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L A B O R A T O R I O D I I N F O R M A T I C A M U S I C A L E MODULO 1: MANIPOLAZI ONE DEL SEGNALE AUDI O G.PRESTI - 24/03/2015 - LE ZI ON E 5 1. INTRODUZIONE AGLI AMBIENTI MULTITRACCIA In linea di massima i software multitraccia si basano sulla metafora del mixer analogico, estendendola per comprendere anche la temporizzazione degli eventi e l'editing dei campioni o delle parti MIDI. I software più comuni hanno 3 principali ambienti integrati: l'editor della forma d'onda, il sequencer ed il mixer. Figura 1: Architettura di una DAW multitraccia. Ad ogni traccia del sequencer corrisponde un canale del mixer. Tutte le operazioni eseguite nell'editor della forma d'onda sono in genere distruttive, vengono cioè applicate al file audio caricato, mentre tagli, dissolvenze ed effetti (applicati rispettivamente nel sequencer e nel mixer) sono di tipo non distruttivo, ovvero vengono applicati in tempo reale sull'audio riprodotto senza modificare il file originale. Per registrare parti audio (o MIDI) su una traccia audio (o MIDI) è necessario armare la traccia di destinazione dopo aver selezionato come input il canale della scheda audio (o il BUSS) desiderato. Quando il mix è terminato è possibile esportare il brano come singolo file audio stereo attraverso l'operazione di mixdown.

Figura 2: Editor della forma d'onda di Steinberg Cubase. Se il file audio è usato più volte nel sequencer la DAW ci chiederà se si vuole creare una copia unica del file prima di modificare distruttivamente il materiale. Figura 3: Sequencer di Steinberg Cubase. Nel sequencer è possibile caricare e disporre nel tempo regioni audio, MIDI, marker e automazioni. Tra i controlli della traccia si notino i pulsanti di armatura (i tasti simili al tasto REC), i tasti per il monitoring software (i piccoli altoparlanti) e i tasti per la lettura e la scrittura delle automazioni.

Figura 4: Singola regione audio e relative maniglie (inizio, fine, dissolvenze e livello). Figura 5: Traccia del sequencer con automazione. Le automazioni sono movimenti dei parametri del mixer (in questo caso il fader) e degli effetti. Le automazioni possono essere registrate o disegnate a mano. Figura 6: Mixer di Steinberg Cubase. Dal mixer è possibile regolare Livelli, Pan, effetti e routing del segnale (gli effetti agiscono generalmente sul canale/traccia, non sulle singole regioni).

L'architettura dei canali e dei buss ausiliari è comune: il segnale in ingresso (dalla scheda audio o da altre tracce del mixer) viene processato dagli effetti in insert e quindi viene inviato al buss di destinazione. Eventualmente viene anche copiato su altri buss, ad esempio per fornire un ascolto in cuffia al musicista o per processare una copia del segnale con effetti send. Figura 7: Architettura di un canale del mixer. Si noti la presenza di mandate (Send) pre e post fader, che permettono di avere copie influenzate o indipendenti dal volume del canale. In linea di massima ogni sorgente sonora occupa una traccia e tutte le sorgenti appartenenti ad uno strumento vengono raggruppate in un gruppo di mix, ad esempio: una parte di batteria occuperà diversi canali del mixer processati singolarmente (cassa, rullante ecc). Questi verranno sommati in un canale ausiliario (o gruppo, ad esempio chiamato "Batteria") il quale sarà sommato agli altri strumenti per creare il mix finale. In questo modo se l'operatore vuole alzare il volume della batteria non deve alzare tutti i singoli canali, bensì può alzare semplicemente il volume del canale ausiliario "Batteria". Esistono 2 modi di gestire i gruppi di mix, alcune applicazioni come Protools prediligono lo stile a Buss, mentre altre come Cubase prediligono lo stile Group: Figura 8: Diversi modi di implementare il raggruppamento di canali.

2. RISORSE ONLINE Multitraccia gratuiti o open: http://www.reaper.fm/ http://ardour.org/ Blog dedicati alla rassegna di plugin gratuiti (tra i tanti): http://www.vst4free.com/ http://bedroomproducersblog.com/ Libreria di brani disponibili come multitraccia per esercitazioni di mix e mastering: http://www.cambridge-mt.com/ms-mtk.htm Forum di discussione sulla produzione audio: http://www.kvraudio.com/ http://www.gearslutz.com/ http://www.soundonsound.com/ http://www.hydrogenaudio.org/ Online shop per strumentazione audio professionale: http://www.thomann.de/ Altri siti di prolifici produttori di plugin (quasi tutti offrono qualcosa di buono gratuitamente): http://www.waves.com/ http://www.sonnoxplugins.com/ http://www.voxengo.com/ http://www.brainworx-music.de/ http://www.bluecataudio.com/ http://www.plugin-alliance.com/

3: CONSIDERAZIONI SUL WORKFLOW DI PRODUZIONE Figura 9: Classico processo di produzione a cascata, nel caso di produzioni particolari le prime 4 fasi possono reiterarsi più volte. Da un punto di vista timbrico dalla fase di arrangiamento dipendono una serie di percetti come la pienezza e la complessità del brano: è inutile ad esempio gonfiare i suoni in mix se il tessuto armonico suona scarno già nell'arrangiamento. Il tracking non consiste solo nella mera registrazione degli strumenti, ma anche nell'esecuzione del brano: sono molto importanti il gesto musicale e l'espressività, che si riflettono sulla ricchezza del timbro prodotto. Ovviamente anche la registrazione in sé è molto importante: da questa dipende la qualità generale del lavoro. A fronte di una buona registrazione non dovrebbe quasi essere necessario il mix ("quasi" perché nel mix si trasforma una performance reale in un pezzo di musica per altoparlanti). L'editing è la prima fase in cui si può effettuare manipolazione digitale del suono. In questa sede si puliscono le registrazioni dagli elementi indesiderati e si correggono eventuali errori d'esecuzione. E' bene fare attenzione a non sovra-correggere il materiale registrato per non eliminare gli aspetti espressivi risultanti dall'esecuzione. Nel mix si svolge una buona parte della produzione, in cui le singole tracce si amalgamano disponendole nello spazio stereofonico, incastrando gli spettri attraverso gli equalizzatori e distribuendo gli elementi sul piano dinamico con compressori, livelli e riverberi. Nella fase di mix si svolgono anche le operazioni di programmazione timbrica non effettuate nel tracking. L'ultima fase, quella del mastering, consiste nell'ottimizzare i brani mixati per il trasferimento sul supporto di destinazione. In questa fase vengono anche uniformati colori e dinamiche dei diversi brani che compongono un disco. Ogni fase della produzione di un brano dovrebbe essere fatta come se fosse l'ultima. In altre parole non conviene approssimare una fase pensando di risolvere eventuali problemi nella fase successiva. E' altresì importante non essere oberati dalle possibilità di scelta. Troppe possibilità paralizzano il produttore nella scelta di dettagli spesso ininfluenti ed ostacolano l'apprendimento delle possibilità offerte dagli strumenti a disposizione. L'intenzione musicale la sceglie il musicista. Si tratta di un fatto etico (abbastanza soggettivo). Il compito del produttore è quello di esprimere al meglio l'idea dell'artista, anche per mezzo di tecniche creative. La produzione consiste nel vestire un idea musicale con l'abito (stile) più adatto. Nel caso della musica elettronica, o nel caso in cui il produttore sia anche il musicista, le cose si complicano: a volte capita di non voler effettuare determinate azioni perché affezionati ad un suono senza nessuna reale motivazione pratica. Capita anche di non ascoltare realmente il materiale, ma di correggerlo a livello inconscio. Essere obiettivi è molto difficile e necessita di parecchia esperienza, da farsi anche mixando brani di altre persone, con altre persone.