Cambia il lavoro cambia il sindacato

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Sandro Antoniazzi Cambia il lavoro cambia il sindacato Venticinque anni dopo Lettera alla classe operaia BiblioLavoro

ISBN 978-88-95660-17-2 2011, BiblioLavoro Viale Fulvio Testi, 42 20099 Sesto San Giovanni (Mi) 02 24426244 info@bibliolavoro.it Edizione aprile 2011

Indice 7 Prefazione di Giorgio Caprioli 11 Premessa 13 Il lavoro ha ancora un valore? La centralità del lavoro, ieri, p. 13 - Il lavoro attuale è ambivalente, p. 14 - Il lavoratore come soggetto, p. 15 - Un lavoro più soggettivo, p. 16 - La perdita della dimensione sociale del lavoro, p. 17 - Il lavoro in una visione sociale allargata, p. 18 - Una concezione del lavoro non più antagonista, p. 19 21 Un nuovo modello di solidarietà La solidarietà di ieri, p. 21 - Una situazione nuova, p. 21 - È necessario partire da nuovi presupposti, p. 22 - L emergere delle differenze, p. 23 - L esempio del lavoro, p. 24 - Soggettività, solidarietà, partecipazione, p. 25 - La solidarietà deve avere una prospettiva, p. 26 - Il nodo centrale dell economia, p. 27 - La possibilità di una solidarietà generale, p. 28 - Dall ideologia all etica sociale, p. 29 30 Dal militante alla persona sociale La rarefazione della militanza, p. 30 - La trasformazione individualistica, p. 31 - L individualizzazione e il carattere del tempo, p. 32 - Individuo e coscienza sociale, p. 33 - La risposta del volontariato, p. 34 - Come formare la persona sociale, p. 34 - Il sindacato è fatto di persone, sociali, p. 36 37 Rivalutare il lavoro significa rivalutare il sindacato Uscire da una situazione di subalternità culturale, p. 37 - Una nuova visione del lavoro, p. 38 - L esito della battaglia storica del sindacato è soddisfacente?, p. 39 - La questione del lavoro oggi è mondiale, culturale, politica, p. 40 - Quali sono le forze per cambiare, p. 41 43 Il cambiamento parte dal basso, dal sindacato locale Perché un azione dal basso, p. 43 - Il cambiamento è culturale, p. 44 - Progetti culturalmente nuovi, p. 45 - Diamo una prospettiva ai giovani, p. 46 - Rendiamo compatibile il lavoro e la casa per le donne e per gli uomini, p. 47 - Valorizzare il lavoro di oggi che è personale e

relazionale, p. 48 - Immigrati: da una convivenza di fatto ad una convivenza matura, p. 49 - La questione ambientale ha origine dalla produzione, p. 50 - Acquisire una visione e una pratica internazionale, p. 50 - Cambiare i rapporti con le imprese, p. 51 - Fare società locale, p. 52 55 Postfazione di Gigi Petteni

Prefazione di Giorgio Caprioli * Con questa raccolta di riflessioni, analisi e proposte, ordinate e riorganizzate a 25 anni dal suo ormai famoso Lettera alla classe operaia, Sandro Antoniazzi continua un dialogo mai interrotto con il mondo del lavoro. Sono pensieri proposti nel corso degli anni in occasione di seminari e convegni che ben si inseriscono nella domanda che da parecchio tempo molti si fanno: Che senso ha la militanza sindacale?. Il venir meno di orizzonti e di risposte condivise è da tempo esperienza vissuta da ciascuno di noi: il collante delle ideologie o delle grandi visioni si è da tempo allentato. Tentare di dare risposte che non si limitino a descrivere perché questi orizzonti comuni non ci paiono più convincenti ma provino a ricostruire una visione dei problemi e di come affrontarli, è uno sforzo che merita di essere incoraggiato. Il percorso che queste riflessioni di Antoniazzi propongono non è certo definitivo né completo. Ma è ricco di spunti che ci incoraggiano a proseguire in un cammino di approfondimento comunque fecondo. A partire da una riflessione sul lavoro, sulla sua trasformazione dall essere l unico centro di identità e di mobilitazione, all essere ancora un elemento importante per la vita delle persone ma affiancato da altre fonti di identità e di possibile mobilitazione. Dal suo essere una fonte quasi automatica di solidarietà, vista la condizione comune di mancanza di diritti, al suo perdere questa centralità a seguito del crescente benessere (anche prodotto dalle conquiste sindacali) e del conseguente emergere delle differenze. * Responsabile dell Osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia, già Segretario generale della Fim. 7

L individualismo è indicato come la causa principale di questo fenomeno: i legami sociali del lavoro hanno lasciato il posto ai legami individuali. E l individualismo è preso in esame nella sua ambivalenza: aumento della libertà, ma anche il suo arenarsi in una visione dominata dal consumismo. L aumento del desiderio di libertà si riflette sul lavoro con l emergere di un desiderio, soprattutto nei giovani, di autorealizzazione sul lavoro. La perdita di centralità del lavoro si riflette con l emergere di altri problemi ad esso legati ma in parte autonomi come il rapporto uomo-donna, il problema dei limiti allo sviluppo illimitato, l integrazione degli immigrati. È a partire da questi e altri temi che si possono costruire delle solidarietà parziali che sommate tra di loro, possono sostituire la solidarietà basata sulla comune condizione lavorativa. Cambia anche la militanza, passando dalla condizione di ricevere dall alto le posizioni da assumere ad una esigenza di partire dalla libertà individuale e maturare in se stessa una coscienza sociale. Cambia il sindacato, che deve mettere al centro della propria azione il desiderio del lavoratore di poter contare di più nel determinare il proprio lavoro, sapendolo coniugare col superamento delle ingiustizie a livello mondiale e con la capacità di proporre riforme strutturali dell economia. Alleati in questo compito non tanto la classe operaia, ma tutta quella parte della società civile che si assume il compito di orientare la società. Ma per il cambiamento del sindacato la direzione principale è dal basso, cioè dedicare meno tempo a criticare le decisioni romane e impegnarsi a produrre in periferia delle esperienze significative. La pubblicazione termina con un contributo del Segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni, sulle caratteristiche personali del dirigente sindacale. È un contributo originale, in linea con l invito fatto da Antoniazzi a rifondare dal basso il sindacato. È un invito a rimettersi in discussione partendo dalla capacità di ascolto ( umiltà ) della realtà. È un esortazione a ritrovare il coraggio dell innovazione, rimanendo fedeli al messaggio originale della Cisl (persona, associazionismo, partecipazione) e ai suoi strumenti (contrattazione), ma sapendo cambiare l organizzazione (efficacia ed efficienza) e i rapporti con la politica (politica ed autonomia) alla luce di un pragmatismo che sa confrontare le proprie ragioni con quelle degli altri. 8