Che cos è un partito Il partito è un attore chiave dei regimi politici moderni. Può essere definito sulla base di diversi fattori quali l ideologia, l organizzazione, la mobilitazione elettorale, la rappresentanza sociale, la composizione dell elite. La matrice di partito che sarà presentata si basa sull incrocio di due dimensioni analitiche: il luogo di origine del partito e la sua struttura organizzativa. Il partito politico: un fenomeno complesso Pur limitando l attenzione alle democrazie occidentali, si può notare una grande diversità dei partiti in termini di organizzazione, finalità politiche e strategie del consenso. Le tendenze recenti fanno riscontrare partiti sempre più con leadership personalizzate, con organizzazioni snelle e che ricorrono in modo massiccio agli strumenti mediali e sondaggistici. L asse verticale Dove nascono i partiti? La prima dimensione concerne l origine dei partiti. Può essere localizzata all interno del parlamento, dove i partiti si formano dall unione di gruppi parlamentari; o all esterno di esso, sulla base di specifiche fratture sociali. Sull asse verticale, dunque, si contrappongono i concetti di legislature e di civil society. Partiti di diversa origine: uno sguardo al caso italiano Il sistema partitico italiano attuale mostra sia casi di partito di derivazione parlamentare sia di nascita extraparlamentare. Rientrano nella prima categoria ad esempio gli attori nati dalla dissoluzione della Democrazia Cristiana, formati da processi di scissione e riaggregazione di gruppi parlamentari. Altri partiti di recente costituzione, quali Forza Italia e la Lega Nord, legano invece maggiormente la propria origine a processi esterni all istituzione parlamentare. Le teorie di Duverger sull origine dei partiti Questo asse della matrice rimanda all opera dello studioso francese Maurice Duverger (1951) che ha proposto di classificare i partiti sulla base della loro origine. Questi traccia una distinzione fra i partiti di origine interna, che si sviluppano dal gruppo parlamentare verso il basso allargando l organizzazione elettorale nella società, e i partiti di origine esterna, che emergono al di fuori delle istituzioni parlamentari per ottenere poi accesso in queste ultime. L asse orizzontale
L organizzazione dei partiti Il secondo asse si riferisce all organizzazione dei partiti e ricalca il continuum che va da forme organizzative coese e gerarchizzate (corporation) a forme più snelle, costituite da reti di attori individuali (individual). Sempre più individualismo Per quanto riguarda il secondo asse, le democrazie occidentali presentano una tendenza verso il ridimensionamento della struttura organizzativa dei partiti e la valorizzazione delle dinamiche individualiste, sia per ciò che riguarda le scelte dei militanti e degli elettori, sia per il rafforzamento della figura del leader. Nel nostro paese molti partiti sono strettamente legati al proprio capo, con cui si identificano (ad. es. Forza Italia con Berlusconi). Alcune classiche tipologie di partito si basano sull analisi organizzativa Max Weber (1922) ad esempio distingue i partiti di notabili, composti appunto da notabili che basano la propria attività sulla delega da parte di un ristretto numero di cittadini, dai partiti di massa, che presentano dimensioni molto maggiori e assumono alcuni tratti propri della burocrazia statale, quali la complessità organizzativa, l uniformità, la gerarchizzazione funzionale. Il quadrante in alto a destra Il partito elettorale Questo quadrante presenta il tipo di partito dominante dei regimi democratici, con una struttura organizzativa leggera e un origine di natura parlamentare. Tale partito è fortemente ancorato alle funzioni di rappresentanza (representation): le elezioni parlamentari (election) determinano, infatti, i rapporti di potere tra i partiti e al loro interno. Dal partito dei notabili al partito di Mastella Questo quadrante fotografa l esperienza dei partiti di stampo notabiliare. Anche piccoli partiti del panorama politico italiano attuale possono essere collocati in questo quadrante, per la loro semplice struttura organizzativa, il basso tenore ideologico, il ruolo ricoperto in essi da alcuni personaggi di spicco, gli stretti legami con particolari settori dell elettorato (ad es. l Udeur di Mastella). Il partito elettorale è riscontrabile fin dalle origini della democrazia rappresentativa. Numann (1956) distingue i partiti a rappresentanza individuale, che riecheggiano il partito notabiliare di Weber e si inseriscono in un contesto caratterizzato da scarsa mobilitazione elettorale e bassa partecipazione politica, dai partiti ad integrazione di massa, che si dirigono verso gruppi sociali specifici al fine della mobilitazione, costituendo una risposta agli sviluppi della politica di massa. Il quadrante in basso a destra
Il partito sondaggistico questo quadrante troviamo l evoluzione più recente del partito politico che sembra seguire le teorie economiche della democrazia. Il nuovo partito utilizza gli strumenti del marketing elettorale e i sondaggi (polling) per la massimizzazione del consenso, comportandosi con una logica imprenditoriale secondo le leggi della domanda e dell offerta (market). Verso il partito personale? Recenti processi di trasformazione del partito hanno fatto parlare di partito personale per sottolinearne l assetto altamente verticalizzato e la centralità del ricorso agli strumenti mediatici. Esempi significativi possono essere rintracciati nel caso del Labour Party inglese o di Forza Italia in Italia, macchine del consenso costruite - o rinnovate - intorno alla figura dei loro leader. Tre variabili con cui può essere analizzata la rifondazione del Labour Party: Centralizzazione: si riferisce soprattutto alla funzione di comunicazione dei partiti. Professionalizzazione: ricorso ad esperti e a nuovi professionisti della comunicazione. Personalizzazione: relativa alla valorizzazione della figura del leader. L analogia fra economia e politica L analogia fra mercato economico e mercato politico risale a due economisti, Schumpeter (1942) e Downs (1954). Secondo tali autori, leader e partiti calcolano in modo razionale le strategie di massimizzazione del voto adattando a questo fine i propri programmi politici. Ciò consente di adottare un approccio allo studio dei partiti che può essere definito spaziale perché interpreta il comportamento del partito come la ricerca della posizione di maggiore profitto. Il partito personale Mauro Calise (2000) coglie con la formula partito personale la tendenza alla personalizzazione dell attività di intermediazione politica, riscontrabile in molti contesti nazionali e a diversi livelli di governo. In seguito all attenuazione delle tradizionali divisioni sociali, infatti, i partiti ridimensionano il ruolo degli iscritti e valorizzano in modo significativo le posizioni di leadership. Il quadrante in basso a sinistra Il partito oligarchico Contrasta con il partito elettorale il tipo di partito presentato in basso a sinistra, che lega una struttura organizzativa corporata (corporation) ad un origine extraparlamentare (civil society). In questo quadrante le oligarchie (oligarchy) controllano la mobilitazione di massa basata su divisioni di classe (class), o su fratture culturali, religiose, tra centro e periferia.
Il tramonto dei partiti dinosauro Il quadrante ricorda il caso dei partiti socialisti o religiosi europei dei primi tre quarti del Novecento, con una complessa organizzazione, intense relazioni con la militanza e natura ideologica. Accompagnavano la vita del militante dalla culla alla tomba intervenendo in ogni sua attività. Questa forma di partito sembra oggi in via di estinzione, e anche i partiti che si riallacciano alle loro tradizioni stanno mutando rapidamente struttura e strategie, anche come conseguenza dell attenuarsi delle fratture sociali sulle quali i grandi partiti di massa si basavano. Un partito di massa o delle elites? Secondo il contributo di Robert Michels (1912) nel partito di massa si sviluppano processi che conducono inevitabilmente alla verticalizzazione delle relazioni interne di potere (legge ferrea dell oligarchia). Tale studioso, studiando il partito socialdemocratico tedesco, ha notato una contraddizione fra le sue dichiarazioni di principio, legate all aspirazione della partecipazione politica delle masse, e il fenomeno dell affermazione di un oligarchia al suo interno. La nascita dei partiti di massa Secondo Stein Rokkan (1968) i partiti politici nascono da alcune fratture (divisioni socio-strutturali fondamentali o cleavages) relative al processo di formazione degli stati e allo sviluppo industriale, secondo un percorso scandito dal processo di democratizzazione e di estensione del suffragio. Le famiglie di cleavages: Frattura centro-periferia, che oppone l elite dominante degli stati nazionali ad altri gruppi più periferici. Frattura stato-chiesa per il controllo della vita sociale. Frattura città-campagna, che fotografa il conflitto fra interessi agrari contadini e interessi commerciali e industriali urbani. Frattura datori di lavoro-operai, che è risultata particolarmente fondativa dell asse destrasinistra dei sistemi di partito occidentali. Il quadrante in alto a sinistra Il partito consociativo Tale partito di massa ha un organizzazione complessa e affronta la sfida di incorporare larghe basi elettorali nell arena legislativa (participation) attraverso la formazione di ampie coalizioni (coalition). Democrazia consensuale o competitiva? In regimi caratterizzati da marcate divisioni sociali si afferma un regime democratico di tipo consensuale, nel quale il processo governativo è generato da dinamiche coalizionali anziché prevedere l alternanza delle forze partitiche al potere. A tale modello è legata la storia repubblicana italiana, e solo la crisi dei primi anni Novanta ha fatto scorgere nuovi approdi. Tuttavia il periodo della cosiddetta transizione apre la strada ad un bipolarismo ancora molto fragile
Il contesto del partito consociativo Questo tipo di partito si sviluppa in modo particolare in società segmentate, caratterizzate da forti cleavages sociali. Secondo Arendt Lijphart in tale contesto si riscontra una forma di democrazia definita consensuale (2001), nella quale gli attori politici sembrano privilegiare il principio dell accordo-compromesso rispetto a quello di competizione. Tutti i principali partiti sono coinvolti nel processo di governo e nella distribuzione delle cariche politiche in proporzione alla propria forza elettorale.