Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Lunedì 18 gennaio 2016 Rassegna associativa 2 Rassegna Sangue e emoderivati 4 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 8 Prima pagina 17
Rassegna associativa
REDATTORE SOCIALE Sangue infetto. Fidas: "In Italia è sicuro da oltre un decennio" In una nota la Federazione italiana associazioni donatori di sangue rassicura dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. "Associazioni di volontari del sangue impegnate da anni per garantire massima sicurezza" 16 gennaio 2016-14:03 ROMA - Nel nostro Paese non sono stati segnalati casi d infezione da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C associati alla trasfusione da oltre un decennio. Così la Federazione italiana associazioni donatori di Sangue torna sul tema delle donazioni di sangue infetto dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo del 14 Gennaio 2016 sui ricorsi di pazienti italiani che hanno sviluppato infezione da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C a seguito di trasfusione di emocomponenti infetti tra gli anni 70 e 90 ed in risposta alle dichiarazioni apparse oggi su alcune agenzie di stampa e quotidiani nazionali. Secondo la Federazione, il Centro nazionale sangue, organo tecnico del ministero della Salute e Autorità Competente con funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale nazionale ha precisato che in Italia il grado di sicurezza degli emocomponenti e dei farmaci derivati del plasma rispetto al rischio di trasmissione di agenti infettivi noti (HIV, virus dell epatite B, virus dell epatite C) ha raggiunto, da molti anni, livelli estremamente elevati - si legge nella nota -. Tale livello di sicurezza è garantito da un sistema basato sulla donazione volontaria, periodica, anonima, responsabile e non remunerata, dall utilizzo per la qualificazione biologica di test di laboratorio altamente sensibili e da un accurata selezione medica dei donatori di sangue, volta a escludere i soggetti che per ragioni cliniche o comportamentali sono a rischio. Secondo quanto riporta la nota, quindi, il rischio residuo di contrarre un infezione a seguito di una trasfusione di sangue è prossimo allo zero - chiarisce la nota -, come ampiamente dimostrato dal sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale Sangue. Ad oggi, infatti, questo rischio è stimato in: 1,6 casi per milione di donazioni per l epatite B, 0,1 casi per milione di donazioni per l epatite C e 0,8 casi per milione di donazioni per l HIV. A fronte di più di 3 milioni di emocomponenti trasfusi ogni anno (8.349 emocomponenti trasfusi ogni giorno), da oltre dieci anni in Italia non sono state segnalate infezioni post-trasfusionali da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C". Le Associazioni di volontariato del sangue commenta Vincenzo Saturni, coordinatore pro tempore Civis (Coordinamento Interassociativo Volontariato Italiano Sangue) sono impegnate da anni, in stretta collaborazione con le istituzioni sanitarie tra cui il Cns e i tecnici del mondo trasfusionale, a garantire la massima sicurezza e qualità del processo di donazione del sangue, per tutelare nel migliore dei modi il cittadino ricevente e il donatore stesso. I dati presentati dal CNS confermano gli importanti passi avanti compiuti dall Italia in tema di qualità e sicurezza, allineandoci agli standard dei Paesi più evoluti in ambito sanitario/trasfusionale. Il volontariato del sangue, inoltre, è impegnato ogni giorno nella fondamentale promozione di stili di vita sani tra i donatori volontari e associati, al fine di rendere ancora più elevati i livelli di sicurezza. Grazie anche a quest azione siamo arrivati all 84% di donatori periodici e associati, fattore che ci posiziona ai primissimi posti nel mondo e che rappresenta un ulteriore indicatore di qualità e sicurezza.
Rassegna sangue e emoderivati
QUOTIDIANO NAZIONALE.NET (15 gennaio) Aids, "In Italia da oltre 10 anni nessuna infezione da trasfusione" Lo afferma il Centro Nazionale Sangue Roma, 15 gennaio 2016 - Da più di 10 anni in Italia non si registrano casi d infezione da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C associati alle trasfusione di sangue. Lo scrive in un comunicato il Centro Nazionale Sangue, in riferimento alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo del 14 Gennaio 2016 sui ricorsi di pazienti italiani che hanno sviluppato infezione da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C a seguito di trasfusione di emocomponenti infetti tra gli anni 70 e 90. Secondo il Centro Nazionale Sangue, "in Italia il grado di sicurezza degli emocomponenti e dei farmaci derivati del plasma rispetto al rischio di trasmissione di agenti infettivi noti (HIV, virus dell epatite B, virus dell epatite C) ha raggiunto, da molti anni, livelli estremamente elevati. Tale livello di sicurezza è garantito da un sistema basato sulla donazione volontaria, periodica, anonima, responsabile e non remunerata, dall utilizzo per la qualificazione biologica di test di laboratorio altamente sensibili e da un accurata selezione medica dei donatori di sangue, volta a escludere i soggetti che per ragioni cliniche o comportamentali sono a rischio". In virtù dei suddetti interventi, il rischio residuo di contrarre un infezione a seguito di una trasfusione di sangue "è prossimo allo zero", come ampiamente dimostrato dal sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale Sangue. Ad oggi, infatti, questo rischio è stimato in: 1,6 casi per milione di donazioni per l epatite B, 0,1 casi per milione di donazioni per l epatite C e 0,8 casi per milione di donazioni per l HIV. A fronte di più di 3 milioni di emocomponenti trasfusi ogni anno (8.349 emocomponenti trasfusi ogni giorno), da oltre dieci anni in Italia non sono state segnalate infezioni post-trasfusionali da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C. SATURNI - Le Associazioni di volontariato del sangue commenta Vincenzo Saturni, coordinatore pro tempore CIVIS (Coordinamento Interassociativo Volontariato Italiano Sangue) sono impegnate da anni, in stretta collaborazione con le istituzioni sanitarie tra cui il CNS e i tecnici del mondo trasfusionale, a garantire la massima sicurezza e qualità del processo di donazione del sangue, per tutelare nel migliore dei modi il cittadino ricevente e il donatore stesso. I dati presentati dal CNS confermano gli importanti passi avanti compiuti dall Italia in tema di qualità e sicurezza, allineandoci agli standard dei Paesi più evoluti in ambito sanitario/trasfusionale. Il volontariato del sangue, inoltre, è impegnato ogni giorno nella fondamentale promozione di stili di vita sani tra i donatori volontari e associati, al fine di rendere ancora più elevati i livelli di sicurezza. Grazie anche a quest azione siamo arrivati all 84% di donatori periodici e associati, fattore che ci posiziona ai primissimi posti nel mondo e che rappresenta un ulteriore indicatore di qualità e sicurezza.
QUOTIDIANO SANITÀ (15 gennaio) Trasfusioni sangue in Italia. Il Centro nazionale sangue: Rischio infezioni prossimo allo zero Lo sottolinea oggi una nota del CNS a seguito della sentenza di ieri della Corte di Giustizia Europea che ha riconosciuto il diritto al risarcimento per alcuni pazienti che avevano contratto infezioni da Hiv ed epatiti negli 70 e 90. Oggi la nostra rete trasfusionale è totalmente sicura. 15 GEN - In riferimento alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo del 14 Gennaio 2016 sui ricorsi di pazienti italiani che hanno sviluppato infezione da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C a seguito di trasfusione di emocomponenti infetti tra gli anni 70 e 90 ed in risposta alle dichiarazioni apparse oggi su alcune agenzie di stampa e quotidiani nazionali, il Centro Nazionale Sangue, organo tecnico del Ministero della Salute e Autorità Competente con funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale nazionale, precisa quanto segue: In Italia il grado di sicurezza degli emocomponenti e dei farmaci derivati del plasma rispetto al rischio di trasmissione di agenti infettivi noti (HIV, virus dell epatite B, virus dell epatite C) ha raggiunto, da molti anni, livelli estremamente elevati. Tale livello di sicurezza è garantito da un sistema basato sulla donazione volontaria, periodica, anonima, responsabile e non remunerata, dall utilizzo per la qualificazione biologica di test di laboratorio altamente sensibili e da un accurata selezione medica dei donatori di sangue, volta a escludere i soggetti che per ragioni cliniche o comportamentali sono a rischio. In virtù dei suddetti interventi, il rischio residuo di contrarre un infezione a seguito di una trasfusione di sangue è prossimo allo zero, come ampiamente dimostrato dal sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale Sangue. Ad oggi, infatti, questo rischio è stimato in: 1,6 casi per milione di donazioni per l epatite B, 0,1 casi per milione di donazioni per l epatite C e 0,8 casi per milione di donazioni per l HIV. A fronte di più di 3 milioni di emocomponenti trasfusi ogni anno (8.349 emocomponenti trasfusi ogni giorno), da oltre dieci anni in Italia non sono state segnalate infezioni post-trasfusionali da HIV, virus dell epatite B e virus dell epatite C. Le Associazioni di volontariato del sangue commentavincenzo Saturni, coordinatore pro tempore CIVIS (Coordinamento interassociativo volontariato italiano sangue) sono impegnate da anni, in stretta collaborazione con le istituzioni sanitarie tra cui il CNS e i tecnici del mondo trasfusionale, a garantire la massima sicurezza e qualità del processo di donazione del sangue, per tutelare nel migliore dei modi il CITTADI- NO ricevente e il donatore stesso. I dati presentati dal CNS confermano gli importanti passi avanti compiuti dall Italia in tema di qualità e sicurezza, allineandoci agli standard dei Paesi più evoluti in ambito sanitario/ trasfusionale. Il volontariato del sangue, inoltre, è impegnato ogni giorno nella fondamentale promozione di stili di vita sani tra i donatori volontari e associati, al fine di rendere ancora più elevati i livelli di sicurezza. Grazie anche a quest azione siamo arrivati all 84% di donatori periodici e associati, fattore che ci posiziona ai primissimi posti nel mondo e che rappresenta un ulteriore indicatore di qualità e sicurezza. 15 gennaio 2016 http://www.askanews.it/altre-sezioni/salute/centro-nazionale-sangue-in-italia-livelli-sicurezza-altissimi_711708627.htm http://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2016-01-15/sangue-oltre-decennio-nessun-caso-infezione-hiv-epatite-b-o -epatite-c-associato-trasfusione-192039.php?uuid=acv0qwac
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