Linee guida per la prevenzione e il contrasto al Fenomeno del Caporalato Le Linee Guida sono state elaborate nell ambito di un progetto formativo realizzato da Éupolis Lombardia, su incarico della Direzione Generale Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione di Regione Lombardia. Hanno partecipato al percorso formativo i Comandi di Polizia Locale dei comuni capoluogo della Lombardia e ci si è avvalsi della collaborazione di: Fondazione ISMU, INPS Milano, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università Cattolica di Milano, Direzione Interregionale del Lavoro di Milano (DIL), Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione (ASGI), Direzione Territoriale del Lavoro di Milano (DTL), Italia Lavoro, Guardia di Finanza Sezione Operativa di Corsico, Gruppo Carabinieri Tutela del Lavoro.
Le Linee Guida si propongono come strumento per orientare correttamente lo svolgimento delle attività di prevenzione e di contrasto al fenomeno del Caporalato da parte di tutti i Comandi di Polizia Locale della Lombardia. Le proposte sono organizzate in 5 ambiti. 1. Superamento dei confini amministrativi nello svolgimento delle indagini I. Progettare percorsi di pedinamento invertiti: dall esterno all interno del territorio di competenza. Quando non è possibile intervenire sul luogo di lavoro ed accertare la regolarità dei lavoratori presenti, cambiare strategia realizzando un percorso di indagini inverso: un esempio potrebbe essere il tentativo di agganciare i veicoli provenienti dall esterno per individuare i luoghi di destinazione presenti sul territorio di competenza. II. Ottenere deroghe per azioni extra-territoriali da parte delle Prefetture. Il modello EXPO di deroga concesso dalla Prefettura di Milano potrebbe essere riproposto alla propria Prefettura competente; si potrebbero, altresì, stipulare convenzioni direttamente tra Comuni limitrofi al territorio di competenza. III. Instaurare e consolidare collaborazioni fra Polizie Locali. Condividere le proprie conoscenze e competenze con altri Comandi, in una logica di dare e avere costruttiva ed efficace ai fini investigativi; realizzare indagini congiunte fra Comandi di diverso grado di specializzazione in materia. IV. Individuare figure referenti sul tema del contrasto al Caporalato nei diversi ambiti. Ogni Comando dovrebbe istituire una o più figure esperte rispetto alla specifica attività del contrasto al Caporalato e, più in generale, del lavoro nero. Qualora ciò non risultasse possibile per insufficienza di organico, si potrà ricorrere a figure esperte di altri Comandi territorialmente contigui, e stabilire, quindi, le modalità di collaborazione. 2. Accordi con altre Istituzioni fondamentali per la conduzione delle indagini I. Costruire Accordi e Protocolli di Intesa con istituzioni incaricate di gestire passaggi chiave del processo di indagini sul tema. Stipulare accordi formali con la Direzione Territoriale del Lavoro (DTL), in primo luogo, per garantire una supervisione circa la regolarità formale delle azioni e, nella fase finale, per quanto riguarda le sanzioni. Collaborazioni analoghe andrebbero stabilite anche con INPS e ASL.
II. III. Costruire rapporti di collaborazione anche interpersonali con figure chiave appartenenti ad altre istituzioni per lo svolgimento delle indagini e per tutte le collaborazioni che si rendono necessarie. Costruire rapporti di collaborazione anche interpersonali con figure strategiche non solo di altre istituzioni, ma anche in relazione ad associazioni non governative ed organismi impegnati nella tutela dei diritti fondamentali delle persone straniere. Elemento determinante risulta infatti la condizione della persona offesa, che si caratterizza per la sua vulnerabilità e debolezza, per cui l instaurazione di un rapporto di fiducia con la stessa diventa determinante anche al fine di poter svolgere indagini più approfondite e ottenere elementi di conoscenza sul rapporto lavorativo. 3. Gestire al meglio il processo di indagine I. Pianificare ex ante gli interventi integrando i sistemi informativi e incrociando le informazioni a disposizione con azioni di intelligence. II. Creare modalità e strumenti per l accesso alle banche dati in ogni Comando con la possibilità che questi vengano utilizzati anche da Comandi meno organizzati e strutturati. III. Condividere con la DTL i risultati attesi rispetto alle indagini e alle segnalazioni, in modo da raccogliere adeguatamente le informazioni durante l intero processo. IV. Nelle attività di appostamento, utilizzare autovetture civetta possibilmente diverse, per evitare di essere identificati; sfruttare i sistemi di video sorveglianza presenti nelle vie per raccogliere informazioni. V. Nelle attività di pedinamento: stabilire le priorità in base alla probabilità di illegalità (es. lavoratori stranieri con documenti fotocopiati e con abbigliamento riconducibile alle attività monitorate, come quella cantieristica). VI. Nelle attività di ispezione: qualora nel corso delle indagini maturassero evidenze relative a lavoratori che risiedono o lavorano fuori dal territorio di competenza, richiedere al Magistrato la deroga per proseguire con le indagini oltre il confine amministrativo. 4. Concentrarsi sui settori più a rischio I. Mappare il territorio censendo le attività a rischio (es. gestite da stranieri) per tipologia territoriale (rurale, industriale, urbanizzata) in modo da localizzare le aree più esposte. Per quanto riguarda i settori di attività:
II. Il settore dell Edilizia oggi risulta maggiormente associato a fenomeni di lavoro nero e risulta poco visibile il fenomeno del reclutamento. III. Nel settore del Commercio bisogna considerare l ostacolo linguistico, soprattutto con alcune comunità (es. cinesi), realizzando indagini possibilmente con mediatori culturali. IV. Nell ambito dei Trasporti, tener conto della possibilità che i lavoratori siano contrattualizzati attraverso accordi di lavoro stipulati nel Paese d origine, molto diversi come diritti e retribuzione da quelli italiani. V. Il settore dell Agricoltura rappresenta un terreno particolarmente soggetto a violazioni e a situazioni di sfruttamento; pertanto le aree ad alto sviluppo agricolo del territorio regionale dovrebbero essere ispezionate con attenzione, utilizzando come guida gli indicatori di sfruttamento. VI. Nel settore Manifatturiero risulta problematico comprovare la condizione di sfruttamento, perché senza un attiva partecipazione del lavoratore è difficile evidenziare le difformità fra il contratto e l effettivo svolgimento del lavoro, specialmente in relazione all orario e alla retribuzione. VII. Il settore della Logistica costituisce un terreno ad alto rischio di lavoro nero che andrebbe approfondito e ispezionato; in particolare, devono essere considerate le cooperative, ove presenti. 5. Individuare gli indici di sfruttamento Senza la denuncia del lavoratore che conferma la sussistenza dello sfruttamento lavorativo è difficile accertare il fenomeno del Caporalato. Al fine di condurre indagini il più possibile efficaci si suggerisce quanto segue. I. Realizzare verifiche amministrative, sui luoghi di lavoro, sulla documentazione dei datori di lavoro e sui lavoratori. II. Importanza fondamentale assumono i cinque indici di sfruttamento che sono contenuti specificamente nell art. 603 bis c.p. concernente il reato di intermediazione e sfruttamento lavorativo. Le categorie indicate dalla norma riguardano: la retribuzione (palesemente difforme dai parametri dei contratti collettivi e comunque sproporzionata rispetto all attività svolta), gli orari lavorativi (sistematica violazione della normativa in materia attinente all orario di lavoro, al riposo settimanale, all aspettativa obbligatoria, alle ferie), la sicurezza e l igiene sui luoghi di lavoro (violazioni tali da esporre il lavoratore a pericolo per la salute, la sicurezza o l incolumità personale), e infine le generali condizioni di lavoro, nonché i metodi di sorveglianza nei confronti dei lavoratori, cui si aggiungono le situazioni alloggiative particolarmente degradanti. Nella realtà le forme di sfruttamento possono essere assai varie e di intensità spesso
differente; dunque l utilizzo dei 5 indicatori può costituire uno strumento proficuo ed efficace anche al fine di orientamento delle indagini e della raccolta delle prove. Dei 5 indicatori, concentrarsi nell accertamento dell orario di lavoro, sulle condizioni di igiene e sicurezza, sui luoghi di reclutamento e sulle condizioni abitative, che costituiscono elementi direttamente verificabili dalla Polizia Locale. Risulta, invece, più difficile rilevare lo sfruttamento attraverso il salario, a causa gli elementi di prova necessari.