i pionieri
L alba della fotografia La fotografia è una forma di rappresentazione per immagini del reale applicando principi ottici, meccanici, chimici. Le immagini artificiali così generate sono tecnicamente riproducibili in un numero di esemplari anche molto elevato. Chiamiamo immagini naturali quelle che si formano nella rétina (la membrana più interna dei nostri occhi) quando volgiamo lo sguardo in una direzione. Dobbiamo pensare la nostra testa come una telecamera orientabile montata su un cavalletto (il corpo). Sono invece immagini artificiali quelle che il genere umano ha prodotto utilizzando varie tecnologie pittoriche o plastiche, e quindi facendo della pittura o della scultura. Anche anticamente erano presenti forme di riproduzione tecnica dell immagine (calchi, stampi, monete, e poi stampe xilografiche, calcografiche, litografiche). Tali immagini sono presenti fin dalla preistoria. Possono essere il frutto dell osservazione diretta dell artista, ma non necessariamente. Il pittore può dipingere un bisonte anche se non l ha mai visto (sulla base di descrizioni di altri, o di fantasia). La pittura è considerata fin dai tempi più antichi una forma di interpetazione della realtà, in alcuni suoi aspetti. La fotografia richiede invece la compresenza spaziotemporale del soggetto e dell operatore. Di qui il suo carattere fortemente testimoniale. La fotografia rappresenta dunque una forte rottura rispetto alla pittura. Mentre la pittura ha sempre operato per dimostrare la sua efficacia nel rappresentare il reale, non solo nell interpretarlo, la pittura invece fatica a dimostrare che non è soltanto una riproduzione pedissequa, notarile, della realtà, una sua "fotocopia" ; ma che è una forma di interpretazione del reale. Inoltre le sue capacità di riproduzione tecnica in molte copie sono estremamente potenziate rispetto al passato. L idea che oggi sembra ovvia, che con le immagini si può dire tutto, è molto moderna, novecentesca. In passato la produzione di immagini rappresentava un linguaggio specializzato, capace di suscitare emozioni e di trasmettere conoscenza ma specializzato, limitato ad alcuni ambiti della vita sociale e culturale mentre lo scritto si considerava un codice capace (anzi l unico capace) di poter rappresentare e descrivere esattamente tutto. La fotografia è ottocentesca ; primo avamposto di una battaglia fra immagini riprodotte e parole stampate che si svolgerà nel corso del Novecento. Essa per svilupparsi richiede condizioni sociali precise, quelle della società di massa : le scoperte scientifiche e le invenzioni su cui si basa erano note da tempo, ma solo nel primo Ottocento si determina una spinta sociale verso la fotografia. (Enrico Menduni)
La data della nascita della fotografia si colloca nel momento della sua presentazione ufficiale all'accademia delle scienze francese, nel 1839, da parte di Arago. Ma è noto come da almeno 13 anni, cioè dal 1826 un certo Nicephore Niepce avesse cercato con alterni risultati di fissare quelle immagini che appaiono all'interno delle camere oscure, note ai pittori da secoli. Il problema della ricerca del materiale sensibile alla luce si intreccia con quello della sostanza più idonea alla sua fissazione sarà il chimico Herschel a proporre l'iposolfito di sodio, ancora oggi alla base dei prodotti usati come fissaggio. Altro problema notevole sarà quello di trovare un metodo che possa restituire immagini nitide, brillanti e fortemente contrastate (Daguerre) ma speculari rispetto alla realtà, e in copia unica; piuttosto che invece metodi per ottenere immagini magari meno nitide ma non speculari e soprattutto riproducibili all'infinito (Talbot). A livello semantico come non citare l'immagine di Bayard primo esempio di finzione attraverso la fotografia?
Nicéphore Niepce (1765 1833) Veduta dalla finestra a Le Gras, ca 1826, eliografia, 25.8 x 29.0 cm Tavola apparecchiata, 1826 (?)
Louis-Jacques-Mandé Daguerre (1787 1851) Boulevard du Temple (1838-39) Conchiglie e fossili (1839)
William Henry Fox Talbot (1800 1877) Disegno fotogenico, 1838 Il primo negativo fotografico su carta: la finestra di Oriel, 1834
Scena in una corte, 1844 Guardacaccia, 1843 Scena in una biblioteca, 1845
Hippolyte Bayard (1807 1887) Il cadavere del gentiluomo che vedete è quello del signor Bayard, l inventore del processo di cui vedete o state per vedere gli effetti meravigliosi. Per quanto ne so questo ingegnoso e infaticabile ricercatore è stato impegnato per tre anni a perfezionare la sua invenzione. L Accademia, il Re e tutti quelli che hanno visto i suoi disegni, che lui stesso considerava imperfetti, li hanno ammirati proprio come tu li stai ammirando in questo momento. Questo lo ha onorato molto e non gli ha procurato nemmeno un penny. Il Governo, che ha dato decisamente troppo al signor Daguerre, ha detto che non era in grado di fare niente per il signor Bayard, ed il pover uomo si è annegato. Oh, quanto effimere sono le cose umane! Artisti, scienziati e giornali si sono occupati di lui a lungo, ed ora che l hanno esposto all obitorio per molti giorni, nessuno l ha ancora riconosciuto e nessuno ha chiesto di lui. Signore e Signori, parliamo d altro perché temo che il vostro olfatto ne soffrirebbe, perché la testa e le mani del gentiluomo iniziano a decomporsi, come potete vedere. (testo presente sul verso della fotografia di Bayard tratto da Michel Frizot, A new History of Photography, Konemann, 1998 traduzione dall inglese di Giulia Barcaro)