TECNICHE ARTICOLATORIE INTRODUZIONE Docente: E. Spagnolo Osteopata D.O. Per esclusivo uso interno a fini didattici www.centrostudisynapsy.it TECNICHE MASSOTERAPICHE E/O OSTEOPATICHE TECNICHE SUI TESSUTI MOLLI stretching, profonde pressioni, trazioni, e/o separazione delle inserzioni muscolari. effetto meccanico, circolatorio, (ritorno venoso e linfatico effetto decongestionante sui tessuti), neurologico (azione sui propriocettori, meccanocettori, nocicettori di muscoli, cute e fasce). effetto tonificante e azione decontratturante. possono precedere una tecnica HVLA TECNICHE ARTICOLATORIE tecniche a forza estrinseca in cui l azione di un operatore determina la correzione. recupero della fisiologica funzionalità articolare, la simmetria di movimento con il sollievo del paziente. possono essere utilizzate in preparazione ad una tecnica HVLA. 1
TECNICHE OSTEOPATICHE TECNICHE AD ENERGIA MUSCOLARE (MET) Utilizzano i principi neurofisiologici dell innervazione reciproca e del sistema inibitore di Renshaw. Tecniche a forza intrinseca, perché è l organismo che, dopo la contrazione, ritrova una nuova condizione di equilibrio articolare. TECNICHE AD ALTA VELOCITÀ-BASSA AMPIEZZA ( HVLA Manipolazioni o THRUST) Tecniche a forza estrinseca, applicata nello spazio parafisiologico. Tecniche dirette usate per ristabilire la mobilita della struttura ossea TECNICHE VISCERALI tecniche per ripristinare una mobilità fisiologica dei visceri disfunzione somatica di origine viscerale, sia per i rapporti anatomici sia per i riflessi viscero-somatici, può influenzare la postura e la mobilità della struttura corporea, compresa la colonna vertebrale. ROM ampiezza di movimento Il ROM (Range Of Motion), definisce la flessibilità articolare, ossia i gradi di libertà permessi da una specifica articolazione nei vari piani dello spazio. Il ROM è usualmente misurato dal numero di gradi compiuti da un segmento corporeo dalla posizione di partenza alla posizione finale, lungo il suo completo arco di movimento. Si calcola usando un goniometro. Quando i punti di repere anatomici sono ben definiti, l'accuratezza della misurazione è alta. Quando vi sono molti tessuti molli che circondano la zona dell'articolazione, l'errore di misurazione può essere più frequente. Ogni articolazione ha un ROM fisiologico caratteristico in funzione del movimento che si effettua. 4 2
ROM : fattori interni il tipodi articolazione la resistenza interna ad un'articolazione le strutture ossee e muscolari che limitano il movimento l'elasticità del tessuto muscolare dei tendini e legamenti della pelle la capacità di un muscolo di rilassarsi e contrarsi per raggiungere la maggiore ampiezza e libertà di movimento la temperaturadell'articolazione e tessuti associati (articolazioni e muscoli offrono una migliore flessibilità a temperature corporee che sono da 1 a 2 gradi sopra la norma) 5 ROM : fattori esterni La temperatura esterna Il momento della giornata (la maggior parte delle persone è più flessibile di pomeriggio rispetto al mattino) L eventuale stadio del processo di recupero di un'articolazione (o muscolo) dopo una lesione L età Il sesso La capacità e l'impegno individuale a raggiungere la flessibilità tramite appositi esercizi. Le restrizioni di abbigliamento o attrezzi I tessuti adiposi in eccesso Una massa muscolare fortemente sviluppata Una scarsa idratazione L inattività 6 3
Il concetto di Barriera Nella valutazione della fisiologia articolare è fondamentale il concetto di Barrieradel movimento articolare e tissutale, sia normale che anomala. Il terapista deve essere in grado di individuare e definire un rangedi movimento e una barriera motoria, al fine di formulare una accurata valutazione funzionale. Per far questo è necessario sviluppare una grande sensibilità palpatoria acquisibile solo con la pratica. 7 ROM e Barriera anatomica L ampiezza totale del movimento da un estremo all altro è limitata dall integrità dell articolazione e dagli elementi che la sostengono quali legamenti, muscoli e fascia. Se si oltrepassa la barriera anatomica si determina una frattura o un danno ai tessuti (lussazione o strappo). 8 4
Mobilità attiva e barriera fisiologica L ampiezza del movimento attivo eseguito dal paziente è definita barriera fisiologica. Esso è inferiore rispetto al movimento passivo. 9 Mobilità passiva e barriera elastica All interno del range motorio totale esiste un range di mobilità passiva. Questo range è superiore a quello di mobilità attiva. I limiti di questo range sono definiti barriere elastiche. Esiste uno spazio potenziale tra barriera elastica ed anatomica definito spazio parafisiologico. Punto Neutro La sensazione di fine corsa (end feel) che si avverte è dovuta alla tensione presente negli elementi muscolari e fasciali. 10 5
Barriera di restrizione A volte si ha una perdita di mobilità dovuta ad invecchiamento, a posture, a sovraccarichi, a traumi o a disfunzioni anche in assenza di lesioni. La barriera che impedisce il movimento nella direzione della perdita di mobilità è definita barriera di restrizione. Il movimento attivo è limitato da un lato dalla normale barriera fisiologica, dall altro dalla barriera di restrizione. restrizione. facilità Barriera di restrizione 11 Le Barriere Disfunzione articolare = riduzione di movimento di un elemento corporeo. Barriera anatomica = limite massimo di movimento dell'articolazione oltre il quale si ha una lesione dei suoi componenti Barriera fisiologica = range di movimento attivo che può compiere il pz. Barriera elastica = limite del movimento passivo indotto dall operatore Spazio parafisiologico = spazio tra barriera anatomica e elastica. Barriera di restrizione = perdita di mobilità nella direzione di movimento. Punto neutro = punto di equilibrio di tutte le tensioni (legamenti, muscoli e fasce). Punto neutro patologico = punto causato dallo spostamento del punto neutro dopo la comparsa di una barriera di restrizione. L'obiettivo del terapista è di ristabilire manualmente il buon funzionamento dell'organismo, in particolare dell apparato muscolo-scheletrico e viscerale, riducendo o eliminando limitazioni di movimento e dolori. 12 6
END FEEL ARTICOLARE END FEEL = sensazione di «fine corsa» Elastico Pastoso gommoso - viscoso Duro rigido legnoso SLACK = «gioco» articolare Riduzione dello «slack» = mettere in «chiave» = portare in barriera A seconda dell articolazione coinvolta si avrà una resistenza più o meno elastica o pastosa (muscoli, capsula, legamenti) o articolare (ossea). 13 La Meccanica Meccanica: Parte della fisica che studia il moto ( cinematicae dinamica) e l'equilibrio ( statica) dei corpi. Cinematica:descrive il movimento di un corpo indipendentemente dalle cause che lo hanno prodotto; Dinamica:studia le cause che determinano il movimento (su un corpo infatti agiscono forze che possono essere di contatto come la forza muscolare, a distanza come la forza magnetica, passive come l attrito che esercita resistenza e attive come la forza di gravità); Statica: studia i corpi in equilibrio, ovvero le situazioni in cui le forze agenti sono bilanciate. L equilibrio dei corpi può essere statico (il sistema rimane fermo nel suo complesso) oppure dinamico (il sistema si muove mantenendo l equilibrio). 14 7
BIOMECCANICA Biomeccanica: applicazione dei principi della meccanica agli organismi viventi. analizza il comportamento delle strutture fisiologiche sottoposte a sollecitazioni statiche o dinamiche. correlata a bioingegneria, posturologia, protesica, chinesiologia e ingegneria tissutale. Biomeccanica Funzionale : che esercita una funzione cioè un compito specifico svolto, in particolare in massoterapia, fisioterapia e osteopatia, dall apparato muscolo-scheletrico e viscerale. 15 Tecniche Articolatorie 8
TECNICHE ARTICOLATORIE TECNICHE A BASSA VELOCITA e AMPIEZZA MODERATA (a seconda del segmento interessato) L ARTICOLAZIONE VIENE MOBILIZZATA per: Modificare la barriera restrittiva e il punto neutro Aumentare il ROM Ripristinare un range il piu possibile fisiologico Modulare indirettamente tono/tensione dei tessuti dell articolazione ESECUZIONE LATECNICAVAESEGUITANEIPIANIINCUIIL MOVIMENTO RISULTA LIMITATO, RISPETTANDO L ANATOMIA E LE CARATTERISTICHE DELL ARTICOLAZIONE COINVOLTA OLTRE ALLA SINTOMATOLOGIA DEL PZ INDICAZIONI RESTRIZIONI DI MOBILITA con o senza DOLORE (CONGESTIONE CIRCOLATORIA/LINFATICA) 9
CONTROINDICAZIONI ELONGAZIONI/DISTORSIONI/STRAPPI IN ACUTO FRATTURE/LUSSAZIONI O INSTABILITA ARTICOLARE ALCUNE CONDIZIONI DI STATI INFIAMMATORI NEOPLASIE/METASTASI IN LOCO OSTEOPOROSI(A SECONDA DEL GRADO) FINE INTRODUZIONE alle TECNICHE ARTICOLATORIE Per esclusivo uso interno a fini didattici 10