L IMPIANTO IDRAULICO NEL CONDOMINIO. Giorgio Croce

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L IMPIANTO IDRAULICO NEL CONDOMINIO Giorgio Croce 3280170805 crocearezzo@live.it www.giorgiocroce.weebly.com

GENERALITA L impianto idrico-sanitario è composto: -all approvvigionamento: l'insieme delle reti, i componenti, le apparecchiature che permettono l'adduzione e la distribuzione dell'acqua caldaefreddaalle varieutenzediunedificio; -dallo scarico: smaltimento delle quantità necessarie a soddisfare le esigenze dell'utenza.

IMPIANTO DI APPROVVIGIONAMENTO L impianto si compone di: - Sistema di approvvigionamento (allacciamento alla rete pubblica dell acquedotto); - Sistema e rete di distribuzione acqua calda e fredda; - Sistema di produzione dell acqua calda; - Dispositivi di erogazione ed apparecchi sanitari. ALLACCIAMENTO ALLA RETE All'interno della rete, l'acqua è tenuta alla pressione di 5-6 bar (circa 50-60 m di colonna d acqua) al fine di raggiungere i piani più alti dei fabbricati, mentre nelle tubazioni di distribuzione dell'acqua nei fabbricati la pressione non deve superare i 3 bar per evitare rumore e/o rotture delle tubazioni stesse. A tal fine si usa un riduttore di pressione che mantiene, a valle dell'impianto, la pressione stabilita e viene montato prima del contatore. Quando invece la pressione non è sufficiente occorre installare sistemi di sollevamento ausiliari (autoclave).

ALLACCIAMENTO ALLA RETE

CONTATORE Ogni edificio che si collega alla rete pubblica deve essere dotato di un contatore - installato a cura dell'ente preposto alla fornitura dell'acqua potabile - che permette di misurare la quantità di acqua consumata da ogni utenza (m3). Di solito i contatori vengono installati in corrispondenza dell'accesso esterno del fabbricato al quale è destinata la fornitura di acqua, in modo che l ente può effettuare le lettura periodiche dei consumi senza dover entrare nelle singole abitazioni. Nelle zone ove l'erogazione di acqua avviene solo in alcune ore della giornata spesso viene installato un serbatoio di riserva idrica, che permette di avere delle riserve cui si può attingere nei periodi di interruzione della fornitura. Generalmente le tubazioni utilizzate per il tratto interrato, esterno agli edifici da alimentare, che serve per il collegamento alla rete, sono in ghisa sferoidale mentre le tubazioni che si utilizzano per la distribuzione dell acqua, prelevata dalla rete, ai vari punti di utilizzazione sono in polietilene.

SCHEMA Nel progetto presentato a titolo d esempio, la presa dalla rete avviene mediante una condotta di alimentazione ed è seguita da una saracinesca di intercettazione che può essere manovrata solo dai tecnici dell ente erogatore e serve ad interrompere la fornitura d acqua, da una valvola di ritegno, dal contatore generale, che serve a registrare il consumo dell acqua prelevata dalla rete e da una ulteriore valvola di intercettazione a valle del contatore, che serve agli utenti per interrompere l efflusso d acqua nel caso bisogna effettuare interventi di riparazione sull impianto. Dal contatore generale si dipartono, poi, le condotte montanti dalle quali si diramano le tubazioni che adducano l acqua ai vari rubinetti erogatori. E stata prevista l installazione di un unico contatore generale in modo da distribuire l acqua mediante colonne montanti comuni, dalle quali si dipartono le diramazioni su cui vengono inseriti i contatori dei singoli appartamenti per la ripartizione della spesa.

SISTEMA DI DISTRIBUZIONE SISTEMA DI DISTRIBUZIONE 1) Schema a ramificazione (o ad albero): semplice ed economico; in presenza di sovraccarichi si può avere disomogeneità di portata ai tubi distributori; un guasto in un tubo orizzontale o in una colonna esclude l'uso dell'impianto a valle. 2) Schema ad anello orizzontale : più costoso; migliore omogeneità di portata ai tubi distributori; un guasto non esclude l'uso del resto dell'impianto. 3) Schema a gabbia: il più complesso e costoso, ottima costanza di portata anche in presenza di sovraccarichi; si può intervenire in ogni punto senza escludere il resto dell'impianto grazie a valvole di intercettazione.

RIPARTIZIONE SPESE IMPIANTO COMUNE Nel condominio si distinguono due diverse modalità d uso per l approvvigionamento idrico quali: - l'uso condominiale (ad esempio per innaffiare le piante del giardino comune); - l uso esclusivo(adduzione all'interno delle singole unità abitative). L'impianto idrico svolge una funzione comune, in quanto strutturalmente destinato a servire tutti i condomini anche quando tale impianto idrico è realizzato con un fascio di tubi distinti invece che con una condotta collettiva unica, fino all'ingresso nella singola unità immobiliare privata, dove cioè il tubo passa al servizio esclusivo della porzione di proprietà individuale, conseguendone che, fino a quel punto, l'impianto è di proprietà del condominio che può modificarne il percorso, la consistenza ed il servizio, frazionandolo, unificandolo, allacciandovi derivazioni, o apportando altre variazioni di interesse comune, purché naturalmente assicuri la funzione a tutti i condomini. Da ciò discende che le spese di conservazione, manutenzione ed esercizio dovranno essere commisurate alla quota millesimale di spettanza dei condomini che ne ricavano utilità.

RIPARTIZIONE SPESE CONSUMO La ripartizione delle spese di ciascun appartamento per il servizio di acqua potabile avviene, nella maggior parte dei casi, attraverso l'ausilio dei contatori i quali consentono la determinazione dell'effettivo consumo. Sarà necessario effettuare una doppia "lettura": - lettura del contatore condominiale; - lettura dei contatori di ogni singola unità. Può accadere, tuttavia, che lo stabile condominiale sia privo dei contatori individuali e che sia possibile la sola lettura del contatore generale, il quale rileva il consumo totale, ma non i consumi singoli. In questa situazione sarà necessario determinare un criterio per ripartire la spesa per il consumo dell'acqua tra le singole proprietà esclusive. CRITERIO DEL NUMERO DI PERSONE: Si basa sul presupposto che, quanto maggiore è il numero di persone che vivono in un appartamento, tanto maggiore sarà il consumo di acqua, ma si tratta, ovviamente, di un criterio presuntivo, utilizzabile solo nel caso non si possa pervenire alla misurazione dell'effettivo consumo. Le persone da considerare sono quelle che sono "stabilmente residenti" nei locali privati e non coloro che vi accedono occasionalmente