Hate speech Per una comunicazione non ostile Hate speech L'incitamento all'odio (hate speech) è una categoria della giurisprudenza USA (e da pochi anni anche di quella europea) che indica un genere di parole e discorsi che hanno lo scopo di esprimere odio e intolleranza verso una persona o un gruppo (razziale, etnico, religioso, di genere o orientamento sessuale). Il negazionismo, l'odio politico, l'apologia di regimi, la discriminazione etnica o basata sulle abitudini sessuali, l'odio religioso e razziale, l'attacco al diverso in ogni sua accezione, la propaganda terroristica sono i temi che vengono affrontati e che variano a seconda della tradizione del paese che legifera. (Giovanni Ziccardi) L hate speech non può rappresentare il prezzo da pagare per essere presenti sullo spazio digitale. Una community contro la violenza sul web fornisce uno strumento in più a disposizione di chi è impegnato a contrastare questo fenomeno ma anche di chi ne è, suo malgrado, vittima (Laura Boldrini)
Odio online e odio offline Differenze tra odio online e odio offline Giovanni Ziccardi esamina le differenze tra odio online e odio tradizionale (offline) raggruppandole in quattro tipologie (L'odio online - Violenza verbale e ossessioni in rete, pp.78-82): Permanenza: l'odio online rimane attivo per lunghi periodi di tempo Possibile Ritorno: l'odio rimosso dal web può facilmente ritornare online sotto diversa forma o titolazione Anonimato: la possibilità di rimanere anonimi sulla rete dà alle persone la sensazione (errata) di poter evitare conseguenze Transnazionalità: complica l'individuazione dei meccanismi legali per combattere l'hate speech
Differenze tra odio online e odio offline Nuove categorie comportamentali connesse all'hate speech, soprattutto riguardanti l'odio ad personam, sono esaminate da Giovanni Ziccardi (pp.186-209). Esse sono: Cyberbullismo: diffamazione, ingiurie, percosse, lesioni, interferenze illecite nella vita privata di un determinato individuo Cyberstalking: condotte reiterate volte a determinare un grave stato d'ansia o paura in un determinato individuo Grooming online: adescamento di minori a fini sessuali Sexting: invio o ricezione di email, messaggi di testo e altre forme di comunicazione contenenti materiale sessuale Revenge Porn: pubblicazione online di immagini o video con scene di sesso esplicito riprese nel corso di una normale relazione intima e diffuse senza il consenso del partner Relazione tra hate speech e cyberbullismo
Cosa si può fare per diventare pensatori critici? E' stato ampiamente dimostrato negli ultimi 30-40 anni da parecchi psicologi tra i quali Amos Tversky, Daniel Kahneman, Gerd Gigerenzer e altri, che l'essere umano crede di essere razionale ma non lo è. Quando un individuo si trova a prendere decisioni in condizioni di incertezza il più delle volte usa un "pensiero intuitivo" facendo ricorso alle euristiche, cioè a scorciatoie mentali maturate nel corso dell'evoluzione. Nella maggior parte delle situazioni della vita quotidiana le decisioni euristiche si rivelano giuste ma in situazioni più complesse, apparse solo con la modernità, le euristiche portano a distorsioni del giudizio (bias) che danno luogo a decisioni errate. Secondo Daniel Kahneman (pp.464-465 di Pensieri lenti e veloci - Mondadori) il nostro pensiero intuitivo non è facilmente educabile e ostacola il riconoscimento dei segnali ambientali che in certi casi renderebbero necessario il passaggio a un pensiero razionale e critico. Un osservatore esterno è sempre meno coinvolto emotivamente di colui che prende decisioni e compie azioni. Occorre quindi impegnarsi a costruire una "società critica", nella quale ci siano "osservatori critici" che sappiano avvertirci dei pericoli insiti in certe situazioni decisionali. Questo è un compito primario delle Istituzioni che devono investire in programmi di formazione al "pensiero critico" degli educatori scolastici. A livello individuale, ecco alcune attività perseguibili: Atteggiamento critico: sforzarsi di assumere un atteggiamento critico contrastando la tendenza umana innata di saltare subito alle conclusioni e prendere decisioni impulsive. Per approfondire andare alla pagina: Atteggiamento critico Lettura: diversi studi confermano che l'attività di lettura migliora l'attività del cervello contrastando i deficit cognitivi e l'invecchiamento cerebrale. Per approfondire andare alla pagina: Lettura e Cervello Apprendimento linguistico: recenti studi hanno confermato che imparare lingue diverse dalla propria (anche in età avanzata) migliora il rendimento cerebrale. Per approfondire andare alla pagina: Bilinguismo e incremento cognitivo