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In foto: Pagamento delle imposte - sul tavolo dell esattore si notano ceste (fiscus) con monete; rilievo (particolare del II sec. d.c.), da Neumagen. Treviri, Rheinisches Landesmuseum. Introduzione «Quater pecunia mea iuvi aerarium, ita ut sestertium milliens et quingenties ad eos qui praerant aerario detulerim. Et M. Lepido et L. Arruntio cos. in aerarium militare, quod ex consilio neo constitutum est, ex quo praemia darentur militibus, qui vicena aut plura stipendia emeruissent HS milliens et septingentiens ex patrimonio meo detuli.» 1 «Quattro volte aiutai l'erario con denaro mio, sicché consegnai centocinquanta milioni di sesterzi a coloro che sovrintendevano l'erario. E sotto il consolato di Marco Lepido e Lucio Arrunzio trasferii l'erario militare, che fu costituito su mia proposta perché da esso si prelevassero i premi da dare ai soldati che avessero compiuto venti o più anni di servizio, centosettanta milioni di sesterzi prendendoli dal mio patrimonio.» 1 Res Gestae Divi Augusti - Pars altera. Capitolo 17. 4

Nell ordinamento finanziario repubblicano di Roma vi era stata un unica cassa dello stato, detta aerarium 2 populi Romani o aerarium Saturni 3, posta sotto l alta direzione del senato; come le altre istituzioni della res publica, anch essa venne mantenuta, ma anch essa, sia per la crescente ingerenza del principe sulla gestione di tale cassa, sia per il sorgere e l affiancarsi di altre casse pubbliche direttamente collegate ai bisogni ed all organizzazione finanziaria del nuovo regime, fu destinata ad essere sempre più privata di importanza e a passare in secondo piano. Un primo colpo fu arrecato con la creazione dell aerarium militare, istituito sotto Augusto in seguito 2 Da aeris, cioè "rame, bronzo, denaro, tesoro". 3 Dal nome del tempio in cui era custodito. La aedes Saturni così definita a partire dall epoca di Claudio. Nel tempio di Saturno, che si trovava nel Foro romano, aveva anche sede l archivio pubblico e vi venivano depositati i vessilli degli eserciti. Una sezione speciale del tesoro era costituita dall aerarium sanctius, contenente la riserva metallica dello stato (bronzo, oro e argento monetato o in lingotti), i preziosi e i proventi della tassa del 5 per cento sull emancipazione degli schiavi. Al controllo dell erario vennero via via preposti diversi magistrati: dapprima questori, sotto la vigilanza del senato e con la possibilità per i consoli di disporre dei fondi; in seguito edili con Cesare, prefetti e pretori con Augusto, questori nuovamente con Claudio e infine prefetti con Nerone. 5

all innovazione per cui ai veterani congedati non venivano più assegnate terre bensì un forte premio in denaro. Fu soprattutto in conseguenza del sorgere e del prepotente svilupparsi del fiscus Caesaris 4, cioè di una generale cassa imperiale, che il vecchio aerarium Saturni finì con l essere progressivamente e rapidamente esautorato. Il fisco non esisteva ancora sotto Augusto (che infatti nelle Res gestae non ne fa menzione), ma esistevano le varie casse particolari delle singole province imperiali, che erano gestite dai rappresentanti del principe, ed in definitiva facevano capo a lui. Sotto i successori di Augusto sorge e si organizza sempre meglio l ufficio a rationibus 5, si coordinano le varie gestioni particolari, si sviluppa un ordinamento unitario 4 Lett: cesto, tecnicamente: cassa imperiale. 5 È infatti con Adriano che si conclude il processo di centralizzazione della finanza imperiale che trasforma lo scrinium a rationibus (istituito da Claudio), in una procuratio sotto la direzione di un procurator a rationibus, con il compito di coordinare le rationes imperii (e cioè la contabilità generale dell impero), province senatorie comprese. 6

delle finanze imperiali, e si viene a costituire una cassa centrale. A questa cassa, destinata ad alimentare economicamente la sempre più complessa ed estesa organizzazione imperiale (è chiaro che al moltiplicarsi dei compiti dell imperatore e degli uffici a lui dipendenti corrispondeva un progressivo aumento degli oneri e dei bisogni finanziari), affluivano le entrate provenienti sia dalle province imperiali (convogliate attraverso le gestioni delle casse provinciali) sia da altri cespiti (in continuo aumento), come pure altre entrate che erano spettate all aerarium e vennero man mano devolute al fisco. Va in proposito sottolineato che il fiscus Caesaris, pur essendo in un certo senso, e specie nel primo Principato, considerato di spettenza dell imperatore, tuttavia costituiva una cassa pubblica, la cassa del nuovo regime, che sempre più decisamente appariva come la più importante e la vera cassa dello stato. 7

Ma gli imperatori (già Augusto, e ancor più i suoi successori) avevano anche un patrimonio personale immenso (a cui ad esempio lo stesso Augusto attinse più volte per sopperire ai bisogni dello stato), che spettava loro secondo le norme del diritto privato e di cui essi, almeno in un primo periodo, potevano liberamente disporre appunto secondo quelle norme (ad es. per testamento). Tuttavia in seguito (forse già a partire dagli Antonini) anche questo patrimonium dell imperatore cominciò ad essere considerato non proprio come suo patrimonio privato, bensì come inerente alla carica, quasi come un appannaggio costituzionale, un patrimonio della corona. Da esso perciò venne staccandosi quella parte di beni (cui si riferisce con tutta probabilità la qualifica di res privata principis 6, che si riscontra nell età dei Severi) che 6 È bene precisare che il fiscus Caesaris si distingueva tanto dal patrimonium principis, amministrato da procuratores patrimonii, quanto dalla res privata principis. Il primo afferiva alla funzione del principe; la seconda afferiva, invece, alla persona del principe, che ne poteva disporre liberamente. 8

venivano considerati come propri personalmente dell imperatore, come suo patrimonio privato. Pertanto, nell ordinamento del Principato romano il fiscus stava ad indicare quella parte dell amministrazione finanziaria fiscus Caesaris - dello stato che, facendo capo direttamente al principe, si contrapponeva all aerarium populi Romani, che faceva capo ai residui organi dell amministrazione statale repubblicana. Questa caratteristica dicotomia, tipica dell ordinamento del Principato, di transizione fra l ordinamento repubblicano e quello monarchico, venne del tutto a scomparire dopo Diocleziano, quando l intera amministrazione finanziaria venne a dipendere dal solo imperatore, e fisco ed erario divennero sinonimi. Nel periodo intermedio il termine indicò generalmente l amministrazione finanziaria imperiale, in contrapposto alle finanze locali specialmente delle città. 9

Pertanto i due enti (aerarium e fiscus) furono completamente unificati nell unico fiscus Caesaris, in diritto postclassico. Quest ultimo inoltre, mostrò la tendenza a considerare il fiscus Caesaris (ricomprendente anche l aerarium) come autonomo soggetto giuridico: pur appartenendo al princeps, il fiscus non era considerato come suo patrimonio (non essendo trasmesso, a titolo ereditario, agli eredi del princeps defunto, ma attribuito al successore). Finché la presa di possesso del successore non avveniva, il fiscus si considerava, nei confronti dei cittadini, come soggetto dotato di autonoma personalità 7. 7 Per tale ragione il fisco era considerato una res prìncipis (era identificato nella cassa imperiale ed apparteneva all imperatore), ma si distingueva dal patrimonio privato dell imperatore. 10