Codroipo, Sandro Fabbro, Università di Udine

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Transcript:

Codroipo, 02.08.2014 Sandro Fabbro, Università di Udine

La tesi che viene qui discussa è che le «Unioni comunali-aree vaste» servono se riescono a far corrispondere istituzioni di governo territoriale più capaci con strutture economicofunzionali più grandi e più utili allo sviluppo del territorio. Quindi a: costruire sul territorio regionale soggetti istituzionali strategicamente più autorevoli dei tanti, troppi piccoli comuni; generare capacità di programmazione e di attrazione di risorse e di investimenti maggiori di quelli attuali e con meno burocrazia.

Debolezze strutturali del sistema regionale 1) Dimensioni troppo piccole: scarsa influenza territoriale e demografica sui processi decisionali oltre il livello regionale: A. Con 785.839 ettari, è solo il 2,6% del territorio nazionale; B. Con 1.220.000 residenti, ha solo il 2,07% della popolazione nazionale. 2) Severo invecchiamento della popolazione: riduzione della popolazione in età lavorativa; minore produttività del lavoro e maggiore domanda di cure sanitarie e di assistenza; 3) Crescenti squilibri territoriali: spopolamento ed invecchiamento incrementano la marginalizzazione delle aree montane mentre la bassa accessibilità di queste aree ne limita le relazioni trans-nazionali. 4) Incremento dei rischi ambientali: crescenti rischi idrogeologici come conseguenza del cambiamenti climatici. 5) Effetti devastanti della crisi: il declino economico del FVG dura da almeno dieci anni e mostra performance peggiori della media nazionalei.

Struttura della popolazione La sostanziale stabilità della popolazione regionale è dovuta più all immigrazione che ai nuovi nati. Il tasso di invecchiamento è più alto che nelle altre regioni italiane ed è tra I più alti in Europa. L età media della popolazione è di 46 anni mentre la media nazionale è di 43 anni. La popolazione oltre i 65 anni è superiore al 23% mentre la media nazionale è del 20%. La densità della popolazione secondo l altitudine, dal1951 al 2009, è crollata in montagna, ridotta del 18% nelle aree collinari e cresciuta del 21% in pianura, con un maggiore incremento intorno ai centri principali.

Cambiamento demografico Cambiamento demografico: in assenza di immigrati, nel 2050 il totale della popolazione del FVG si sarà ridotto a 890mila residenti. Con un tasso di 10 immigrati su 1000 abitanti (come nel 2007-08) la popolazione può crescere, sempre al 2050, più del 25% ed arrivare ad 1,5 ml. circa.

Bassa densità ed alta dispersione Bassa densità ed elevata dispersione della popolazione: più della metà della popolazione vive in piccoli o piccolissimi centri o nelle periferie dei centri urbani maggiori. E non abbiamo centri metropolitani.

Gli effetti della crisi in FVG (Rap. Sole 24 ore 2007-2013): fine di un ciclo? PROVINCE Tasso disoc. (Var%) Valore aggiunto p.c. (Var%) Spesa media per fam. (Var%) Trieste 59 7-25 Udine 130-10 - 23 Gorizia 146 4,5-21 Pord. 180-1 - 17 Ma il declino del FVG dura da almeno dieci anni e mostra performance peggiori della media nazionale. Il Pil, in FVG, in dieci anni è cresciuto solo dello 0,5% a fronte di un 2,5 in Italia e del 3,5 nel Nord-est. L export dei distretti è crollato del 14,9 nel settore della termo-elettromeccanica, del 14,3 in quello del mobile e dell 8,9% in quello della sedia. Siamo in presenza di un declino che non è dovuto solo alla crisi attuale ma ad una più generale crisi del modello di sviluppo regionale che inizia già nei primi anni duemila.

Senza strategie di lungo periodo e senza interventi conseguenti I trend correnti porteranno ad un ulteriore consumo di risorse ma senza ricambio e senza nuova ricchezza economica e sociale. In altre parole, si ha perdita di attrattività, di competitività e, conseguentemente, anche di sostenibilità sociale ed ambientale. Per prevenire questo tendenziale declino complessivo, è essenziale avere politiche a lunga scadenza ma anche assumere decisioni radicali e drastiche subito.

Le opportunità del sistema regionale Se siamo più deboli degli altri in termini demografici, economici e sociali, dovremmo puntare su ciò che gli altri non hanno e solo noi, invece, abbiamo: la posizione geografica! EU CORE TRANSPORT NETWORK:The Baltic- Adriatic Corridor assumes a role of primary importance. Source: RAFVG, 2012.

FVG come «piattaforma strategica». A che punto siamo? Il FVG come «Piattaforma logistica» è prevista dal PRITML. Il FVG come «Piattaforma Territoriale» è prevista dal PGT. Fabbro-Maresca (Forum, 2014) propongono il «Portoregione».

Le politiche per la piattaforma strategica trans-nazionale (PGT, 2013): Strategic policy 1 Aumento della competitività regionale e territoriale (internazionalizzazione economica) Strategic vision Strategic policy 2 Riduzione dei rischi ambientali (maggiore adattività del territorio al cambiamento climatico) Strategic policy 3 Ristrutturazione della governance pubblica (più efficacia ed efficienza con meno burocrazia) E CHIARO CHE QUESTE SONO POLITICHE DI SCALA ESSENZIALMENTE REGIONALE (E NAZIONALE). MA COS E LA REGIONE SENZA IL SUO TERRITORIO? E COS E IL TERRITORIO SENZA SOGGETTI DI GOVERNO ADEGUATI?

Politica strategica 3. Ristrutturazione della governance pubblica Regione: Se l obiettivo è la piattaforma trans-nazionale, è il Sistema Regione adeguato a perseguirlo? Come stiamo ristrutturando il Sistema Regione? Territorio regionale: identificare 10-12 sistemi territoriali locali (aree vaste) per ricomporre e promuovere strategie durevoli atte a: favorire un nuovo ciclo economico dal basso (basato su una forte internazionalizzazione delle economie locali); aumentare la adattività del territorio ai cambiamenti climatici; riaggregare dispersione e frammentazione (nei servizi, nell uso del suolo, nella densità abitativa ecc.);

10-12 Sistemi Territoriali Locali (PGT, Reg. Aut. FVG, 2013)

PGT Reg. Aut. FVG, 2013

Se le «Unioni comunali-aree vaste» devono servire a far corrispondere istituzioni di governo più capaci con strutture economico-funzionali più grandi e più utili allo sviluppo del territorio, allora

Allora le Unioni che verranno proposte in legge devono essere valutate in termini di: Numero e dimensione: poche e sufficientemente grandi (10-12 con almeno 50mila ab. l una); Peso politico: per poter essere soggetti capaci ed autorevoli devono contare più dei comuni che ne fanno parte (il «Sindaco dell Unione» deve avere forti poteri decisionali, deve essere politicamente autorevole e non ostaggio dei sindaci dei comuni); Competenze strategiche: devono avere competenze nei settori decisivi (quelle comunali e provinciali non bastano: la Regione deve decentrare funzioni rilevanti!); Semplificazione burocratica: devono avere strutture snelle ed efficienti; complessivamente la burocrazia sul territorio deve diminuire non aumentare. Obbligatorietà della partecipazione. L adesione all Unione non è un optional. E resa obbligatoria dalla Regione.