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INDICE PRESENTAZIONE di Vera Marincioni 5 OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 9 1. Gruppo AGRARIO 27 La figura professionale del venditore tecnico 36 2. Gruppo ARCHITETTURA, URBANISTICA, INGEGNERIA EDILE 37 La figura professionale del progettista edile 46 La figura professionale dell architetto 47 La figura professionale del disegnatore CAD-CAM 48 3. Gruppo CHIMICO-FARMACEUTICO 49 La figura professionale dell informatore medico-scientifico 58 La figura professionale del farmacista 59 La figura professionale del ricercatore in chimica 60 4. Gruppo ECONOMICO-STATISTICO 61 La figura professionale dello sportellista bancario 70 La figura professionale dell addetto all amministrazione 71 La figura professionale dell addetto alla gestione di attività creditizie 72 La figura professionale dell addetto alla contabilità 73 3 5. Gruppo EDUCAZIONE FISICA 75 La figura professionale dell istruttore sportivo 84 6. Gruppo GEO-BIOLOGICO 85 La figura professionale del tecnico di laboratorio chimico 94 La figura professionale del biologo 95 7. Gruppo GIURIDICO 97 La figura professionale dell addetto alle pratiche notarili 106 La figura professionale del liquidatore di sinistri 107 8. Gruppo INGEGNERIA 109 Sottogruppo INGEGNERIA CIVILE E AMBIENTALE 113 La figura professionale del direttore lavori 121 La figura professionale dell assistente di cantiere edile 122 Sottogruppo INGEGNERIA ELETTRONICA E DELLÊINFORMAZIONE 123 La figura professionale del progettista software 131 La figura professionale del progettista elettronico 132 La figura professionale del tecnico manutenzione software 133 La figura professionale del consulente prodotti informatici 134

INDICE Sottogruppo INGEGNERIA INDUSTRIALE 135 La figura professionale del progettista meccanico 143 La figura professionale del progettista di impianti industriali 144 La figura professionale del progettista in altri settori industriali 145 La figura professionale del responsabile produzione e controllo qualità 146 Sottogruppo ALTRI INDIRIZZI DI INGEGNERIA 147 La figura professionale del responsabile vendite 155 La figura professionale del responsabile e addetto alla logistica 156 9. Gruppo INSEGNAMENTO 157 La figura professionale dell educatore di disabili 166 La figura professionale dell insegnante di scuola materna 167 10. Gruppo LETTERARIO 169 La figura professionale dell attore 178 La figura professionale del professore di scuola media superiore 179 La figura professionale del redattore 180 11. Gruppo LINGUISTICO 181 La figura professionale dell operatore commerciale estero 190 La figura professionale dell insegnante di lingue 191 La figura professionale della segretaria 192 4 12. Gruppo MEDICO E SANITARIO 193 Sottogruppo MEDICO 197 La figura professionale del medico 205 Sottogruppo PROFESSIONI SANITARIE 207 La figura professionale dell infermiere 214 La figura professionale del fisioterapista 215 La figura professionale del tecnico di radiologia 216 13. Gruppo POLITICO-SOCIALE 217 La figura professionale dell assistente sociale 226 14. Gruppo PSICOLOGICO 227 La figura professionale dell educatore professionale 236 15. Gruppo SCIENTIFICO 237 La figura professionale dell analista programmatore informatico 246 La figura professionale del programmatore informatico 247 LE SEDI UNIVERSITARIE IN ITALIA 249 APPENDICI 281 Nota metodologica 283 Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 286 Unioncamere 287

Presentazione L Italia, come altre grandi economie industriali, è in questi anni attraversata da evidenti fenomeni di selezione e trasformazione del suo tessuto imprenditoriale. A determinare la portata e le caratteristiche di tali fenomeni vi è la necessità di riconquistare competitività come Sistema Paese e rispondere alle sfide dell economia globale, attivando soprattutto la leva della crescita della produttività e quella della qualità dello sviluppo. L importanza del capitale umano, in questi cambiamenti, è decisiva. Le aziende italiane sembrano aver compreso questo aspetto, tanto che alle difficoltà di individuazione sul mercato dei profili professionali adatti a realizzare i propri piani strategici, molte realtà imprenditoriali vogliono rispondere (o hanno già risposto) con un surplus di formazione per le nuove generazioni. Un efficace attività di programmazione sia del sistema della formazione, sia di quello dell istruzione appare quindi come un prerequisito indispensabile per la crescita del nostro Paese. Ed è a partire da questa premessa che il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha dato vita al Progetto Virgilio, iniziativa che valorizza e diffonde i dati sulle previsioni occupazionali e la formazione a partire dai dati delle indagini del Sistema Informativo Excelsior, che le Camere di commercio conducono da circa un decennio. Questo volume, che fa parte della collana editoriale Virgilio, nasce con la volontà di offrire uno strumento di orientamento a chi intraprende o sta per intraprendere un percorso di studi universitari che tenga conto dei cambiamenti del mercato in atto e delle esigenze, in termini di fabbisogni professionali, da parte delle imprese. Esso risponde, tuttavia, a una logica differente da quella che caratterizza molte delle pubblicazioni simili disponibili per i giovani: perché orientamento significa sì valorizzazione delle preferenze, delle passioni e delle attitudini individuali (come si diceva una volta) ma basare la scelta del percorso universitario solo su 5

PRESENTAZIONE 6 queste può essere fonte di delusione se poi un percorso di studi, magari impegnativo, non trova sbocchi professionali corrispondenti. In altri termini, è l accento posto sul lavoro che distingue questo volume dai molti reperibili in libreria o nelle stesse università e attraverso i servizi giornalistici. È pur vero che questo aspetto non è del tutto trascurato in altre pubblicazioni e nell azione di orientamento svolta da diversi soggetti (compresi gli stessi atenei) ma solitamente è trattato come un semplice ventaglio delle possibili opportunità professionali, cui ciascuna laurea può dare accesso: informazione senza dubbio utile e importante, ma che purtroppo il più delle volte non è supportata dalla conoscenza quantitativa dei relativi sbocchi professionali. Questa conoscenza rappresenta invece il patrimonio fondamentale dell indagine Excelsior, che fornisce un informazione unica nel panorama delle statistiche nazionali sul mercato del lavoro: vale a dire la domanda di lavoro che viene dalle imprese italiane, espressa dal numero di assunzioni che queste hanno in programma di effettuare in ciascun anno, distinte secondo molteplici modalità incrociabili tra loro: il settore economico, la provincia, il titolo di studio richiesto, la professione in cui i candidati saranno inseriti, le difficoltà di reperimento, la necessità o meno di precedenti esperienze di lavoro, l età e molte altre ancora. Domanda espressa in termini sia quantitativi che qualitativi, seppur a carattere previsionale, e che permette di avere con grande efficacia il polso della domanda di lavoro nel nostro Paese. A ciò si aggiunge il fatto che la disponibilità di dati di indagine comparabili per più anni permette al di là degli andamenti congiunturali di breve periodo legati al ciclo economico di individuare le tendenze di medio-lungo termine: fatto questo tanto più importante considerando sia la lunghezza degli studi universitari, sia la velocità dei cambiamenti che interessano il mondo della produzione, e quindi, le competenze richieste. L importanza di questo contributo pare a noi ulteriormente rafforzata da una parte dalle trasformazioni che hanno interessato il mondo universitario, a seguito della riforma dell ordinamento introdotta nel 2000, e dall altra dalle trasformazioni non meno importanti che hanno riguardato il mercato del lavoro. La riforma dell ordinamento universitario, in particolare con l abbreviazione dei percorsi che portano alla laurea (grazie alla generalizzazione dei corsi triennali) e con la possibilità di passare dal vecchio al nuovo ordinamento (facilitando quindi il conseguimento del titolo a molti che erano iscritti fuori corso ), ha grandemente accresciuto il numero di laureati del nostro Paese: dai 161.500 del 2000 ai 229.500 che sono stati stimati per il 2006, al netto di coloro che proseguono gli studi per conseguire una laurea specialistica di secondo ciclo; un trend che forse solo ora si sta esaurendo, ma che ha comunque generato una forte crescita dell offerta, oltretutto in un periodo di difficile congiuntura economica, e che non ha certo favorito l assorbimento nel mondo del lavoro dei giovani in uscita dall università. Contemporaneamente sono cambiate le scelte degli immatricolati e quasi quotidianamente le imprese lamentano la carenza di laureati nelle discipline per cui vi sarebbero maggiori opportunità di lavoro; sono cambiate anche le tipologie di giovani in uscita dalle università: fino al 2000 i diplomati dei corsi triennali erano circa il 10% del totale, mentre attualmente sono oltre un terzo, sempre scorporando le prosecuzioni per il conseguimento della laurea specialistica. Oltre a questo, si è avuta una proliferazione di corsi, per alcuni dei quali il numero degli iscritti si misura non in centinaia o decine di iscritti ma in unità, alla ricerca di una specializzazione esasperata non giustificata nemmeno da particolari esigenze dei sistemi produttivi locali e che spesso è causa di disorientamento non solo per i giovani che devono fare la scelta di un

PRESENTAZIONE corso, ma per le stesse imprese; tutto ciò va in senso opposto alla velocità dei cambiamenti del mondo produttivo, a fronte dei quali è sempre più richiesta una capacità di inserirsi in nuove professioni, piuttosto che una specializzazione troppo rigida. In pochi anni vi sono quindi stati sia una forte crescita dell offerta di neo-laureati in ingresso sul mercato del lavoro, sia un notevole cambiamento delle loro caratteristiche, che spesso non combaciano con le caratteristiche della domanda. Appare sempre più necessaria un azione di orientamento che consenta di ridurre non solo lo scarto quantitativo tra domanda e offerta di lavoro, ma anche lo squilibrio qualitativo, affinché la scelta del percorso universitario sia il più possibile agevole, si riducano gli abbandoni e i ritardi e, soprattutto, alla fine degli studi non si scopra un divario tra le aspettative e le opportunità. Occorre tuttavia che, allo stesso tempo, il mercato del lavoro e delle professioni guardi con sempre maggior interesse al fermento in atto nei percorsi universitari, in modo da rafforzare e riempire di nuovi contenuti il canale impresa-università e far sì che le aule degli atenei diventino vere e proprie palestre per manager, funzionari e quadri del futuro. Solo con uno sforzo di sistema, che coinvolga sia le istituzioni che le parti sociali, sarà possibile comprimere il gap esistente ancora oggi tra i sistemi di istruzione, orientamento e formazione, da un lato, e i fabbisogni occupazionali delle imprese, dall altro. Coerentemente con tale obiettivo strategico, la Direzione Generale per le Politiche per l Orientamento e la Formazione del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale è da tempo impegnata proprio nello sviluppo di interventi a carattere sistemico con il coinvolgimento delle Regioni, degli enti locali, delle parti sociali e di tutti gli operatori e i decisori istituzionali in materia di formazione scolastica basati sull utilizzo coordinato delle risorse finanziarie nazionali e dei fondi strutturali comunitari. Questa pubblicazione che si ritiene possa essere un utile tassello nella costruzione di un patrimonio conoscitivo condiviso vuole rispondere all obiettivo di consentire ai giovani laureati di spendersi al meglio sul mercato, trovando un impiego migliore e in minor tempo rispetto al passato e contribuendo con il loro lavoro allo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese. 7 Vera Marincioni Direttore Generale per le Politiche per l Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006

Negli ultimi dieci anni molti cambiamenti hanno interessato sia il mondo dell istruzione, sia il mercato del lavoro: i laureati, in entrambi i casi, sono stati tra le figure più coinvolte, anche se non sempre sono riusciti a beneficiare appieno degli elementi di novità intervenuti. La valorizzazione delle risorse umane di alto profilo è unanimemente considerata uno dei fattori fondamentali dell innovazione sia nel campo della produzione di beni che in quello dei servizi e, pertanto, una leva strategica per l ammodernamento e il rilancio della competitività del Paese. Tale riconoscimento, tuttavia, non sempre trova riscontro nei fatti: basti pensare alla difficile situazione che stanno attraversando molti atenei, all esiguità degli investimenti in ricerca in confronto ai nostri competitors internazionali, al grado di precarietà con il quale i laureati vengono talvolta avviati al lavoro. A ciò ha contribuito anche una forte crescita dei giovani che conseguono un titolo universitario (tra il 2000 e il 2005 sono passati da poco più di 161.000 a quasi 304.000, valore che dovrebbe essere confermato anche nel 2006 1 ), le cui scelte individuali di studio non sempre si mostrano coerenti con la domanda che proviene dal mondo del lavoro. È quindi più che mai necessaria un azione di guida e di orientamento, rivolta sia ai giovani che devono scegliere il proprio percorso di studi, sia a quelli che, raggiunta la laurea, entrano nel mercato del lavoro alla ricerca di un impiego: in entrambi i casi con l obiettivo di conciliare al meglio le inclinazioni e le preferenze personali con gli sbocchi professionali effettivi che si aprono una volta completati gli studi. Da questo punto di vista, l indagine Excelsior, realizzata ormai da quasi un decennio dal sistema delle Camere di commercio, rappresenta un punto di riferimento consolidato e affidabile, offrendo un quadro molto articolato (per territorio, settore, professione, titolo di studio) della domanda di lavoro espressa dal mondo delle imprese. 11 1 I dati fino al 2005 sono di fonte MIUR (Ministero dell Università e della Ricerca), quelli per il 2006 sono nostre proiezioni.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 Queste brevi note introduttive intendono offrire alcuni elementi generali di contesto utili per una migliore lettura dei dati presentati nel volume, esaminando in modo sintetico come si sono modificate, negli ultimi anni, le prospettive di lavoro per i giovani in uscita dalle università. L aumento e i cambiamenti dell offerta di neolaureati 12 Nelle università italiane, con l inizio degli anni duemila è entrata in vigore una radicale riforma che ha suddiviso in due cicli gran parte dei corsi di studio: un primo ciclo triennale e un secondo ciclo biennale, al termine del quale viene rilasciata una laurea specialistica (necessaria, tra l altro, per accedere a molte professioni liberali 2 ); già alla fine del primo ciclo è comunque possibile terminare gli studi ed entrare nel mondo del lavoro con il possesso di una laurea 3. Contemporaneamente, tutti gli atenei hanno introdotto la possibilità di passare dal vecchio al nuovo ordinamento, e questo ha incentivato e facilitato il conseguimento del titolo universitario a molti iscritti fuori corso, che di fatto avevano interrotto gli studi e ai quali magari mancavano pochi esami per conseguire la laurea. In terzo luogo, si è avuta una proliferazione di corsi e di sedi distaccate, con l intento (non sempre riuscito), da un lato, di fornire una preparazione più specialistica che facilitasse la ricerca dell impiego e, dall altro, di agevolare l accesso e la frequenza dei corsi, avvicinando geograficamente le università alla residenza degli studenti. La prima conseguenza di tali cambiamenti è rappresentata, come detto, dal forte aumento dei laureati, che va però ridimensionato considerando che una parte di quelli del primo ciclo (in media oltre la metà) prosegue gli studi per conseguire una laurea di livello specialistico: al netto di questi passaggi 4, i laureati sono passati dai 161.500 del 2000 ai 229.500 del 2005; secondo le nostre stime, nel 2006 questa sorta di onda anomala dovrebbe cominciare a esaurirsi e i laureati netti dovrebbero risultare circa 218.300, che tuttavia sono pur sempre oltre il 35% in più rispetto a quelli dell anno 2000. Non meno importanti della crescita numerica sono però stati i cambiamenti di tipo qualitativo. I primi laureati dei nuovi corsi si sono avuti nel 2003; contemporaneamente, hanno continuato e continuano a uscire dalle università quanti si erano iscritti prima della riforma. Considerando i tempi effettivi di completamento degli studi (appena un terzo circa degli iscritti si laurea negli anni di durata dei corsi), il processo di sostituzione durerà diversi anni e ancora oggi poco meno della metà dei laureati risulta aver frequentato corsi del vecchio ordinamento 5. Si è però notevolmente modificata la tipologia dei laureati per durata dei corsi: i laureati netti che hanno frequentato corsi triennali 6, che nel 2000 erano meno dell 11%, nel 2006 2 Notai, avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, farmacisti ecc. 3 Accanto ai due fondamentali tipi di laurea vi sono i corsi a ciclo unico, che non sono stati sdoppiati: Medicina veterinaria, Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Architettura, Ingegneria edile-architettura, Farmacia, Chimica e tecnologie farmaceutiche. 4 I laureati netti vengono calcolati sottraendo ai laureati del I ciclo triennale gli iscritti al 1 anno dei corsi specialistici. 5 Corsi di laurea, di diploma universitario e delle scuole dirette a fini speciali. 6 Corsi di diploma universitario e corsi delle scuole dirette a fini speciali del vecchio ordinamento e corsi di laurea di I livello del nuovo ordinamento.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 I LAUREATI IN ITALIA PER TIPO DI CORSO, SERIE STORICA 1995-2006 350.000 300.000 CDL+LSCU L1LV CDU+SDFS L2LV 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0 1995 1996 (1) 1997 (2) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 (3) Legenda: CDL: Corsi di laurea (vecchio ordinamento, LSCU: laurea specialistica a ciclo unico; CDU: corsi di diploma universitario (vecchio ordinamento); SDFS: scuole dirette a fini speciali (vecchio ordinamento); L1LV: laurea di I livello; L2LV: laurea specialistica di II livello Fonte: MIUR e stime. (1) A.A. 1996-1997; (2) A.A. 1997-1998; (3) previsioni. 13 250.000 I LAUREATI NETTI IN ITALIA PER DURATA DEI CORSI, SERIE STORICA 1995-2006 200.000 Triennali 4 anni e oltre 150.000 100.000 50.000 0 1995 1996 (1) 1997 (2) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 (3) Nota: per laureati netti (o offerta potenziale ) si intende il totale dei laureati al netto dei giovani che si iscrivono al 1 anno dei corsi di laurea specialistica e che, quindi, sono destinati a fare il proprio ingresso nel mercato del lavoro solo successivamente. Fonte: MIUR e stime. (1) A.A. 1996-1997; (2) A.A. 1997-1998; (3) previsioni.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 14 saranno circa il 35% del totale, passando da poco più di 17.000 a oltre 75.000; i laureati dei corsi lunghi di durata almeno quadriennale 7 sono invece passati dall 89 al 65% (in valore assoluto da 144.000 a 142.000 circa). Una buona parte dei giovani in uscita dall università che oggi si presentano sul mercato del lavoro ha quindi una formazione diversa da quella che aveva fino a pochi anni or sono, sia per questo cambiamento di composizione di cui si è detto, sia anche perché molti dei nuovi corsi di laurea triennali sono impostati in vista più del proseguimento degli studi che non dell accesso al mercato del lavoro, cui erano invece finalizzati i corsi di diploma del vecchio ordinamento. Un secondo grande cambiamento frutto non della riforma ma delle scelte individuali ha riguardato gli indirizzi di studio. A fronte di un aumento medio dei laureati netti fra il 2000 e il 2006 del 35%, sono infatti aumentati di oltre il 50% quelli che hanno seguito corsi a orientamento umanistico-letterario 8, quasi del 72% quelli dei corsi a indirizzo politico-sociale 9 e quasi del 75% quelli dei corsi medico-sanitari 10 ; i laureati dei corsi di tipo tecnico 11 hanno invece avuto una variazione prossima alla media (+37) mentre molto al di sotto della media troviamo i laureati negli indirizzi scientifico 12 (+19%), economico-statistico (+4,5%) e giuridico (+0,4%). Per effetto di tali andamenti è notevolmente cambiata la composizione dei laureati per indirizzo di studi; in particolare si segnala l aumento dal 10,5 al 14,3% della quota dei laureati nelle discipline medico-sanitarie (+3,8 punti percentuali), di quelli nelle discipline politico-sociali (dall 8,7 all 11%: +2,3 punti) e di quelli a indirizzo umanistico-letterario (dal 18,9 al 21%: +2,1 punti); le maggiori perdite di quota hanno invece interessato i laureati a indirizzo economicostatistico (dal 18,4 al 14,2%: -4,2 punti) e giuridico (dal 14,1 al 10,4%: -3,6 punti). Per effetto dei cambiamenti sia per tipo di corso che per indirizzo degli studi, sono quindi cambiate in modo non marginale le competenze con cui i giovani laureati si presentano sul mercato del lavoro e, quindi, le opportunità di trovare un impiego: queste non sono certo l unico criterio da tener presente nel momento della scelta di quale corso universitario frequentare, ma non sono nemmeno da trascurare se si vuole che alla fine degli studi vi sia maggiore corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. I neolaureati in ingresso sul mercato del lavoro I laureati netti fin qui considerati sono quelli che, come detto, non si iscrivono a un corso di laurea specialistica del secondo ciclo e che, quindi, dal punto di vista lavorativo rappresentano quella che si può definire un offerta potenziale. Non tutti questi giovani entreranno infatti nel mercato del lavoro: una parte, ad esempio, proseguirà ulteriormente gli studi (frequentando 7 Corsi di laurea del vecchio ordinamento, corsi di laurea specialistica e corsi di laurea specialistica a ciclo unico del nuovo ordinamento. 8 Comprende i laureati dei Gruppi Insegnamento, Letterario, Linguistico e Psicologico. 9 Gruppi Politico-sociale e Difesa e sicurezza. 10 Gruppi Scienze motorie e Medico (comprendente anche le professioni della sanità). 11 Gruppi Agraria, Architettura, Chimico-farmaceutico, Ingegneria. 12 Gruppi Geobiologico e Scientifico.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 I LAUREATI NETTI PER INDIRIZZO DI STUDIO, VARIAZIONE % 2000-2006 Nota: per laureati netti (o offerta potenziale ) si intende il totale dei laureati al netto dei giovani che si iscrivono al 1 anno dei corsi di laurea specialistica e che, quindi, sono destinati a fare il proprio ingresso nel mercato del lavoro solo successivamente. 15 Fonte: MIUR e stime per l anno 2006 I LAUREATI NETTI PER INDIRIZZO DI STUDIO. COMPOSIZIONE % 2000 E 2006 2000 2006 0% 20% 40% 60% 80% 100% SCIENTIFICO TECNICO ECONOMICO-STATISTICO MEDICO-SANITARIO POLITICO-SOCIALE UMANISTICO-LETTERARIO GIURIDICO Nota: per laureati netti (o offerta potenziale ) si intende il totale dei laureati al netto dei giovani che si iscrivono al 1 anno dei corsi di laurea specialistica e che, quindi, sono destinati a fare il proprio ingresso nel mercato del lavoro solo successivamente. Fonte: MIUR e stime per l anno 2006

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 un master, un corso di specializzazione o di dottorato) e, in questo caso, entrerà nel mercato del lavoro dopo qualche anno 13 ; altri già lavoravano frequentando l università e solo una parte di loro si metterà alla ricerca di un nuovo impiego; un altra parte ancora deciderà semplicemente, per qualsivoglia motivo, di non cercare un occupazione. I passaggi dall università al mondo del lavoro sono quindi ben più complessi di quelli rappresentati schematicamente nella figura sottostante, che comunque mostra i principali flussi e, nello specifico, illustra come si pervenga alla stima e alla distribuzione dei laureati in ingresso nel mondo del lavoro. Si è arrivati a stimare, sulla base delle indagini ISTAT sulle forze di lavoro e sugli sbocchi professionali dei laureati, che il loro numero corrisponde a circa il 57% dei laureati totali e a poco meno dell 80% dei laureati netti : in valore assoluto, nel 2006, quasi 172.400 giovani, dei quali poco più di 65.000 con una laurea o un diploma triennale, quasi 107.300 con una laurea di quattro anni e oltre. LAUREATI 2006 SECONDO LE PROSPETTIVE E GLI ORIENTAMENTI AL LAVORO (migliaia di unità) 16 Fonte: elaborazioni su dati MIUR e ISTAT Questa offerta effettiva, a sua volta, è costituita da due grandi componenti. Non tutti questi giovani sono infatti interessati a un lavoro dipendente: una parte di essi è sicuramente orientata a un lavoro autonomo, di tipo professionale o imprenditoriale. Questo tipo di scelta dipende anche dalle concrete opportunità che si presentano: una proposta di lavoro dipendente interessante può far abbandonare l intenzione originaria di iniziare un attività autonoma, così come, all opposto, si può decidere di mettersi in proprio, non trovando un opportunità soddisfacente di lavoro alle dipendenze. 13 Nel 2006 entreranno però nel mercato del lavoro coloro che hanno terminato gli studi post laurea iniziati alcuni anni prima, per cui si può ritenere che il fenomeno sia relativamente ininfluente sui valori totali.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 In linea di massima si può però ritenere che questa scelta sia in larga parte determinata dal tipo di studi seguito o da condizioni sociali (ad esempio per continuare un attività o una professione familiare: un impresa, uno studio legale, una farmacia ecc.) e che quindi resti abbastanza stabile nel tempo. Anche per stimare questi due orientamenti si è fatto ricorso ai risultati dell indagine Istat sugli sbocchi professionali dei laureati, l ultima delle quali esamina la condizione nel 2004 dei laureati nel 2001. In base a tale indagine si può ritenere che i giovani interessati a un lavoro autonomo siano poco più di 44.000, mentre oltre 126.000 si indirizzeranno soprattutto verso un impiego alle dipendenze: quasi 89.000 nell industria e nei servizi privati, quasi 38.000 nella Pubblica Amministrazione; una piccola parte (meno di due mila unità) si orienterà invece verso il settore agricolo, sia come lavoratori autonomi, sia come dipendenti. Questi, in altre parole, sono i posti di lavoro di cui vi è bisogno, vale a dire la domanda necessaria a soddisfare l offerta di lavoro degli oltre 172.000 neolaureati che si metteranno alla ricerca di un impiego o che avvieranno un attività autonoma. Vi è quindi, prima di tutto, un problema di quantità: i posti di lavoro che si renderanno disponibili (vuoi per sostituire coloro che escono dalla vita lavorativa, vuoi aggiuntivi) saranno sufficienti a offrire a tutti un occasione di lavoro? Ma vi è anche, e non è meno rilevante, un problema di qualità: le caratteristiche dei posti di lavoro (per preparazione e competenze richieste, livelli retributivi offerti, accessibilità ecc.) corrispondono alle caratteristiche e alle aspettative dei giovani che intendono iniziare un attività lavorativa? Non da ultimo, esiste anche un problema territoriale: i posti di lavoro sono distribuiti geograficamente così come sono distribuiti geograficamente i neolaureati in cerca di lavoro? Insomma, bastano queste poche battute per capire che l incontro tra offerta e domanda di lavoro non è affatto semplice: per entrare nel mondo del lavoro non tutti i titoli sono uguali, uno stesso titolo di studio può offrire buone possibilità di impiego in una parte del Paese, ma può non offrirne alcuna in altre parti, e può benissimo succedere che una parte dei giovani in cerca di lavoro non lo trovi, non perché non vi sia domanda di laureati ma per il solo fatto che questa riguarda figure con titoli di studio diversi da quelli posseduti. A fronte di queste possibili, ma nella realtà ben concrete, differenze vi è naturalmente un certo adattamento : le imprese, ad esempio, potranno rinunciare all assunzione o accontentarsi di un diplomato se non trovano un laureato con la preparazione richiesta, un giovane potrà accettare un impiego non proprio corrispondente alle proprie aspettative, o trasferirsi laddove vi è un impresa disponibile ad assumerlo, oppure potrà decidere di mettersi in proprio, anche se questa non era l intenzione originaria. Purtroppo, però, non sempre questi aggiustamenti sono possibili (un ingegnere non potrà mai essere sostituito da un medico) e, quindi, una parte dei giovani laureati resterà senza un impiego per un tempo più o meno lungo; contemporaneamente, è possibile che alcuni posti di lavoro potenziali rimangano vacanti: il risultato sarà una disoccupazione più elevata di quella che sarebbe possibile. 17 L inserimento lavorativo L indicatore che con più immediatezza esprime lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro è il tasso di disoccupazione, dato dal rapporto percentuale tra le persone in cerca di un impiego e le persone totali presenti sul mercato del lavoro.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 18 Con riferimento specifico alle persone con un titolo universitario, questo indicatore è pari al 31,2% per i giovani fino a 24 anni e al 13,8% per quelli da 25 a 34 anni: per i primi si tratta del valore più alto in assoluto, i secondi sono invece superati solo dalle persone con appena la licenza elementare, il cui tasso di disoccupazione arriva al 18%. Solo dopo i 35 anni il tasso di disoccupazione dei laureati si abbassa sensibilmente, collocandosi all 1,8%, che costituisce il valore più basso in assoluto 14. Guardando in particolare ai giovani laureati fino a 24 anni di età, il tasso di disoccupazione è costantemente inferiore per gli uomini rispetto alle donne (24,8 e 34,8%) e aumenta in progressione geometrica passando dal Nord al Sud del Paese (dal 23,4 al 52,1%), raggiungendo un massimo che sfiora il 65% per le giovani donne laureate che risiedono nel Mezzogiorno. Tutto questo permette di evidenziare alcune tendenze chiare e molto importanti, e cioè che: l inserimento lavorativo dei giovani laureati è più difficile di quanto non sia quello delle persone con altri titoli di studio; è più difficile per le giovani donne che per gli uomini; è molto più difficile al Sud che al Nord del Paese. I differenziali dei tassi di disoccupazione visti più sopra trovano riscontro nei risultati di un altra importante indagine, quella sugli sbocchi professionali dei laureati, che l ISTAT conduce periodicamente rilevando, su un ampio campione di laureati, la condizione a tre anni dal conseguimento del titolo di studio. L ultima di queste indagini mostra che nel 2004 solo il 74% dei laureati del 2001 risultava occupato e che poco più del 63% svolgeva un lavoro continuativo iniziato dopo la laurea 15. Queste percentuali, inoltre, risultavano costantemente inferiori per le donne rispetto agli uomini (70,5 e 78,7% le persone totali occupate a tre anni dalla laurea) e ampiamente differenziate per area geografica: 82,6% al Nord, 75% al Centro, 59,2% nel Mezzogiorno. Ma la stessa indagine mostra anche ampi differenziali secondo l indirizzo degli studi: gli occupati a tre anni dalla laurea sono appena il 34,2% per quelli del gruppo medico, mentre sfiorano il 91% per quelli di Ingegneria, seguiti da quelli in Educazione fisica (90%); quote tra l 80 e il 90% si riscontrano per i laureati negli indirizzi economico-statistico, insegnamento, Architettura e politico-sociale; superano di poco la media quelli dei gruppi chimico-farmaceutico, psicologico, agrario, linguistico; sono invece al di sotto della media, oltre ai laureati in Medicina, quelli dei gruppi letterario, scientifico, geobiologico e giuridico 16. Ai cambiamenti che hanno riguardato l università se ne sono aggiunti, in questi ultimi anni, altri che hanno riguardato in modo specifico il mondo del lavoro; tra essi, l ampia liberalizzazione delle modalità contrattuali con cui un lavoratore può essere assunto, introdotta dalla Legge Biagi (legge 14 febbraio 2003, n. 30, che prende il nome dal giuslavorista che ne è considerato l ispiratore): è quanto va sotto il nome di flessibilizzazione, vale a dire la possibilità di rendere i rapporti di lavoro meno rigidi di quanto non sia i tradizionali contratti a tempo pieno e a tempo indeterminato. 14 Fonte ISTAT, Indagine sulle forze di lavoro, media 2005. 15 Dato che l indagine, pur essendo stata condotta nel 2004, fa riferimento ai laureati del 2001, questi appartengono interamente ai corsi del vecchio ordinamento e non comprendono i diplomati universitari. 16 In alcuni casi il modesto valore degli occupati a tre anni dalla laurea è dovuto anche a cause specifiche: per i medici, ad esempio, all esigenza di frequentare un corso di specializzazione postlaurea, in altri casi al tirocinio necessario prima di poter partecipare all Esame di Stato, necessario per l esercizio della professione.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 TASSO DI DISOCCUPAZIONE PER ETÀ E TITOLO DI STUDIO, 2005 35 30 25 20 15 10 5 0 15-24 25-34 35 e oltre Totale Licenza elementare Licenza media Diploma 2-3 anni Diploma 4-5 anni Titolo universitario Totale Fonte: ISTAT 19 LAUREATI FINO A 24 ANNI. TASSO DI DISOCCUPAZIONE PER SESSO E AREA GEOGRAFICA, 2005 70 60 50 Maschi Femmine M+F 40 30 20 10 0 Nord Centro Sud Italia Fonte: ISTAT

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 OCCUPATI A TRE ANNI DALLA LAUREA PER GRUPPO DI CORSI, 2004 Fonte: ISTAT 20 LAUREATI 2001 DI ALCUNI ATENEI NELL INDIRIZZO ECONOMICO-SOCIALE CHE NEL 2004 SVOLGONO UN LAVORO CONTINUATIVO INIZIATO DOPO LA LAUREA (%) Roma-III Università degli Studi Roma-LUISS Roma-Università Tor Vergata Roma-Università La Sapienza Napoli-Istituto Universitario Navale Napoli-Istituto Universitario Orientale Napoli-Università degli Studi Napoli-II Università degli Studi Milano-Università Commerciale Bocconi Milano Bicocca-Università degli Studi Milano-IULM Milano-Università degli Studi Fonte: ISTAT 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 Collaboratori coordinati e continuativi (ora collaboratori a progetto), lavoratori a tempo determinato, con contratto di inserimento e reinserimento (ex contratto di formazione lavoro), lavoratori interinali, lavoratori occasionali, lavoratori in job sharing: sono alcune delle nuove figure di lavoratori non standard, o atipici, ma comunque con un contratto a tempo determinato, che negli ultimi anni hanno conosciuto la maggiore crescita, superando, nel 2005, il 12% di tutti i lavoratori dipendenti 17. OCCUPATI A TRE ANNI DALLA LAUREA PER GRUPPO DI CORSI E TIPO DI LAVORO SVOLTO, 2004 Ingegneria Chimico-farmaceutico Economico-statistico Architettura Giuridico Totale Scientifico Agrario Politico-sociale Linguistico Insegnamento Geo-biologico Ed. fisica Medico Psicologico Letterario 21 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100 Stagionale o tempo determinato Tempo indeterminato Fonte: ISTAT Questo dato riguarda l insieme di tutti gli occupati, non coloro che sono stati assunti nel 2005, e non è disponibile per i soli laureati; è però disponibile in base all età e mostra come ci si può facilmente attendere valori più elevati in corrispondenza dei lavoratori delle classi giovanili, assunti nel più recente passato: ben un terzo degli occupati tra i 15 e i 24 anni ha un contratto a tempo determinato (35% gli uomini, 40% le donne) e la quota maggiore, quasi del 47%, si riscontra nelle regioni del Centro Italia. Del resto, come si vedrà più avanti, anche per le assunzioni programmate dalle imprese, oltre la metà viene prevista con contratti di questo tipo, e lo stesso avviene per una parte delle assunzioni nel pubblico impiego (si pensi al caso della scuola). Per i laureati ci si può però rifare ancora una volta alla già citata indagine sugli sbocchi professionali del 2004: di tutti coloro che hanno iniziato un lavoro dopo la laurea, meno del 60% svolge un lavoro continuativo e a tempo indeterminato, oltre il 9% svolge un lavoro 17 Fonte ISTAT, Indagine sulle forze di lavoro.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 LAUREATI A TRE ANNI DALLA LAUREA PER GRUPPO DI LAUREA E CONDIZIONE, 2004 Educazione fisica Medico Letterario Psicologico Insegnamento Geo-biologico Giuridico Linguistico Politico-sociale Scientifico Totale Agrario Architettura Economico-statistico Chimico-farmaceutico Ingegneria 0% 20% 40% 60% 80% 100% 22 Fonte: ISTAT Non lavorano Occupati stagionali e a tempo determinato Lavoravano già prima della laurea Occupati a tempo indeterminato stagionale, e oltre il 31% svolge un lavoro a tempo determinato: in altre parole, a tre anni dal termine degli studi meno di 4 laureati e su 10 e appena 6 laureati occupati su 10 hanno raggiunto un occupazione stabile. Una quota, quest ultima, che presenta una elevatissima variabilità in base all indirizzo di studi: poco più del 29% per i laureati del gruppo letterario, quasi il 78% per quelli di Ingegneria; oltre a questi, superano la media i laureati nelle discipline chimico-farmaceutiche, economico-statistiche, in Architettura e Giurisprudenza. La situazione complessiva dei laureati del 2001 rilevata nel 2004, analizzata nel grafico sopra riportato, è quindi la seguente: più di un quarto del totale non lavora (26%); quasi il 12% lavorava già prima della laurea; un quarto del totale svolge un lavoro stagionale o a tempo determinato iniziato dopo la laurea; poco più di un terzo (37%) svolge un lavoro a tempo indeterminato iniziato dopo la fine degli studi. Nello stesso grafico è riportata la situazione dei laureati dei diversi gruppi ordinati in base alla stabilità dell impiego (quota di laureati occupati a tempo indeterminato che hanno iniziato un lavoro dopo la laurea) e vede al primo posto quelli di Ingegneria, seguiti da quelli dei gruppo chimico-farmaceutico, da quelli del gruppo economico-statistico e via via da tutti gli altri; all ultimo posto i laureati in Educazione fisica (dei quali però una quota molto elevata lavorava già prima della laurea).

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 La domanda di laureati nel 2006: i dati del Sistema Informativo Excelsior Come si è visto, negli anni più recenti si è verificato un mix di varie condizioni che hanno modificato, non sempre in modo favorevole, le condizioni di ingresso dei laureati nel mondo del lavoro; in particolare, vi è stato un forte aumento dei laureati (soprattutto dal 2004 in poi), è progressivamente cambiato il livello di preparazione (a mano a mano che i laureati dei corsi di 4 o 5 anni venivano sostituiti da quelli dei corsi triennali), i rapporti di lavoro sono diventati sempre più flessibili, e infine anche l andamento dell economia non è stato certo brillante, riducendo inevitabilmente la domanda di lavoro o portando le imprese a offrire condizioni non sempre soddisfacenti. Si è cioè verificata una serie di importanti cambiamenti in maniera quasi simultanea, i cui effetti sono stati, sinteticamente, un aumento dell offerta di neolaureati e una debolezza della domanda di lavoro, che hanno penalizzato i giovani in uscita dal sistema universitario. Col 2006, fortunatamente, alcune di queste condizioni hanno cominciato a modificarsi in senso positivo: l aumento dei laureati dovrebbe cominciare ad attenuarsi e, al contempo, si è avviata una certa ripresa economica. Ci si può quindi ragionevolmente aspettare un aumento della domanda di lavoro e un minore divario tra domanda e offerta, che dovrebbero così facilitare l inserimento nel mondo del lavoro dei neolaureati. Il miglioramento, nel corso del 2006, delle prospettive occupazionali per quanti completano gli studi universitari trova un importante conferma dai risultati dell indagine Excelsior, che rileva le assunzioni previste dalle imprese private e che stima sia le assunzioni che si potranno avere nel settore pubblico, sia il numero di quanti avvieranno un attività di lavoro autonomo. La previsione è infatti di una domanda totale di quasi 159.000 laureati, circa 4.400 in più rispetto al 2005 (+3%): oltre 65.000 nel lavoro autonomo, oltre 59.000 assunti dalle imprese private, quasi 34.000 assunti dal settore pubblico, un centinaio circa nel settore agricolo. Mentre la domanda di lavoro autonomo e nei settori pubblico e dell agricoltura è frutto di stime (distinte comunque per indirizzo di studi), le assunzioni nel settore privato sono oggetto di un indagine che coinvolge circa 100.000 imprese (i dati sulla metodologia Excelsior sono in Appendice al volume) e che rileva, oltre al titolo di studio richiesto, molti altri elementi. Tali informazioni sono riportate in dettaglio nelle pagine successive, in modo specifico e articolato per ogni gruppo di corsi 18. In questa sede saranno quindi analizzati brevemente solo alcuni dati a carattere generale. Il maggior numero di posti di lavoro (assunzioni e lavori autonomi) riguarderà i laureati del gruppo economico-statistico (oltre 39.600), anche perché questo è uno degli indirizzi di studio più trasversali (che trova cioè possibilità di impiego in tutti i settori economici). Seguono con 31.700 posti di lavoro i laureati in ingegneria e con quasi 26.800 quelli del gruppo medico-sanitario (in maggioranza laureati e diplomati nelle professioni della sanità) che da diversi anni sono in forte crescita. A grande distanza, dopo questi primi tre gruppi (che concentrano quasi il 62% della domanda totale), viene quello dei laureati in Giurisprudenza (quasi 9.900) e quindi via via tutti gli altri. 23 18 In alcuni casi, purtroppo, le imprese non specificano o ritengono ininfluente sia il tipo di laurea (triennale o di durata superiore), sia l indirizzo di studi ( gruppo di laurea). Anche le stime del lavoro autonomo e delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione e del lavoro agricolo non hanno potuto essere ripartite in base al tipo di laurea. Il confronto puntuale tra domanda e offerta trova quindi alcune limitazioni, la più importante delle quali, quella per gruppo di laurea, incide però in misura molto limitata (meno del 7%: vi sono cioè meno di 10.000 posti lavoro tutti relativi ad assunzioni programmate dalle imprese), per le quali non è specificato l indirizzo di studi di richiesto, e che si è preferito non ripartire in modo arbitrario.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 DOMANDA COMPLESSIVA DI LAUREATI NEL 2006 PER GRUPPO DI CORSI Economico-statistico 25% Ingegneria 20% Medico 17% Non specificato Giuridico 6% 6% Architettura Altri e non specificati Letterario Chimico-farmaceutico Scientifico Linguistico Insegnamento 5% 4% 4% 3% 3% 3% 2% 24 Politico-sociale 2% Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior L incremento complessivo della domanda di laureati (+3%) conosce una grandissima variabilità; anche escludendo i casi estremi (riferiti a gruppi poco numerosi, per i quali anche piccole differenze assolute determinano variazioni percentuali molto accentuate), si va infatti dal -15,3% dei laureati del gruppo letterario al +15,7% di quelli del gruppo medico; incrementi apprezzabili si riscontrano anche per quelli del gruppo chimico-farmaceutico (+8,8), ingegneria (+5,6%), economico-statistico (+5,5%); tra i restanti, solo per Agraria si registra un leggerissimo incremento (+0,1%), mentre tutti gli altri presentano variazioni negative; tra i gruppi di maggior consistenza si segnalano (oltre a quello letterario) quello dell Insegnamento (-14,9%), quello linguistico (-12,1%), quello politico-sociale (-11%), quello scientifico (-6,2%), Architettura (-6,1%) e quello giuridico (-0,1%). Per quanto riguarda in modo specifico le assunzioni programmate dalle imprese e rilevate dall indagine Excelsior, si prevede che nel 2006 saranno 59.400 circa, vale a dire 2.500 in più rispetto al 2005, per una variazione del +4,4%, in netta ripresa rispetto al solo +0,9% dell anno precedente; è però anche un variazione leggermente inferiore alla media, il che riduce dall 8,8 all 8,5% l incidenza sul totale delle assunzioni di laureati. Più che dettagliare tale andamento (che riguarda il 37,5% della domanda totale 19 ), vogliamo concludere questa introduzione sottolineando brevemente alcune caratteristiche di tali assunzioni. 19 Le stessa quota nel 2005 era del 36,9%, per il fatto che negli altri settori si prevede una crescita differenziata della domanda: +5,4% nel lavoro autonomo, -3,8% le assunzioni nella Pubblica Amministrazione.

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 1. Per quasi due terzi delle assunzioni viene richiesta un esperienza di lavoro specifica nella professione: nel 35% dei casi di uno o due anni, nel 30% dei casi superiore a due anni. Mediamente, considerando tutte le assunzioni programmate, la richiesta di esperienza riguarda appena il 53,5% dei casi; questo sembra quindi un punto a sfavore dei laureati ma occorre però tener presente che le assunzioni di personale con esperienza possono aver luogo soprattutto assumendo persone già occupate in altre imprese (e quindi liberando altrettanti posti di lavoro) oppure attingendo al serbatoio della disoccupazione, dove però non è sempre facile trovare le competenze richieste. D altro canto, le imprese dichiarano anche la disponibilità ad assumere quasi il 41% di giovani con meno di 30 anni, quota finanche leggermente superiore alla media (39,5%). 2. Le assunzioni di laureati previste nel 2006 sono poco più di 17.000 nell industria (dove rappresentano il 6,2% del totale) e oltre 42.300 nei servizi, per una quota pari al 10%. Nell industria le maggiori opportunità di inserimento lavorativo si concentrano nei settori chimico, petrolifero, farmaceutico e in quello della produzione di apparecchi elettrici, elettronici, ottici e medicali, ciascuno con circa 3.200 assunzioni. Nel terziario si prevedono quasi 8.900 assunzioni nel credito, assicurazioni e servizi finanziari, oltre 8.100 nella sanità e nei servizi sanitari privati, oltre 7.500 nei servizi avanzati alle imprese, quasi 4.700 nell informatica e nelle telecomunicazioni. 3. Molto importanti sono la conoscenza delle lingue e la capacità di utilizzo dell informatica, che saranno richieste rispettivamente al 54 e al 78% dei candidati all assunzione (anche perché queste figure dovranno coprire soprattutto posizioni dirigenziali o professioni specialistiche e tecniche di alto livello). DOMANDA COMPLESSIVA DI LAUREATI PER GRUPPO DI CORSI, VARIAZIONI % 2005-2006 25 Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior

OFFERTA E DOMANDA DI LAUREATI PER IL 2006 4. Decisamente elevata appare l esigenza di formazione integrativa mediante corsi specifici, interni o esterni alle imprese, che interesserà il 48% degli assunti (in media il 23%); questa esigenza è particolarmente sentita per i laureati nelle discipline scientifiche, economiche e per alcuni indirizzi ingegneristici. 5. Molto più favorevoli rispetto alla media sono le condizioni contrattuali offerte: per oltre il 62% degli assunti si prevede infatti un contratto a tempo indeterminato, offerto invece, mediamente, solo al 46,5% degli assunti totali; più diffuso è anche il contratto di inserimento (5,2%, contro una media dell 1,8%), mentre solo al 28% verrà proposto un contratto a tempo determinato (in media a oltre il 41%). 6. La quota sul totale delle assunzioni di laureati, che in media è dell 8,5%, sarà particolarmente elevata in Lombardia e nel Lazio (13,5%), in Piemonte (10,3%) e in Emilia Romagna (8,8%); nelle altre regioni sarà compresa tra il 2,7% del Trentino e il 7,4% della Toscana. In valore assoluto il maggior numero di assunzioni di laureati si concentrerà in Lombardia (oltre 16.500), nel Lazio (quasi 8.700), in Emilia Romagna (quasi 6.000), in Piemonte (5.200); si passa poi al Veneto (4.700) per finire con poco più di 100 assunzioni in Valle d Aosta. 26

I 15 GRUPPI DI LAUREA 1. Gruppo AGRARIO

1. GRUPPO AGRARIO I corsi di laurea cui è possibile iscriversi per seguire un percorso di studi a indirizzo agrario sono un centinaio; quello che conta il maggior numero di immatricolati è Medicina veterinaria, il solo tra questi ad articolarsi in un ciclo unico di cinque anni. Le prospettive di inserimento professionale per i giovani che conseguono questo titolo risultano leggermente meno buone rispetto alle altre lauree, con migliori opportunità al Sud rispetto al Centro-Nord. Tra i motivi di questo posizionamento ci sono i lunghi tempi di ricerca di un lavoro dopo la laurea: in media 13 mesi (solo un terzo dei neolaureati ha trovato un impiego in meno di sei mesi) rispetto agli 11 degli altri indirizzi. Abbastanza alta (il 12% circa, a fronte di una media del 7%) è anche la quota di coloro che a tre anni dalla laurea lavorano ancora in modo occasionale. Oltre quattro giovani su dieci fra quanti dopo tre anni dalla fine degli studi hanno un lavoro continuativo sono imprenditori o liberi professionisti, mentre relativamente pochi sono i dipendenti che hanno raggiunto una posizione di quadro o di dirigente. Per quasi la metà degli occupati il titolo di laurea è comunque essenziale per lo svolgimento della professione scelta. Nei prossimi anni l occupazione di questi giovani nelle imprese private è prevista in leggera crescita (+12% fra il 2005 e il 2010), decisamente più bassa, però, rispetto al +26% del complesso dei laureati. I PRINCIPALI CORSI DI LAUREA Medicina veterinaria Scienze e tecnologie alimentari Scienze e tecnologie agrarie Viticoltura ed enologia Scienze forestali e ambientali LE PROSPETTIVE: POSIZIONI IN GRADUATORIA 15 29 LE PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI IN SINTESI 14 9 La linea tratteggiata corrisponde alla media di tutti i gruppi di laurea. I numeri indicano la posizione in graduatoria di queste lauree rispetto agli altri gruppi e sottogruppi per prospettive di lavoro.

1. GRUPPO AGRARIO Studenti, laureati e inserimento professionale Gli iscritti ai corsi di laurea del gruppo agrario sono complessivamente quasi 43.000, e nel corso degli ultimi anni sono rimasti sostanzialmente stabili. A partire dal 2001 vi è però stata una progressiva ripresa di questo tipo di formazione e in pochi anni gli immatricolati sono passati da 6.000 a quasi 9.000, riducendosi a 8.700 circa nel 2005-2006. Di questi, oltre tre quarti sono iscritti ai corsi triennali di I livello, il 12% sta iniziando il secondo ciclo per arrivare alla laurea specialistica e un altro 12% si è iscritto a Medicina veterinaria (a ciclo unico). Nel 2006 si prevedono poco meno di 6.000 laureati, circa 1.100 di loro proseguiranno gli studi per ottenere una laurea specialistica e circa 3.900 entreranno nel mercato del lavoro alla ricerca di un occupazione dipendente o, molto più spesso, orientati verso la libera professione o un attività imprenditoriale. STUDENTI IMMATRICOLATI AL 1 ANNO STUDENTI LAUREATI 10 6 8 5 30 6 4 2 0 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 05-06 (p) 4 3 2 1 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 (p) Vecchio ordinam. Nuovo ordinam. Triennali 4-5 anni (dati in migliaia di unità) Fonte: MIUR (dati in migliaia di unità) Fonte: MIUR CONDIZIONE A TRE ANNI DALLA LAUREA......E POSIZIONE DI COLORO CHE HANNO UN LAVORO CONTINUATIVO Lavoro continuativo 63% Non lavorano 25% 44% 42% Lavoro non continuativo 12% 5% 9% Dirigenti Quadri Impiegati Indipendenti Fonte: ISTAT, Indagine sugli sbocchi professionali dei laureati Fonte: ISTAT, Indagine sugli sbocchi professionali dei laureati