A. Palladio, Palazzo Thiene (XVI sec.) - Sede storica della Banca Popolare di Vicenza



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A. Palladio, Palazzo Thiene (XVI sec.) - Sede storica della Banca Popolare di Vicenza

Società Cooperativa per azioni a responsabilità limitata - Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi - Capogruppo del Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza - Sede legale: Vicenza - Via Btg. Framarin, 18 - Codice fiscale, Partita IVA e n. di iscrizione al Registro delle Imprese di Vicenza 00204010243. - Iscritta al R.E.A. di Vicenza al n. 1858 - Iscritta al n. 1515 dell Albo delle Banche e dei Gruppi Bancari. - Capitale sociale interamente versato al 31.12.2002 154.266.210,00 Codice ABI 5728.1 ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI Relazioni e Bilancio al 31 dicembre 2002 136º Esercizio Vicenza, 10 maggio 2003

SOMMARIO Cariche sociali 4 Documenti di convocazione dell Assemblea Ordinaria dei Soci 5 Avviso di convocazione 6 Bilancio dell impresa esercizio 2002 Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione 9 Quadro generale 10 Le innovazioni del quadro normativo 22 Le attività strategiche 24 Attività di ricerca e sviluppo 29 Prodotti, servizi e mercato 29 Il rischio di credito 36 Sistema dei controlli strategici e di auditing 38 Attività organizzative 40 Attività svolta sulle risorse 42 L organizzazione sul territorio 46 L immagine aziendale 47 Attività di impiego e raccolta 53 Rilevazione e dinamica dei rischi di mercato sul portafoglio titoli 60 Partecipazioni 62 Il Patrimonio netto e di Vigilanza 67 Rapporti verso le imprese del Gruppo 70 Commento ai risultati economici 71 Prevedibile evoluzione della gestione 77 Fatti significativi intervenuti dopo la chiusura dell esercizio 78 Proposta di riparto degli utili 81 Relazione del Collegio Sindacale 85 Stato Patrimoniale 90 Conto Economico 92 Nota Integrativa 93 Allegati alla nota integrativa -Partecipazioni al 31 dicembre 2002 190 -Prospetto delle variazioni nei conti di Patrimonio netto 192 -Rendiconto Finanziario 194 Relazione della Società di Revisione 197 Bilancio consolidato 201 Relazione sulla gestione 203 Relazione del Collegio Sindacale 223 Stato Patrimoniale consolidato 226 Conto Economico consolidato 228 Nota Integrativa al Bilancio consolidato 229 Allegati alla nota integrativa consolidata 321 -Rendiconto Finanziario consolidato 322 -Prospetto delle variazioni nei conti di Patrimonio netto consolidato 324 -Stato Patrimoniale e Conto Economico delle Società consolidate 327 Relazione della Società di Revisione 367 Organizzazione territoriale 371

CARICHE SOCIALI CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Vice Presidenti Consigliere Delegato Consigliere Segretario Consiglieri * Giovanni Zonin * Giovanni Bettanin * Marino Breganze * Glauco Zaniolo * Giorgio Tibaldo Giuseppe Di Lenardo * Zeffirino Filippi Danilo Longhi * Franco Miranda * Gianfranco Pavan * Paolo Sartori Fiorenzo Sbabo Maurizio Stella Paolo Tellatin Ugo Ticozzi COLLEGIO SINDACALE Presidente Sindaci effettivi Sindaci supplenti Giovanni Zamberlan Giacomo Cavalieri Giuseppe Rebecca Giuseppe Mannella Marco Poggi COLLEGIO DEGLI ARBITRI Presidente Arbitri effettivi Arbitri supplenti Nicola Amenduni Gian Paolo Boschetti Pierantonio Maule Gianfranco Corà Altegrado Zilio Direttore Generale Vice Direttore Generale Vicario Vice Direttore Generale Divo Gronchi Luciano Colombini Samuele Sorato * Membri del Comitato esecutivo. 4

DOCUMENTI DI CONVOCAZIONE DELL ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI La convocazione dell Assemblea Ordinaria dei Soci è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Banca in data 12 marzo 2003. Il relativo avviso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana nº 78 del 3 aprile 2003, parte seconda, e sul quotidiano MF del 30 aprile 2003, come prescritto per legge. 5

ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI 6 AVVISO DI CONVOCAZIONE I Soci della Banca Popolare di Vicenza sono convocati in Assemblea ordinaria in prima convocazione per il giorno martedì 29 aprile 2003, alle ore 15.00, presso la sede legale in Vicenza, via Btg. Framarin n. 18, per discutere e deliberare in merito al seguente ordine del giorno 1. Nomina, per il triennio 2003-2005, di cinque Consiglieri di Amministrazione. 2. Presentazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2002: relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione e sulla proposta di ripartizione dell utile; relazione del Collegio Sindacale; deliberazioni inerenti e conseguenti. 3. Copertura degli oneri connessi all espletamento di funzioni amministrative o di controllo: assunzione da parte della Banca degli oneri derivanti da responsabilità civile verso i terzi, nonché dalle spese legali ed accessorie per i relativi procedimenti e dalle spese di difesa in procedimenti penali, sopportate da componenti degli organi amministrativi o di controllo coinvolti negli eventuali rispettivi procedimenti per tutti i gradi di giudizio; determinazione dell efficacia dell assunzione degli oneri in questione con riferimento ai procedimenti civili e/o penali che dovessero essere promossi o comunque iniziati dopo la data di deliberazione. Qualora l Assemblea ordinaria in prima convocazione non fosse validamente costituita per insufficienza del numero dei Soci presenti previsto dall art. 26 dello Statuto sociale, essa è sin d ora convocata in seconda convocazione, con il medesimo ordine del giorno, per il giorno sabato 10 maggio 2003, alle ore 9.00, presso il Centro Congressi Ente Fiera via dell Oreficeria n. 16, Vicenza. Hanno diritto di intervenire in Assemblea ed esercitarvi il diritto di voto i Soci che risultino iscritti nel libro soci da almeno tre mesi e siano in possesso della apposita certificazione rilasciata, ai sensi dell art. 85, comma 4, del D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, e dell art. 34 della delibera Consob n. 11768 del 23 dicembre 1998, da un intermediario aderente al sistema di gestione accentrata Monte Titoli S.p.A. attestante l avvenuto deposito delle azioni almeno cinque giorni prima dell Assemblea. Le azioni già depositate presso le Banche del Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza si intendono depositate anche ai fini dell Assemblea. I Soci titolari di azioni non ancora dematerializzate, al fine di partecipare all Assemblea, dovranno consegnare preventivamente le azioni presso le dipendenze della Banca o altro intermediario autorizzato per la loro immissione nel sistema di gestione accentrata in regime di dematerializzazione, a norma dell art. 51 della delibera Consob n. 11768 del 23 dicembre 1998, e richiedere il rilascio della citata certificazione. E ammessa la rappresentanza di un Socio da parte di un altro Socio che non sia Amministratore, Sindaco o Dipendente della Banca o delle Società da essa controllate. Le deleghe, compilate a norma di legge, valgono tanto per la prima che per la seconda convocazione e devono essere autenticate, oltre che, ovviamente, da Notai o Pubblici Ufficiali abilitati, unicamente dai Direttori delle filiali - presso le quali il Socio delegante intrattenga rapporti bancari - delle banche appartenenti al Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza, dai Capi Area e dai Dirigenti appositamente autorizzati. Come previsto dall art. 24 dello Statuto sociale ogni Socio può rappresentare solo un altro Socio. Non è ammessa la rappresentanza da parte di persona non socia, anche se munita di mandato generale. Tali limitazioni non si applicano ai casi di rappresentanza legale. Si comunica, altresì, che la documentazione afferente all ordine del giorno sopra riportato, in conformità a quanto previsto dalla vigente normativa, resta a disposizione dei Soci presso la sede legale della Banca; per agevolarne la visione, la stessa sarà resa disponibile nei quindici giorni antecedenti l Assemblea anche presso tutte le filiali della Banca. Vicenza, 12 marzo 2003 Per il Consiglio di Amministrazione Il Presidente cav. lav. dott. Giovanni Zonin

Palazzo Thiene: Il giudizio di Paride, capolavoro di Orazio Marinali e la coppia di busti allegorici Onore e Merito, entrati a far parte nell anno della collezione d arte antica della Banca, protagonisti della mostra sulla scultura veneta fra Sei e Settecento tenutasi a fine 2002 nella sede storica dell Istituto.

Fra le manifestazioni culturali dell'anno: il concerto del coro I Crodaioli nel cortile palladiano di Palazzo Thiene (a sinistra) e la mostra delle sculture di Arturo Martini della Banca Popolare di Vicenza ospitata dalla Galleria d'arte moderna di Palermo nella Gipsoteca di Palazzo Ziino.

RELAZIONE SULLA GESTIONE Signori Soci, l opera di consolidamento intrapresa con il fine di migliorare i risultati aziendali, e già richiamata nella precedente relazione di bilancio, aveva creato la base su cui realizzare, nel 2002, altri numerosi interventi di razionalizzazione, tanto di carattere organizzativo, quanto sull assetto societario del Gruppo. Riepiloghiamo sinteticamente le azioni salienti, prima di esporre i fatti che hanno caratterizzato l esercizio sociale. Il completamento del nuovo modello di rete adottato per le filiali costituisce certamente l intervento di maggior portata, sia per il numero delle risorse umane coinvolte nel processo di profonda rivisitazione dei ruoli e delle professionalità, sia per l impatto che tale cambiamento ha avuto sulla clientela, verso la quale, ora, la Banca può rivolgersi in maniera ancor più personalizzata. Di sicura rilevanza, inoltre, sono stati gli interventi sulle partecipazioni. Tra queste numerose iniziative, citiamo le più importanti: l integrazione in un unica realtà operante nel Sud Italia delle due banche siciliane (Banca Nuova e Banca del Popolo); l alleggerimento degli adempimenti amministrativi conseguiti attraverso la liquidazione delle quattro controllate che avevano ceduto il loro ramo bancario alla Capogruppo, ed erano divenute non operative; la ridefinizione strategica del ruolo di Banca Idea verso il coordinamento dei promotori finanziari, con conseguente estrapolazione delle attività non coerenti con la rinnovata missione; il rafforzamento di Immobiliare Stampa S.p.A., nella quale sono confluite tutte le proprietà immobiliari della nostra Banca e quelle ancora detenute dalla Banca Popolare Udinese; l adesione alla costituzione di Sec Solution, società consortile emanazione di Sec Servizi, che si propone per una gestione più economica delle attività amministrative; la cessione delle quote detenute nelle società reputate non strategiche (Arca Merchant S.p.A, Centrosim S.p.A., Unione Fiduciaria S.p.A., Centrobanca S.p.A., Mediocredito del Friuli, Banca Popolare di Novara Scrl, Arca Assicurazioni S.p.A.); la sottoscrizione di un patto di sindacato con il Monte dei Paschi di Siena avente una valenza strategica per il governo della partecipazione detenuta nella Banca Nazionale del Lavoro; la formalizzazione del contratto per l acquisizione del 79% della Cassa di Risparmio di Prato. Nei prossimi mesi l opera di riordino sarà focalizzata sulle società controllate non ancora in grado di garantire il raggiungimento, in tempi brevi, di una redditività adeguata. Da sottolineare è pure la decisione di emettere un prestito obbligazionario convertibile di 308.532.354,00 Euro, le cui motivazioni possono riassumersi nell opportunità di conseguire un significativo rafforzamento del patrimonio, adeguandolo allo sviluppo attuale e prospettico della Banca. Degne di essere portate all attenzione di quest Assemblea, poi, sono certamente le evoluzioni di alcune procedure informatiche, quali: il sistema applicativo che regola, sia sotto il profilo del rischio, sia del controllo della redditività, le posizioni assunte dalla tesoreria nei vari strumenti finanziari ed in prodotti derivati; i prodotti evoluti a supporto dei sistemi direzionali; l attribuzione di un rating interno alla clientela della Banca, utilizzato ora per migliorare il processo di erogazione dei crediti alla clientela. Segnaliamo, infine, anche per la valenza formativa verso l utilizzo degli strumenti informatici, l assegnazione a tutti i dipendenti di un personal computer in comodato gratuito. È tuttavia sulla capacità di affermazione commerciale che la nostra Banca ha comprovato l efficacia del suo agire; ed è perciò opportuno ricordare alcuni risultati conseguiti nel corso di un 9

anno che ha visto: l accensione di 43.000 nuovi rapporti di conto corrente, l erogazione di 5.000 mutui ai privati per l acquisto della prima casa, l attivazione di 15.000 nuove utenze di banca telematica, il rilascio di oltre 20.000 nuove carte di debito e credito. Risultati, questi, che hanno prodotto l atteso effetto positivo sul conto economico, frutto delle azioni impostate nel corso dell esercizio e dello sforzo di tutta la struttura, alla quale va riconosciuto un plauso; ed infatti, il risultato delle attività ordinarie, che lo scorso anno chiudeva in negativo per 6.559 milioni di Euro, quest anno inverte il segno, collocandosi a 40.145 milioni di Euro. Nonostante un periodo caratterizzato da una riduzione dei tassi, la nostra Banca, grazie in particolare all aumento delle attività, ha saputo migliorare il margine finanziario, ed apportare un miglioramento al margine d intermediazione di quasi 18 milioni di Euro, pur non potendo contare sui dividendi BNL che l anno precedente avevano contribuito al conto economico per 9,3 milioni di Euro. L attento monitoraggio e gli interventi di riorganizzazione, che proseguono anche nel corrente esercizio, hanno consentito un visibile contenimento dei costi. Per apprezzarne meglio i risultati, basti anticipare: che a fronte del già citato incremento del margine di intermediazione (18 milioni di Euro), i costi sono aumentati di 5,6 milioni di Euro, assorbendo quindi meno del 32% dei nuovi ricavi prodotti, a conferma che le azioni impostate portano nella direttrice disegnata. Anche gli aggregati evidenziano risultati apprezzabili: gli impieghi verso clienti crescono del 15,3%, contro una crescita del sistema del 5,9%; la raccolta diretta sale del 9,8%, mentre quella di sistema si colloca sull 8,9%. Si illustra ora il quadro macroeconomico che ha caratterizzato l anno appena trascorso. QUADRO GENERALE Scenario economico internazionale L economia mondiale si è aperta, agli inizi del 2002, all insegna di un certo ottimismo, giustificato dagli incoraggianti segnali provenienti dai principali indicatori congiunturali, che tuttavia, si è andato progressivamente smorzando nella seconda parte dell anno. La ripresa economica non si è verificata, ed anzi si sono attenuate le dinamiche dello sviluppo, sull onda dei nuovi scandali che hanno colpito la borsa americana, delle crisi dei paesi sudamericani e soprattutto, dei crescenti timori di conflitto bellico in Iraq e della conseguente accelerazione dei prezzi petroliferi. Tutto ciò, nulla toglie al fatto che, nel suo complesso, il 2002 è stato, per l economia mondiale, migliore del 2001: secondo le stime della Commissione Europea, il prodotto globale sarebbe cresciuto del 2,6%, con una leggera crescita rispetto al +2,2% del 2001; i paesi appartenenti all O.C.S.E., d altra parte, si sarebbero caratterizzati per uno sviluppo più modesto (+1,5%), ma pur sempre superiore a quello dell anno precedente (+0,7%). 10 Tra i maggiori paesi industrializzati, il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è aumentato del 2,3% dopo la stagnazione del 2001 (+0,3%). La crescita economica è stata trainata principalmente dai consumi (+2,8%), la cui accelerazione si è concentrata nel primo semestre, supportata da un insieme di misure di sostegno, varate a fine 2001, quali gli sgravi fiscali, l espansione della spesa pubblica, in particolare di quella per la difesa, la politica monetaria fortemente espansiva e le politiche commerciali aggressive da parte dei produttori e dei distributori di beni di consumo durevole. Queste misure non sono bastate, però, a sostenere per tutto l arco dell anno la fiducia

delle famiglie americane, scossa dal peggioramento della situazione occupazionale (il tasso di disoccupazione è salito al 5,8% dal 4,8% dell anno precedente), dalla crisi di fiducia che ha investito i mercati borsistici e dai crescenti timori di guerra e di attentati terroristici. La crisi di fiducia quindi, ma anche l eccesso di capacità produttiva accumulata negli anni 90, hanno determinato un ulteriore caduta degli investimenti (-2%), che segue la già rilevante flessione del 2001 (-5,2%). L economia giapponese, nella prima parte del 2002, ha visto un recupero congiunturale, determinato dalla crescita delle esportazioni. La spinta si è però esaurita in corso d anno, tanto che il prodotto interno del Giappone si è ridotto (-0,7%), così come era già accaduto nel 2001 (-0,3%). La leggera crescita dei consumi (+0,8%) è stata vanificata dalla forte caduta degli investimenti (-5,5%), mentre il tasso di disoccupazione è salito, dal 5% del 2001, al 5,5%. Le altre economie asiatiche, sebbene con ritmi meno sostenuti di quelli del 2001, sono cresciute anche nel 2002 di circa il 5%. Nella maggior parte di quei paesi, lo sviluppo è stato sostenuto dalle esportazioni e dai consumi interni; e nel caso della Cina, che, con una crescita attorno al 7% presenta l incremento più significativo dell area, un contributo rilevante è venuto anche dagli investimenti, sia privati sia pubblici. Resta ancora difficile la situazione in America Latina, anche se non sono mancati segnali di recupero, in particolare dal Messico e dal Brasile. In Argentina il prodotto interno ha continuato a contrarsi a tassi annui superiori al 10%; il tasso di cambio del peso nei confronti del dollaro si è tuttavia stabilizzato, grazie ai controlli sulle uscite di capitali, e le riserve in valuta estera sono tornate ad aumentare. Persistono, comunque, tutte le difficoltà inerenti il rimborso del debito nazionale, sia verso i privati, sia verso le istituzioni finanziarie internazionali, per le quali a novembre, il governo argentino si è dichiarato insolvente nei confronti della Banca Mondiale. Nei Paesi dell Europa Centro Orientale, in particolare in quelli di prossima ammissione all Unione Europea (Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia e Polonia), la crescita economica è risultata, ancora una volta, relativamente vivace: la minore domanda per esportazioni, determinata dalla crisi tedesca, è stata controbilanciata da politiche di sostegno della domanda interna. Anche in Russia la crescita si è confermata piuttosto sostenuta, superiore al 4%. Questo andamento è stato favorito dall aumento dei prezzi delle materie prime petrolifere, che costituiscono la principale fonte di introiti della Repubblica Federale Russa. Per l Unione Europea, invece, il 2002 è stato un anno piuttosto complesso, in particolare per i paesi della zona Euro, alle prese con la delicata fase del changeover. Dal punto di vista tecnico, l operazione è perfettamente riuscita in tutti gli stati coinvolti; essa, tuttavia, ha determinato un rimbalzo verso l alto dei prezzi al consumo, concentrato nella prima parte dell anno e di entità variabile da paese a paese. Nella zona Euro, il ricorso a politiche fiscali espansive, a fronte della stagnazione economica, si è scontrato con i vincoli posti dal Patto di Stabilità; i prezzi al consumo, inoltre, sono cresciuti del 2,1%, un valore inferiore a quello del 2001 (+2,4%), ma pur sempre superiore all obiettivo della Banca Centrale Europea (2%), il che ha impedito, quantomeno fino a dicembre, un allentamento della politica monetaria. Oltre che al changeover, l evoluzione dei prezzi è riconducibile all accelerazione delle quotazioni del petrolio, dovuta alle attese di conflitto in Iraq e al blocco della produzione in Venezuela a seguito degli scioperi dei lavoratori del settore. 11

Il prodotto interno, nel complesso dell Unione Europea, nel 2002 è aumentato solo dello 0,9%, con una decelerazione rispetto al già modesto 1,6% dell anno precedente. Malgrado il rallentamento dell economia, la situazione del mercato del lavoro è, ancora una volta, migliorata, con una crescita dell occupazione dello 0,4%. Come per il 2001, in cui l incremento era stato ancor più consistente (+1,4%), questa dinamica è riconducibile a fattori strutturali, quali le riforme introdotte in alcuni Paesi, orientate ad una maggiore flessibilità del mercato. Il quadro della finanza pubblica si è deteriorato: la crescita del PIL inferiore alle previsioni e le politiche di bilancio più permissive, adottate a sostegno della domanda, hanno causato un aumento del rapporto tra deficit pubblico e PIL, dall 1% del 2001 al 2% del 2002. Tra i principali Paesi dell Unione Europea, le difficoltà maggiori sono state evidenziate dalla Germania, il cui PIL, nella media del 2002, è cresciuto dello 0,4%, dopo il già modesto +0,6% del 2001. L unico sostegno alla crescita è venuto dalle esportazioni (+1,8%), mentre la domanda interna si è ridotta dell 1,1%. La flessione dei consumi, in particolare, è stata dello 0,5% (+1,5% nel 2001), quella degli investimenti del 4,7% (-5,5% l anno precedente); in significativo peggioramento è risultata pure la situazione del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione in salita al 7,8% dal 7,3% del 2001. Particolare rilievo ha assunto il deterioramento della finanza pubblica, con il disavanzo che, in percentuale del PIL, ha raggiunto il 3,7%, tanto da indurre la Commissione Europea ad avviare una procedura d infrazione del Patto di Stabilità nei confronti della Germania. Dopo un inizio anno vivace, anche l economia francese ha rallentato. Il prodotto interno lordo è cresciuto dell 1% (1,8% nel 2001); la domanda interna è aumentata, a sua volta, dell 1%, con un contributo positivo dei consumi privati (+1,5%), mentre gli investimenti sono rimasti stazionari. Il tasso di disoccupazione è salito al 9%, dall 8,7% del 2001. La politica di bilancio espansiva attuata dalle autorità francesi ha determinato un sensibile peggioramento del rapporto deficit su PIL, salito al 2,7% dall 1,4% dell anno precedente. Il Regno Unito ha mantenuto un tasso di crescita del prodotto interno superiore alla media e pari al +1,5%. L incremento della domanda interna è stato del 2,3% (+2,6% nel 2001), grazie alla robusta crescita dei consumi (+3,6%), mentre gli investimenti sono calati del 4,4%. I mercati finanziari e la politica monetaria Nel 2002, come già nel 2001, i mercati azionari mondiali sono stati caratterizzati da una persistente debolezza. L eccesso d ottimismo, che aveva guidato il recupero nell autunno del 2001, e ad inizio 2002, si è smorzato in corso d anno, con l emergere di risultati inferiori alle attese delle aziende quotate. Alla delusione per le performance aziendali, si è andata a sommare, in particolare nel mercato statunitense, la crisi di fiducia sulla significatività dei risultati di bilancio, di cui i casi Enron e WorldCom hanno costituito le manifestazioni più clamorose. Da ultimo è subentrato un clima di crescente incertezza sullo scenario geopolitico e così in un anno: l indice Standard & Poor s 500, U.S.A., si è ridotto del 25%; il giapponese Nikkei è sceso del 19%; gli indici delle borse francese e tedesca sono calati rispettivamente del 35% e del 44%. In Italia, la caduta è stata meno accentuata, ma pur sempre di rilievo: l indice MIB in un anno è sceso di oltre il 23%. I valori attuali sono paragonabili a quelli di fine 97, oltre il 40% inferiori alle punte massime toccate nel 2000. La persistente debolezza della congiuntura ha spinto la Federal Riserve ad attuare, nel mese di novembre, un ulteriore taglio del tasso sui Fed Funds, abbassandolo dall 1,75% all 1,25%. Al 5 12

di dicembre, la Banca Centrale Europea ha effettuato, a sua volta, e dopo tredici mesi di stabilità, un taglio di 50 punti base, portando il tasso di riferimento al 2,75%. La decisione della BCE è indicativa del fatto che i rischi di recessione hanno acquisito, per le autorità monetarie europee, una rilevanza maggiore di quella delle pur temutissime tensioni inflazionistiche. 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 TASSO DI RIFERIMENTO E TASSI DI MERCATO 2,0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno Tasso BCE Euribor 3 mesi BTP 10 anni luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Fonte: Banca d'italia In questo scenario, il saggio interbancario a tre mesi (2,96% a dicembre nelle rilevazioni della Banca d Italia) si è ridotto, da fine 2001, di 39 punti base, mentre, in media annua, la contrazione è stata di 94 punti base (da 4,26% del 2001 a 3,32% del 2002). La flessione dei tassi a medio/lungo è stata più contenuta: il rendimento dei BTP a 10 anni, trattati sul mercato telematico dei titoli di Stato (MTS), è sceso in dodici mesi di 50 centesimi di punto; in media annua, la flessione è stata più contenuta (-15 centesimi). L introduzione dell Euro come moneta reale e non più solo virtuale è stata seguita dal progressivo rafforzamento della valuta europea: tra dicembre 2001 e la fine del 2002 l Euro si è rivalutato di quasi il 15% nei confronti del dollaro, passando da 0,892 a 1,022; una rivalutazione che è proseguita anche nei mesi successivi. L indebolimento della valuta americana trova origine in una serie di fattori, quali la riduzione dei flussi d investimento diretti al mercato azionario degli Stati Uniti, e l elevato differenziale tra i tassi in Euro e quelli in dollari. Soprattutto, sembra essere mutato l atteggiamento delle autorità americane, più propense ad assecondare un dollaro debole, per stimolare la crescita delle esportazioni ed aggiustare l enorme deficit delle partite correnti degli Stati Uniti. Il deficit U.S.A. in effetti costituisce uno dei maggiori squilibri dell economia mondiale; ed appare tanto più grave, in relazione alle difficoltà che incontrano i mercati finanziari d oltreoceano ad attrarre nuovi capitali. L economia italiana Il 2002 è stato, per l economia italiana, un anno di stagnazione. La crescita del PIL è risultata, infatti dello 0,4%, con una brusca frenata rispetto al 2001, quando l aumento era stato +1,8%. La decelerazione ha interessato tutte le componenti della domanda. La spesa delle famiglie, in particolare, è cresciuta dello 0,4% (+1% nel 2001), mentre i consumi finali nazionali, grazie al maggior dinamismo della spesa pubblica (+1,7%), sono aumentati ad un tasso leggermente superiore (+0,7%). 13

La dinamica debole dei consumi trova origine nel ridotto potere d acquisto delle famiglie, conseguenza della crescita dell inflazione superiore alle attese, ma anche nella percezione che le difficoltà congiunturali non siano transitorie, e, non da ultimo, nei crescenti timori di conflitto in Medio Oriente. In questa situazione di domanda stagnante, le imprese hanno, a loro volta, rinviato i programmi di ampliamento e rinnovo della capacità produttiva, tanto che la variazione tendenziale degli investimenti è stata quasi nulla (+0,5%). L impatto della cosiddetta Legge Tremonti per la detassazione degli utili reinvestiti è risultato modesto e concentrato a fine anno, in prossimità della scadenza. Nel quarto trimestre infatti, la variazione annua degli investimenti è stata del +3,9%: i macchinari e le attrezzature, in particolare, sono aumentati del 6,4%, a fronte di una media annua dello 0,8%; i mezzi di trasporto del 3,5% (+0,2% in media annua); le costruzioni dell 1,2% (+0,3% in media annua). Nel 2002, la produzione industriale ha inanellato, quasi senza soluzioni di continuità, una serie di variazioni tendenziali negative. Nella media dell anno la flessione è stata del 2,2%, con una moderata tendenza al recupero nel corso dell ultimo trimestre. L arretramento produttivo ha interessato tutti i comparti: la caduta per i produttori di beni di consumo è stata del 2,8%; quella dei beni intermedi dell 1,5%; quella dei beni d investimento del 4,6%. Solo nell ultimo bimestre i beni d investimento hanno evidenziato uno spunto moderatamente positivo, da ricondurre, probabilmente, alla necessità di sfruttare le agevolazioni fiscali sugli investimenti, in scadenza a fine 2002. Andamenti simili a quelli della produzione hanno interessato il fatturato, la cui contrazione (-0,5% in media annua) è stata determinata dalla componente interna (-0,8%), a fronte di una leggera crescita (+0,2%) delle vendite all estero. Indicazioni migliori sono venute dagli ordinativi industriali, i quali, dopo la forte caduta del 2001 (-3,6% in media annua), hanno segnato una variazione positiva (+1,7%), più accentuata per la componente estera (+2,6%) rispetto a quella interna (+1,2%). La stagnazione della domanda interna ha determinato un contenimento delle importazioni, che, nella media del 2002, si sono ridotte del 2,4%. Le esportazioni hanno, a loro volta, risentito della debole congiuntura internazionale, in particolare di quella dei principali partners europei: la caduta dell export è stata, così, del 2,6%. In conseguenza di questi andamenti il saldo commerciale dell intero 2002 si è ridotto a 9.150 milioni di Euro, contro i 9.958 del 2001. Il tasso d inflazione è passato, in media annua, dal 2,7% del 2001 al 2,5% dello scorso anno. Il rallentamento è stato molto più debole delle attese, a causa del doppio shock cui sono stati sottoposti nel 2002 i prezzi: vale a dire, il passaggio all Euro ed il rimbalzo del prezzo del petrolio. L impatto del changeover si è concentrato prevalentemente nel primo trimestre, determinando un gradino nel tasso annuo d inflazione. Successivamente questo gradino è stato riassorbito, ma il rallentamento della corsa dei prezzi si è rivelato di breve durata, complice anche il rialzo del prezzo del petrolio di cui si è già detto. L inflazione, dopo aver toccato un minimo del 2,2% tra maggio e giugno, ha infatti ricominciato ad accelerare, fino al 2,8% di fine anno. 14

3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 INFLAZIONE AL CONSUMO E ALLA PRODUZIONE gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto Prezzi 4160 alla 346,6667 produzione Prezzi al consumo (tasso d'inflazione) settembre ottobre novembre dicembre Fonte: Istat Malgrado il rallentamento dell attività produttiva, nel 2002 la situazione italiana del mercato del lavoro è migliorata: il numero degli occupati è aumentato dell 1,5% rispetto all anno precedente, mentre il tasso di disoccupazione è sceso, dal 9,5% del 2001, al 9% dello scorso anno. Questa performance è riconducibile agli effetti virtuosi delle riforme del mercato del lavoro introdotte negli scorsi anni; il persistere di questa tendenza, tuttavia, potrà essere garantito soltanto dalla ripresa della congiuntura, italiana ed internazionale. Per quanto riguarda la gestione della finanza pubblica, il 2002 è stato un anno difficile, a causa della necessità di rispettare i vincoli imposti dal Patto di Stabilità, in una situazione in cui sarebbe stato necessario sostenere il reddito con politiche espansive. In ogni modo, grazie agli interventi di contenimento della spesa attuati nell ultima parte dell anno, il fabbisogno del settore statale è sceso a 25 miliardi di Euro dai 33,5 del 2001. Tuttavia, l indebitamento netto della pubblica amministrazione in rapporto al PIL è sceso dal 2,6% al 2,3%. Il mercato del credito e del risparmio Lo sviluppo dell attività delle banche italiane si è caratterizzato per le opposte dinamiche degli impieghi e della raccolta, con i primi, soprattutto nella componente a breve termine, condizionati dalla frenata dell economia e la seconda in accelerazione, a causa dell accresciuta preferenza per la liquidità dei risparmiatori, alimentata dagli andamenti negativi dei mercati azionari. L incremento medio annuo dei crediti bancari è stato del 5,9%, contro l 11,2% del 2001. Il rallentamento è completamente ascrivibile ai crediti a breve termine, aumentati, nella media del periodo, di un modesto 1,3%, con una evidente tendenza alla decelerazione in corso d anno, fino al -3,3% dal mese di novembre. Questo sviluppo è stato determinato, oltre che dall evoluzione congiunturale, dall assenza delle operazioni straordinarie di finanza d impresa che avevano condizionato lo sviluppo dell aggregato nel corso del 2001. 15

7000 583,3333 28900 59900 14,0 88800 12,0 7400 10,0 DINAMICA DEGLI IMPIEGHI BANCARI 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto Totale A breve termine A m/l termine settembre ottobre novembre dicembre Fonte: Banca d'italia La crescita dei prestiti a medio/lungo termine è stata per contro, sostenuta, con incrementi superiori al 10% in quasi tutto l arco del 2002: la variazione media è stata del 10,6% (12,2% a fine anno), quasi un punto percentuale in più di quella del 2001. In tal modo, l incidenza dei crediti a medio termine sul totale degli impieghi con clientela ha superato il 52%. I prestiti a medio termine contratti dalle famiglie sono cresciuti del 12% e quelli delle imprese del 10,8%. Per quanto riguarda le famiglie, nel 2002, come già nel 2001, l intenso sviluppo dei mutui è stato determinato dal livello storicamente basso dei tassi d interesse e dall accresciuta attrattività degli investimenti immobiliari rispetto a quelli finanziari; per quanto riguarda le aziende, invece maggiore è stata l influenza del processo di trasformazione delle scadenze, soprattutto in relazione alle difficoltà finanziarie incontrate da molte imprese anche di grandi dimensioni. Nel 2002, le sofferenze lorde sono tornate ad aumentare: l incremento è stato, dello 0,59% in media annua e del +1,8% a fine anno, dopo una punta che a giugno ha raggiunto +8,6%. A questo risultato, oltre che il deterioramento del quadro congiunturale, ha contribuito la netta riduzione delle operazioni di cartolarizzazione di crediti not performing da parte degli istituti di credito. Il rapporto sofferenze su impieghi si è, in ogni caso, ridotto dal 5,1% di dicembre 2001 al 4,9% di fine 2002. L incremento della raccolta diretta (depositi, obbligazioni e pronti contro termine) è stato rilevante: il +8,9% del 2002 si raffronta, infatti, con il +5,5% della media del 2001. La crescita è stata guidata soprattutto dai conti correnti (+11,0%) e dalle obbligazioni (+10,9%). Malgrado la loro bassa e decrescente remuneratività, i depositi in conto sono stati favoriti, come già si è detto, dalle diffuse incertezze sull andamento dei mercati azionari e dalla crescente preferenza per la liquidità che ne è derivata; ed alle stesse motivazioni va ricondotto lo sviluppo delle obbligazioni, percepite come un investimento senza rischio. D altra parte, sembra che anche i depositi a risparmio siano stati rivalutati dalla clientela delle banche, come strumento di riserva della liquidità, tanto da tornare ad aumentare in misura significativa, con tassi di crescita superiori all 8%; l aumento dei pronti contro termine è stato più modesto, pari al +6,4%, contro il +30% del 2001. 16

DINAMICA DELLA RACCOLTA BANCARIA 14,0 13,0 12,0 11,0 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto Totale Depositi totali Depositi in c/c Obbligazioni settembre ottobre novembre dicembre Fonte: Banca d'italia La raccolta indiretta è tornata ad espandersi su ritmi significativi: nella media del 2002, l aggregato è cresciuto, in valore nominale, di oltre il 7%. La crescita è stata determinata soprattutto dalla raccolta amministrata e, in quest ambito, dai titoli di stato, poco remunerativi, ma sicuri. Anche i fondi comuni hanno evidenziato uno sviluppo in linea con l aggregato complessivo, grazie all intensa domanda di fondi di liquidità. Le gestioni patrimoniali, invece, hanno subito una flessione prossima al 12%. La raccolta di prodotti assicurativi è aumentata in misura significativa, in particolare nel campo delle polizze rivalutabili e delle index linked con garanzia di rendimento e/o di capitale. In questo contesto il canale bancario, con un incremento annuo dei premi incassati superiore al 27%, ha portato fino al 62% la propria penetrazione nel comparto. Malgrado la crescita della provvista sia stata superiore a quella dei crediti, il portafoglio titoli delle aziende di credito si è ridotto anche nel 2002 (-8%). I tassi bancari si sono mossi in linea con le tendenze dei saggi di mercato: alla sostanziale stazionarietà dei primi nove mesi dell anno, è seguito un calo nell ultimo trimestre, quando si sono consolidate le attese di ribasso dei tassi di riferimento. Il tasso medio sugli impieghi (5,45% a dicembre 2002) è sceso, nell arco dei dodici mesi, di 42 centesimi di punto (a 80 centesimi nel raffronto tra le medie annue del 2001 e del 2002). La flessione è stata meno accentuata per il saggio a breve (-25 centesimi a fine anno), mentre la caduta del tasso sugli impieghi a medio termine è stata più accentuata (-56 centesimi), probabilmente a ragione della maggior pressione competitiva sul comparto, in particolare sul settore dei mutui alle famiglie. Dal lato della provvista, la riduzione del tasso è stata più contenuta (-25 centesimi), soprattutto a causa della maggior resistenza al ribasso del tasso sui conti correnti passivi (-13 centesimi): il saggio praticato sui conti (1,25% a dicembre) risulta essere, in termini reali, largamente negativo, un fattore che riduce i gradi di libertà delle banche. A causa di questi andamenti, a fine anno la forbice tra i tassi bancari si è ridotta di 16 centesimi rispetto a fine 2001. In media annua, poi, la contrazione è stata addirittura superiore al quarto di punto. 17

Le dinamiche delle quantità e dei tassi appena illustrate hanno configurato, per il sistema bancario nel suo complesso, un risultato di gestione peggiore di quello del 2001. Il rallentamento degli impieghi e la contemporanea riduzione degli spread hanno infatti portato ad una contrazione del margine d interesse. I ricavi da servizi, per loro conto, sono stati penalizzati dalle dinamiche cedenti delle commissioni d intermediazione in titoli con la clientela e dei profitti da operazioni finanziarie. L impatto negativo sul risultato di gestione è stato parzialmente limitato dalla crescita moderata dei costi operativi e delle spese per il personale. Aree regionali italiane Nel corso del 2002 l indice della produzione industriale, rilevato a livello territoriale dalle indagini dell ISAE, dopo un minimo raggiunto tra marzo e giugno, a settembre è tornato, per quanto moderatamente, a salire. In corrispondenza, è anche migliorato il clima generale della fiducia delle imprese, ma solo temporaneamente: a fine anno si è avuta infatti una nuova discesa, da ricondurre all incertezza generata dalle problematiche di natura geopolitica. Dal lato dell attività creditizia, le dinamiche nelle diverse aree territoriali si sono allineate alla media nazionale, sia come evoluzione, sia come tassi di crescita. Nel settore Nordoccidentale il clima di fiducia delle imprese manifatturiere, dopo un significativo recupero tra giugno e settembre 2002, nel quarto trimestre si è leggermente ridimensionato, anche a causa del manifestarsi della crisi del settore automobilistico. Il peggioramento della situazione è stato segnalato anche dalla percentuale di utilizzo della capacità produttiva, che a dicembre si è ridotto al 77% dopo aver recuperato fino all 80,5% nel mese di settembre. Il rallentamento dell economia mondiale, d altro canto, ha determinato, nel 2002, un calo delle esportazioni dell area del 4,6%. Il credito bancario ha rispecchiato la dinamica nazionale, con una variazione media annua attorno al 6%, in sensibile rallentamento rispetto al 13% del 2001. Il settore più dinamico è stato quello delle famiglie, con una variazione prossima al 10%. Dal lato della provvista, invece, l incremento dei depositi è stato all incirca del 10%, un valore superiore al dato medio nazionale. L economia del Nord Est ha evidenziato una maggiore tenuta, con un rallentamento delle dinamiche produttive meno accentuato della media. Il clima di fiducia degli imprenditori è migliorato in corso d anno, anche se i livelli dell indicatore sono rimasti molto al di sotto dei valori tipici delle fasi di congiuntura favorevole. A fine anno, inoltre, le aspettative su ordini e produzione sono tornate a peggiorare, indicando una minore fiducia in una ripresa a breve termine. La percentuale di utilizzo della capacità produttiva si è stabilizzata attorno all 80%, con una leggera flessione nell ultimo trimestre. Dal lato del commercio estero, nel 2002 la caduta delle esportazioni è stata contenuta nel -1,1%, un valore migliore del dato medio nazionale, ma con una marcata variabilità tra le diverse regioni: la flessione del Veneto è risultata prossima al 2%, mentre l Emilia Romagna ha mantenuto i livelli del 2001. Il credito bancario nell area ha seguito linee evolutive simili a quelle medie nazionali. Nelle regioni del Centro, gli indici di produzione hanno evidenziato una dinamica simile alla media nazionale. Anche in quest area il clima di fiducia delle imprese, dopo un certo miglioramento in corso d anno, è peggiorato nell ultimo trimestre, complici aspettative negative sui livelli della produzione. 18

Nel complesso, le esportazioni hanno evidenziato una flessione contenuta, misurata da un -0,8%. Tra le regioni, la Toscana ha conosciuto una forte contrazione (-4,5%) mentre il Lazio ha visto aumentare il proprio export del 5,4%. Anche nel Centro i prestiti delle banche hanno seguito un sentiero di crescita non dissimile da quello del sistema nazionale, con una variazione media annua di poco inferiore al 7%. I depositi, a loro volta, sono cresciuti complessivamente del 7%, con un incremento del solo settore delle famiglie di quasi il 12%. La congiuntura nel Mezzogiorno è stata nel 2002, così come nel 2001, piuttosto stentata, ed il clima di fiducia delle imprese è stato improntato ad un certo pessimismo, pur se con qualche recupero in corso d anno. Le esportazioni sono calate del 3,7%. In Sicilia, in particolare, la caduta è stata del 6,3% ed in Calabria del 3,7%. Da un punto di vista più strutturale, comunque, il Mezzogiorno si è confermato per il sesto anno consecutivo, l area del paese più dinamica per la natalità imprenditoriale: il saldo tra nuove imprese ed imprese cessate è stato di circa 43.500 unità, pari al 45% del totale nazionale. Dal lato dell attività creditizia, anche l Italia meridionale si è allineata alle dinamiche prevalenti nel resto d Italia, con una variazione in media annua degli impieghi attorno al 6%. La provvista, invece, ha evidenziato incrementi inferiori al dato nazionale, attorno al 7%. Regione Veneto Andando ad approfondire le dinamiche economico-finanziarie che hanno interessato le aree geografiche in cui la nostra Banca esercita più diffusamente attività e presidio, si rileva come nel 2002, in uno scenario di marcato rallentamento, il sistema industriale veneto abbia tenuto meglio, rispetto alla media nazionale. Secondo le indagini trimestrali della Federazione Regionale degli Industriali, infatti, la flessione della produzione è stata, in media annua, assolutamente marginale e misurabile nel -0,2%. Le maggiori difficoltà sono state evidenziate dai settori della filiera tessile e dell abbigliamento, con diminuzioni che per la filatura tessile hanno superato il 6%, ma che si sono aggirate tra l 1% ed il 2% anche per l abbigliamento, la concia e le calzature. Questi settori hanno indubbiamente risentito del calo della domanda, in particolare di quella estera, ma va anche ricordato come essi delocalizzino, di anno in anno, quote crescenti della loro produzione. Anche il settore orafo ha attraversato un momento di evidente difficoltà, testimoniato da un calo produttivo del 2,6%. I comparti più legati al ciclo degli investimenti hanno mostrato, invece, dei segnali incoraggianti di recupero produttivo, che si sono accentuati nell ultimo trimestre. Questo andamento potrebbe essere ricondotto ad una crescita della domanda nell ultima parte dell anno, finalizzata ad ottenere gli sgravi fiscali sugli utili reinvestiti, prima della scadenza del relativo provvedimento. Le esportazioni sono state penalizzate dalla dinamica della domanda internazionale e nel 2002, sono diminuite del 2,0% sul 2001, registrando una flessione comunque inferiore alla media nazionale (-2,8%). 19

Nel settore agricolo si è assistito ad una contrazione produttiva generalizzata, del -2% sull anno precedente: una flessione analoga a quella già osservata nel 2001. Il calo produttivo determinato dallo sfavorevole andamento climatico, ha colpito in misura più consistente le coltivazioni legnose, ed in particolare l uva, la cui produzione è scesa del 20%. Nel comparto zootecnico, il settore delle carni bovine ha mostrato una vigorosa ripresa, recuperando i livelli produttivi antecedenti alla cosiddetta crisi della mucca pazza del 2001. Di converso si è registrata una forte diminuzione nel comparto avicunicolo. Il settore cerealicolo ha evidenziato una dinamica in controtendenza, con aumento della superficie coltivata a grano tenero, ad orzo e a mais; in contrazione, invece, la soia. L evoluzione dell economia reale ha influenzato la dinamica del credito bancario, determinandone, una progressiva e costante decelerazione in corso d anno: dal 9% di dicembre 2001 ai valori inferiori al 5% di fine 2002. L incremento medio annuo nel 2002 (6,3%) è stato, in ogni caso, superiore al dato nazionale. La componente a medio/lungo termine è aumentata in misura maggiore (10,3% in media annua) rispetto a quella a breve. I mutui alle imprese e quelli alle famiglie sono cresciuti in linea con la media. Il rapporto tra sofferenze ed impieghi, indicativo del rischio di credito, è leggermente peggiorato, passando, dal 2,5% del 2001, al 2,7%. Il dato è ascrivibile al peggioramento del clima congiunturale, ma anche all assenza di rilevanti operazioni di cartolarizzazione degli impieghi in sofferenza. Dal lato della provvista, analogamente a quanto osservato a livello nazionale, si è assistito ad una forte crescita dei conti correnti, aumentati in media annua di oltre il 13%. Nel complesso, l incremento della provvista è stato attorno al 10%. Regione Friuli Venezia Giulia In Friuli Venezia Giulia, secondo l indagine della locale Federazione dell Industria, la contrazione dell attività industriale è stata molto più consistente, pari, in media annua, al 3,5%. Va rilevato, comunque, che, dopo tre trimestri di forte caduta, a dicembre la crescita tendenziale dell indicatore è tornata ad essere positiva. Le esportazioni hanno risentito della crisi dei mercati di sbocco, in particolare di quello della Germania, e sono diminuite del 3,1%. Il credito bancario ha riflesso l evoluzione congiunturale, con un progresso medio attorno al 4%. L incremento degli impieghi relativi al solo settore industriale è stato molto modesto, attorno all 1%, a rispecchiare le difficoltà del comparto. Il finanziamento alle famiglie è cresciuto di quasi il 9%, che sale al 15% limitatamente ai finanziamenti a medio termine. Malgrado le difficoltà della congiuntura, il rischio di credito si è confermato basso e sui livelli dello scorso anno, con un rapporto tra sofferenze ed impieghi del 2,5%. I depositi hanno evidenziato uno sviluppo modesto (3%), ma fortemente influenzato dal dato delle società finanziarie (-7%). L incremento della raccolta da famiglie è stato, al contrario, molto rilevante, con una crescita media annua del 10%. Regione Sicilia L economia della Sicilia è andata assumendo un importanza sempre più rilevante per il nostro Gruppo bancario e, per tale ragione, un breve commento sarà dedicato all evoluzione congiunturale della regione. Il 2002 è stato, per la Sicilia, come per il resto del Paese, un anno di crescita molto contenuta. Il PIL regionale, infatti, è cresciuto dello 0,4%, un valore allineato alla media del Paese e decisamente insufficiente a colmare, almeno parzialmente, il divario che divide la regione dalle aree più avanzate. 20

La crescita produttiva, in ogni caso, è stata leggermente positiva, in particolare nei comparti dell agroalimentare, della meccanica di precisione e dell elettronica. Maggiori difficoltà sono state evidenziate dal comparto energetico e farmaceutico. I mezzi di trasporto ed il relativo indotto hanno subito, invece, i contraccolpi della crisi dell industria automobilistica. Nel settore delle costruzioni, come già nel biennio precedente, si è registrata una certa stasi produttiva, soprattutto nel comparto residenziale. In caduta le vendite all estero: nel complesso dell anno la flessione delle esportazioni è stata del 6,4%. Va tuttavia tenuto presente che il dato è stato influenzato dai flussi relativi ai prodotti energetici (il 40% dell export), al netto dei quali si sarebbe registrata una crescita del 4,6%. Il settore turistico ha conosciuto una sostanziale stasi negli arrivi, ed una contrazione delle presenze. L occupazione, in media annua, ha registrato un leggero incremento (+0,6%) ed il tasso di disoccupazione è sceso al 19,7%, dal 20,5% del 2001. La crescita media del credito bancario è stata superiore al 6%: un valore leggermente superiore al dato nazionale. Gli impieghi con il settore delle famiglie hanno evidenziato una maggior vivacità (+8,3% circa), determinata in misura pressoché esclusiva dalla componente a medio termine. È stata, invece, più contenuta la dinamica rilevata per le imprese non finanziarie, con una variazione media annua inferiore al 5%. Le sofferenze lorde sono diminuite di circa il 20%, cosicché il rapporto tra sofferenze ed impieghi è sceso dal 18% di fine 2001 al 14,7%. Dal lato della provvista, l incremento dei depositi è stato, mediamente, del 6,6%. 21

LE INNOVAZIONI DEL QUADRO NORMATIVO Esternalizzazione delle attività di sportello: nel bollettino di Vigilanza del luglio del 2002 la Banca d Italia ha fornito alcune precisazioni in merito all ammissibilità delle soluzioni organizzative che esternalizzano le attività di sportello, con ricorso alla rete territoriale di una banca del medesimo Gruppo, ovvero a strutture di call center. La Banca d Italia ritiene che la realizzazione di tali iniziative sia consentita, purché, fermo restando il rispetto delle disposizioni che disciplinano le singole tipologie di operazioni, esse vengano realizzate in conformità ad una serie di criteri: la banca committente ed il soggetto incaricato devono appartenere al medesimo gruppo bancario con l eccezione delle attività di call center, per le quali le banche si possono avvalere di società terze, specializzate nello svolgimento di servizi esclusivamente nei confronti di soggetti bancari; le operazioni effettuabili devono essere esecutive di rapporti contrattuali già definiti tra cliente e banca; le banche devono svolgere un approfondita analisi delle implicazioni che le nuove modalità operative comportano, anche in prospettiva, sui sistemi aziendali di misurazione e controllo dei rischi; il sistema informatico del soggetto incaricato dev essere integrato con quello della banca; qualora l attività di call center sia esternalizzata fuori del gruppo, alle autorità di controllo dovrà essere garantita la possibilità d accesso alle informazioni utili allo svolgimento della propria funzione. Esternalizzazione della gestione del portafoglio titoli di proprietà: nel medesimo bollettino di Vigilanza del luglio del 2002 la Banca d Italia ha fornito anche indicazioni in materia di assetti organizzativi, di struttura dei controlli e di aspetti contrattuali cui le banche devono attenersi quando la gestione del portafoglio titoli di proprietà sia delegata a soggetti esterni alla banca. Disciplina del bilancio bancario: con provvedimento del Governatore della Banca d Italia del 30 luglio 2002, la disciplina è stata adeguata per compendiare ed armonizzare le istruzioni emanate in precedenza. L intervento si è specificatamente incentrato su alcune tematiche, tra queste: la trasparenza informativa sui crediti, il mutamento dei criteri contabili, la fiscalità differita, il trasferimento dei titoli. Attività bancaria fuori sede - mediatori e agenti: a seguito dei provvedimenti normativi riguardanti i nuovi soggetti in questione (discipline dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria), la Vigilanza ha fornito, nel bollettino di agosto 2002, disposizioni riguardanti il loro rapporto con le banche. La riforma della governance delle Banche Popolari: recenti sviluppi del dibattito Presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati, sono depositati nove disegni di legge per la modifica della forma di governance delle banche popolari quotate nei mercati regolamentati. Le proposte sono molto articolate: l ipotesi di minima prevede che gli investitori istituzionali possano acquisire interessenze fino ad un massimo del 5% e mantenga sostanzialmente inalterati tutti gli attuali vincoli in merito al voto capitario, al limite alle quote di partecipazione e al numero di deleghe. In un caso, viene anche esplicitamente previsto che il totale delle azioni in possesso degli investitori istituzionali non possa rappresentare una quota maggioritaria del capitale della banca; 22