UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA Dipartimento di Studi Umanistici Corso di Laurea Magistrale in Lingue, culture e traduzione letteraria LM-37 Linguistica Generale magistrale Modulo B (6 CFU) Corso di Sociolinguistica a.a. 2014-2015 Teoria degli atti linguistici (Slide-cf-2008) Prof.ssa Clara Ferranti Clara Ferranti 2014 1
GIOCHI LINGUISTICI LUDWIG WITTGENSTEIN (1934-35) comandare agire secondo comando descrivere un oggetto leggere una storia inventare una storia fare battute e indovinelli riportare battute sciogliere indovinelli riferire un avvenimento far congetture intorno all avvenimento tradurre da una lingua in un altra elaborare un ipotesi e metterla alla prova rappresentare i risultati di un esperimento risolvere un problema di aritmetica, etc. recitare, cantare, etc. chiedere, pregare, ringraziare, salutare, etc.
TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI JOHN AUSTIN 1962 Come far cose con le parole Assunto fondamentale: dire qualcosa è un fare PARLARE è AGIRE
L azione si realizza attraverso un enunciato che si identifica con il suo compimento e che Austin chiama performativo dall ingl. to perform = compiere, eseguire Il verbo che esprime l azione ha dunque un uso performativo e può essere esplicitamente dichiarato: Scommetto che il 15 agosto piove! oppure sottinteso alla frase, come nella formula performativa io ti sollecito... in: Su! Vai a fare i compiti!
TIPOLOGIE DEGLI ATTI LINGUISTICI L atto linguistico è un atto: locutorio = dire qualcosa LOCUZIONE atto fonetico (dimensione fonetica) atto fatico (dimensione sintattica) atto retico (dimensione semantica) Valutazione: vero o falso
illocutorio = fare qualcosa ILLOCUZIONE si compie un azione mentre si pronuncia una frase esprime una forza illocutoria, determinata dalle caratteristiche del verbo performativo e da altre componenti della voce forza illocutoria = grado di forza con cui l emittente vuole che il messaggio venga recepito dal destinatario Valutazione: riuscito o non riuscito
perlocutorio = cagionare effetti PERLOCUZIONE determina degli effetti sui pensieri e sulle azioni del destinatario il verbo, solitamente sottinteso, esprime l intenzione perlocutoria dell emittente che vuole provocare una certa reazione nel destinatario Valutazione: riuscito o non riuscito
...quando il dire è un fare VERBI PERFORMATIVI AGIRE: battezzare, ordinare, negare, invitare, scommettere, dubitare, dedurre, nominare, avvertire, promettere, supplicare, reclamare, acconsentire, informare, eleggere, ecc. AGIRE CAGIONANDO EFFETTI: persuadere, dissuadere, ostacolare, indurre, sollecitare, tranquillizzare, intimorire, intimidire, minacciare, ecc.
SCOPO PERLOCUTORIO È l intenzione del parlante, la ragion d essere dell atto illocutorio Il parlante può raggiungere un obiettivo anche usando verbi performativi con diversa forza illocutoria un ordine e una richiesta possono avere lo stesso scopo ma non la stessa forza illocutoria
ESEMPIO Metti in ordine la tua stanza! Potresti mettere in ordine la tua stanza? stesso obiettivo perlocutorio: stanza riordinata, effetto obbedire diversa forza illocutoria: io ti ordino... versus io ti chiedo o invito...
LOCUZIONE-ILLOCUZIONE-PERLOCUZIONE Scendi immediatamente! Locuzione imperativa Illocuzione sottintesa nella formula performativa: io ti ordino... Perlocuzione sottintesa nella formula performativa: io ti intimorisco...
CONDIZIONI DI FELICITÀ L enunciato deve essere proferito correttamente e in circostanze esterne adeguate Il contesto situazionale deve essere appropriato L emittente deve avere l autorità e il giusto atteggiamento per poter pronunciare un determinato atto linguistico
L intenzione del locutore non viene interpretata solo grazie al performativo sottinteso all enunciato, ma anche da altre componenti implicite date dal modo in cui il messaggio viene pronunciato e dal contesto situazionale