LA FORMAZIONE DEL CANZONIERE di Francesco Carnera Il frammento e il libro «[ ] raccoglierò gli sparsi frammenti dell anima mia» è l impegno che il personaggio Franciscus dichiara al suo inflessibile inquisitore Augustinus nel dialogo del De Secreto conflictu curarum mearum. 1 Questa dichiarazione di intenti può essere richiamata a sublime sintesi dell opera autobiografica del Poeta a cominciare dalla composizione delle rime volgari: raccolta sparsa di poesie d amore e insieme romanzo con una forte struttura narrativa interna. Dentro questo ossimoro fragmentorum liber 2 si dispiega tutta l originalità del testo poetico petrarchesco. I lettori sono chiamati ad uno sforzo interpretativo doppio, da un lato l interpretazione del singolo componimento dall altra il disvelamento del progetto complessivo sotteso al macrotesto-canzoniere. Il significato del Canzoniere «non sembra riconducibile alla somma dei significati dei singoli componimenti». 3 E questo appare tanto più plausibile se si osserva il metodo di lavoro del poeta: 4 scriveva su fogli bianchi o su fogli dove c era dello spazio, quando era giunto ad uno stadio soddisfacente del suo lavoro (oppure la quantità di correzioni e di aggiunte rischiavano di non essere chiare neanche all autore) trascriveva in bella copia raccogliendo in fascicoli. Questi fascicoli non erano destinati al pubblico, ma formavano delle raccolte di servizio. Conosciamo l esistenza di queste raccolte indirettamente analizzando il codice degli abbozzi. La prova più antica di una trascrizione dagli abbozzi è fornita dalla postilla datata «4 novembris 1336. Reincepi hine scribere» («4 novembre 1336. Ho ricominciato a scrivere da qui») che appare nell angolo superiore sinistro del 1 Per lo studio del Secretum in rapporto al progetto autobiografico si rinvia a MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, Bologna, Il Mulino, 1992, pp. 56-75. Di notevole interesse per un rapporto tra Secretum e Canzoniere vedi anche RINO CAPUTO, Cogitans fingo. Petrarca tra Secretum e Canzoniere, Roma, Bulzoni, 1987. 2 Fragmentorum liber è anche il titolo delle prime redazioni del Canzoniere. 3 MARCO SANTAGATA, Dal Sonetto al Canzoniere. Ricerche sulla preistoria e la costituzione di un genere, Liviana, Padova, 1979. 4 Per lo studio della formazione del Canzoniere si rinvia agli studi di Ernest H. Wilkins, integrati e, in parte corretti, da Marco Santagata.
sonetto Più volte il dì mi fo vermiglio e fosco. 5 Questa raccolta non rappresenta dunque una vera e propria composizione di un libro di rime, al più può essere considerata un primo passo. 6 Altre raccolte di questo tipo sono ricavabili da altre date poste in margine del codice, e sono identificabili nei periodi 1359-60, 1366-68. 7 Un altro tipo di raccolte sono pensate come libro di rime, destinate quindi ad un pubblico. La prova dell esistenza di almeno una raccolta di questo tipo è fornita sempre dal Vat. Lat. 3196 che dal sonetto 34 riporta la postilla «iniziata la trascrizione da questo punto, il 21 agosto del 1342». 8 Altri 14 componimenti sono depennati accompagnati dalla nota trascritto (transcriptus). Non sappiamo molto di questa raccolta, non conosciamo né l ordinamento né l effettiva diffusione, possiamo solo dedurre la natura mitologica e classicheggiante. Ritorna il mito di Apollo e di Dafne costretta a trasformarsi in alloro per sfuggire alle mire erotiche del dio Apollo. 9 Riportiamo l incipit dei componimenti con il numero d ordine che assumeranno nella redazione definitiva del Canzoniere: 34. Apollo, s anchor vive il bel desio 35. Solo et pensoso i più deserti campi 36. S io credesse per morte essere scarco 41. Quando dal proprio sito si rimove 42. Ma poi che l dolce riso humile et piano 43. Il figliuol di Latona avea già nove 44. Que che n Tesaglia ebbe le man sì pronte 45. Il mio adversario in cui veder solete 46. L oro et le perle e i fior vermigli e i bianchi 60. L arbor gentil che forte amai molt anni 64. Se voi poteste per turbati segni 69. Ben sapeva io che natural consiglio Redazione Correggio 5 In FRANCESCO PETRARCA, Frammenti e rime estravaganti e Il codice Vaticano Latino 3196, a cura di Laura Paolino, in Opere italiane, vol II, p. 828. 6 Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., p. 136. 7 Idem, p.122 8 Vat. Lat. 3196 c. 9v «ceptum transcribi ab hoc loco. 1342 augusti 21, hora 6». Cfr. FRANCESCO PETRARCA, Frammenti e rime estravaganti e Il codice Vaticano Latino 3196, a cura di Laura Paolino, cit., vol II, p. 831. 9 Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., pp. 137-141.
Si può parlare di un nucleo narrativo del Canzoniere con la cosiddetta Redazione Correggio del 1357. L uscita di questa vera e propria edizione è ricavabile da una postilla del codice degli abbozzi che annuncia che un tal Gerolamo evidentemente un suo copista ha iniziato a trascrivere il primo quaderno di pergamena per il signor Azzo 10. Gli studiosi che se ne sono occupati hanno potuto solo procedere per congetture non essendo pervenuto nessun testimone di questo codice. 11 Rimane allo stato di ipotesi anche il fatto che la Correggio non fosse divisa in due parti, in vita e in morte di Laura. 12 Non sappiamo se la Redazione sia stata effettivamente pubblicata ma alcuni riferimenti interni ai componimenti suggerirebbero non solo la diffusione, ma anche il successo di pubblico di questa edizione. 13 1-120, Donna, 122-142, 264-292 Tabella I - Redazione Correggio Le congetture sull ordinamento e sull analisi dei testi poetici, effettuati anche grazie all analisi delle redazioni successive, dimostrerebbero che questa Redazione è la più coerente dal punto di vista narrativo. Qui la vicenda amorosa si dispiega in tutta chiarezza seguendo un percorso fondamentalmente cronologico: 14 un iter autobiografico che registra gli eventi occorsi al poeta, la passione amorosa e poi l inopinata morte della protagonista, per arrivare poi al silenzio poetico, al rifiuto della poesia: Or sia qui fine al mio amoroso canto (RVF CCXCII, 12) 10 Vat. Lat. 3196 c. 7r Cfr., FRANCESCO PETRARCA, Frammenti e rime estravaganti e Il codice Vaticano Latino 3196, a cura di Laura Paolino, cit., vol II, p. 816. 11 «Non mi sentirei di escludere che un giorno, tra le centinaia di codici che portano rime di Petrarca, possa uscire un testimone di questa redazione», MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., p.144. 12 Santagata propende per l ipotesi della non bipartizione, di diverso avviso Wilkins.Cfr. ERNEST H. WILKINS, Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, cit. p.144. 13 Ci riferiamo al sonetto 293 «S io avesse pensato che sì care / fossin le voci de sospir miei in rima, / fatte l avrei, dal sospirar mio prima, / in numero più spesse, in stil più rare». Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit.,. p.144. 14 ERNEST H.WILKINS, Vita del Petrarca e la foprmazione del Canzoniere, cit., p.345.
L edizione Boccaccio. La Forma Chigi Dopo la Redazione Correggio si apre la vera e propria tradizione manoscritta del Canzoniere. La prima forma 15 pervenuta è rappresentata da un codice esemplato da un copista d eccezione: Giovanni Boccaccio che trascrisse le poesie nel manoscritto ora conosciuto come il Chigiano L.V. 176 della Biblioteca Vaticana. Lo stato attuale non corrisponde alla copia allestita da Boccaccio, ma siamo in grado di ricostruirla nella sua versione originale. 16. Il codice conteneva la Vita Nova, le canzoni e la Commedia di Dante seguite dal Canzoniere di Francesco Petrarca. Accompagnano i testi di questi due poeti fiorentini alcuni scritti di Boccaccio: una sintesi del Trattatello in laude di Dante e l epistola Ytalie iam certus honos, un carme che accompagnò la copia della Commedia donata al Petrarca. Per la prima volta un edizione del Canzoniere, benché manoscritta, si presta ad un operazione di politica editoriale tesa da una parte a definire un egemonia fiorentina nella letteratura (introducendo neanche tanto velatamente l idea delle tre corone ) e dall altra a perseguire l'idea del libro di poesia come «selezione storiografica e interpretazione critica omogenea e solidale a un progetto letterario». 17. La Forma Chigi risulta, per la prima volta bipartita e contiene 215 testi, nella prima parte i componimenti 1-120, Donna, 122-156, 156-165 169-173, 184-185,178,176-177, 189, mentre nella seconda parte la sequenza è dalla canzone 264 al sonetto 304. Verso la redazione finale. Forma Giovanni Alla fine del 1366 Petrarca incarica Giovanni Malpaghini di allestire un esemplare in pergamena del suo libro. Abbiamo già avuto modo di descrivere il codice Vat. Lat. 3195 e l importante ruolo ricoperto dal giovane Malpaghini. Il copista, evidentemente su indicazioni di Petrarca, copiava alternativamente poesie della prima e della seconda parte. 15 Usiamo il termine forma per indicare le redazioni intermedie tra la Redazione Correggio e la Redazione Vaticana così come suggerisce Santagata. Cfr. FRANCESCO PETRARCA, Canzoniere, a cura di Marco Santagata, in Opere italiane, Milano, Meridiani Mondadori, p. CLXXXVII. 16 Lo studio del codice e la sua primitiva disposizione si deve a Domenico De Robertis, cfr. Il Codice Chigiano L.V. 176 autografo di Giovanni Boccaccio, Edizione fototipica con Introduzione di Domenico De Robertis, Roma, Archivi Edizioni, Firenze, Alinari, 1974 17 Cfr. FURIO BRUGNOLO, Il libro di poesia nel Trecento, in MARCO SANTAGATA, AMEDEO QUONDAM (a cura di), Il libro di poesia dal copista al tipografo, Modena, Panini, 1987.
Parte prima Parte seconda 1-120, Donna, 122, 178, 180-190 264-318 Tabella II - L'ordinamento della Forma Giovanni Ci interessa ora capire se l inaspettata fuga del giovane lasciava un opera incompleta oppure se può essere considerata una forma licenziata dall autore. Questa redazione può dirsi completa anche per l analisi dei sonetti che chiude la prima parte (190. Una candida cerva sopra l erba) confrontato con l ultimo della seconda (318. Al cader d una pianta che si svelse). Il confronto dimostra che i due finali si «adattano bene alla funzione di epilogo». 18 Interrotto il lavoro, anche se con una coerenza narrativa interna accertata, viene ripreso un anno dopo dallo stesso Petrarca che aggiunge ad entrambe le parti in vita e in morte altri componimenti. Il codice degli abbozzi ancora una volta testimonia il passaggio dall idiografo all autografo: i sonetti 191, 192 e 193 riportano la nota transcriptus per me 19 ( trascritto da me ). La crescita di questa redazione fu molto lunga, Petrarca ci lavorò per sei sette anni intervallando con pause più o meno lunghe. 20 Da questo punto in poi non è possibile parlare di redazioni. L opera si presenta come «un organismo che, pur con oscillazioni e pentimenti, si evolve e si accresce con il tempo». 21 Questo lungo periodo di gestazione conobbe due aperture al pubblico : Petrarca fece conoscere le raccolte, note rispettivamente come Forma Malatesta, dal nome del destinatario, e la Forma Queriniana (1373) della quale si ignora il destinatario, tanto che il nome deriva dal manoscritto che la tramanda. Forma Malatesta L invio di una raccolta delle Rime al signorotto di Rimini Pandolfo Malatesta è accompagnato da una lettera in cui, oltre a scusarsi per la rozzezza 18 Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., p.270. 19 Vat. Lat. 3196 c.1v, c2r. Cfr. FRANCESCO PETRARCA, Frammenti e rime estravaganti e Il codice Vaticano Latino 3196, a cura di Laura Paolino, cit., vol II, p. 816. 20 Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., p.280 21 Ibidem.
dello stile, si scusa anche per la rozzezza della scrittura, colpevole la rarità dei copisti e la scarsezza «di chi attende a queste bisogne»; inoltre se giunge in ritardo, «siano di scuse la pigrizia del copista[ ]». 22 In un poscritto Petrarca si impegna ad aggiungere altri componimenti che potranno essere aggiunti negli appositi spazi bianchi che si trovano alla fine di entrambe le parti. L epistola, con la consueta revisione editoriale, trovò posto nella raccolta delle Senili 23 con un inserimento postumo che ribadisce l idea delle poesie volgari come inezie giovanili e il rammarico (retorico) del loro successo: «quegli scritti che a mio dispetto il volgo possiede e guasta a piacimento[ ]». 24 La copia di questo manoscritto non ci è pervenuta ma possiamo ricostruire l ordinamento partendo da un manoscritto della fine del Quattrocento, il Laurenziano XLI, 17. Parte prima 1,3,2,4-79,81-82,80,83-120, 122, Donna,123-242,121, 243 Parte Seconda 264-339,342, 340, 351-354,350, 355, 366 [359, 341, 343, 356] Tabella III - Ordinamento Forma Malatesta Come vedremo, un codice appartenente alla famiglia Malatesta venne utilizzato per la prima stampa del Canzoniere nel 1470. 25 Forma Queriniana Pandolfo Malatesta ricevette la preziosa copia nel 1373, pochi mesi dopo Petrarca diffonde un altra raccolta, la Queriniana. Sostituisce la ballata Donna mi 22 Parte della lettera, ora in Var, 9, è riportata da ERNEST H. WILKINS, Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, cit., p.366. 23 La raccolta di lettere Rerum senilium libri vennero allestite a seguito della morte del dedicatario delle Familiares, l amico Socrate (pseudonimo scelto dal poeta per Ludwig Van Kempen). Per le notizie sulle Seniles si rinvia allo studio di VINICIO PACCA, Petrarca cit. p. 224 e segg. 24 Sen. XIII, 11. Il brano è riportato in ERNEST H. WILKINS, Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, cit., p. 367. 25 «Non risulta che esista alcun altro manoscritto identico nel suo contenuto al Laurenziano XLI, 17 [ ] ce ne sono altri 25 che, insieme con la stampa del 1470, appartengono chiaramente alla famiglia Malatesta [ ]», cfr. ERNEST H. WILKINS, Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, cit., p. 370.
vene spesso ne la mente con il madrigale 26 121.Or vedi, Amor, che giovenetta donna. Sul Vat. Lat. 3195 Petrarca erase la ballata lasciando la D miniata in rosso e raschiando le parti sporgenti per farla diventare una O abbastanza passabile. 27 Gli altri componimenti sono gli stessi della Malatesta ma disposti in modo leggermente diverso. Anche di questa forma non abbiamo l originale ma un manoscritto del tardo Trecento (D, II, 21 Biblioteca Queriniana di Brescia): Parte prima Parte seconda 264-339, 342, 340, 350-352, 354, 1-243 353, 355, 366 Tabella IV - Ordinamento Forma Queriniana Queste redazioni furono considerate dai contemporanei veri e propri avvenimenti letterari e furono gli ultimi libri che circolarono prima della morte del poeta. Gli studiosi tendono invece a considerare i reperti come un sottoprodotto del lavoro sul Vat. Lat. 3195. 28 Redazione vaticana e redazione definitiva Ormai la storia del Canzoniere coincide con la storia del Vat. Lat. 3195. Petrarca vi si dedica a più riprese (sono almeno 6 le fasi di lavoro, quattro precedenti alla Malatesta e due successive alla Queriniana), finché nel 1374 il corpus delle rime, suddiviso in due parti, raggiunge il numero di 366. L opera aveva perso molto della struttura narrativa del racconto ; la vicenda umana e esistenziale così come risultava dalla Redazione Correggio. Parte prima 1-263 Parte seconda 264-336, 350, 355, 337-349, 356-365 351-352, 354, 353, 366 Tabella V - Redazione Vaticana 26 Sui madrigali del Petrarca rimandiamo a LAURA PAOLINO, Ancora qualche nota sui madrigali di Petrarca (RVF 52, 54, 106, 121), in Italianistica, XXX, 2, p. 307-323. 27 Cfr. ERNEST H. WILKINS, Vita del Petrarca e la formazione del Canzoniere, cit., p. 374. 28 Cfr. MARCO SANTAGATA, I Frammenti dell anima, cit., p. 287.
Il numero di componimenti era ormai definitivo, così come gli estremi delle due parti. Con una intuizione improvvisa 29 riscrive al margine degli ultimi trentuno componimenti un nuovo ordinamento, che, evidentemente doveva apparire al poeta una scelta più coerente. Finalmente il lungo percorso, durato complessivamente un quarto di secolo, si concluse. Petrarca, alle soglie della morte, aveva finalmente trovato l opera che doveva salvarlo dall oblio dei posteri. La lunga gestazione, nonché la diffusione in varie raccolte ordinate oppure disperse delle sue poesie non fu senza conseguenze. La tradizione manoscritta e a stampa testimonia questo work in progress e non fu indifferente alla sostanziale incomprensione dei suoi esegeti, anche quelli più attenti e preparati. Solo l autorità dell autografo (almeno quando esso non era messo in discussione) e la sensazione netta di trovarsi di fronte un perfetto mosaico di tessere, nonostante non riuscissero a trovare il senso complessivo del libro, 30 consentì questa straordinaria fortuna della sua opera in versi. 29 Cfr. Idem, p.295. 30 «Che quelle tessere si componessero in un libro era evidente agli occhi dei petrarchisti, ma incomprensibile alla loro mente», cfr. Idem, p. 342.