L albero nell ambiente urbano

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Consiglio di Quartiere 4 Assessorato all Ambiente Assessorato alla Partecipazione democratica e ai rapporti con i Quartieri In collaborazione con ARSIA L albero nell ambiente urbano Firenze 31 Maggio 1 Giugno 2007 Limonaia di Villa Strozzi Via Pisana, 77 31 Maggio - Sessione pomeridiana L albero nella città

Cancro del platano e del cipresso sulle alberature cittadine Alberto Panconesi IPP CNR Firenze Molti sono gli aggressori, biotici e abiotici, capaci di causare danno o indurre stati di sofferenza e pericolosità alle piante arboree. In ambiente urbano le piante vengono a trovarsi in condizioni di vita artificiose dovute alle scelte dell uomo ed alle sue attività. In questo ambiente spesso ostile e destinato a diventarlo ogni giorno sempre di più, le maggiori conseguenze sono sopportate dalle piante arboree che a lungo devono soggiornare in queste difficili condizioni. Questo complesso di cause ostili non riguarda solo la parte aerea (inquinanti atmosferici gassosi e polveri fini), ma soprattutto l apparato radicale (asfissia, siccità, perdita di sostanze organiche, carenze alimentari e microbiche ed eccesso di sostanze azotate). La risultante è che tutto ciò contribuisce ad indebolire le piante e a renderle meno reattive e più sensibili alle aggressioni parassitarie e ai danni ambientali. In questo contesto le piante divengono sempre più deboli e sono aggredite da una serie di parassiti secondari o da debolezza che altrimenti non sarebbero mai riusciti a penetrare nei loro tessuti. Questi parassiti sono estremamente pericolosi poiché una volta penetrati nella pianta non arrestano la loro azione fino al cedimento strutturale dell organo colpito (che può essere facilitato dall azione del vento) o alla morte della pianta. Oltre ai parassiti secondari esistono una serie di parasiti primari per i quali lo stato vegetativo della pianta non ha alcun interesse, anzi, preferiscono attaccare le piante quando sono in ottimo stato vegetativo. Tra questi ultimi si collocano il Seiridium cardinale, agente patogeno del famigerato cancro del cipresso e la Ceratocystis platani (= Ceratocystis fimbriata f. sp. platani), agente del cancro colorato del platano. Per quanto riguarda la C. platani, dopo aver imperversato per molti anni nel mondo e in Italia, la malattia è comparsa anche sulle alberature di platano del comune di Firenze (1984) dove è tuttora presente e dannosa. Le molteplici e diversificate possibilità di diffusione e le difficoltà di lotta chimica preventiva o terapeutica hanno reso molto difficoltosa l estinzione dei focolai di infezione. D'altronde la scarsa osservanza della legge e delle norme pratiche di attuazione e quella dei relativi controlli, non hanno certo facilitato il raggiungimento di tale obbiettivo. Oggi sta per entrare sul mercato un clone di platano resistente alla malattia: Vallis clausa, selezionato dai francesi, ma non ancora saggiato per la resistenza ai ceppi di C. platani italiani. Per quanto riguarda il S. cardinale, la malattia è conosciuta da tutti, dato che da molti anni i nostri boschi e le nostre piantagioni ornamentali sono costellate da cipressi seccaginosi o morti. Sebbene oggi i disseccamenti siano meno numerosi e frequenti che in passato, le piante continuano ancora a disseccare e morire.

Dunque non dobbiamo abbassare la guardia e bonificare le piante non appena compaiono i primi disseccamenti. Le piante morte potranno essere sostituite con i cloni resistenti al cancro selezionati e brevettati dall IPP e disponibili in commercio. Le principali cultivar selezionate dall IPP sono nominate: Bolgheri, Agrimed 1 e più recentemente Italico e Mediterraneo.

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