Le quote rosa in Italia

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Transcript:

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Il 12 agosto 2011, con l entrata in vigore della legge 120/2011, approvata grazie all impegno delle On.li Lella Golfo e Alessia Mosca, è stata stabilita una importante novità nell ambito del diritto societario italiano: gli organi sociali delle società quotate in scadenza dal 12 agosto 2012 devono essere rinnovati riservando una quota pari ad almeno un quinto dei propri membri al genere meno rappresentato: le donne. 2

Donne che, a partire dal secondo e terzo rinnovo degli organi sociali, dovranno essere pari ad almeno a un terzo, per arrivare al 2022, data in cui si pone la seconda importante scadenza fissata dalla legge Golfo- Mosca: l esaurimento della sua efficacia. La legge ha, dunque, una validità temporale di soli dieci anni, entro i quali si auspica di raggiungere l obiettivo di rimuovere gli ostacoli che sinora hanno limitato l accesso delle donne a ruoli di comando, favorendo un processo di rinnovamento culturale a supporto di una maggiore meritocrazia e di opportunità di crescita. 3

In Italia solo il 16% dei membri che siedono in un Consiglio di Amministrazione è donna: il dato, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 14% rilevato nel 2013. Esaminando la ripartizione geografica emerge che il 63% delle donne che sono membri di Consigli di Amministrazione è nel nord Italia, il 30% al centro e solo il 7% al sud, con un trend storico che si assesta intorno ai valori di 2 anni fa. Le donne membri di Consigli di Amministrazione sono concentrate per il 38% in Lombardia, il 12% in Emilia Romagna ed il 10% in Veneto, mentre Molise e Calabria, con lo 0,1% ciascuna rappresentano il fanalino di coda. 4

Ripartizione geografica quote rosa CdA 5

Le donne sono presenti in modo particolare nei Consigli di Amministrazione di aziende con un fatturato compreso tra 30-100 milioni (che rappresentano circa l 85% nel 2013, in ripresa rispetto al 64% del 2012 e al 74% del 2011): la presenza di quote rosa va mano a mano diminuendo con l aumentare del fatturato delle aziende. A livello di incarichi le donne a presiedere i Consigli di Amministrazione in qualità di Presidenti rappresentano il 7% (in flessione di un punto percentuale rispetto al 2013) ed il 10% ricoprono la carica di Amministratore Delegato, dato che, dopo una crescita dell 1% nel 2013 si riporta sui livelli del 2012. 6

LE SANZIONI In caso di inadempienza da parte delle società partirà una diffida da parte della Consob a reintegrare il C.d.A. o i collegi entro quattro mesi. Se le società non si adegueranno, scatterà un'ulteriore diffida di tre mesi e sanzioni pecuniarie da 100mila a un milione di euro per i C.d.A. e da 20mila a 200mila euro per i collegi sindacali. Se le società dovessero continuare a non adeguarsi nonostante la diffida di sette mesi e le sanzioni, allora scatterà la decadenza del consiglio di amministrazione e degli organi di controllo. A vigilare sulla corretta applicazione delle quote sarà la Consob. 7

I settori nei quali la presenza di quote rosa in posizioni dirigenziali è sopra la media globale sono quelli legati ai servizi (istruzione 51%, servizi professionali 27%, accoglienza 37%, salute 29% e servizi finanziari 29%). Ben al di sotto del dato medio la presenza invece nell edilizia (20%), agricoltura (16%), industria mineraria (12%) e utilities (16%). 8

La questione di genere nell ambito politico non ha ancora visto una definizione Nei mesi scorsi il Parlamento italiano ha dibattuto ampiamente sulla opportunità di riservare delle quote alle parlamentari. Sul tema se ne è discusso in sede politica con la richiesta di introdurre una parità di genere in una percentuale di 60%-40% per i capilista, tuttavia l emendamento riguardante le riserve per le quote di genere è stato bocciato. 9

LE RAGIONI DEL SI 1) In situazioni di arretratezza culturale consente l emersione di capacità offerte dal mondo femminile; 2) Costituisce un primo passo per il raggiungimento di uno standard economico paritetico; 3) L integrazione di caratteristiche personali specifiche del mondo femminile possono migliorare l efficienza aziendale sulla base del presupposto che la varietà è costruttiva; 4) Il confronto tra generi dà luogo a indagare soluzioni nuove a fronte di realtà già codificate. 10

LE RAGIONI DEL NO 1) Le differenze di genere non sono l unica disparità esistente; 2) Gli incarichi devono essere guadagnati sul campo; 3) Relativamente all ambito politico le quote del 60%/40% proposte non rispetterebbero la parità; 4) Le proposte sono state talvolta utilizzate strumentalmente dalla politica; 5) Per molte donne la proposta in sé è umiliante. 11

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