L INTEGRAZIONE SCOLASTICA DALLA DIAGNOSI FUNZIONALE AL PEI- PROGETTO DI VITA. IL RUOLO DELL ICF



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Transcript:

L INTEGRAZIONE SCOLASTICA DALLA DIAGNOSI FUNZIONALE AL PEI- PROGETTO DI VITA. IL RUOLO DELL ICF Dott.ssa Federica Bartoletti federica.bartoletti@unibo.it Tratto da un lavoro della Dott.ssa Adriana De Luca 1

L INTEGRAZIONE SCOLASTICA DI QUALITA HA BISOGNO DI MOLTI PROCESSI, A TUTTI I LIVELLI E IN TANTI AMBITI PROFESSIONALI E UMANI: politiche scolastiche, istituzioni enti locali docenti alunni famiglie operatori sociali e sanitari le culture e gli approcci metodologici nell educazione e nella didattica le realta associative e culturali del territorio 2

Legge 5 febbraio1992, n 104 art. 12 L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap. 3

la legge 5 febbraio1992, n 104 art. 12 All'individuazione dell'alunno come persona handicappata ed all'acquisizione della documentazione risultante dalla diagnosi funzionale, fa seguito un profilo dinamico-funzionale ai fini della formulazione di un piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona handicappata, gli operatori delle unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, personale insegnante specializzato della scuola, con la partecipazione dell'insegnante operatore 4

Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali (Decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994).le unità sanitarie locali..assicurino l'intervento medico cognitivo sull'alunno in situazione di handicap, necessario per le finalità di cui agli articoli 12 e 13 della legge n. 104 del 1992, da articolarsi nella compilazione: a) di una diagnosi funzionale del soggetto; b) di un profilo dinamico funzionale dello stesso; c) per quanto di competenza, di un piano educativo individualizzato, destinato allo stesso alunno in situazione di handicap. 5

Atto di indirizzo Individuazione dell'alunno come persona handicappata All'individuazione dell'alunno come persona handicappata,al fine di assicurare l'esercizio del diritto all'educazione, all'istruzione e all'integrazione scolastica, provvede lo specialista, su segnalazione ai servizi di base, anche da parte del competente capo d'istituto, ovvero lo psicologo esperto dell'età evolutiva, in servizio presso le UU.SS.LL. o in regime di convenzione con le medesime, che riferiscono alle direzioni sanitaria ed amministrativa, per i successivi adempimenti, entro il termine di dieci giorni dalle segnalazioni. 6

Diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap, al momento in cui accede alla struttura sanitaria per conseguire gli interventi previsti dagli articoli 12 (diritto all educazione e all istruzione ) e 13 (integrazione scolastica) della legge n. 104 del 1992 7

Diagnosi funzionale Unità multidisciplinare: medico specialista nella patologia segnalata, specialista in neuropsichiatria infantile, terapista della riabilitazione, operatori sociali. La diagnosi funzionale deriva dall'acquisizione di elementi clinici e psico-sociali. Gli elementi clinici si acquisiscono tramite la visita medica diretta dell'alunno e l'acquisizione dell'eventuale documentazione medica preesistente. Gli elementi psico-sociali si acquisiscono attraverso specifica relazione in cui siano ricompresi: a) i dati anagrafici del soggetto; b) i dati relativi alle caratteristiche del nucleo familiare (composizione, stato di salute dei membri, tipo di lavoro svolto, contesto ambientale, ecc.). 8

Diagnosi funzionale l'anamnesi fisiologica e patologica prossima e remota del soggetto, con particolare riferimento alla nascita (in ospedale, a casa, ecc.), fasi dello sviluppo neuro-psicologico da zero a sedici anni ed inoltre alle vaccinazioni, alle malattie riferite e/o repertate, agli eventuali periodi di ospedalizzazione, agli eventuali programmi terapeutici in atto, agli eventuali interventi chirurgici, alle eventuali precedenti esperienze riabilitative; diagnosi clinica, redatta dal medico specialista nella patologia segnalata (rispettivamente neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, oculista, ecc.), : la stessa fa riferimento all'eziologia ed esprime le conseguenze funzionali dell'infermità indicando la previsione dell'evoluzione naturale. 9

La diagnosi funzionale E finalizzata al recupero del soggetto, deve tenere particolarmente conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti: a) Cognitivo (livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle competenze) b) Affettivo-relazionale (livello di autostima e rapporto con gli altri) c) Linguistico (comprensione, produzione e linguaggi alternativi) d) Sensoriale (tipo e grado di deficit, vista, udito e tatto) e) Motorio-prassico (motricità globale e motricità fine) f) Neuropsicologico (memoria, attenzione e organizzazione spazio temporale) g) Autonomia personale e sociale. 10

Profilo dinamico funzionale Successivo alla diagnosi funzionale, indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l'alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni). Il profilo dinamico funzionale viene redatto dall'unità multidisciplinare, dai docenti curriculari e dagli insegnanti specializzati della scuola, che riferiscono sulla base della diretta osservazione ovvero in base all'esperienza maturata in situazioni analoghe, con la collaborazione dei familiari dell'alunno. 11

Il profilo dinamico funzionale comprende : La descrizione funzionale L'analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno a breve e medio termine 1. Cognitivo 2. Affettivo-relazionale 3. Comunicazionale 4. Sensoriale 5. Motorio-prassico 6. Neuropsicologico 7. Autonomia 8. Apprendimento (aggiornato alla conclusione dei cicli scolastici) 12

Osservazioni critiche L atto di indirizzo predisposto dal Ministero della Sanità di concerto con quello degli Affari Regionali, senza la partecipazione del Ministero della Pubblica istruzione Emerge il ruolo del dirigente scolastico nella segnalazione ma non compare il collegio dei docenti La famiglia ha potere di veto rispetto al far certificare il proprio figlio La certificazione attiva dei diritti: avere un insegnante di sostegno per un certo numero di ore alla settimana 13

Nel 94 si vennero a creare i presupposti legislativi per la distinzione tra bisogni educativo-didattici speciali di serie A (alunni certificabili) e bisogni di serie B (alunni con difficoltà di varia origine) La certificazione divenne spesso impropria se si fa riferimento alla legge 104/92 che esclude gli alunni con difficoltà di apprendimento dovute a svantaggio socio-culturale, dislessia, adhd o problemi di comportamento. La diagnosi funzionale è vittima di un impostazione clinico medica. 14

Avrebbe dovuto essere non tanto la descrizione delle funzioni intese come capacità della persona con disabilità, ma funzionale nel senso che serve a.. un intervento educativo e didattico adeguato ed è in grado di guidare l insegnante nella scelta degli obiettivi appropriati e dei metodi di lavoro efficaci sulla base delle caratteristiche peculiari dell alunno in difficoltà. 15

Non si può quindi delegare la diagnosi funzionale esclusivamente ai tecnici specialisti, con l aspettativa illusoria che essi forniscano agli insegnanti un distillato prodigioso di conoscenze e di linee operative, miracolosamente capace di metterli in condizione di lavorare adeguatamente, risolvendo ogni dubbio e difficoltà. 16

Legge finanziaria 1997: un occasione perduta L esigenza di ridurre la spesa pubblica rappresentata dagli insegnanti di sostegno derivati dalle certificazioni conduce il governo ad attribuire 1 insegnante di sostegno ogni 138 alunni frequentanti ma la certificazione restò. Poteva essere un occasione per abolirla ed attivare altre forme di definizione del fabbisogno aggiuntivo di risorse per le varie situazioni di difficoltà. 17

Il ruolo di regia della diagnosi funzionale potrebbe essere dato alla scuola, dopo che la certificazione è stata fatta, e dunque ci si può occupare di capire a fondo la realtà dell alunno coinvolgendo una gamma ampia di persone. La famiglia che possiede una quantità enorme di dati esperenziale Gli specialisti che pur essendo in possesso di conoscenze tecniche tendono ad interpretare sulla base di pochi dati di conoscenza diretta dell alunno Gli insegnanti, che in posizione intermedia, vivono con l alunno per molte ore un rapporto professionale, perciò con meno coinvolgimento emotivo Inoltre con l autonomia scolastica le scuole sono in grado, se lo desiderano, di assumere questo ruolo attivando eventualmente collaborazioni con operatori di vario genere 18

La legge finanziaria n 289/2002 Torna a parlare di criteri di certificazione riferendosi all ICD10 dell OMS solo per la definizione delle situazioni di particolare gravità. All art. 2 comma 4 parla di diagnosi funzionale riportandola alle competenze dell unità multidisciplinare dell ASL e prevedendo che debba essere fatta secondo i criteri dell ICF dell OMS 19

INTEGRAZIONE SCOLASTICA AZIENDA SANITARIA FAMIGLIA PERSONA SCUOLA ENTI LOCALI OBIETTIVI Diritto allo studio Abilitazione Inclusione sociale Autonomia Accesso alla vita adulta STRUMENTI Accordi di programma Costituzione di team interprofessionali Diagnosi funzionale, PDF e PEI Formazione genitori Formazione operatori PROPOSTE Definizione LEP educative, scolastiche, formative, sociosanitarie e lavorative Investire nella formazione Adeguare le risorse umane Continuità progetto di vita 20

La diffusione dell ICF in Italia, sostenuta con grande forza dalle principali associazioni di tutela delle persone con disabilità e dalla comunità scientifica, ha fatto sì che in un decreto pensato per ridurre la spesa pubblica venisse introdotta una importantissima novità. 21

CHE COSA E L ICF L ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) è il nuovo strumento elaborato dall Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione. Esso rappresenta la versione definitiva e approvata a livello mondiale della Classificazione Internazionale delle Menomazioni, delle Disabilità e degli Handicap (ICIDH). 22

L ICF consente di cogliere, descrivere e classificare ciò che può verificarsi in associazione a una condizione di salute, cioè le compromissioni della persona o,per utilizzare un vocabolo neutro, il suo funzionamento. Non è una classificazione che riguarda soltanto le condizioni di persone affette da particolari anomalie fisiche o mentali, ma è applicabile a qualsiasi persona che si trovi in qualunque condizione di salute, dove vi sia la necessità di valutarne lo stato a livello corporeo, personale, o sociale. Si tratta inoltre di una vera e propria rivoluzione della concettualizzazione della disabilità, che tiene conto per la prima volta di fattori contestuali e ambientali. 23

L ICF rappresenta uno strumento importante per i professionisti del campo sanitario e dei settori della sicurezza sociale, delle assicurazioni, dell istruzione, dell economia, del lavoro e in ambito politico legislativo. Il suo utilizzo è sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano. La classificazione ICF è uno strumento innovativo per concezione e costruzione. L ICF è stato accettato da 191 Paesi come lo standard internazionale per misurare e classificare salute e disabilità. L Italia è tra i 65 Paesi che hanno contribuito alla sua creazione, e il governo italiano è stato tra quelli che hanno espresso parere favorevole all approvazione dell ICF da parte della Assemblea Mondiale della Salute nel maggio 2001. Anni di lavoro hanno portato a questo risultato e l Italia ha partecipato attivamente al processo di revisione dell ICIDH 1980, iniziato dall OMS nel 1993. 24

Applicabilità e comparabilità tra culture Equivalenza concettuale e funzionale della Classificazione Traducibilità Utilizzabilità Comparabilità Internazionale Equivalenza Concettuale: simile comprensione /significato dei concetti Equivalenza Funzionale: simili domini Equivalenza Metrica: simili caratteristiche di misura 25

SCOPI DELL ICF fornire una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute, delle condizioni, conseguenze e cause determinanti ad essa correlate stabilire un linguaggio comune per la descrizione della salute e delle condizioni ad essa correlate allo scopo di migliorare la comunicazione fra i diversi utilizzatori, tra cui gli operatori sanitari, i ricercatori, gli esponenti politici e la popolazione, incluse le persone con disabilità rendere possibili il confronto fra dati raccolti in Paesi, discipline sanitarie, servizi e in periodi diversi fornire uno schema di codifica sistematico per i sistemi informativi sanitari. 26

Da quanto è stato pubblicato nel 1980 solo come versione per la sperimentazione sul campo, l ICIDH è stato adoperato per vari propositi: come strumento statistico: nella raccolta e nella registrazione di dati come strumento di ricerca: per misurare i risultati, la qualità della vita o i fattori ambientali come strumento clinico: nell assesment dei bisogni, nell abbinamento fra trattamenti e condizioni specifiche, nell assesment per l orientamento, nella riabilitazione e nella valutazione dei risultati come strumento di politica sociale: progettazione di previdenza sociale, sistemi di indennità, pianificazione e realizzazione di progetti politici come strumento educativo: programmazione di miglioramento della consapevolezza e delle azioni sociali. curricula e Dal momento che l ICF rappresenta una classificazione della salute e degli stati ad essa correlati, esso viene utilizzato anche in settori come quello assicurativo, della previdenza sociale, del lavoro, dell istruzione, dell economia, della legislazione e delle modificazioni ambientali. 27

(OMS, 1980) Danno Menomazione Disabilità Handicap 28

Famiglia OMS dei sistemi di classificazione ICD-10 International Statistical Classification di Diseases & Related Health problemi ICF International Classification di Functioning, disabilità and Health 29

LA DISABILITÀ VIENE DEFINITA COME UNA CONDIZIONE DI SALUTE IN UN AMBIENTE SFAVOREVOLE. la parola HANDICAP, che in uno studio in diversi Paesi fatto dall OMS, ha connotazione negativa in moltissime lingue, NON SARÀ PIÙ UTILIZZATA 30

31

Modello vs. Modello di Universale Minoranze Ognuno può avere disabilità Continuum Multi-dimensionale Gruppi con specifiche menomazioni Categoriale Uni-dimensionale 32

ICF: le prove sul campo 7 anni 1994-2001 65 paesi bozze ICF tradotte e testate in 27 lingue 38 Consensus Conferences Nazionali 7 Consensus Conf. Internazionali 2000 valutazioni di casi live 3500 valutazioni di casi simulati 33

Modello versus Modello medico sociale Problema PERSONALE cura medica trattamento individuale aiuto professionale intervento sulla persona comportamento prendersi cura politica sanitaria adattamento individuale vs vs vs vs vs vs vs vs vs Problema SOCIALE integrazione sociale azione sociale responsabilità individuale & collettiva modificazione ambientale atteggiamenti diritti umani politiche cambiamento sociale 34

Fondamenti dell ICF Funzionamento Umano Modello Universale Modello Integrato Modello Interattivo Equivalenza Contesto-inclusivo Applicabilità Culturale - non - non - non - non - non - non - non la sola disabilità modello di minoranza solo medico o sociale progressivo-lineare causalità eziologica la sola persona concezione occidentale Operazionale - non solo teorico Per tutte le classi di età - non centrato sull adulto 35

Cosa ci permette di fare PROGRAMMARE 36

STRUTTURA DELL ICF CONDIZIONI FISICHE (disturbo o malattia) FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀ PARTECIPAZIONE FATTORI CONTESTUALI FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI 37

Funzionamento e della Disabilità. CORPO che comprende due classificazioni, una per le funzioni dei sistemi corporei ed una per le strutture corporee. ATTIVITA E PARTECIPAZIONE comprende la gamma completa dei domini che indicano gli aspetti del funzionamento da una prospettiva sia individuale che sociale. 38

Fattori Contestuali FATTORI AMBIENTALI: che hanno un impatto su tutte le componenti del funzionamento e della disabilità e sono organizzati secondo un ordine che va dall ambiente più vicino alla persona a quello più generale. FATTORI PERSONALI: sono una componente dei fattori contestuali, ma non sono classificati nell ICF a causa della grande varietà sociale e culturale ad essi associati. (p.19) 39

Funzionamento e della disabilità Le componenti nella parte 1 possono essere espresse in due modi: da un lato possono essere usate per indicare problemi (per es. menomazioni, limitazioni delle attività, restrizioni,) raggruppati sotto il termine di DISABILITA dall altro possono indicare aspetti non problematici ma neutri raggruppati sotto il termine di FUNZIONAMENTO. 40

Queste componenti del funzionamento e della disabilità vengono interpretate attraverso 4 costrutti separati ma correlati, i costrutti vengono resi operativi utilizzando i qualificatori. Per le funzioni e le strutture abbiamo sistemi fisiologici o strutture anatomiche, per componente attività e partecipazione abbiamo capacità e performance. (p. 20) Il funzionamento e la disabilità di una persona sono concepiti come un interazione dinamica tra le condizioni di salute e i fattori contestuali. I fattori ambientali interagiscono con tutte le componenti, il costrutto di base dei fattori ambientali è la funzione facilitante o ostacolante che il mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti può avere sulle persone. (p.20) 41

DEFINIZIONI Funzioni corporee: sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei incluse le funzioni psicologiche Strutture corporee: sono le parti anatomiche del corpo, come gli organi, gli arti e le loro componenti Menomazioni: sono i problemi nella funzione e nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o una perdita significativa. Attività: è l esecuzione di un compito o di un azione da parte di un individuo Partecipazione: è il coinvolgimento in una situazione di vita Limitazioni delle attività: sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell eseguire delle attività Restrizioni della partecipazione: sono i problemi che una persona può sperimentare nel coinvolgimento nelle situazioni di vita. Fattori ambientali: costituiscono gli atteggiamenti, l ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza. 42

La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui egli vive. (p.32) 43

FUNZIONI E STRUTTURE CORPOREE Funzioni mentali Funzioni sensoriali e dolore Funzioni della voce e dell eloquio eloquio Funzioni dei sistemi cardiovascolare, ematologico, immunologico e dell apparato respiratorio Funzioni dell apparato digerente e dei sistemi metabolico e endocrino Funzioni genitourinarie e riproduttive Funzioni neuromuscoloscheletriche e correlate al movimento Funzioni della cute e delle strutture correlate Strutture del sistema nervoso Occhio, orecchio e strutture correlate Strutture coinvolte nella voce e nell eloquio eloquio Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e dell apparato respiratorio Strutture correlate all app. app. digerente e ai sistemi metabolico e endocrino Strutture correlate al sistema genitourinario e riproduttivo Strutture correlate al movimento Cute e strutture correlate 44

ATTIVITA E PARTECIPAZIONE L ATTIVITA è l esecuzione di un compito o di una azione da parte di un individuo. La PARTECIPAZIONE è il coinvolgimento di una persona in una situazione di vita. Le LIMITAZIONI dell ATTIVITA sono le difficoltà nello svolgimento delle attività. Le RESTRIZIONI della PARTECIPAZIONE sono i problemi che un individuo può avere nel coinvolgimento nelle situazioni di vita. 45

Attività e Partecipazione 1 Apprendimento e applicazione delle conoscenze 2 Compiti e richieste generali 3 Comunicazione 4 Mobilità 5 Cura della propria persona 6 Vita domestica 7 Interazioni e relazioni interpersonali 8 Attività di vita principali 9 Vita sociale, civile, di comunità 46

PERFORMANCE e CAPACITA La PERFORMANCE è quello che l individuo fa nel suo ambiente attuale/reale e descrive il coinvolgimento di una persona nelle situazioni di vita. La CAPACITA indica il più alto livello probabile di funzionamento in un ambiente considerato come standard o uniforme. 47

Fattori Contestuali Persona Ý genere Ý età Ý altre condizioni di salute Ý capacità di adattamento Ý background sociale Ý educazione Ý professione Ý esperienze passate Ý stili caratteriali Ambiente ÝProdotti ÝAmbiente prossimo ÝIstituzioni ÝNorme sociali ÝAmbiente culturale ÝAmbiente costruito ÝFattori politici ÝAmbiente naturale 48

FATTORI AMBIENTALI I FATTORI AMBIENTALI costituiscono gli atteggiamenti, l ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza. I fattori ambientali devono essere codificati dal punto di vista della persona della quale si sta descrivendo la situazione. Sono qualificati con un punteggio negativo o positivo a seconda che costituiscano una barriera o un facilitatore 49

Fattori Ambientali 1 Prodotti e tecnologie 2 Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall uomo 3 Relazioni e sostegno sociale 4 Atteggiamenti 5 Servizi, sistemi, politiche 50

Fattori Ambientali e1: Prodotti e Tecnologia Prodotti e sostanze per il consumo personale (cibo, farmaci). Prodotti e tecnol. Per l uso personale nella vita quotidiana. Prodotti per la mobilità ed il trasporto in ambienti interni ed esterni. Prodotti per la tecnologia e la comunicazione. Prodotti e tecnol. Per la progettazione e la costruzione di edifici per il pubblico utilizzo. Prodotti e tecnol. Per la progettazione e la costruzione di edifici per utilizzoprivato 51

Fattori Ambientali e3:relazioni e Sostegno Sociale Famiglia ristretta Amici Conoscenti, colleghi, vicini di casa e membri della comunità. Persone in posizione di autorità. Persone che forniscono aiuto e assistenza. Operatori sanitari. Altri operatori. 52

Fattori Ambientali e4: Atteggiamenti Atteggiamenti individuali dei componenti della famiglia ristretta Atteggiamenti individuali degli amici Atteggiamenti individuali di persone che forniscono aiuto e assistenza. Atteggiamenti individuali di operatori sanitari. Atteggiamenti individuali di altri operatori. Atteggiamenti della società. Norme sociali, costumi, ideologie. 53

54

Il modello concettuale dell I.C.F. politica scolastica inclusiva sulla speciale normalità, arricchimento delle normali risorse scolastiche attraverso le seguenti fasi: narrazione del funzionamento di ogni soggetto griglia di lettura dei bisogni educativi speciali informazione e sensibilizzazione degli alunni e del personale nei confronti della disabilità e delle difficoltà di apprendimento non certificate modifica di orari, tempi scuola, formazione classi, classi aperte metodologie con gruppi cooperativi, tutoring, didattica laboratoriale, mappe concettuali, didattiche plurali, life skills, riflessioni metacognitive 55

Modello Sistemico delle relazioni Comunità Gruppi informali Vicini di casa Compagni di scuola Amici Parenti Famiglia Bambino Comunità Vicini di casa Parenti Famiglia Compagni di scuola Gruppi informali Amici Adolescente 56

Percorso della Diagnosi Funzionale Educativa Superamento dello stereotipo dello specialista del settore sanitario tuttologo Abbandono della posizione di delega Attivazione della pluralità dei contributi Implementazione di letture e linguaggi diversificati Consapevolezza dell inefficacia dell idea di stabilità delle interpretazioni Regia di sintesi, finalizzata al miglioramento della prassi scolastica 57

Azioni Raccolta delle esperienze pregresse attraverso un questionario di autoanalisi Analisi critica delle esperienze pregresse per individuare i punti di forza e di debolezza Conoscenza e approfondimento del modello I.C.F. Trasformazione della diagnosi funzionale tradizionale secondo l I.C.F. Strutturazione del Piano Educativo Individualizzato Progetto di vita 58

intesa Stato Regioni del marzo 2008 l equipe multidisciplinare elabora la diagnosi funzionale secondo i criteri dell ICF CY dell OMS affiancata da un esperto in pedagogia e didattica speciale designato dall Ufficio scolastico Provinciale e da un esperto operatore sociale designato dai piani di Zona o Enti Locali, in collaborazione con la famiglia e gli operatori della scuola. 59

La Diagnosi Funzionale si articola nelle seguenti parti: approfondimento anamnestico e clinico descrizione del quadro di funzionalità nei vari contesti; definizione degli obiettivi in relazione ai possibili interventi clinici, riabilitativi, sociali, educativi definizione delle idonee strategie integrate di intervento individuazione delle tipologie di competenze professionali e delle risorse strutturali necessarie 60

LA DIAGNOSI FUNZIONALE VÀ AGGIORNATA OBBLIGATORIAMENTE E COSTITUISCE LA BASE PER L ELABORAZIONE DEL PEI, È STATO INVECE ELIMINATO IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE. 61

Piano Educativo Individualizzato deve essere progettato da: l intero consiglio di classe operatori dell unità multidisciplinare dagli operatori dei servizi sociali, in collaborazione coi genitori. Deve contenere sia le attività educative e didattiche, sia gli interventi riabilitativi e sociali in modo da integrare e condividere i diversi interventi. Il Piano segnala la tipologia e la funzionalità delle risorse complessive professionali, tecnologiche, di supporto all autonomia scolastica, di riorganizzazione funzionale dell ambiente. 62

Piano Educativo Individualizzato è un impegno alla collaborazione da parte di tutti gli operatori per il raggiungimento degli obiettivi indicati e condivisi ed è verificato a medio termine durante l anno scolastico per gli adeguamenti da apportare. E importante prevedere che l equipe che elabora il PEI sia composta dagli operatori che realmente prendono in carico il soggetto in età evolutiva e la sua famiglia. Il PEI è l atto in cui possono essere pianificati tutti gli interventi sociali e sanitari, farlo diventare un adempimento burocratico vanifica tutto l impianto del processo abilitativo-riabilitativo. 63