LA CHIRURGIA DI REVISIONE NEI FALLIMENTI DOPO RICOSTRUZIONE ARTROSCOPICA DEL LCA

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LA CHIRURGIA DI REVISIONE NEI FALLIMENTI DOPO RICOSTRUZIONE ARTROSCOPICA DEL LCA D. BARDELLI, M. G. DANOVARO, L. DE SANCTIS, C. PESCE, D. COMBA OSPEDALE KOELIKER TORINO RIASSUNTO La percentuale di fallimento della ricostruzione del LCA ammonta al 10-20% dei casi. Il numero dei soggetti che potrebbero andare incontro ad intervento di revisione ammonta a migliaia di persone per anno non solo negli USA (60.000), ma anche in Italia (2.500). Passo iniziale e fondamentale nell approccio al caso di ricostruzione di LCA fallita è l analisi delle cause di insuccesso; le principali sono errori di tecnica chirurgica, fallimento biologico e fallimento biomeccanico del trapianto. Gli errori di tecnica hanno il ruolo più importante nelle genesi del fallimento. I principi di trattamento in chirurgia di revisione sono i medesimi della ricostruzione primaria; è di estrema importanza pianificare l intervento per fronteggiare gap anatomici e tessutali dovuti al primo intervento. La fase riabilitativa dovrà essere priva di ipersollecitazioni e rallentata rispetto alle ricostruzioni primarie. Le percentuali di successo dopo revisione di ricostruzione del LCA non superano il 70-80%, pertanto le aspettative del chirurgo e del paziente devono essere realistiche e tese al recupero della stabilità nelle attività quotidiane. Il chirurgo dovrà accostarsi all intervento conoscendo le cause del fallimento ed avendo a disposizione strumenti specifici e molteplici mezzi di fissazione del neo LCA. La ricostruzione del LCA consente di ottenere risultati buoni o ottirni nel 80-90% dei casi. Nel residuo 10-20% dei pazienti con risultati insoddisfacenti vanno ricercati i soggetti che potrebbero richiedere un intervento di revisione. Volendo quantificare il problerna a livello nazionale e confrontarlo con i dati riportati per gli Stati Uniti, notiamo che in USA nel solo 2003 vengono riportati 60.000 fallimenti (Goertzen) su oltre 250.000 ricostruzioni annue. In Italia, a fronte di 20-23.000 ricostruzioni di LCA l anno, dobbiarno attenderci circa 2.500 fallimenti, ipoteticamente candidati ad intervento più impegnativo di revisione della ricostruzione. ANALISI DELLE CAUSE DI FALLIMENTO Il primo e fondamentale passo nell'approccio ad un caso di fallimento di ricostruzione di LCA è l analisi delle cause. Solo la completa comprensione dei motivi di insuccesso protegge dalla ripetizione di errori od eventi nefasti. L analisi inizia dal colloquio con il paziente. Una anamnesi accurata sulla sintomatologia dolorosa e da instabilità deve accompagnarsi alla ricerca di informazioni e documentazioni riguardanti il precedente intervento. L esame obiettivo deve accertare i segni clinici 80

Volume nº 31- Anno 2004 della instabilità (Lackam, pivot shit, ecc.) e può assegnare anche un dato quantitativo mediante l uso del KT1000. La diagnostica strumentale si può basare anche semplicemente sulla radiografia standard, che permette la visualizzazione della posizione e del calibro dei tunnel, della tipologia dei mezzi di fissazione precedentemente utilizzati e di eventuali alterazioni degenerative. L esame RM è da considerare complementare, ma non indispensabile per la diagnosi di fallimento di una ricostruzione LCA. La sua prescrizione abituale ha sicuramente un valore medico-legale, ma può fornire anche utili informazioni sullo stato globale dell articolazione e soprattutto su possibili lesioni associate. La TAC mostra la sua utilita nella visualizzazione più dettagliata dei capi ossei con proiezioni di difficile esecuzione nella radiologia standard, ad esempio nella valutazione preoperatoria di casi con importanti deficit ossei. Nel riconoscere le cause di fallimento bisogna ricercare le tre principali motivazioni di insuccesso: 1. errori di tecnica chirurgica 2. fallimento biologico 3. fallimento biomeccanico del trapianto. Gli errori di tecnica sono la causa più importante di fallimento di ricostruzione del LCA; la tecnica può essere inadeguata o non correttamente eseguita e portare ad insuccesso precoce o tardivo. Con maggior frequenza l errore riguarda il posizionamento dei tunnel e porta all usura del neolegamento. L impingement del trapianto può essere causa logorante sia in associazione ad errato posizionamento dei tunnel, sia isolatamente in caso di insufficiente plastica della gola Altro rnotivo di insuccesso precoce può essere l insufficiente pre-tensionamento del neo-lca (tipicamente GrST), che conduce a perdita di tensione del trapianto per fisiologica elongazione dopo l ancoraggio. Errori od imprevisti nella tecnica di prelievo possono esitare nell uso di un trapianto dalle proprietà meccaniche non ottimali (ad esempio tendini G-ST di calibro o lunghezza ridotti o prelievo di brattea ossea di piccole dimensioni o distacco della stessa dalla porzione tendinea del trapianto). Il fallimento biologico è evenienza più rara. La mutazione peggiorativa delle proprietà biologiche del tessuto può essere legata a stress meccanici riconducibili spesso a protocolli FKT troppo aggressivi, oppure a problemi di integrazione osso-osso od osso-tendine, ostacolata da incongruenze nei diametri di tunnel e trapianto o dall uso di mezzi di fissazione dalle dimensioni eccessive. La possibile avascolarità del neo-legamento o dei tessuti contigui è evenienza rara ma possibile, così come l instaurarsi di reattività immunologica nei confronti di eventuali allograft. Il fallimento biomeccanico può invece occorrere dopo un nuovo trauma ad alta energia (nel 10% dei casi secondo Paessler), oppure essere la conseguenza di una rieducazione troppo aggressiva. Prospettive realistiche Freddie Fu nei 2003 sostenne che "i principi di trattamento in chirurgia di revisione non sono gli stessi della ricostruzione primaria; bisogna impostare aspettative realistiche con il paziente". Il chirurgo, da parte sua, deve accingersi ad interventi di revisione con l esecuzione di un dettagliato planning preoperatorio; ciò permette di valutare e prevenire ogni possibile ostacolo al successo della revisione. 81

Gli aspetti da esaminare sono: La presenza di lesioni associate a carico di legamenti collaterali, menischi, cartilagine con valutazione delle relative possibilità di trattamento mediante ritenzione o ricostruzione dei legamenti collaterali, sutura o trapianto meniscale, osteotomie o trapianto cartilagineo. La presenza e natura dei mezzi di fissazione precedenti, che possono condizionare la tecnica per la loro posizione o per creazione di deficit ossei; la condotta da adottare dovrebbe essere: lasciarli in sede se possibile o altrimenti di rimuoverli con il loro strunientario specffico o con strutnenti appositamente concepiti per minimizzare le perdite di sostanza ossea. L uso a tal scopo di carotatori permette di rimuovere viti altrimenti non rimovibili, creando un difetto osseo minore ed al contempo di recuperare i frammenti ossei ad esse adesi, utilizzandoli eventuaimente per colmare eventuali lacune ossee. La posizione dei tunnel mostra spesso le cause che hanno determinato un fallimento, con ogni tipo di trapianto. A livello femorale si può riscontrare un tunnel molto interiorizzato; in tal caso è possibile crearne uno nuovo in posizione corretta, senza interferire con il precedente. Qualora il tunnel sia solo lievemente anteriore, si può rimediare ampliando lo posteriormente e riempiendo il gap osseo con un trapianto ad ampia porzione ossea oppure con osso autologo. Talvolta il tunnel femorale si rivela troppo posteriore, arrivando a sfondare ( blow out ) la corticale posteriore; ciò impone di cambiare approccio prossimale utiìzzando ad esempio una tecnica di fissazione over the top. A livello tibiale analogamente un tunnel può essere molto anteriore e non mterferire con la carotatura dì un nuovo tunnel in posizione corretta; quando lievemente anteriorizzato, il tunnel deve essere ampliato posteriormente e riempito con trapianto a larga porzione ossea (posizionando la corticale posteriormente) o con innesto autologo posizionato anteriormente al trapianto. In questi casi di riempimento del difetto osseo con brattec e trapianti è preferibile la fissazione distale con vite-post, vite-cambra o cambre dentate. Quando il tunnel tibiale risulta lievemente posteriore si applicano i medesimi concetti sopra descritti, ampliando anteriormente e riempiendo con trapianto Osso-Tendine con corticale posta anteriormente o con osso autologo posizionato posteriormente al trapianto e fissazione distale. In caso di deficit ossei da colmare bisogna innanzitutto valutare se siano troppo estesi per colmarli al momento della nuova ricostruzione oppure se sia meglio eseguire un primo intervento di trapianto osseo, per eseguire, dopo almeno 6 mesi, la ricostruzione del LCA. L utilizzo dei carotatori permette di recuperare osso autologo durante la preparazione dei tunnels ed è la fonte primaria e meno invasiva di tessuto osseo; la scelta di trapianti ad ampia bratta ossea, soprattutto dalla tuberosità tibiale anteriore, può risolvere in modo immediato il problema di gap ossei. Anche l adozione di allograft, ora più facilmente reperibili anche in Italia, consente di affrontare questi interventi in un tempo solo. Nella necessità eventuale di reperire osso autologo extra-articolarmente non bisogna dimenticare di allestire un secondo campo chirurgico a livello dell ala iliaca omo- o contro-laterale. Il completamento dell intervento in uno o due tempi chirurgici dipende quindi dalla presenza e natura dei mezzi di ancoraggio precedenti, dall entità delle perdite ossee e dalla necessità di interventi associati di impegno come le osteotomie. 82

Volume nº 31- Anno 2004 La scelta del tipo di trapianto da adottare in revisione deve essere posta considerando le cause del fallimento e la tecnica effettuata nel primo impianto. In condizioni di normalità esistono due scelte autologhe omolaterali che possono coprire le esigenze della revisione. La possibilità del prelievo controlaterale esiste ma è spesso mal accettata dal paziente; l uso di trapianti allograft è, a nostro avviso, maggiormente consigliabile, prima di proporre un prelievo controlaterale. Ognuno dei tipi di trapianto possibile mostra caratteristiche peculiari che possono privilegiarne la scelta; il tendine rotuleo ha il suo punto di forza nell abbondanza di tessuto osseo autologo prelevabile dalla tuberosità tibiale, il G- ST è adatto alle situazioni dove si richieda lunghezza e resistenza al fascio per eseguire ad esempio fissazioni post, il tendine quadricipitale è duttile per la presenza di ampia porzione tendinea e contemporaneamente di estremità ossea, l allografi è forte dell estrema abbondanza di materiale. Nonostante la scelta del nuovo trapianto sia importante è fondamentale ricordare che la tecnica di esecuzione ha maggiore influenza sul risultato finale (McGuire 2001). REVISIONE E RIABILITAZIONE La fase riabilitativa ha quasi la stessa importanza dell intervento chirurgico per il successo di una revisione (McGuire 2001); è fondamentale che il paziente ed il terapista capiscano e ricordino questo fondamento. La fisioterapia deve essere priva di iper-sollecitazioni del trapianto e generalmente rallentata rispetto ai protocolli dopo primo impianto; deve essere calibrata sul tipo di trapianto adottato e prevedere controlli clinici frequenti e regolari durante i primi 6-10 mesi. La ripresa degli sport deve essere cauta e graduale. CONCLUSIONI In conclusione affermiamo che la chirurgia di revisione dopo un fallimento di ricostruzione di LCA è complessa e che le aspettative del chirurgo e del paziente debbano essere realistiche. Probabilmente, come sostenne Paessler nel 2000, andrebbe riservata in pochi centri specializzati Le percentuali di successo delle revisioni in letteratura non superano il 70-80% del totale dei pazienti rioperati e tale dato deve essere d aro al paziente, così come la necessità di privilegiare la correzione dei sintomi quotidiani di instabilità piuttosto che soddisfare le eventuali aspettative sulla ripresa degli sport di contatto. Il chirurgo eseguirà correttamente l approccio ad un intervento di revisione se non trascurerà di esaminare minuziosamente le cause del fallimento, di utilizzare strumentari specifici, e di avere a disposizione durante l intervento molteplici e differenti mezzi di fissazione del neo-legamento. 83

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