CONGIUNTURA PIEMONTESE: ANCORA IN CALO L ATTIVITÀ PRODUTTIVA DELLE INDUSTRIE MANIFATTURIERE NEL PERIODO APRILE-GIUGNO

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COMUNICATO STAMPA CONGIUNTURA PIEMONTESE: ANCORA IN CALO L ATTIVITÀ PRODUTTIVA DELLE INDUSTRIE MANIFATTURIERE NEL PERIODO APRILE-GIUGNO 2005 Più della metà delle imprese hanno dichiarato di aver realizzato significativi investimenti in progetti di innovazione sia di processo che di prodotto Anche il secondo trimestre del 2005 si chiude con una flessione della produzione industriale piemontese. Nel periodo aprile-giugno, infatti, l attività del tessuto imprenditoriale piemontese ha registrato una variazione negativa rispetto all analogo periodo del 2004 di 3,5 punti percentuale, dato peggiore rispetto al -1,4% registrato a livello nazionale. Parallelamente, però, si rilevano segnali incoraggianti sul fronte degli ordinativi: un miglioramento che, pur essendo dovuto in misura preponderante alla domanda estera, contribuisce a rendere meno precarie le aspettative di crescita dell'economia regionale. Dopo il calo di 4,3 punti percentuale registrato nei primi tre mesi dell anno le industrie piemontesi si trovano di fronte al 17 risultato negativo consecutivo, non modificando quindi la tendenza in atto ormai già dal II trimestre del 2001. L andamento rilevato è frutto delle difficoltà congiunturali che caratterizzano la quasi totalità dei settori; fanno eccezione, in questo trimestre, i buoni risultati del comparto alimentare e di quello del legno. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 135ª Indagine congiunturale sull industria manifatturiera realizzata Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata svolta nel mese di luglio relativamente ai dati del periodo aprile-giugno 2005 ed ha coinvolto 1.062 imprese per un numero complessivo di 107.856 addetti e un valore pari a 30.242.932.978 euro di fatturato. 1

I dati a consuntivo del II trimestre 2005 sono, purtroppo, ancora negativi. Il profilo dell attività manifatturiera regionale si conferma debole, registrando una contrazione del 3,5%. Le prospettive a breve termine rimangono tiepide, a causa di un clima congiunturale internazionale e nazionale ancora incerto, che si è inasprito in questi giorni con l emergenza del caro petrolio. Segnali positivi arrivano, invece, dall approfondimento monografico che abbiamo realizzato sulle spese per l innovazione: negli ultimi due anni, infatti, più della metà delle imprese industriali piemontesi hanno dichiarato di aver realizzato significativi investimenti in progetti di innovazione sia di processo che di prodotto. Un segnale positivo, quest ultimo, indice di un spirito imprenditoriale che vuole competere con prodotti nuovi anche su mercati non tradizionali commenta Renato Viale, presidente Unioncamere Piemonte. I risultati regionali e provinciali Pur manifestando variazioni negative di minor intensità rispetto a quelle rilevate nel precedente trimestre, i settori maggiormente in crisi continuano ad essere quello della moda (tessile, abbigliamento e calzature) e quello autoveicolare. Il primo ha registrato una flessione rispetto al II trimestre del 2004 del 5,8%, sintomo dell accentuazione delle difficoltà presenti in questo settore a livello internazionale. L automotive, dopo la contrazione produttiva di 6,3 punti percentuale registrata nello scorso trimestre, genera una variazione negativa del 5,5%. Tra i comparti in calo si trova anche quello della meccanica, che registra un diminuzione del 1,5%; quello della produzione di metalli, con una flessione di oltre 6 punti percentuale, e quello dell elettricità ed elettronica per il quale la contrazione della produzione rispetto al II trimestre 2004 è del 3,7%. Torna, invece, su valori positivi, dopo la frenata dello scorso trimestre, il comparto alimentare che realizza una crescita di mezzo punto percentuale. Segue il trend positivo di questo settore anche la filiera del legno (+1,0%). Dal punto di vista territoriale i risultati dell industria manifatturiera appaiono leggermente differenziati. Le uniche province con una variazione della produzione al di sopra dello zero sono il Verbano Cusio Ossola, che concretizza un aumento del 5,9%, Asti e Cuneo che, sorrette dal buon trend del comparto alimentare, crescono rispettivamente del 2,4 e dello 0,3%. 2

Tutte le altre realtà provinciali manifestano, invece, contrazioni dei volumi produttivi: Torino (-5,0%), Vercelli (-3,9%) e Biella (-3,3%). Completano il quadro Alessandria e Novara che registrano rispettivamente una variazione del -1,6% e -1,5%. Le prospettive future Nelle previsioni espresse dagli imprenditori piemontesi per il prossimo futuro (lugliodicembre 2005) prevale la cautela. Le prospettive di crescita della produzione industriale appaiono in linea con quelle delineate nello scorso trimestre: solo il 26% degli intervistati, infatti, si è espresso per un incremento del livello della produzione, mentre il 30% si è dichiarato convinto che nei prossimi mesi tale livello diminuirà ancora. Appare differenziato il quadro relativo agli ordinativi. Se da un lato prevale la sfiducia per il mercato interno, che è previsto in crescita solo dal 23% del campione contro un 32% che ne prevede una contrazione, dall altro migliorano le prospettive espresse per quanto riguarda gli ordinativi esteri, per i quali il saldo ottimisti-pessimisti si attesta sul 7%. Le previsioni delle imprese sull evoluzione del mercato del lavoro sembrano orientate alla stazionarietà: così si è espresso, infatti, il 78% degli imprenditori. Solo per il 7% esistono nei prossimi sei mesi possibilità di crescita per il numero di lavoratori contro un 15% che ritiene, invece, più probabile che tale numero diminuisca. I prezzi di vendita, infine, sono previsti al ribasso per il 18% gli industriali, mentre l 13% ne prospetta un aumento. PREVISIONI PER IL SEMESTRE LUGLIO - DICEMBRE 2005 Aumento Stazionarietà Diminuzione Saldo PRODUZIONE 26% 44% 30% -4% OCCUPAZIONE 7% 78% 15% -8% ORDINATIVI INTERNI 23% 45% 32% -9% ORDINATIVI ESTERI 34% 45% 21% 13% PREZZI DI VENDITA 13% 69% 18% -5% Fonte: Unioncamere Piemonte, 135ª Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera piemontese 3

Approfondimento sugli investimenti in innovazione delle imprese industriali piemontesi Unitamente al questionario congiunturale, è stato sottoposto alle imprese industriali piemontesi un sondaggio monografico che, in questo trimestre, aveva come obiettivo una valutazione sulle spese in innovazione. Il 56% delle imprese piemontesi ha dichiarato di aver sostenuto, negli ultimi due anni, spese per innovazioni. Fra i settori economici, fanno registrare risultati positivi la chimica, la meccanica e l alimentare, mentre sotto media sono (viste le peculiarità) il tessile e il settore legno. 80,0% 70,0% 60,0% Piemonte 56,7% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Alimentare, bevande e tabacco Tessile, abbigliamento calzature Legno e mobile Carta, stampa,editoria Chimica, gomma e plastica Produzione metalli e prodotti in metallo Meccanica Prod. elettrici, elettronci e comunicaz. Prod. mezzi di trasporto Altre imprese manifatturiere Circa il 60% delle imprese che hanno dichiarato di aver effettuato spese in innovazione lo hanno fatto per migliorare il processo aziendale e di conseguenza l efficienza aziendale. Quasi il 40% ha dichiarato di aver fatto comunque investimenti in innovazione di prodotto, cercando di migliorare tecnologicamente il proprio prodotto o creando un nuovo prodotto per coprire quote (o nicchie) di mercato. L innovazione in design o packaging è fortemente concentrata nel tessile e nell alimentare. Esiste una correlazione forte tra tipo di investimento in innovazione e dimensione aziendale. La piccola imprese sembra essere molto più concentrata sull innovazione di processo (forse più facile e meno rischiosa), mentre la grande impresa cerca per lo più di crescere attraverso nuovi (o rinnovati) prodotti. 4

Il fenomeno della creazione dell innovazione è soprattutto interno all impresa. Quasi l 80% di coloro che hanno fatto innovazione ha dichiarato di aver utilizzato anche risorse interne, mentre il 50% ha dichiarato di aver utilizzato anche professionisti e consulenti esterni all impresa. Sono poco utilizzati, invece, i servizi dei centri di ricerca pubblici (4%), dei centri di ricerca privati (5,7%) e dei laboratori tecnici (il 6%). Rimane ancora forte il canale delle risorse proprie nel finanziare l innovazione: il 50% delle imprese ha indicato l autofinanziamento come forma prevalente. Segue il finanziamento bancario. 3% 9% Risorse proprie 5% Finanziamenti bancari 33% 50% Finanziamenti di organismi non bancari Contributi comunitari Contributi nazionali e regionali Il 73% delle imprese ha dichiarato che non farà nell arco del prossimo un rilevante investimento in innovazione. Per metà di queste imprese il motivo è riconducibile al clima economico : le prospettive future incerte non invogliano a sviluppare nuovi progetti di innovazione. Il costo del denaro e l accesso al credito non sembrano, al contrario, ostacoli che possono limitare gli investimenti. Il mio prodotto è già innovativo Il settore non prevede grandi invest. in innovazione Strategie aziendali ancora poco definite Ostacoli nell'accesso ai capitali Costo dell'investimento troppo caro Prospettive future incerte 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% Torino, 6 Settembre 2005 Per ulteriori informazioni: Annalisa D Errico, Ufficio stampa e Relazioni esterne Unioncamere Piemonte Tel. 011 5669270, E-mail: ufficio.stampa@pie.camcom.it,sito: http://piemonte.congiuntura.it/ 5