatina-bromuro. 3

L invenzione dell emulsione alla gelatina-bromuro apre le porte alla fabbricazione industriale del materiale fotografico ed alla nascita dei primi laboratori di sviluppo e stampa. La Fotografia cessa di essere una attività artigianale ed elitaria per diventare un passatempo popolare. A lato, la prima Kodak (Voi premete il bottone, noi facciamo il resto). 5. Il digitale 1969: George Smith e William Boyle, due ingegneri della Bell Labs, inventano il CCD (Charge-coupled-device): nasce la fotografia digitale. è una rivoluzione. Il supporto registratore dell immagine prodotta nella camera oscura, passa da chimico ad elettronico. Ad ogni pixel dell immagine digitale corrisponde, sulla superficie del sensore, un elemento chiamato photosite. La luce che colpisce un photosite, fornisce l energia necessaria perché atomi di silicio liberino elettroni. Questa corrente viene analizzata e trasformata in segnale digitale, ovvero in un insieme di cifre binarie che codificano l immagine originale. L immagine digitale può essere elaborata attraverso un computer e trasmessa per telefono o pubblicata sul web. Fotografare diventa ancora più economico ed alla portata di tutti. Grazie alla diffusione dei telefonini e alla buona risoluzione delle fotocamere annesse, ciascuno può fotografare in ogni luogo ed in qualsiasi momento. Un sensore digitale. EVOLUZIONE ESPRESSIVA 1. Il pittorialismo All inizio, la Fotografia soffriva di un complesso di inferiorità rispetto alla Pittura, complesso dovuto all aura di mera riproduzione meccanica del reale che le si attribuiva. Così i fotografi cercarono di nobilitarla rifacendosi ai canoni pittorici, anche ricorrendo a metodi di stampa particolari come alla stampa al bicromato o al carbone. D altra parte, la nuova invenzione non aveva altri riferimenti ed ancora non ci si era resi conto delle peculiarità del mezzo. A sinistra, Eduard J. Steichen - 1901 Stampa alla gomma bicromata. A destra, foto di Heinrich Kuhn 1906 - Museo Dorsay - Parigi 4

2. La fotografia straight (diretta) Nasce come presa di coscienza delle peculiarità del mezzo e come reazione al pittorialismo. Si lavorava prevalentemente all aperto, lasciando che i soggetti assumessero la posa che volevano e facevano assegnamento, per il risultato, su mezzi strettamente fotografici. A lato in alto: Alfred Stieglitz, Ritratto di Georgia O Keeffe 3. Il fotogiornalismo e la fotografia documento La peculiarità della Fotografia, che la distingue dalla Pittura e la rende, per questo aspetto, ad essa superiore, è quella di portare l osservatore al referente. La fotografia ha una natura indicale che riporta all oggetto fotografato e pertanto assume la funzione di documento. Anche se ciò non è completamente vero poiché la fotografia esprime la visione che del mondo ha il fotografo. Data la sua natura documentale, la fotografia può divenire fotografia sociale e di denuncia, come accade in Lewis W. Hine che fotografò i bambini sfruttati nelle fabbriche o Jacob Riis che denunciò con le sue immagini, la miseria in cui erano costretti a vivere gli immigrati, usando negli interni il lampo al magnesio. A lato seconda dall alto, una foto di Jacob Riis al lampo di magnesio, che mostra come vivevano gli immigrati. A lato terza dall alto, una foto di Lewis Hine che mostra una bambina al lavoro in una fabbrica. Altro famoso esempio di fotografia sociale è quella dei fotografi che documentarono, per la Farm Security Administration, la vita dei contadini affittuari durante la Grande Depressione. Molto spesso queste fotografie ottennero la modifica di leggi e l elargizione di contributi a favore delle classi sociali più disagiate. In basso a sinistra, una foto di Dorothea Lange ed a sinistra una di Walker Evans, entrambi della Farm Security Administration. 5

Nascono le grandi riviste illustrate. Una immagine vale più di cento parole e così i servizi fotografici dominano sulla pagina scritta. Tutto questo ha termine con la nascita della televisione verso la cui tempestività nel dare le notizie, il giornale non può competere. Il fotogiornalismo passa allora dall attualità all analisi ed alla riflessione sui fatti. 4. Il fotoreporter di guerra In ogni operazione militare sono presenti fotografi che rischiano la propria vita, armati non di fucile ma di macchina fotografica. Sono la testimonianza verso il resto del mondo di ciò che accade là dove si combatte. Celebre è Robert Capa, fotografo ungherese, morto in Indocina mentre seguiva le truppe francesi dopo aver messo il piede su di una mina. Alcune immagini divengono emblematiche. A sinistra: Huynh Cong Ut congela per sempre il terrore di questi bimbi Vietnamiti in seguito a un attacco con il napalm, preoccupandosi poi di portar loro le prime cure con acqua per poi accompagnarli in ospedale. Se le vostre foto non sono abbastanza buone è perché non siete andati abbastanza vicino al soggetto Robert Capa 5. Ma cos è la Fotografia? Cosa possiamo fare con una matita? La lista della spesa, un progetto, un disegno, scrivere una poesia. Al pari di una matita, la macchina fotografica è uno strumento attraverso il quale possiamo documentare, raccontare, esprimerci. Come documento, è la semplice registrazione, fredda e precisa, di ciò che è davanti all obiettivo. Spesso lo sono le foto di viaggio, di cerimonia, quelle che documentano un evento familiare. E sono importanti perché consegnano alla memoria cose, persone, eventi della vita. Quando invece fotografiamo al fine di mostrare il nostro giudizio, il nostro personale modo di vedere un fatto, entriamo nel racconto fotografico, strutturato anche in più immagini legate fra loro. Altre volte la realtà che è davanti all obiettivo può essere solo una scusa, la materia grezza che utilizziamo per esprimere noi stessi, i nostri sentimenti, una riflessione profonda sulle cose del mondo. Allora facciamo della poesia e la fotografia può diventare tematica e, a volte, opera d arte. 6