ESTONIA. Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile

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ESTONIA Una gap analysis preliminare sulle policy governative in relazione all'agenda 2030 sarà completata nell'autunno 2016. L'Ufficio statistico nazionale ha realizzato una prima review dei 231 indicatori e circa il 14% di essi risulta immediatamente misurabile. I nuovi indicatori per lo sostenibile, che saranno introdotti nel 2016, terranno conto degli SDGs. La strategia di sostenibile è implementata direttamente a livello governativo, che assicura la coerenza complessiva degli indirizzi, declinati poi attraverso strategie e piani d'azione specifici. Un set di indicatori per il monitoraggio dello sostenibile è stato concordato dalla Commissione per lo Sviluppo, dagli Uffici statistici nazionali e dal Governo. L'ultimo bilancio di sostenibilità è stato pubblicato nel marzo 2015. È stata istituita nel 1996 la Commissione per lo Sviluppo, gruppo di lavoro interministeriale dedicato ai temi della sostenibilità, che include anche stakeholder del settore privato, con un ruolo consultivo rispetto alle policy governative. Gli obiettivi per lo sostenibile, approvati prima degli SDGs, erano: valorizzazione della cultura nazionale, crescita del welfare, coesione sociale, tutela dell'ambiente. Oltre alla già citata Commissione per lo Sviluppo, una prima conferenza per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dell'agenda 2030 è stata organizzata nel Novembre 2015, con il Ministro dell'ambiente, il Ministro degli Esteri ed altri autorevoli rapprsentanti di aziende e società civile. La Strategia per la cooperazione allo 2016-2020 si basa sull'agenda 2030 e sugli accordi di Addis Abeba, oltre che sulle linee guida UE. Le priorità definite dall'estonia riguardano formazione, sanità, pace e stabilità, democrazia e rispetto dei diritti umani, economico, tutela dell'ambiente e coinvolgimento delle nuove generazioni. FINLANDIA di Sviluppo La Finlandia è stata uno dei primi paesi a creare una National Commission on Sustainable Development, un anno dopo la conferenza di Rio del 1992. Nel 2006 è stata adottata una per lo Sviluppo, aggiornata ad aprile 2016. Il programma del Governo prevede un National Implementation Plan for Agenda 2030 entro la fine del 2016.

L Ufficio del Primo Ministro è formalmente responsabile della Strategia ed esercita un ruolo di coordinamento tra varie amministrazioni: il Ministero degli Esteri e il Segretariato Generale della Commissione Nazionale sullo Sviluppo. È stato istituito anche un Network di Coordinamento interministeriale. La Commissione finlandese per le politiche di è un organo parlamentare che monitora l implementazione dell Agenda. La Commissione nazionale per lo sostenibile è guidata dal Primo Ministro con lo scopo di integrare lo sostenibile nelle politiche nazionali. Il Sustainable Development Expert Panel è formato otto accademici di elevata competenza e fa sentire la sua voce critica nel dibattito sulla sostenibilità. La Finlandia considera gli obiettivi dell Agenda come un insieme universale, integrato ed indivisibile. La necessità e l urgenza saranno i fattori chiave su cui focalizzarsi per il primo anno di implementazione. La Commissione Nazionale per lo Sviluppo ha lanciato nel 2013 la Society s Commitment to Sustainable Development, un nuovo modello di partnership che punta a realizzare azioni concrete e trovare soluzioni innovative in grado di avere impatto sulla società. La Finlandia basa la sua cooperazione allo su un approccio result-based che permette di valutare l implementazione dei SDGs nei paesi in via di. FRANCIA Nel 2003 la Francia ha approvato una prima strategia nazionale. Dal 2005 il tema dello sostenibile è stato incluso nella Costituzione, con l adozione della Carta dell Ambiente. Nel 2010, dopo un ampio processo partecipativo degli stakeholder, è stata adottata la strategia nazionale per lo sostenibile 2010-2013. La nuova Strategia nazionale per l attuazione dell Agenda 2030 verrà elaborata nei prossimi mesi. Il Ministero dell Ecologia, dello Sviluppo sostenibile e dell Energia è formalmente responsabile della Strategia per lo Sviluppo sostenibile. Il ruolo di coordinamento tra varie amministrazioni è delegato dal Primo Ministro a un Rappresentante interministeriale per lo Sviluppo e Commissario Generale per lo Sviluppo. Su mandato parlamentare, gli ispettorati generali dei Ministeri analizzeranno le politiche settoriali condotte nelle loro aree per produrre una valutazione più dettagliata delle politiche pubbliche con riferimento agli SDGs. Sono stati organizzati workshop consultivi a livello regionale e analisi a livello locale per coinvolgere i territori sugli SDGs e contribuire così alla Strategia nazionale. Nel 2008 è stato istituito un Comitato di esperti internazionali (Conseil économique pour le développement durable) per fornire indicazioni al Governo sullo della strategia nazionale. La natura multidisciplinare di questo Comitato ha lo scopo di garantire un approccio olistico alle sfide e intercettare meglio la natura sistemica degli SDGs.

FRANCIA Confronto internazionale La Strategia nazionale sarà guidata dall ambizione della più ampia mobilitazione per il successo degli SDGs: visione condivisa, misure governative e linee guida per le politiche pubbliche per lo sostenibile, ownership degli SDGs, declinazione della Strategia a tutti i livelli, attività internazionale in coordinamento particolarmente con l UE e l ONU. A giugno 2016 il Ministro dell Ambiente, dell Energia e del Mare e il Sottosegretario per lo Sviluppo hanno lanciato workshop consultivi sull applicazione degli SDGs, con la partecipazione di oltre 180 stakeholder da tutti i settori. E stata creata una piattaforma partecipativa (www.agendafrance2030.gouv.fr) per gli attori sociali e i cittadini, che servirà a diffondere buone pratiche e raccomandazioni, monitorare i progressi e creare sinergie. La Francia ha rinnovato l impegno per aumentare le risorse destinate alla cooperazione allo, che sono state nel 2015 pari a 8,3 miliardi di euro (lo 0.37% del PIL). Per raggiungere l obiettivo UE dello 0,7% del PIL al 2030, la Francia si è impegnata ad incrementare le risorse per la cooperazione di ulteriori 4 miliardi nel 2020, di cui 2 miliardi destinati all azione contro il cambiamento climatico. La Francia è stato il primo Stato membro dell UE ad organizzare un processo di peer review per valutare l attuazione della Strategia nazionale con l inclusione di 4 Paesi (Belgio, Ghana, Mauritius e Gran Bretagna). Il peer review report è stato pubblicato nel 2005. GERMANIA Adottata nel 2002, la strategia già conteneva indicatori di sostenibilità, misurati in modo indipendente dal Federal Statistical Office. Il nuovo draft, che sarà ufficializzato nella seconda metà del 2016, delinea l'approccio tedesco per i 17 SDGs, considerando gli effetti dei diversi interventi a livello nazionale ("National Challenges"), internazionale ("Global Responsibility") e sui Paesi protagonisti delle politiche di cooperazione ("Support for other Countries"). La Cancelleria Federale è formalmente responsabile della Strategia, la cui implementazione è poi affidata al Comitato del Segretariato di Stato per lo Sviluppo, composto da tutti i Ministri federali e presieduto dal Capo della Cancelleria Federale. L'Advisory Council parlamentare sullo Sviluppo assicura il coinvolgimento delle Camere e valuta l'impatto delle decisioni assunte dal Governo federale in termini di sostenibilità.

GERMANIA Confronto internazionale Il Council per lo Sviluppo è un organo consultivo indipendente, che supporta il governo e promuove il dialogo sociale sulla sostenibilità. È composto da 15 figure pubbliche che, in virtù del loro background personale e professionale, rappresentano gli aspetti economici, ambientali e sociali dello sostenibile nella loro dimensione nazionale e internazionale. I principi guida della strategia tedesca sono: equità intergenerazionale, qualità della vita, coesione sociale e responsabilità internazionale. Cinque eventi organizzati in tutte le regioni della Germania hanno messo a confronto i rappresentanti delle istituzioni con il settore privato, il mondo accademico e la società civile. I risultati delle consultazioni hanno contribuito all'aggiornamento della Strategia, pubblicata on line. Il draft è aperto ai commenti fino alla formalizzazione del documento, prevista nella seconda metà del 2016. In seguito all'adozione dell'agenda 2030, le priorità politiche tedesche a supporto degli altri Paesi sono basate su cinque aree di priorità (People, Planet, Prosperity, Peace, Partnership). La Germania è il solo Paese in Europa ad aver realizzato per due volte una peer review della sua NSDS (National Sustainable Development Strategy), nel 2009 e nel 2013. L'esperienza tedesca si è basata sulle linee guida del Guidebook della Commissione UE per le peer review sulle NSDSs (2006). NORVEGIA I report ONU attestano che la Norvegia si posiziona ai primi posti per l'implementazione degli SDGs. Nonostante ciò, l'agenda 2030 è una sfida anche per un contesto evoluto come quello norvegese. Massima priorità alla formazione e al lavoro per le nuove generazioni, specialmente per le fasce a rischio marginalizzazione. Forte impegno anche per la tutela della biodiversità, con particolare riferimento alle foreste e agli oceani.

NORVEGIA A livello governativo, gli SDGs stanno cominciando a essere integrati nei documenti finanziari. Il Primo Ministro norvegese è impegnato come Co-Chair, insieme al Presidente del Ghana, nell'ambito del SDG Advisory Group del Segretario Generale dell'onu. Il Parlamento ha dibattuto numerose volte l'agenda 2030. Il piano per la realizzazione degli SDGs è strettamente connesso al processo di bilancio. La responsabilità per ognuno dei 17 Goal è stata assegnata a un Ministero, che deve riportare lo status del proprio Goal nella proposta di budget, sintetizzata dal Ministro delle Finanze e presentata al Parlamento, il quale dovrà approvarla insieme al bilancio annuale. Per gli SDGs, il Governo adotta i numerosi meccanismi di consultazione già esistenti per la cooperazione con le autorità regionali e locali. Coinvolto nel processo anche il Parlamento Sami, l'organo rappresentativo del popolo Sami di Norvegia, attraverso un formale meccanismo di consultazione. Tra i target al centro dell'attenzione politica, ci saranno produzione e consumo sostenibili, salute ed educazione, uguaglianza, lavoro, migrazioni. Il dialogo e le partnership con gli stakeholder, inclusa la società civile, le imprese e il mondo accademico fa parte integrante del sistema politico democratico norvegese. In particolare, va segnalato che il Ministero dell'istruzione ha raccomandato di includere gli SDGs nei programmi didattici delle scuole. La Norvegia ha una lunga tradizione di impegno di solidarietà internazionale per contribuire all' eliminazione della povertà, attraverso l'allocazione di almeno lo 0,7% del reddito nazionale lordo per la cooperazione allo. Attualmente tale contributo, che pesa per circa l'1% del GNI (Gross National Income) norvegese, gode di ampio consenso politico e presso l'opinione pubblica.

Svizzera Il Consiglio Federale ha adottato una prima di Sviluppo per il periodo 2016-2019. La strategia fornisce un programma concreto suddiviso in nove aree tematiche di azione, scelte sulla base delle esigenze del Paese rispetto agli SDGs e del dialogo con gli stakeholder. Il Consiglio Federale è formalmente responsabile della Strategia. La sua implementazione è affidata, a livello nazionale, al Comitato Interdipartimentale, composto dai rappresentanti degli uffici federali rilevanti per lo sostenibile; a livello internazionale, al Gruppo di lavoro interministeriale, costituito da 16 uffici federali coinvolti in tematiche di sostenibile relative alla politica estera. Con la fase di transizione 2016 17 verranno affrontate le questioni relative agli accordi istituzionali. Per monitorare il contributo della Svizzera agli SDGs è stato adottato il MONET, un sistema di monitoraggio dello sostenibile, costituito da 75 indicatori aggiornati periodicamente e adoperato fin dal 2003 per monitorare la sostenibilità del paese.

Svizzera Il Comitato Interdipartimentale conduce consultazioni con i dipartimenti federali, i comuni e i cantoni. I principi guida sono: responsabilità per il futuro, equilibrio fra le tre dimensioni dello sostenibile (economica, sociale e ambientale), integrazione dello sostenibile in tutte le politiche, migliore coerenza e coordinamento fra le aree politiche, partnership per lo sostenibile. La Svizzera ha una lunga tradizione nel coinvolgimento degli stakeholder per il coordinamento delle politiche nazionali e internazionali. Dialogo 2030 è una piattaforma che riunisce i processi di dialogo con gli stakeholder su politiche di sostenibilità, pianificazione, implementazione, monitoraggio, valutazione e reporting, oltre a promuovere partnership multistakeholder.

Svizzera Lo sostenibile rappresenta una delle quattro priorità della nuova strategia di politica estera 2016-2019 della Svizzera e l Agenda 2030 è diventata parte integrante della cooperazione internazionale del paese. Montenegro La Repubblica del Montenegro ha adottato una prima strategia nel 2007, intesa come principale canale verso la creazione di uno stato ecologico, impegno incluso nella Costituzione del Paese. Successivamente, la National Strategy of Sustainable Development of Montenegro 2030 (NSSD 2030), approvata nel Luglio 2016, articola l impegno del Montenegro nella crescita sostenibile ed inclusiva del tessuto socio-economico. La formale responsabilità per la pertiene al Governo montenegrino; il Ministero dello Sviluppo e del Turismo rappresenta la principale istituzione responsabile della sua implementazione. Il Governo ha fondato congiuntamente con l ufficio nazionale dell'undp (United Nations Development Programme) il Centre for Sustainable Development. Il coinvolgimento istituzionale si articola in due livelli: istituzioni centrali ed istituzioni regionali e locali. La Repubblica del Montenegro ha inoltre selezionato congiuntamente con l IAEG-SDG (Inter-Agency Expert Group on SDG indicators) 241 indicatori fra quelli previsti dall Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Montenegro La Repubblica del Montenegro non ha stabilito un organo consultivo ad hoc, ma ha definito un programma di consultazioni pubbliche (vedi sezione ). I principi guida della sono articolati in un decalogo, che si basa su valori e obiettivi come crescita sostenibile e inclusiva, armonia tra uomo e natura, rispetto delle identità, assenza di discriminazioni, riduzione del deficit demografico, accesso universale a istruzione e sanità, pieno raggiungimento degli SDGs entro il 2030. Le istituzioni montenegrine si sono concentrate su una strategia di stakeholder engagement basata su tavole rotonde ed incontri tematici con esponenti della società civile, in primis dal mondo accademico e del business. La Repubblica del Montenegro prefigura i fondi provenienti dalla cooperazione allo come una fra le possibili fonti di risorse per l implementazione della NSSD 2030, in ottemperanza a quanto previsto nella Addis Abeba Action Agenda.