Monitoraggio decennale dei giallumi della vite Sanja Baric, Christine Kerschbamer, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg Armin Morandell, Servizio Fitosanitario Provinciale di Bolzano 2/2012 I giallumi della vite sono provocati da minuscoli batteri che appartengono al gruppo dei fitoplasmi. Questi patogeni si insediano nelle cellule del floema, interferendo con l approvvigionamento alimentare e con il bilancio idrico e ormonale delle viti colpite. I danni che possono insorgere per i viticoltori possono essere anche molto ingenti. Due tipi di giallumi Hyalesthes obsoletus. Attualmente, in Europa sono diffusi due tipi di giallumi della vite causati da fitoplasmi: il legno nero e la flavescenza dorata. Entrambe le patologìe sono state descritte negli anni 50. La flavescenza dorata è stata rinvenuta inizialmente in Francia, paese dal quale, nei decenni successivi, si è diffusa anche in Italia. Negli anni 90 è stata segnalata in forma grave in molte regioni settentrionali Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Il legno nero è stato descritto per la prima volta nella zona della Mosella come malattia di ingiallimento ed in Francia come Bois noir. In Alto Adige venne osservato già nel 1964 da Franz Zelger un quadro sintomatologico riferibile ad un giallume della vite (Obstbau*Weinbau 1/1964, pagg. 6-7). In questo caso non è però stato individuato il vero patogeno, poiché i sintomi delle due patologìe sono molto simili tra loro e non distinguibili visivamente. I sintomi sono i seguenti: precoce virata di colore delle foglie (rosso per i vitigni a bacca rossa, giallo per quelli a bacca bianca), arrotolamento verso il basso della lamina fogliare, tralci non lignificati (spesso con formazione di pustole), appassimento e raggrinzimento dei grappoli. Solo Scaphoideus titanus. 53
Tabella: numero di campioni sui quali è stata evidenziata la presenza di fitoplasmi portatori del legno nero (LN; prima della barra) e di quelli analizzati complessivamente (dopo la barra). In due singoli casi è stato rinvenuto il fitoplasma della flavescenza dorata (FD; separati dal segno + da quelli positivi per il legno nero). n. varietà anno 2002-2011 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 totale % infetto 1 Chardonnay 15/17 9/10 20/22 20/20 23/25 45/50 13/16 35/43 23/26 50/55 253/284 89,1 2 Pinot nero 2/6 0/1 8/8 19/23 13/13 14/15 1/1 1/4 2/2 2/4 62/77 80,5 3 Lagrein 2/2 4+1/5 11/25 18/18 15/15 5/9 1/1 1/4 2/2 1/1 60+1/82 74,4 4 Pinot grigio 2/2 1/1 4/4 10+1/12 5/5 11/14 2/2 0/1 2/2 4/9 41+1/52 80,8 5 Zweigelt 7/7 2/3 1/1 2/2 6/6 13/14 3/4 3/3-2/2 39/42 92,9 6 Kerner 5/5 2/2 1/1 3/3 2/2 2/3 2/2 - - 3/3 20/21 95,2 7 Traminer aromatico - 2/2 2/3 5/5 2/2 2/2 1/3 - - 0/2 14/19 73,7 8 Sauvignon blanc - - 3/6 3/4 2/3 2/3 - - 1/1-11/17 64,7 9 Schiava - - 0/2 1/3 5/6 2/3-2/2 - - 10/16 62,5 10 Merlot 0/3 - - 6/7 2/2-0/2 0/1 - - 8/15 53,3 11 Riesling - - - - 2/2 4/5 2/2 2/4-0/1 10/14 71,4 12 Silvaner 2/3 2/2 - - 1/1-1/1 - - 4/4 10/11 90,9 13 Müller-Thurgau - 1/1 - - 2/2 0/1 4/5-1/1-8/10 80,0 14 Cabernet Sauvignon - - 3/6 2/2 1/1 - - - - - 6/9 66,7 15 Pinot bianco 1/1 - - 1/1 1/1 1/4 1/1 - - - 5/8 62,5 16 Veltiner verde - - 1/1-1/1 0/1 0/1 - - - 2/4 50,0 17 Marienfelder - - - 2/2 - - - - - - 2/2 100,0 18 Blauer Portugieser - 1/1 - - 1/1 - - - - - 2/2 100,0 19 Cabernet franc - - - 1/1 - - - - - - 1/1 100,0 20 Garmaret - 1/1 - - - - - - - - 1/1 100,0 21 Kernling - - - 1/1 - - - - - - 1/1 100,0 22 Schiava gentile - - 1/1 - - - - - - - 1/1 100,0 23 Moscato rosa - - - - 1/1 - - - - - 1/1 100,0 24 Uva da tavola - - 0/1 - - - - - - - 0/1 0,0 25 portinnesto - - 0/4 - - - - - - - 0/4 0,0 26 altri - - 0/4 0/2 - - 1/1 - - - 1/7 14,3 totale LN 36/46 25/29 55/89 94/106 85/89 101/124 32/42 44/62 31/34 66/81 569/702 81,1 totale FD 0/46 1/29 0/89 1/106 0/89 0/124 0/42 0/62 0/34 0/81 2/702 0,3 dall inizio degli anni 90 sono possibili una corretta individuazione e determinazione dei fitoplasmi della vite, grazie all introduzione delle metodologìe di analisi molecolari nei laboratori fitopatologici. Le modalità di trasmissione I giallumi della vite non solo sono provocati da due differenti specie di fitoplasmi: essi sono trasmessi anche da diverse specie di cicaline, il che li differenzia nel percorso epidemiologico. Ognuna delle due patologìe può poi essere trasmessa con materiale vivaistico (barbatelle) infetto. L insetto vettore della flavescenza dorata è la cicalina americana (Scaphoideus titanus), che predilige la vite come pianta ospite. Negli anni 60, questa specie di origine nordamericana venne importata nelle zone meridionali della Francia, dove ben presto venne riconosciuta come insetto vettore della flavescenza dorata. Da allora la sua diffusione copre molti territori viticoli europei. Attraverso la suzione della linfa di una vite colpita può infettarsi e trasportare poi i fitoplasmi su una pianta sana. Per questo è possibile che si manifesti una diffusione esplosiva della patologìa. Nel 1994 Hyalesthes obsoletus è stato identificato da Michael Maixner come insetto vettore del legno nero. La specie predilige le piante erbacee tipiche del vigneto quali ortica e convolvolo e solo occasionalmente se ne riscontra la presenza sulla vite. La trasmissione avviene prevalentemente dalle piante erbacee alla vite, mentre quella tra viti infette sembra improbabile. Per questo la diffusione del legno nero procede, di regola, più lentamente di quella della flavescenza dorata. Programma di monitoraggio in Alto Adige A causa delle differenze di tipo epidemiologico è necessario, per la difesa, intraprendere misure fitosanitarie diverse. Il D.M. nr. 32442 del 31 maggio 2000 prevede, sull intero territorio nazionale, la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata. I Servizi Fitosanitari regionali sono stati quindi obbligati ad approntare un piano di monitoraggio della comparsa del patogeno e 54
2/2012 del vettore. L applicazione di un simile programma richiede però il ricorso ai metodi diagnostici biomolecolari. Per questo, in Alto Adige si istituì una collaborazione tra il Servizio Fitopatologico provinciale ed il Laboratorio di biologia molecolare costituito nel 2001 presso il Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg. L urgenza dell applicazione del programma di monitoraggio era basata anche sul ritrovamento, all inizio del XXI secolo nel confinante Trentino, sia del vettore che del patogeno della flavescenza dorata. Nel 2002, a ridosso dell inizio dell attività di laboratorio, nel Settore Diagnostica molecolare venne introdotto un metodo specifico, basato sulla rilevazione del DNA, per la determinazione del tipo di giallume della vite. Nei primi tempi le analisi di laboratorio si basavano su una tecnica piuttosto impegnativa, il cosiddetto nested PCR- RFLP, consigliato dal Gruppo di lavoro sui fitoplasmi. Due anni fa questa metodologìa è stata sostituita da un metodo di real-time PCR, che consente la determinazione contemporanea dei due patogeni oltreché di una parte del DNA della pianta ospite a titolo di controllo interno per la qualità della reazione di rilevamento. Il metodo real-time PCR è contraddistinto da una notevole affidabilità e permette il controllo di un maggior numero di campioni. Ciò che accomuna le due metodologìe è l ottenimento del materiale ereditario (DNA) dai campioni di foglie all inizio del procedimento. Gli isolati di DNA possono poi essere utilizzati sia per la reazione di rilevamento che per ulteriori verifiche, quale ad esempio la tipizzazione del patogeno. Il prelievo dei campioni, nell ambito del programma di monitoraggio dei giallumi della vite, è di competenza del Servizio Fitosanitario provinciale. I vigneti sospetti sono segnalati in prima persona dal viticoltore o dai collaboratori del Centro di Consulenza. Da parte del Servizio Fitosanitario vengono inoltre condotti regolari controlli proprio per la ricerca di ceppi sospetti. Dagli impianti finora colpiti, sparsi nell intero territorio viticolo provinciale, Tipica sintomatologìa dei giallumi della vite. 55
sono stati selezionati e prelevati campioni significativi di ceppi sintomatici e le foglie sono state consegnate durante la medesima giornata presso il Laboratorio di biologia molecolare. In alcuni casi si è proceduto al controllo anche di piante non sintomatiche. Complessivamente, nell ambito del programma di monitoraggio, sono stati analizzati, in un decennio, 702 campioni il cui numero è variato di anno in anno, rispecchiando indicativamente l intensità dell attacco rilevato nel territorio viticolo (tabella). I test effettuati presso il Laboratorio di biologia molecolare hanno confermato che i sintomi di giallumi osservati durante l intero periodo monitorato erano da riferire quasi esclusivamente al patogeno del legno nero: 569 campioni analizzati (81,1%) sono risultati positivi al test con il fitoplasma del legno nero. Solo per due campioni (0,3%) si trattava del patogeno della flavescenza dorata, mentre nei rimanenti non è stato rilevato nessun fitoplasma. Il 75% di tutti i campioni controllati provenivano da 5 varietà: Chardonnay, Pinot nero, Lagrein, Pinot grigio e Zweigelt, che sembrano essere particolarmente sensibili proprio al legno nero. La Schiava, per contro, nonostante l ampia superficie su cui è coltivata, solo molto raramente è sintomatica ed è stata di conseguenza analizzata solo raramente. Per quanto concerne la flavescenza dorata sembra che la situazione possa essere considerata positivamente. Questo patogeno non si è ancora insediato stabilmente in Alto Adige, sebbene nella vicina provincia di Trento la percentuale di campioni con il fitoplasma della flavescenza dorata sia intanto aumentata fino al 19% (comunicato stampa della Fondazione Edmund Mach di San Michele all Adige di data 5/12/2011). Studio del legno nero in Alto Adige Generalmente il legno nero viene considerato una patologìa meno problematica rispetto alla flavescenza dorata. Negli ultimi anni, però, il legno nero è apparso aggressivo in molti vigneti in alcuni dei quali si è manifestato sul 40% dei ceppi. Per questo, il Laboratorio di biologia molecolare del Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg ha aderito non solo al programma di monitoraggio, bensì anche ad alcuni progetti di ricerca per una miglior comprensione dell epidemiologìa del legno nero in Alto Adige. È stato così sviluppato un test rapido per la tipizzazione del fitoplasma del legno nero (European Journal of Plant Pathology 124/2009, pagg. 521-526). In tal modo è possibile provare che in Alto Adige sono presenti due diversi ceppi del patogeno del legno nero (tipo ortica o tuf tipo I e tipo convolvolo o tuf tipo II) (Vitis 46/2007, pagg. 101-102). Essi possono essere messi in relazione con entrambe le più importanti piante ospiti della cicalina Hyalesthes obsoletus. Grazie all analisi degli isolati di DNA è stato possibile, nell arco di dieci anni, valutare com è cambiata la diffusione dei due Grafico: riassunto dei tipi di fitoplasma del legno nero rinvenuti negli ultimi 10 anni. ceppi in Alto Adige. Mentre nel 2002 e nel 2003 nelle piante colpite da legno nero si rinveniva esclusivamente il tipo ortica, a partire dal 2004 si è diffuso nei vigneti altoatesini il tipo convolvolo, con una frequenza media di attacco del 20%. Per una migliore comprensione dei rapporti epidemiologici tra il patogeno del legno nero e Hyalesthes obsoletus, insetto vettore, e possibili piante ospiti della cicalina, tra il 2005 ed il 2008 sono state analizzate, in collaborazione con il Settore Difesa delle piante del Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg, oltre 650 esemplari dell insetto vettore e quasi 370 piante erbacee (41 specie diverse) provenienti da vigneti colpiti, per verificare la presenza del patogeno del legno nero (Vitis 48/2009, pagg. 185-192). In media, un esemplare su quattro di H. obsoletus conteneva il fitoplasma del legno nero. All osservazione delle piante erbacee è stata confermata anche in Alto Adige la presenza del patogeno in alcune piante ospiti di H. obsoletus (convolvolo, ortica, tarassaco, poligono, silene, erba rogna). Questi risultati evidenziano la necessità di un efficiente allontanamento delle piante erbacee dal vigneto, in particolare di ortica e di convolvolo, quale misura di contenimento della diffusione del legno nero. Si è comunque posto il quesito se in Alto Adige Hyalesthes obsoletus sia l unico insetto vettore del legno nero ovvero se anche altre specie di cicalina siano coinvolte nel processo. In collaborazione con Wolfgang Schweigkofler (Settore Difesa delle piante) è stata affrontata questa tematica, con un attenzione particolare al genere Reptalus. In altre regioni geografiche, infatti, è stato rinvenuto il fitoplasma del legno nero in alcuni esemplari di tale genere e per una specie, addirittura, è stata provata la possibilità di trasmissione in condizioni sperimentali. Nel Laboratorio di biologia molecolare si è proceduto all analisi di un numero complessivo di 300 individui di Reptalus sp. Questi sono stati catturati tra il 2007 ed il 2010 in alcuni vigne- 56
2/2012 Per la verifica in laboratorio della presenza dei patogeni dei giallumi della vite è necessario preparare le nervature fogliari. ti altoatesini nei quali erano presenti ceppi sintomatici (o nelle loro immediate vicinanze). Con una percentuale pari allo 0,3%, per l Alto Adige è stato verificato che il genere Reptalus attualmente non rappresenta un rischio concreto per quanto riguarda la diffusione del legno nero. Osservazioni e studio della cicalina americana Il programma di monitoraggio dei giallumi della vite non è focalizzato solo sulla raccolta e le analisi di viti sintomatiche, bensì anche sulle osservazioni relative alla comparsa dell insetto vettore della flavescenza dorata, la cicalina americana. A tal fine, sin dal 2003, si procede alla sistemazione di trappole cromotropiche, controllate da un gruppo di lavoro costituito da collaboratori del Servizio Fitosanitario provinciale, del Centro di Consulenza e del Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg. Fino al 2009 non è stata riscontrata la presenza, nell intero territorio provinciale, di alcun individuo di cicalina americana. Nel 2010, nella parte più meridionale della provincia, sono stati individuati i primi esemplari di questa specie, catturati con trappole cromotropiche. Alcuni di essi sono stati sottoposti ad un analisi biomolecolare per il riscontro della presenza dei fitoplasmi della flavescenza dorata. Nel 2011, sempre con le trappole cromotropiche, sono stati catturati 140 individui, testati poi in laboratorio. Fino ad oggi nessuno dei campioni ha evidenziato la presenza del patogeno della flavescenza dorata. Conclusioni La comparsa della cicalina americana è limitata, attualmente, ad una zona molto contenuta situata nella parte meridionale della provincia. In questi territori il monitoraggio viene intensificato e accanto alle attente osservazioni sulla popolazione dell insetto vettore si effettuano anche numerosi prelievi da viti sintomatiche, che vengono in seguito analizzati in laboratorio. Finora il patogeno della flavescenza dorata in Alto Adige non è ancora diffuso, ma se nella zona di diffusione della cicalina americana si dovessero notare ceppi colpiti da questo fitoplasma, la patologìa potrebbe diffondersi rapidamente. La rapida e affidabile identificazione della specie di fitoplasmi è dunque di fondamentale importanza, per poter intraprendere in tempo utile le più opportune misure di contenimento. Nel caso della flavescenza dorata, l eliminazione di ogni ceppo colpito è assolutamente necessaria (oltreché obbligatoria) per limitare quanto più possibile i focolai infettivi. Le esperienze raccolte in altre regioni viticole mostrano quanto sia necessario prendere sul serio la flavescenza dorata, sebbene agendo a tempo debito ed in modo mirato sia possibile contenere efficacemente la sua diffusione. Di estrema importanza a tale proposito è la collaborazione dei viticoltori in fase di riconoscimento e segnalazione di casi sospetti di giallumi della vite presso il Servizio Fitosanitario provinciale Ufficio per la fruttiviticoltura, via Brennero 6, tel. 0471/415086, fax 0471/415117, e- mail: fitobz@provincia.bz.it. sanja.baric@provincia.bz.it 57